
Vitigno autoctono tra i più antichi d’Italia, la Vernaccia di San Gimignano ha talmente legato le sue sorti a quelle della “New York del Medioevo”, la città delle torri che è tra le mete più visitate d’Italia, al punto da vederne sovrapposte la storia e la fortuna: dall’eccezionale successo internazionale del Medioevo e del Rinascimento - testimoniato dalle citazioni che questo nobile vino, bianco nella “rossa” Toscana, può vantare da parte dei più grandi poeti e letterati, da Dante al Boccaccio, da Francesco Redi a Cecco Angiolieri, da Lorenzo Il Magnifico al Vasari, da Eustache Deschamps a Geoffrey Chaucer, oltre alla presenza sulle tavole di Papi e Re di tutta Europa - al successivo lungo periodo di declino perdurato sino all’epoca moderna quando, dalla seconda metà del Novecento, entrambe hanno saputo rinnovarsi e ripartire con slancio, riconquistando una nuova, meritata attenzione. Oggi il Consorzio (nato nel 1972, conquistando la Docg nel 1993, a partire dalla Doc del 1966 ottenuta come primo vino in Italia) può contare su oltre 100 aziende, che rappresentano l’88% della superficie vitata del territorio. La stessa superficie vitata complessiva del Comune di San Gimignano è pari a 2.146 ettari (su 5.600 agricoli totali): di questi, 768 sono destinati alla produzione della Vernaccia di San Gimignano Docg, mentre i restanti sono dedicati alla Doc San Gimignano - nelle diverse tipologie Rosato, Rosso, Vin Santo Occhio di Pernice (tutti a base Sangiovese minimo 50%), Vin Santo (da uve a bacca bianca, con massimo 20% di Vernaccia di San Gimignano), Sangiovese e altri monovitigni internazionali a bacca rossa - e alla produzione di Chianti Docg, Chianti Colli Senesi Docg e Toscana Igt.
Ed è sullo sfondo di questo “quadro” che, in questi giorni, si rinnova l’edizione n. 2 di “Regina Ribelle Vernaccia di San Gimignano Wine Fest”, il Festival voluto dal Consorzio della Vernaccia, guidato da Irina Strozzi, insieme al Comune, che, fino al 18 maggio, coinvolge tutto il territorio, è già appuntamento atteso e partecipato da wine lovers e professionisti del settore: un’occasione unica per assaggiare e approfondire questa Denominazione nei luoghi in cui la sua storia secolare ha avuto origine e dove oggi continua a prosperare.
Il 15 e il 16 maggio si è tenuta la due-giorni riservata alla presentazione delle ultime annate ai media italiani e del mondo, nell’affascinante centro storico medievale Patrimonio Mondiale Unesco (dal 1990, ndr). In degustazione, al Museo di Arte Moderna e Contemporanea De Grada, 80 etichette presentate da 34 produttori del Consorzio: nel calice, principalmente, le etichette 2024 e le Riserva 2023, due annate decisamente complesse, ma per motivi opposti. Ad arricchire l’evento, una degustazione condotta da Marco Sabellico, curatore della guida “I Migliori Vini d’Italia” del Gambero Rosso, riservata agli altri vini Doc in produzione sul territorio.
E che nascono in vigneti tutti compresi tra i 70 e i 500 metri di altezza, su suoli di origine pliocenica, risalenti a 6,8-1,8 milioni di anni fa e costituiti da sabbie gialle ed argille sabbiose e/o di medio impasto. Il potenziale produttivo riferito alla superficie vitata è pari a 6.912.000 kg di uva, per 48.384 ettolitri di vino. Nell’ultimo decennio si è osservata una spiccata tendenza alla riduzione delle rese unitarie, in buona parte auspicata per migliorare la qualità del vino Vernaccia di San Gimignano Docg a scapito della quantità, e in parte causata dai fenomeni estremi che l’emergenza climatica in atto sta generando, incidendo negativamente sulle produzioni. Di conseguenza la quantità di uva prodotta atta a diventare Vernaccia di San Gimignano è stata di 5,26 milioni di kg nel 2022 (pari a 36.800 ettolitri di vino), 3,25 milioni di kg nel 2023 (pari a 22.700 ettolitri di vino, con una perdita del 37,7% sulla produzione dell’anno precedente) e 5,90 milioni di kg nel 2024 (pari a 40.700 ettolitri di vino con un incremento del 44,2% sulla produzione dell’anno precedente). Le aziende che hanno rivendicato la denominazione nella vendemmia 2024 sono state 150 di cui 108 associate al Consorzio. Nel 2024 sono stati immessi sul mercato 27.500 ettolitri, nel 2023 35.600 ettolitri, mentre nel 2022, 34.800 ettolitri di Vernaccia di San Gimignano. Invece il numero di bottiglie di Vernaccia di San Gimignano Docg immesse in commercio risultano essere abbastanza stabili, in calo nel 2024 (4,67 milioni nel 2019, 4,38 milioni nel 2020, 4,95 milioni nel 2021, 4,63 milioni nel 2022, 4,79 milioni nel 2023 e infine 3,67 milioni nel 2024).
L’analisi vendemmiale dei tecnici del Consorzio delle annate presentate riporta raccontano di una vendemmia complessa nel 2024. All’inverno senza picchi di basse temperature è seguita una primavera fresca con piogge nella media che hanno rallentato il germogliamento della vite che sarebbe risultato anticipato per le miti temperature dei mesi invernali. Le piogge si sono alternate a periodi asciutti fino a tutto giugno. Da luglio è subentrato l’anticiclone africano che ha fatto innalzare le temperature (con picchi di 41 gradi per diversi giorni consecutivi, anche notturni) e rallentato di fatto la maturazione dei grappoli. Un forte temporale il 20 agosto ha dato inizio ad un lungo periodo instabile, portando episodi di pioggia per tutto settembre; fattore che ha rallentato i tempi della vendemmia. Le piante quindi non hanno subito stress idrico, ma nel periodo 20 agosto - 2 ottobre sono caduti ben 330 mm contro una media ventennale di 100 mm. Attacchi di peronospora si sono verificati (ma in modo meno invasivo del 2023), insieme a oidio e tignola, e a botrite per via delle piogge settembrine. Come nel resto d’Italia, anche qui la vendemmia è iniziata invertendo la tendenza anticipata delle ultime tre annate: il susseguirsi delle piogge, per tutto settembre, ha fatto sì che la raccolta della Vernaccia di San Gimignano si sia protratta ben oltre le medie del periodo. Le piogge hanno, inoltre, reso necessaria una vendemmia “scalare”, in base ai livelli di maturazione e con un’attenta selezione del grappolo al fine di portare in cantina un’uva sana e con un giusto grado. L’annata è stata mediamente produttiva, dopo il calo di circa il 30% della 2023.
Per quanto riguarda l’annata 2023, dedicata alla tipologia Riserva, dal punto di vista climatico è stata molto difficile. La frequenza e l’intensità delle piogge primaverili hanno, da subito, messo a rischio l’intera produzione del territorio di San Gimignano. Ad aggravare una situazione già parzialmente compromessa, ci hanno pensato le temperature estive, di molto sopra la media, accompagnate da vere e proprie ondate di calore che si sono protratte per giorni. Queste condizioni - attacco diffuso di peronospora e caldo estremo oltre i 40 gradi persistente - hanno arrecato ulteriore danno ad alcune varietà e arrestato la maturazione delle uve a bacca rossa: in alcuni vigneti, la situazione è stata talmente grave da registrare una perdita completa del raccolto, mentre sono frequenti le aziende in cui la produzione ha raggiunto, complessivamente, appena il 20-30%. La vendemmia è iniziata i primi di settembre con la raccolta dei vitigni aromatici a bacca bianca, per poi proseguire, fino alla fine del mese, con la Vernaccia di San Gimignano; e si è conclusa, tra la prima e la seconda decade di ottobre, con quella del Sangiovese. Dal punto di vista qualitativo, la 2023 appare allineata alle ultime due o tre annate, poiché anch’esse hanno riportato un andamento irregolare.
Ma in annate così complesse, la Vernaccia di San Gimignano ha mostrato, ancora una volta, la sua vocazione secolare e la capacità di adattarsi all’andamento climatico dell’areale di appartenenza, soprattutto grazie alle scelte agronomiche adottate in vigna negli ultimi anni per fronteggiare gli eventi estremi, sempre più frequenti (di grande aiuto è risultato il servizio di allerta agro-meteorologico attivato dal Consorzio dopo l’esperienza del 2023, che, monitorando l’andamento stagionale attraverso i dati raccolti da sette stazioni meteorologiche sull’intero territorio comunale di San Gimignano, consente trattamenti tempestivi, limitandone il numero e aumentandone l’efficacia). Nel 2024 l’uva si è presentata sana, con parametri di acidità e pH nella media, e con gradazioni inferiori di circa 1 grado alcol sulla media degli ultimi anni. La Vernaccia di San Gimignano 2024 si presenta, quindi, già pronta, espressiva e con buoni profumi e con una struttura leggermente più snella rispetto alle ultime annate. L’uva nel 2023, invece, si è presentata sana e con parametri di acidità e pH quasi perfetti: vini morbidi e rotondi, acidità non troppo elevate e buoni profumi. Nonostante il pessimo andamento stagionale, le rese sono risultate buone.
Alla luce di tutti questi fattori, ecco i 10 migliori assaggi WineNews, scelti tra i campioni presentati in degustazione in anteprima.
Melini, Vernaccia di San Gimignano Le Grillaie 2024
Matura e accogliente, non troppo intensa, profuma di pesca bianca e melone bianco, violetta e glicine, vaniglia; la bocca è più decisa, saporita e morbida, minerale e ammandorlata nel finale.
Palagetto, Vernaccia di San Gimignano Santa Chiara 2024
Vino largo e caldo, note di erbe aromatiche, fieno, camomilla, caju e melone giallo; la bocca è più tesa in entrata, poi si allarga e aumenta in sapidità, succoso e balsamico in centro bocca.
Pietraserena, Vernaccia di San Gimignano Vigna del Sole 2024
Naso vivace, di sambuco e iris, melone e pesca bianca, infine susina gialla; anche al sorso è nitida, minerale, aderente, calda e fruttata, erbe aromatiche gentili e chiusura di vaniglia.
Teruzzi, Vernaccia di San Gimignano Isola Bianca 2024
Al naso vaniglia, sambuco in bacca e gelsomino, pietra focaia e melone bianco; bocca inizialmente dolce di vaniglia, fiori e frutta bianchi, poi intensa e lievemente sapida, risulta mentolata nel finale.
Cappellasantandrea, Vernaccia di San Gimignano Prima Luce 2023
Vino intenso al naso e in bocca: frutta gialla anche in caramella, frutta secca, cera d’api e erbe aromatiche; bocca aderente e sapida, dove tornano la frutta gialla matura e la cera d’api, con ginestra e camomilla, lungo e pulito il finale.
Il Colombaio di Santa Chiara, Vernaccia di San Gimignano Campo della Pieve 2023
Profonda e calda, ma molto elegante: mentolata, poi frutta gialla e fiori bianchi, pietra focaia; in bocca rapisce, dove esordisce vanigliata, sapida, larga e quasi salata, torna il balsamico e poi floreale, pulita nel finale.
Mormoraia, Vernaccia di San Gimignano Ostrea 2023
Interpretazione deliziosa di Vernaccia dai contrasti equilibrati: color giallo dorato, è intensa e decisa ma non ammiccante, aperta e accogliente, appuntita ma largo. La bocca è sapida, fruttata e minerale, dove calore e freschezza si equilibrano piacevolmente al gusto di vaniglia e frutta a polpa bianca e salvia.
Poderi Arcangelo, Vernaccia di San Gimignano Per Bruno Riserva 2023
Di nuovo un vino chiaro-scuro, con note dolci ma appuntite di violetta e uva spina, melone bianco e albicocca, camomilla e cera d’api, infine salvia; finissima ma pieno, aderente e astringente, fresca e calda, fruttata e balsamica, chiude su ricordi di caramella all’arancia.
Tenuta Le Calcinaie, Vernaccia di San Gimignano Vigna ai Sassi Riserva 2022
Agrumi anche in confettura, fiori di rosmarino, vaniglia, un tocco gessoso, pesca e melone giallo; la bocca è piena, dai toni dolci agrumati e speziati, di camomilla e mandorla; balsamico il finale fresco.
Casale Falchini, Vernaccia di San Gimignano Vigna a Solatìo Riserva 2020
Esempio ben riuscito di Vernaccia agée: dolce di fresie e camomilla e miele millefiori, freschissima di balsami di sottobosco, infine arancia in confettura; al sorso è fresca e sapida, torna la parte agrumata e balsamica, infine il pepe e la pietra focaia, ottimo contrasto dolce/salato/ammandorlato finale, ma non amaro.
Focus - La Doc San Gimignano alla prova del calice
“Regno della “regina bianca”, nessuno discute il primato della Vernaccia per San Gimignano; ma stiamo comunque in Toscana, quindi l’uva rossa si è sempre prodotta anche qui”. Per questo Marco Sabellico, storico curatore della guida “I Migliori Vini d’Italia” del Gambero Rosso ha condotto una degustazione che approfondisce il “carattere rosso” della “città dalle cento torri”. Partendo dagli Anni Novanta, Sabellico ha ricordato come anche qui fosse arrivata l’atmosfera sperimentale che ai tempi diffusamente si respirava nel mondo del vino. A San Gimignano portò con sé un gran lavoro di studio, selezione e reimpianto di Vernaccia: al tempo, infatti, pochi ettari le erano dedicati, soppiantata spesso da Trebbiano e Malvasia di Candia. Tutto questo fermento porta, in seguito, al successo della Vernaccia di San Gimignano, vitigno antico oggi in simbiosi con il territorio, che solo qui si esprime con profondità ed eleganza. Allo stesso tempo però, questa curiosità inserisce nel territorio i vitigni internazionali, come Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot e Syrah, anche seguendo la richiesta dei mercati. Vitigni che sono rimasti ancora oggi piantati, insieme al Sangiovese, nei 400-450 ettari di varietà rosse presenti: in sintesi sul territorio il 70% è Vernaccia Docg, il resto è dedicato a Doc e Igt, sia bianchi che rossi.
San Gimignano è toccata anche dalla Denominazione Chianti Colli Senesi, qui ormai ritenuta classica e capace di dare vini a Sangiovese meno strutturati, ma freschi, spensierati e scorrevoli. La sperimentazione degli Anni Novanta ha, però, creato l’esigenza di fondare una denominazione nuova - la San Gimignano Doc, nata nel 1996 - aggiornata ogni anno per renderla più attuale e includente verso le richieste dei produttori e dei mercati. “Il Sangiovese qui diventa il padrone di casa. Nel San Gimignano Rosso si cerca maggior ricchezza estrattiva rispetto al Chianti Colli Senesi, con l’uso di barrique, ereditate negli Anni Novanta quando il mondo chiedeva non solo vini della Toscana, ma “super” vini della Toscana: i Supertuscan. In quegli anni tutti andavano pazzi per i grandi vini ricchi di legno: oggi abbiamo imparato a dosarlo meglio, non usandone sempre e solo nuovo”, ha ammesso Sabellico.
Dosato bene quello, basta aspettare la triangolazione giusta per assaggiare vini rossi notevoli anche a San Gimignano, quando cioè coincidono le perfette condizioni climatiche che servono al Sangiovese per dare il meglio di sé: vendemmia tardiva, annata fresca ma senza eccessi di acqua, suoli drenanti (condizioni, in effetti, sempre più rare). Anche il Merlot è un’uva che difficilmente riesce a trovare annate dalle qualità perfette, soprattutto a queste latitudini. Servono, infatti, un clima più fresco ed esposizioni meno soleggiate. Nella zona di Fugnano, con suoli più ricchi di argilla, il Merlot ha avuto risultati interessanti. Questa è la sfida di San Gimignano, secondo Marco Sabellico: “trovare i luoghi giusti per ognuna delle varietà presenti: il clima e i suoli ci sono, vanno solo studiati con precisione e costanza. Aiuta l’esperienza dei produttori che da 30 anni sperimentano nelle proprie vigne, si confrontano e migliorano, portando a casa risultati notevoli sia con la Vernaccia che con i rossi. Anche senza il supporto della ricerca accademica”.
In degustazione 12 vini, assaggiati da WineNews: due rosati (che il disciplinare, come per i rossi, prevede siano composti per un minimo del 50% da Sangiovese, fino ad un massimo del 40% dei vitigni Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Pinot Nero, da soli o congiuntamente e fino ad un massimo del 15% di altri vitigni a bacca rossa non aromatici), 3 rossi da uvaggio misto, 5 vini in purezza di Sangiovese, Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon, e infine 2 Vin Santo (anche qui prodotto con i vitigni tradizionali perché la Vernaccia non è adatta all’appassimento: troppo delicata, ha la buccia poco spessa e tende a marcire facilmente).
1. Il Palagione, San Gimignano Rosato Sunrosé 2024
Immediato ma delicato, fragola e rose, una punta di mandarino; al palato dolcezza e freschezza, tutto centrato su acidità e frutto.
2. La Lastra, San Gimignano Rosato 2024
Sangiovese in purezza, più delicato nei profumi, ha note di piccoli frutti rossi e mandarino, bocca più intensa e consistente, sapida e persistente.
3. Palagetto, San Gimignano Sangiovese 2021
Fresco, elegante e rilassato, ma con una sua profondità espressiva, buon equilibrio e complessità tra note speziate e frutto rosso. Vino importante e ricco, ma non pesante.
4. Fattoria Poggio Alloro, San Gimignano Rosso Convivio 2023
80% Sangiovese, poi Colorino con uso parziale di barrique, anche nuove. Il naso è intenso, fruttato e speziato, con note boisée. Vino pulito e fresco, dalle intense note fruttate in chiusura.
5. Palagetto, San Gimignano Rosso Sottobosco 2019
Oltre la metà di Sangiovese con Syrah e Cabernet Sauvignon a completare. Si nota già al colore, più profondo, come il naso: note ematiche e vegetali si aggiungono alle classiche note di ciliegie e macchia mediterranea del Sangiovese; bocca più gentile, fresca e ampia, tannini più morbidi.
6. Signano, San Gimignano Rosso Il Ginepro 2021
Syrah, Cabernet Sauvignon, Merlot e Sangiovese in quantità minore. Meno concentrato e più scorrevole. Ampio spazio alla parte vegetale e speziata, alla frutta nera, tutto contenuto da una buona acidità e alcolicità, nel sorso materico e ricco.
7. Tollena, San Gimignano Merlot Bernardo 2019
Vigna in collina, suolo giallo sabbioso. Vibrante e succoso, di discreta complessità, morbidezza e intensità, più teso verso note fruttate che terziarie.
8. Cesani, San Gimignano Merlot 2016
Vigna in collina, suolo più argilloso e calcareo, più pieno e strutturato, più complesso e persistente, e più influenzato dalla maturazione in legno.
9. Palagetto, San Gimignano Syrah 2021
Niente roccia e clima caldo, danno un naso tipico e varietale, dalle note di spezie a dai tocchi affumicati, bilanciati dalla polpa dei piccoli frutti neri; tutti ben inclusi dalla trama morbida e delicata del sorso.
10. Tollena, San Gimignano Cabernet Sauvignon Costanza 2020
Dopo il grande successo toscano degli Anni Duemila, qualcosa è rimasto anche a San Gimignano. Qui ci sono spezie e note vegetali, ma anche note intense fruttate e floreali, che trovano ottimo equilibrio in bocca tra freschezza e aderenza, calore e nitidezza aromatica.
11. Macinatico, San Gimignano Vin Santo Dolce 2020
Trebbiano in purezza, è un Vin Santo più fresco e giovane, pensato in chiave più moderna. Caldo e intenso nelle note di frutta secca e disidratata, foglia di fico, miele di castagno, scorza di agrumi, non eccessivamente caldo in bocca, ha tenuta acida e speziata e ossidazione delicata.
12. Signano, San Gimignano Vin Santo 2008
Trebbiano, Malvasia, Montepulciano e Sangiovese, riposa a lungo nei caratelli per 5-6 anni. La dolcezza è più marcata come pure l’apporto di spezie. Emergono anche note di frutta rossa e cioccolato, dentro ad una morbidezza e persistenza più sostenuta. Un vino importante, da meditazione.
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