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LA COMUNICAZIONE DEL FUTURO, LA NUOVA MAPPA DEL VIGNETO-MONDO, IL MERCATO ED IL MARKETING, LA SCIENZA, E TANTO ALTRO: ECCO IL PROGRAMMA DEL SIMPOSIO DELL’INSTITUTE OF MASTERS OF WINE, A FIRENZE, DAL 15 AL 18 MAGGIO, CON L’ISTITUTO GRANDI MARCHI

La comunicazione del vino, tra carta stampata e digitale, cronaca e opinione, social media, blog e credibilità; il nuovo mondo del vino e la mappa del vigneto che sta cambiando; la “battaglia” tra chi deve vendere e chi vuole comprare; la scienza, la ricerca del vino e le sue frontiere; il marketing tra economia e crescita sostenibile. Ecco alcuni degli argomenti più importanti al centro del programma ufficiale del Simposio dell’Institute of Masters of Wine (www.mastersofwine.org/en/symposium-2014/programme.cfm), l’appuntamento mondiale con scadenza quadriennale che, dopo oltre 30 anni di tappe in tutto il mondo, debutterà in Italia, a Firenze, dal 15 al 18 maggio 2014, grazie alla collaborazione dell’autorevole organizzazione inglese con dall’Istituto del Vino Italiano di qualità “Grandi Marchi”, guidato da Piero Antinori (www.istitutograndimarchi.it).
“Identità, Innovazione e Immaginazione”, saranno i fili conduttori del confronto tra gli oltre 400 delegati attesi a Firenze tra Masters of Wine, opinion leader e maker e personalità provenienti dal mondo vitivinicolo internazionale per un dibattito trasversale e con contributi che arrivino anche da fuori del mondo del vino. Come quello di Daniel Alegre, Presidente Global Partner Business Solutions del colosso del Web, Google. Ma ci saranno anche José Vouillamoz, genetista svizzero specializzato in studi sul “dna dell’uva”, Gerard Basset, vincitore del titolo di “miglior sommelier del mondo” (nel 2010), Stephen Henschke della storica tenuta Henschke nella Barossa Valley, Annette Alvarez-Peters, Global Wine Buying, director di Costco, Frank Cornelissen, produttore sull’Etna, Sicily, Gaia Gaja, alla guida insieme al padre Angelo della storica griffe piemontese Gaja, Peter Godden, manager dell’Australian Wine Research Institute, Bill Harlan, proprietario e fondatore di Harlan Estate, Rowald Hepp, managing director di Schloss Vollrads), Hildegarde Haymann, professore di enologia alla University of California Davis, Cesare Intrieri, direttore del centro interdipartimentale di Viticoltura e Ricerca Enologica dell’Università di Bologna, il Professor Greg Jones, climatologo e ricercatore di viticoltura alla Southern Oregon University), Willi Klinger, managing director dell’Austrian Wine Marketing board, Lisa Perrotti-Brown, Master of Wine ed Editor in chief di “The Wine Advocate”, Paul Pontallier, managing director di Château Margaux), Jancis Robinson, Master of Wine e tra e firme più autorevoli del panorama internazionale, Christophe Salin, Managing director di Domaines de Baron de Rothschild, Rajeev Samant, presidente & ceo di Sula Vineyards, in India, Hans-Reiner Schultz, presidente della Geisenheim University in Germania; Christian Seely, managing director di Axa Millésimes, Peter Sisseck, proprietario ed enologo di Pingus, Alberto Tasca, alla guida della griffe siciliana Tasca d’Almerita, e Maurizio Zanella, proprietario di quella del Franciacorta, Ca’ del Bosco. Oltre che, ovviamente, Jean-Michel Valette, presidente dell’Institute of Masters of Wine, per il “Simposio di Firenze”, rappresenta una vera e propria pietra miliare nell’ambito della nostra missione che ha come scopo la promozione dell’eccellenza, dell’interazione e della conoscenza nel commercio globale del vino. Dalla presenza di un gruppo così eterogeneo di opinion leader provenienti dai più diversi settori del mondo vitivinicolo, i partecipanti al simposio potranno godere di un accesso privilegiato alle notizie, alle teorie più recenti e alle innovazioni. Si tratta di un’opportunità unica di intessere relazioni ai più alti livelli di influenza e di conoscenza all’interno del business del vino e nei settori ad esso correlati”.
Ed il padrone di casa, Piero Antinori, alla guida di una delle realtà più importanti del vino italiano, e presidente dell’Istituto Grandi Marchi, secondo cui “il prossimo Simposio di Firenze rappresenta una grande possibilità per tutto il vino italiano che per tre giorni si troverà al centro delle politiche internazionali strategiche del settore. Un evento, questo, che ci vede coinvolti in primo piano come associazione da sempre impegnata a diffondere nel mondo la cultura e i valori dei territori e la qualità del vino italiano”. Al centro dell’attenzione, oltre ai dibattiti sui temi in programma, ci sarà anche il nettare di Bacco del Belpaese, con l’appuntamento , il 17 maggio, con i “Great Italian Wines”, quando un panel di Master of Wine specializzati nei vini del Belpaese, presenteranno una selezione di etichette protagoniste di un walk-around tasting che promette faville, e con il focus “The Italian Achievement: the renewal of a classical wine culture”, in cui si parlerà del percorso che ha portato il Belpaese ad essere uno dei leader dell’enologia mondiale, ma anche della rinascita di denominazione storiche, della crescita di territori emergenti, e di come la varietà dei vitigni italiani sia percepita nel mondo.
Ma ci sarà spazio anche per il piacere del vino unito al bello della Toscana, con le cene a Palazzo Corsini, a Firenze, sulle rive dell’Arno, con il Consorzio del Chianti Classico e quello del Brunello di Montalcino, il 15 maggio, quelle in tante cantine importanti intorno a Firenze, il 16 maggio, e quella conclusiva nella nuova cantina Antinori nel Chianti Classico, a Bargino, con una degustazione dei vini dell’Istituto Grandi Marchi (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi), dove a fare da anfitrioni saranno Albiera Antinori e l’architetto Marco Casamonti, che ha progettato la cantina, recentemente premiata come “2014 Building of the Year” dai lettori di “archdaily.com”, uno dei portali più seguiti al mondo di architettura.

Focus - L’Institute of Masters of Wine
Il titolo di Master of Wine è internazionalmente riconosciuto come il più importante nel mondo del vino. Istituito nel 1953, è assegnato a professionisti di tutta la comunità internazionale vinicola, che dimostrino sia conoscenze teoriche che capacità pratiche nell’arte, nella scienza e nel business del vino e che si impegnino per l’eccellenza professionale.
La visione dell’Institute of Masters of Wine è quella della conoscenza e dell’integrità. Attraverso i suoi membri e le sue attività, la comunità internazionale dei 314 Masters of Wine promuove l’eccellenza, l’interazione e l’apprendimento in tutti i settori della comunità globale del vino. In linea con i suoi obiettivi originari, l’Istituto promuove un approccio interdisciplinare alla comprensione del vino al più alto livello. Inoltre organizza e contribuisce a manifestazioni fieristiche di vino in tutto il mondo. Il suo ricco calendario di eventi prevede anche numerose visite alle principali regioni produttrici, mentre il programma annuale di studio e degustazione dell’istituto offre una prospettiva indipendente e autorevole sul vino.
Ogni quattro anni, il “Simposio internazionale dell’Institute of Masters of Wine riunisce figure di spicco della comunità del vino per affrontare temi di attualità in un forum indipendente.
Info: www.mastersofwine.org

Focus - I “Grandi Marchi”
L’istituto del vino italiano di qualità Grandi Marchi raggruppa imprese rappresentative delle diverse realtà produttive italiane; è costituito da diciannove aziende che si identificano nelle cosiddette “Famiglie del Vino”, i cui nomi costituiscono oggi marchi-emblema della tradizione vitivinicola italiana; esse rappresentano nel mondo l’identità e la riconoscibilità del vino italiano per qualità e stile. Tutte le aziende sono fortemente radicate nella propria Regione di appartenenza, della quale interpretano le eccellenze produttive, contraddistinte da elevati standard di prodotto e di immagine di marchio, a livello nazionale e internazionale. Nel suo insieme l’Istituto esprime i modelli di condotta imprenditoriale rappresentativi dell’affermazione della vitivinicoltura italiana in termini di rapporto tra vino e cultura, vino e territorio, vino e qualità della vita.
Le 19 aziende associate si propongono, attraverso “Grandi Marchi”, di dare più forza e incisività all’azione di valorizzazione del vino italiano di qualità sui mercati mondiali, di sviluppare attività di formazione e di educazione, al fine di contribuire a promuovere la cultura del vino nel mondo. Costituiscono l’istituto: Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Tenuta Greppo, Ca’ del Bosco, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Michele Chiarlo, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Ambrogio e Giovanni Folonari Tenute, Tenuta San Guido, Umani Ronchi.
231 le missioni internazionali realizzate nei 9 anni di promozione, più di 45.000 gli operatori e decision maker incontrati nei mercati consolidati ed emergenti per il vino italiano tra cui Brasile, Canada, Cina, Corea, Francia, Germania, Giappone, Hong Kong, India, Singapore, Taiwan, Thailandia, Uk e Usa. Con un vigneto coltivato di 6.930 ettari, i “Grandi Marchi” esprime complessivamente un fatturato di quasi 500 milioni di euro di cui il 60% realizzato all’estero, con un’incidenza del 6,5% sul valore dell’export nazionale. Tra i principali mercati di destinazione dell’export dei “Grandi Marchi”, l’Unione Europea (38%), seguita da Usa (21%), Canada (14%), Asia (8%) e Russia (4%).
Info: www.istitutograndimarchi.it

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