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LA MARCHIGIANA UMANI RONCHI CREA LE “BOTTIGLIE SOLIDALI”: CHI LE ACQUISTA CONTRIBUISCE AD INIZIATIVE UMANITARIE. MICHELE BERNETTI: “CI SIAMO DATI UNA MISSION SOCIALE: IL 5% DELL'UTILE NETTO A PROGETTI DI SOLIDARIETA'”

Umani Ronchi
Michele e Massimo Bernetti

Quando bere vino fa del bene agli altri. Nascono nelle Marche dalla cantina Umani Ronchi le “bottiglie solidali”: acquistandole si contribuisce a progetti di aiuto per bambini, anziani e disabili. L’idea nasce da una riflessione sull’azienda vitivinicola del futuro, che dovrà caratterizzarsi non solo per la ricerca della qualità, costante e prioritaria; non solo per i prezzi calibrati sull’andamento del mercato e le richieste dei consumatori; non solo per un rapporto profondo e radicato con il territorio. La cantina di domani non potrà prescindere da una dimensione etica, una particolare attenzione e sensibilità verso i problemi e le questioni del sociale. E in questa direzione va la mission che si è data la cantina Umani Ronchi, una delle più note e rappresentative delle Marche e d’Italia.
“Abbiamo riflettuto a lungo - spiega Michele Bernetti, che, con il padre Massimo, è alla guida della Umani Ronchi - sul ruolo che dovrebbe svolgere una moderna azienda vitivinicola. Certo, conta tenere alta la qualità, essere capaci di conciliare le richieste del mercato con il desiderio di innovazione, stare attenti al giusto prezzo. Ma partendo dal fatto che bere vino rappresenta innanzitutto un piacere, abbiamo pensato che i nostri prodotti possono contribuire a far star bene anche chi è meno fortunato”.
Da qui nasce l’idea delle “bottiglie solidali”, in cui una percentuale dell’utile netto viene reinvestita in azioni umanitarie. “A partire da quest’anno una quota del 5% dell’utile netto - continua Bernetti - sarà devoluta ad un progetto solidale, deciso di volta in volta da una commissione formata da rappresentanti dell’azienda e delle istituzioni locali, che valuteranno a chi assegnare le risorse: associazioni che si occupano di adozioni, iniziative per gli anziani, progetti legati al Terzo Mondo (come la costruzione di scuole ed ospedali), strutture per i disabili, azioni di solidarietà per le organizzazioni che si occupano di ricerca contro le malattie (leucemia, cancro, aids)”. La Umani Ronchi - 230 ettari nel territorio del Rosso Conero, del Verdicchio e del Montepulciano d’Abruzzo - ha fatturato, nel 2003, 11 milioni di euro; ha prodotto 4,5 milioni di bottiglie (75% doc); l’export, oltre il 70% della produzione, ha toccato 40 Paesi nel mondo; i prodotti di punta sono il “Maximo”, muffa nobile a base di Sauvignon bianco, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore “Casal di Serra Vecchie Vigne” ed il “Pelago”, un cru “da meditazione” e da grandi piatti che da quando è nato ha ricevuto importanti riconoscimenti dalla critica e nei concorsi enologici internazionali.
Per il nuovo “consumatore intelligente” dei nostri giorni, sempre più attento, consapevole ed informato, la dimensione etica è un issue sempre più importante. Complice il difficile momento congiunturale e la diminuzione del potere d’acquisto, si compra meno e si valutano attentamente tutti gli aspetti legati ad un prodotto, soprattutto quelli immateriali. Da qui deriva una sempre maggiore sensibilità e responsabilizzazione delle aziende. Gruppi di acquisto solidali, commercio sostenibile, certificazione ambientale e sociale: sono tutte facce della stessa medaglia in un mondo dei consumi sempre più complesso e variegato, in cui l’atto dell’acquisto non significa più semplicemente comprare un oggetto, ma coinvolge tutta una serie di valori e ideali personali che in futuro potrebbero gettare le basi per un “business responsabile”, attento non solo al guadagno ma anche ai diritti dell’uomo e dell’ambiente.

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