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La sentenza del Tribunale delle Imprese di Venezia, sulla controversia legale tra il Consorzio della Valpolicella e le Famiglie dell’Amarone d’Arte per la registrazione del marchio “Amarone” in sede Ue, attesa per oggi, slitta al 3 febbraio 2016

Doveva risolversi oggi la controversia legale tra il Consorzio della Valpolicella, che tutela tra le altre la Docg Amarone della Valpolicella, e le Famiglie dell’Amarone d’Arte, 12 aziende storiche della produzione del grande vino rosso del Veneto (Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi Agricola, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini e Zenato, www.amaronefamilies.it), di cui è presidente Marilisa Allegrini, ree, se così si può dire, di aver tentato di registrare il marchio “Amarone” in sede Ue, all’Uami (Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno, http://oami.europa.eu). Una decisione che, nel luglio di quest’anno, ma dopo anni di rapporti a dir poco tesi, portò il Consorzio della Valpolicella, guidato dal presidente Christian Marchesini, a depositare l’azione legale presso il Tribunale delle Imprese di Venezia che, come detto, si sarebbe dovuto pronunciare oggi, salvo rimandare la sentenza al 3 febbraio 2016.

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