Storia:
questo vino è senz'altro il più importante rosso delle Marche. E' l'orgoglio della popolazione di Ancona e degli abitanti delle pendici del massiccio promontorio del Conero (che nel punto più alto raggiunge la quota di 572 metri), così chiamato dai Greci per le piante di corbezzolo o "ceraso marino" che vi crescono. La campagna del Monte Conero - che è un po' il "gombito" (gomito), come scriveva il geografo cinquecentesco Leandro Alberti, del litorale italiano sull'Adriatico - è collinare in dolce saliscendi tra vigneti ed uliveti, mentre le pendici ostentano un mantello il cui verde più cupo è dovuto ai ricchi e fitti boschi di lecci, corbezzoli, querce ed aceri. Il Rosso Conero è da identificare con quel "vino di Ancona" lodato nel I secolo dopo Cristo da Plinio il Vecchio, naturalista enofilo di larga fama, nella sua "Historia naturalis". Inoltre, nel 1406, il pontefice Gregorio XII emanò gli "Statuti dell'Agricoltura" allo scopo di codificare le operazioni legate alla viticoltura e alla vinificazione del pittoresco promontorio. Il vino insomma è sempre stato per il Conero una risorsa di primaria importanza.
Disciplinare di produzione:
il Rosso Conero viene prodotto nella ristretta zona collinare marchigiana (provincia di Ancona) che segue la sponda adriatica (l'intero territorio dei comuni di Ancona, Camerano, Numana, Offagna, Sirolo e parte dei comuni di Castelfidardo e di Osimo). I vigneti del Conero sono insediati sulle pendici dei colli meglio esposte al sole, assolutamente defilate dai venti freddi del Nord. E' ottenuto dalle uve del vitigno Montepulciano, con possibili aggiunte di Sangiovese fino al 15% (la tendenza è comunque quella di vinificare in purezza). E' stato uno dei primi vini ad ottenere la Denominazione d'Origine Controllata (Doc) con il Decreto del Presidente della Repubblica del 21 luglio 1967.
Caratteristiche:
il Rosso Conero è di colore rosso rubino carico, il profumo è intenso e vinoso, il sapore asciutto, armonico, ricco di corpo. Ha una gradazione di 11,5° (minima), l'acidità totale minima è del 6 per mille e l'estratto secco netto è di 22 grammi per litro. Con una gradazione minima di 12,5° ed un periodo di invecchiamento di 2 anni può essere designato "Riserva". Il Rosso Conero sopporta bene un invecchiamento (4/6 anni) che consente di apprezzarne al meglio la notevole struttura.
Produzione:
1.200.000 bottiglie (di media) all'anno, di cui il 60% commercializzato sul mercato estero (i principali Paesi sono la Germania per il 40%, la Gran Bretagna per il 20%, i paesi scandinavi per il 20%, gli Usa per il 20%), il 10% è venduto localmente ed il 30% nel resto d'Italia.
Giro d'affari: 15 miliardi.
Prezzo bottiglia (al pubblico): sulle 10.000 lire il Rosso Conero "normale" e 20.000/25.000 lire la "Riserva".
Quanti sono i produttori:
i produttori sono 80 (di cui 18 imbottigliatori) per un totale di 190 ettari. Dei 100 produttori, solo 12 (ma sono le aziende più grandi, per un totale 110 ettari) sono iscritti al Consorzio Volontario di Tutela del Vino Rosso Conero Doc, istituito nel 1994, che ha lo scopo di diffondere l'immagine di questo vino e di dare impulso al progresso tecnico ed allo sviluppo razionale ed ottimale della produzione.
Resa per ettaro:
il disciplinare prevede 90 ettolitri di vino per ettaro; questo quantitativo, comunque, che non è mai raggiunto. Il possibile riconoscimento della Docg potrebbe inoltre portare, nel nuovo disciplinare, una drastica riduzione della produzione per ettaro.
Annate migliori: dal 1980 ad oggi, queste le annate superlative: 1985, 1988, 1990, 1993, 1997, 1998. Pregevoli anche le vendemmie: 1980, 1982, 1983, 1991, 1994, 1995, 1997.
Abbinamento: le uve di Montepulciano danno a questo vino tipiche caratteristiche che lo fanno apprezzare con minestre salsate, con ogni tipo di carne, con i formaggi e con i "sardoni a scottadito". Nella città dorica è consuetudine abbinarlo anche con lo stoccafisso all'anconitana. Il Rosso Cònero va bevuto in calici aperti, atti a dispiegarne il profumo caratteristico, ad una temperatura che può variare dai 18 ai 20 gradi.
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