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LA CRISI RESTA MA IL BRINDISI A BASE DI BOLLICINE DELLE FESTE NATALIZIE NON MANCHERÀ, DA SANTA LUCIA ALL’EPIFANIA SARANNO 72 MILIONI I “TAPPI A FUNGO” SULLE TAVOLE ITALIANE. PAROLA DI GIAMPIETRO COMOLLI DELL’OSSERVATORIO ECONOMICO VINI

Ancora un calo dei brindisi di fine anno, ma in frenata rispetto al 2012. Da Santa Lucia all’Epifania voleranno sulle tavole e nei ristoranti italiani circa 72 milioni di “tappi a fungo”, di cui 69 made in Italy, tra Franciacorta, Trentodoc, Prosecco e Asti. Nello stesso periodo, i tappi tricolore stappati per le feste, nel mondo, saranno 10 milioni. 170 milioni di bottiglie nazionali solo nello scorcio del fine-anno. Nel Belpaese, ancora freni per lo Champagne (- 300.000 bottiglie) a meno di 2,6 milioni di tappi saltati, ripresina per il Cava (+ 50.000 bottiglie), stabili altre bollicine, francesi e non. In 5 anni la riduzione dei brindisi nazionali di fine anno ha toccato l’11%, dal record di 81 milioni di bottiglie del 2009. Maggiore calo dei volumi nell’horeca, la gdo registra un minore giro d’affari a numeri quasi stabili.
Questo il quadro dell’andamento delle bollicine nel periodo dell’anno in cui il loro consumo diventa un must, secondo l’analisi dell’Osservatorio Economico Vini.
“Più attenzione e più consumi domestici”, in sintesi, il commento di Giampietro Comolli, fondatore e presidente di Ovse-Ceves che continua: “c’è un ritorno a consumi mirati, alla infedeltà di marca, ma le bollicine tengono. Crescono i consumi del lowest price a scapito dei prodotti intermedi. In Gdo Italia le vendite promozionali si susseguono, anticipano le occasioni di consumo, durano di più”.
Sul mercato italiano, rispetto alle festività 2012, il calo maggiore si registra sul valore e meno sui volumi, a scapito delle bottiglie a prezzo sostenuto. Sui grandi numeri, in Italia vince il non-Doc; all’estero in crescita i consumi Dop, ma stravince il richiamo diretto e indiretto al marchio Italia. Il numero di bottiglie italiane che saranno stappate all’estero a fine anno è in crescita di volumi con punte anche del 20% in certi Paesi.
“All’estero cala il consumo - prosegue Comolli - di etichette Igp, ma crescono a due cifre i consumi di etichette che richiamano nomi di vitigni italiani, il made e l’italian-wine, anche se l’origine o la provenienza è incerta. L’Italia non può essere defraudata in silenzio dell’asset vino con il suo valore aggiunto del distretto produttivo e di piccole imprese. A dicembre - conclude Comolli - il valore al consumo interno di una bottiglia fa registrare un calo intorno al 3-4%; viceversa nel mondo il valore al consumo è cresciuto mediamente del 11-15%. Un fine anno che , nel complesso, vale al consumo interno circa 450 milioni di euro di bottiglie nazionali; circa 900 milioni di euro all’estero, il doppio. Ultimo dato emblematico delle feste imminenti: il regalo mono-bottiglia tiene, di tutti i prezzi, crollo dei cesti natalizi preconfezionati e non prenotati. Anche questo è un segnale importante per chi analizza il mercato dei consumi e vuole indicare strategie e prospettive”.

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