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LA VENDEMMIA 2009 NON SARÀ UNA DI QUELLE DA RICORDARE, MA COMUNQUE È DI BUON LIVELLO. PRODUTTORI PIÙ OTTIMISTI, TECNICI UN PO’ MENO. DA NORD A SUD, L’INCHIESTA DI WINENEWS FRA I VIGNETI DEI TERRITORI PIÙ IMPORTANTI DEL BEL PAESE

Italia
Scene di vendemmia

Una vendemmia quella del 2009 di difficile decifrazione, non certo una di quelle che resterà negli annali, come da più parti si era previsto con troppa fretta e senza gli adeguati riscontri. Intendiamoci, si tratta di una raccolta positiva, ma probabilmente incapace di raggiungere le vette delle grandissime annate, che, peraltro, per definizione sono di numero assai ristretto (di soliti, due/tre a decennio). In generale, le riserve idriche accumulate nell’inverno e nella primavera di quest’anno, particolarmente importanti, hanno in parte garantito alle viti una buona resistenza alle ondate di caldo estive, pur tuttavia, non concedendo una sufficiente gradualità ai processi fisiologici delle piante, che hanno prodotto frutti di buona/ottima qualità, ma non di eccellenza assoluta. A soffrire maggiormente i vitigni rossi precoci, con qualche problema di appassimento e di controllo del tenore alcolico e i bianchi, capaci di cambiare i propri dati analitici anche nello spazio di una giornata (cadute delle acidità, innalzamento repentino dei ph ...). Tuttavia, e qui emerge un elemento che segna profondamente la reale situazione viticoltura del Bel Paese, le aziende più attrezzate dal punto di vista del know-how e della capacità di interpretare il proprio patrimonio viticolo, hanno potuto raggiungere, proprio sui vitigni a bacca bianca, risultati molto buoni, attraverso provvidenziali anticipi di raccolta decisi soprattutto con continue analisi delle uve. Per i vitigni rossi tardivi, come sempre, saranno decisive le prossime due o tre settimane, in cui le condizioni metereologiche diventano di fondamentale importanza, fermo restando che, anche in questo caso, le uve di Sangiovese piuttosto che di Cabernet Sauvignon o di Nebbiolo, hanno subito accelerazioni, arresti e riprese di maturazione, con un ciclo vegetativo “a singhiozzo” non in linea con quanto accade in una grandissima annata. Sono queste le prime e immediate impressioni sulla vendemmia 2009. Vediamo, attraverso un viaggio dal nord a sud del Bel Paese enoico, quali sono, invece, i pareri delle aziende, interpellate da www.winenews.it.
Dal Trentino a parlare è Fausto Peratoner, direttore generale della cantina trentina La Vis e della Cesarini Sforza, una delle realtà cooperative più importanti d’Italia: “siamo alla fine di una vendemmia che per noi è decisamente ottima sui bianchi e specialmente sui bianchi per base spumante e molto buona per i rossi. La produzione dovrebbe essere superiore a quella del 2008 del 5/7%”. Concentra, invece, l’attenzione a più lungo termine il commento di Anselmo Guerrieri Gonzaga, a capo della Tenuta San Leonardo: “la vendemmia è solo un atto. Ma per noi che facciamo vini da lungo invecchiamento, che vediamo raggiungere inaspettate e bellissime evoluzioni organolettiche nel tempo, anche in vini di annate non particolarmente celebrate, dare un voto alla raccolta è davvero molto difficile. I vini saranno pronti a dicembre, insomma, quello che ci interessa veramente è la personalità di quei vini piuttosto che l’atto della raccolta delle loro uve”.
“Una vendemmia dalla straordinaria ricchezza zuccherina quella del 2009 in Piemonte - spiega Michele Chiarlo, patron dell’omonima griffe del vino piemontese - una raccolta anticipata di 10/12 giorni per i vitigni bianchi, come il Moscato, che è decisamente andato molto bene, con quantità analoga al 2008, mentre è scarsa la quantità del Gavi Cortese, che ha sofferto un po’ il caldo. Sul fronte dei vitigni a bacca rossa, abbiamo appena cominciato con la Barbera, dotata di eccellente equilibrio, mentre ancora non abbiamo raccolto il Nebbiolo, né quello da Barbaresco né quello da Barolo. Comunque - conclude Chiarlo - se il tempo ci assiste, dovrebbe essere una bella vendemmia, decisamente al di sopra delle nostre aspettative”.
Dalla Lombardia, e precisamente dalla Franciacorta arriva il commento sulla vendemmia di Mattia Vezzola, enologo di Bellavista, una delle griffe più importanti del mondo delle bollicine del Bel Paese: “la raccolta, partita 10 giorni in anticipo sul 2008, che poi si sono un po’ ridotti, si è chiusa molto bene, andando al di sopra delle aspettative, ma, intendiamoci, l’annata 2009 non è eccezionale, non si ricorderà per l’eleganza e la verticalità dei suoi vini, quanto per la struttura e la ricchezza, comunque è di certo molto buona. Sarà necessario l’uso dei cosiddetti vini di riserva per ottenere prodotti più completi, da noi a Bellavista abbiamo otto annate a disposizione”.
Piena soddisfazione dal Veneto, dove Gianluca Bisol, a capo dell’azienda di famiglia con base a Conegliano spiega: “per noi è una raccolta eccezionale, un’annata davvero speciale, partita con un po’ di anticipo, almeno sette giorni rispetto al 2008”. Nadia Zenato, alla guida di una delle griffe più conosciute della Valpolicella, prevede per l’Amarone 2009 un’annata da ricordare: “siamo molto contenti sul fronte della qualità, la vendemmia è cominciata i primi di settembre, e abbiamo già diverse uve in appassimento, e se il clima continua così, sarà ottimale anche per questa importantissima fase della produzione. La qualità dunque si annuncia davvero ottima, mentre in quantità dobbiamo registrare un calo, come un po’ in tutta Italia, nell’ordine di un -10% sul 2008. E anche per il Lugana bianco le premesse sono più che buone, c’è una maggiore acidità rispetto al passato, e anche assaggiando l’uva, il Trebbiano, si sente anche un buon livello di dolcezza. Anche per questa tipologia si prevede un leggero calo, tra il 5 e il 10%”.
Non si sbilancia, invece, Franco Allegrini, enologo dell’omonima azienda guidata da Marilisa Allegrini, nel cuore della Valpolicella, anche se “lo stato sanitario delle uve è molto buono, le piogge degli ultimi giorni sono state provvidenziali perché le piante erano in leggero stress idrico, e poi hanno cambiato anche il macroclima, portando a livelli ottimali l’escursione termica. Per quanto riguarda la quantità, c’è un calo del 15-20% sul 2008”. Lo stesso discorso, a livello qualitativo, vale anche per le altre due tenute del gruppo Allegrini, San Polo, a Montalcino, e Poggio al Tesoro, a Bolgheri, anche se qui “la vendemmia è quasi al termine, e per il Vermentino si può parlare di una maturazione davvero eccellente”. “Nei nostri vigneti veneti - spiega Franco Giacosa, enologo di Zonin una delle realtà produttive più grandi del panorama enologico italiano, preoccupano un po’ le piogge, ma al momento le uve vanno molto bene. Le uve bianche precoci sono di ottima qualità e, complessivamente, la quantità dovrebbe essere in linea con quella del 2008, salvo lievi cali, nell’ordine del 5%, in alcune zone come la Sicilia. La stranezza di questa campagna vendemmiale è che siamo meno in anticipo al sud che al nord. In Puglia, la raccolta è stata un po’ disturbata da alcuni attacchi di malattie della vite. In Toscana, un’annata molto calda in Maremma, ma dagli ottimi risultati, con Vermentino e Sangiovese migliori di quelli raccolti nel 2008, mentre nell’area chiantigiana ancora non abbiamo raccolto nulla e dobbiamo sperare che le condizioni climatiche restino favorevoli. In Friuli, vendemmia anticipata di circa 10 giorni per Pinot Grigio e Sauvignon, mentre i rossi sono sostanzialmente in linea con i tempi di raccolta abituali. Per quanto riguarda i nostri vigneti piemontesi, per ora abbiamo raccolto Moscato e Brachetto, con ottimi risultati”.
“Una vendemmia - spiega Gianni Venica, a capo dell’azienda friulana Venica & Venica - che si prospetta molto bene, dove si sono visti bene i microclimi, e dove ci potrebbero essere risultati ottimi per chi ha saputo fare una raccolta mirata e dai tempi ben scelti. E’ stata anticipata per certe varietà, ma, tutto sommato, il ciclo delle piante si è tendenzialmente regolarizzato. I bianchi sono andati bene, a patto che il controllo dell’acidità sia stato fatto con grande rigore, dobbiamo ancora aspettare per giudizi definitivi sui vitigni rossi, a parte i precoci, che sono arrivati in cantina con una complessiva buona qualità”.
Arriva ottimismo anche dalle dichiarazione dei produttori toscani. “Abbiamo iniziato la vendemmia il 31 agosto nei vigneti della Maremma e il 2 settembre nel Chianti Classico con i vitigni precoci. Anche se è ancora prematuro esprimersi sui risultati di questa raccolta - spiega Sergio Zingarelli, presidente di Rocca delle Macìe - possiamo, comunque, affermare che ad oggi le uve arrivate in cantina sono molto buone, il che fa ben sperare per un raccolto di alta qualità, nonostante l’andamento climatico dell’anno sia stato tendenzialmente più variabile rispetto alle annate precedenti”. “Il particolare andamento climatico del 2009 ci ha ricordato molto da vicino la stagione 1997 - spiega Andrea Malfatti, general manager della Tenuta di Biserno, il progetto enologico di Lodovico e Piero Antinori - e sulla qualità la possiamo senza ombra di dubbio definire globalmente buona. I Merlot nei terreni argillosi, esprimono al massimo le proprie caratteristiche. Le precipitazioni di questi giorni, associate al calo stagionale delle temperature, stanno contribuendo considerevolmente al completamento della maturazione sia sui Cabernet Franc e Sauvignon, che sui Merlot non ancora vendemmiati”. “Dai nostri controlli sul Sangiovese, a Montalcino, si prospetta una buona annata, sia come qualità che quantità. Non prevediamo - spiega Stefano Cinelli Colombini, a capo della Fattoria dei Barbi - di cominciare la vendemmia prima di fine settembre - inizio ottobre, quindi di rispettare i tempi normali degli anni passati”. “Siamo in una fase un po’ complicata - spiega Francesco Mazzei, a capo insieme al fratello Filippo, della storica azienda chiantigiana Castello di Fonterutoli - per il momento abbiamo raccolto soltanto il merlot, che ci sembra molto buono. Siamo, invece, fermi con il Sangiovese, sia per l’arrivo delle recenti piogge, sia per completare la sua maturazione. In Maremma (Tenuta di Belguardo, ndr), invece, il caldo si è fatto davvero sentire, ma senza creare nessun disagio alle uve. Quantitativamente dovremmo avere un raccolto un po’ al di sotto della media aziendale, a causa della siccità e dei forti diradamenti operati”. “Ancora non siamo partiti con la raccolta del Sangiovese - spiega Enrico Viglierchio direttore generale della Castello Banfi, l’azienda che ha lanciato il Brunello sui mercati internazionali - se le piogge restano di breve durata e di poca intensità non c’è nessun problema. Prevedo una vendemmia che andrà per le lunghe, comunque dovrebbe essere una bella annata. Quantitativamente dovrebbe essere una raccolta più o meno allineata con i risultati del 2008”. Per Miriam Caporali (Tenuta Valdipiatta), una delle piccole cantine di Montepulciano più apprezzate in Italia e nel mondo, “la vendemmia non è ancora cominciata per quanto riguarda il Sangiovese, che cominceremo a raccogliere a partire da fine settembre, con un posticipo di una settimana rispetto a quanto facciamo di solito. La qualità delle uve è buona e se il tempo non farà scherzi, le prospettive sono altrettanto buone”. “In Chianti non è ancora cominciata - spiega Andrea Cecchi, a capo, insieme al fratello Cesare, della storica casa vinicola di famiglia - e le piogge di questi giorni ci hanno dato un po’ una mano. Le uve sono belle, bisogna però vedere che combina il tempo nei prossimi giorni. La quantità è in salita rispetto al 2008”. “La vendemmia per i vitigni tardivi è ancora di difficile decifrazione - spiega Renzo Cotarella, enologo e direttore generale di Marchesi Antinori - specialmente per le piogge di questi giorni. Basta che cambino pochi dettagli perché si verifichi una situazione piuttosto che un’altra. Mi pare che sia una vendemmia con un andamento stagionale complessivamente buono, con i vitigni bianchi per i quali si può parlare di una bellissima annata, specialmente per quelli prodotti nell’Italia centrale. Non è stata un’annata facile in Puglia, ma siamo riusciti a portare in cantina ottime partite. In Franciacorta, invece, è probabilmente la migliore annata da quando siamo là con la Tenuta Montenisa. In Piemonte, bisogna aspettare ancora, abbiamo solo vendemmiato Arneis e Dolcetto, con ottimi risultati.
In Umbria, le operazioni di raccolta stanno procedendo in questi giorni con qualche apprensione per la situazione metereologica “una vendemmia lenta - spiega Marco Caprai, a capo dell’azienda che ha fatto conoscere il Sagrantino nel mondo - che dopo un agosto caldissimo e le piogge di questi giorni, si protrarrà nel tempo, visto che le piante hanno ripreso il loro ciclo. Per adesso, la situazione è abbastanza buona e noi, come sempre, siamo pronti a lavorare per ottenere il massimo della qualità. I bianchi e i precoci rossi sono andati bene, ma da ora in poi comincia la parte più impegnativa della vendemmia quella del Sagrantino, ovvero il 70% delle nostre uve che sono ancora tutte da raccogliere”. “Siamo a poco meno della metà del percorso - spiega Francesco Pepe, enologo della storica azienda Lungarotti - le piogge ci hanno un po’ rallentato nelle operazioni di raccolta delle uve tardive, mentre la vendemmia di quelle precoci è stata una vendemmia “veloce”, per prendere in tempo i frutti, soggetti, a causa delle alte temperature, a cambiamenti delle loro componenti più importanti, acidità, pH, etc., anche da un giorno all’altro. Ma le prime fermentazioni dei bianchi stanno dando buoni risultati. A livello quantitativo, siamo sensibilmente superiori al 2008, specialmente per colpa del peso medio dei grappoli decisamente più elevato che nel 2008. Mi aspetto dei vini non di grande concentrazione, ma tuttavia ben strutturati e grassi”.
“Abbiamo fatto una vendemmia anticipata sul 2008 - spiega Michele Bernetti, a capo dell’azienda Umani Ronchi, la realtà produttiva più importante delle Marche - soprattutto per cercare di mantenere la freschezza delle nostre uve. La raccolta del Verdicchio è a buon punto e la qualità ci sembra molto buona. Quantitativamente siamo in linea con le medie aziendali. I vitigni a bacca rossa, invece, sono in un anticipo più contenuto, a parte i precoci, mi sembra che possiamo aspettarci una buona annata. Ma certo non è una vendemmia che ci darà dei prodotti di eccellenza assoluta, comunque è decisamente più positiva di quanto ci aspettavamo”.
“Un’annata contraddistinta - spiega Romeo Taraborrelli, enologo di Masciarelli, una delle aziende simbolo dell’enologia abruzzese - da una piovosità invernale e primaverile decisamente notevole, che, però, non ha certo colmato il gap idrico di anni di siccità. Gli acini sono ingrossati e la quantità dovrebbe essere, però, inferiore del 5/10% sul 2008. I tempi di raccolta per Trebbiano e Montepulciano sono un po’ ritardati, di circa una settimana. Cominceremo a raccogliere i vitigni a bacca rossa dal 1 di ottobre. C’è la possibilità che sia una bella annata, se il tempo resterà buono, ma, evidentemente, i vini migliori, al limite dell’eccellenza, saranno prodotti dalle aziende che sono riuscite a lavorare meglio e con più professionalità”.
Spostandosi più a sud, e precisamente in Campania, gli umori restano sostanzialmente positivi. Per Pierpaolo Sirch, agronomo e amministrare delegato di Feudi di San Gregorio, una delle realtà più importanti dell’enologia campana e non solo, “si può parlare di un’annata buona, che impone un po’ di anticipo nell’inizio delle operazioni di raccolta, anche per l’Aglianico, vitigno notoriamente molto tardivo, ma se il tempo non peggiora irreparabilmente, dovrebbe essere una vendemmia molto buona. Abbiamo cominciato a raccogliere la Falanghina proprio in questi giorni, ancora tempo per la vendemmia di Fiano e Greco”. “Ad oggi la situazione delle uve è molto positiva - spiega Piero Mastroberardino, a capo dell’azienda di famiglia che ha fatto la storia dell’enologia irpina - cominceremo a raccogliere le uve bianche nell’ultima settimana di settembre. Le piogge leggere di questi giorni sono positive, purché, però, la situazione metereologica non degeneri completamente. Dovrebbe essere una vendemmia più che soddisfacente, certamente impegnativa, dove il vigneto doveva essere seguito molto. Prevediamo l’inizio della raccolta dell’Aglianico a metà ottobre”.
Dalla Puglia, le impressioni sulla raccolta 2009 di Marco Mascellani, enologo dello storico marchio salentino Leone De Castris che spiega: “un’annata difficile da gestire. La cospicua piovosità primaverile ha favorito la proliferazione di agenti patogeni come la peronospora. Ne è uscito fuori uno scenario piuttosto promiscuo dove solo chi ha lavorato bene nel vigneto con interventi tempestivi e preventivi ha portato a casa uva sana. Non mi aspetto vini particolarmente concentrati ma sicuramente polposi e fruttato. La morbidezza avrà la meglio sulla austerità”.
Soddisfazione anche dalla Siclia, dove Alessio Planeta, a capo insieme ai cugini Francesca e Santi dell’azienda di famiglia, racconta: “siamo in dirittura d’arrivo e siamo soddisfatti di questa vendemmia. I bianchi ci sembrano davvero interessanti, ma anche il Nero d’Avola è di ottimo livello. Quantità in linea con quella del 2008. Particolare soddisfazione per la nostra prima vendemmia sull’Etna, che comincerà ad inizio ottobre, e che darà origine al nostro primo vino prodotto in questo territorio a base di Carricante e Riesling”. “La vendemmia sta andando molto bene - spiega Giacomo Rallo, patron dell’azienda Donnafugata, griffe dell’eccellenza enologica siciliana - abbiamo un po’ meno quantità sul 2008, ma la qualità ci sembra assolutamente buona. La nostra azienda lavora quasi esclusivamente sugli uvaggi e questa ci pare una solida garanzia a protezione della nostra qualità”. Buone sensazioni anche nelle parole di Lucio Tasca, a capo insieme ai figli Alberto e Giuseppe di Tasca d’Almerita, azienda leader delle vitivinicoltura della Trinacria: “non abbiamo ancora finito completamente di raccogliere, ma la qualità è molto buona e si accompagna ad un incremento quantitativo sul 2008. Mi aspetto prodotti migliori di quelli della scorsa annata”.
“Abbiamo iniziato la nostra vendemmia il 24 agosto, con qualche vitigno, come il Carignano, in anticipo di 15 giorni sul 2008 - spiega Valentina Argiolas, responsabile marketing dell’azienda di famiglia, una delle realtà che ha fatto conoscere i vini di Sardegna nel mondo - quantitativamente dovremmo avere un incremento del 10% sul 2008. La qualità è decisamente molto buona, aspettiamo però a dare un giudizio definitivo dopo che avremo portato in cantina il Cannonau. raccoglieremo il Nasco e la Malvasia per il nostro vino dolce solo alla fine di ottobre”.

Focus - La vendemmia 2009 nel commento degli enologi più importanti d’Italia
Per l’enologo toscano Carlo Ferrini, consulente non solo per tante aziende toscane - dalle chiantigiane Castello di Fonterutoli e Barone Ricasoli a La Brancaia, da Casanova di Neri a Castello di Romitorio (Montalcino), da Poliziano (Montepulciano) a Fattoria di Petrolo (Arezzo), ma anche dell’abruzzese Valle Reale, della trentina San Leonardo fino alle siciliane Donnafugata e Tasca d’Almerita - la vendemmia 2009 è contraddistinta da un andamento positivo per “i vitigni precoci, a parte qualche problema nelle zone di produzione più calde. La 2009 è un’annata contraddistinta da accelerazioni e rallentamenti, un andamento che non mi piace molto - continua Ferrini - e che non è proprio delle grandi annate. Mi sembra che sia una bella vendemmia in Sicilia e in Piemonte, per esempio, ma se le condizioni climatiche si manterranno così incerte, sarà una grande vendemmia soprattutto per i vini meno importanti, mentre potrebbero esserci dei problemi per ottenere grandi vini da invecchiamento. Speriamo bene”.
Prudente anche il giudizio di Riccardo Cotarella, enologo di fama mondiale e consulente di tante aziende dalla molisana Di Majo Norante, dall’umbra Terre della Custodia alla campana Montevetrano, dalla Galardi a San Patrignano, dalla lombarda Castello della Cigognola alla toscana Castello di Volpaia, dalla calabrese Greco all’abruzzese Villa Medoro, dalla pugliese De Castris alla laziale Poggio Le Volpi, dalla siciliana Abbazia Santa Anastasia alla Falesco, di cui è proprietario, insieme al fratello Renzo Cotarella (direttore generale della Marchesi Antinori, ndr): “fino ad oggi la situazione è assolutamente differenziata a seconda della zona, dell’azienda, e della tipologia di uva. I vitigni precoci hanno sofferto, in primis il Merlot, e quest’anno, più che in altre annate, le zone più fresche sono avvantaggiate nella produzione di vini importanti. I rossi, anche i tardivi, soffrono i climi estremi e otterremo vini importanti da Sangiovese o Aglianico, per esempio se i vigneti si troveranno in altura. Per i bianchi, contrariamente a quanto si possa pensare, è una stagione eccezionale”.
Per Attilio Pagli, enologo consulente a capo del gruppo Matura, la società di servizi per aziende vitivinicole con sede ad Empoli in Toscana, la vendemmia 2009 “al di là di alcune criticità climatiche potrebbe regalare delle belle soddisfazioni. Per i precoci si tratta di una raccolta problematica, a causa del troppo caldo. I tardivi, se il tempo non indulge troppo sulla pioggia, potrebbe regalare vini importanti”.
Decisamente più critico Leonardo Valenti, professore di viticoltura dell’Università di Milano e consulente di aziende del calibro dell’umbra Caprai e delle famose “bollicine” Berlucchi, che nota: “il caldo intenso ha creato parecchi problemi alle uve, con non infrequenti fenomeni di appassimento. La vite, in generale, abituata ad una abbondanza idrica nel periodo del germogliamento, si è ritrovato in pieno deficit termico, producendo una fenologia non corretta, che ha costretto ad anticipi di raccolta. Ci saranno, evidentemente, territori dove l’uomo avrà lavorato meglio, ma non è da considerarsi una grande annata”.
Buona ma non ottima la vendemmia 2009 anche per Lorenzo Landi, enologo consulente ma anche direttore delle produzione del gruppo Saiagricola (Fattoria del Cerro e La Poderina in Toscana; Colpetrone in Umbria) e consulente di cantine come Lungarotti in Umbria e Cottanera in Sicilia, che spiega: “il forte anticipo che pensavamo di dover fronteggiare si è ridimensionato, riportando i tempi di vendemmia vicini a quelli del 2008, almeno per quanto riguarda i vitigni tardivi. I vitigni precoci, nel complesso, sono andati benino, benché i grappoli siano più accresciuti sopra la media, mantenendo una certa freschezza. Meglio i bianchi, che hanno potuto, se vendemmiati al tempo giusto, mantenere acidità e freschezza anche superiori a qualche annata del recente passato. Ancora difficile capire quello che succederà con i tardivi: se piove molte incontreremo molti problemi, altrimenti potrebbero esserci delle sorprese positive. Insomma, un’annata certamente buona, anche molto buona, ma non eccezionale”.
“Quello che mi sembra contraddistinguere la vendemmia 2009 - spiega Roberto Cipresso, noto flying wine maker ma anche scrittore di libri ad alto tasso enoico come Il romanzo del vino, Vinosofia e l’ultimo uscito Vineide - è il fenomeno del “gigantismo” dei grappoli, che porta con sé un po’ di diluizione nelle sostanze delle bucce. Avremo, in generale, vini di buona struttura, dai tannini risolti, e buona fragranza. La 2009 è una ottima annata per i bianchi, che sono nervosi e di bella freschezza. Mi sembra che per i rossi, andranno meglio i tardivi sui precoci in una annata che a me ricorda il 1998”.

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