Storia controversa quella della Docg italiana. Dovrebbe essere questo bollino il livello di qualità superiore. Docg sta, infatti, per denominazione d'origine controllata e garantita. Ma non tutti i grandi vini italiani se ne fregiano e francamente non tutti quelli che portano sul collarino le quattro lettere "d'oro" sono grandi vini. Ma tant'è: la discussione è aperta, sia sul significato da attribuire alla Docg, sia sul significato che debba avere la denominazione: identificazione di un territorio o certificazione di qualità? Agli esperti e ai politici l'ardua sentenza. Basti qui dire che al contrario di altri paesi (soprattutto la Francia) l'Italia è stata assai parca nel concedere queste "garanzie" territoriali: basti dire che in fatto di Doc ci troviamo in gravissimo ritardo e che molta della nostra produzione di altissima qualità viene spesso identificata solo con l'indicazione geografica tipica. Ma è dibattito, ripetiamo, da salotti e corridoi dove winemaker e politici intrecciano le spade della dialettica. A noi qui interessa percorrere la geografia delle Docg. Diciamo subito che due regioni si spartiscono i due terzi delle Docg: sono il Piemonte (ne ha 7) e la Toscana (ne ha 6) su un totale di 24 Docg. I rossi superano di gran lunga i bianchi: sono 15. Gli spumanti sono solo due. C'è anche una predominanza nei vitigni: gran parte dei vini Docg italiani vengono prodotti con uva nebbiolo e con uva sangiovese, che del resto sono i "must" della nostra viticoltura. Ma vediamo in dettaglio le 24 Docg italiane.
PIEMONTE
Come detto, è la regione che conta il maggior numero di Docg. Quattro vini su sette sono prodotti con uva Nebbiolo.
ASTI - Questa Docg è, per così dire, divisa in due. C'è il Moscato d'Asti, bianco tranquillo ottenuto da uva moscato bianco con zona di produzione limitata alle province di Alessandria Asti e Cuneo. Il Moscato d'Asti può essere destinato entro il 30 giugno successivo alla vendemmia alla produzione dell'Asti Spumante, che è la seconda parte di questa Docg. L'Asti spumante può essere ottenuto sia mediante fermentazione in bottiglia (metodo Classico) sia mediante fermentazione in autoclave (metodo Charmat). Il grado non supera i 12 gradi alcolici.
BARBARESCO - La zona di produzione è praticamente limitata al territorio di Barbaresco. Proviene da uve Nebbiolo con ammesse le "classiche" tre sottovarietà: Lampia, Michet e Rosé. Ha un invecchiamento obbligatorio di due anni elevato a quattro per le Riserve. Il grado alcolico non può essere inferiore ai 12,5 gradi. E' un grande vino da carni di un bel rosso granato, in bocca è pieno e austero.
BAROLO - E' il "re" dei vini piemontesi prodotto con uve Nebbiolo (ammesse le tre sottovarietà Rosè Michet e Lampia) in una ristretta zona della provincia di Cuneo, nella zona delle Langhe che gravita attorno al comune di Barolo. Vino profondo, austero, di lunghissima vita, di un colore granato che tende all'aranciato con l'invecchiamento. Ha invecchiamento obbligatorio di 3 anni, 5 per la riserva. La gradazione minima ammessa è di 13 gradi. E' ammessa anche la dizione Barolo Chinato per un vino Barolo aromatizzato che diventa di fatto un digestivo.
GATTINARA - Vino piemontese, un tempo famosissimo, prodotto da uva Nebbiolo con piccole aggiunte di Vespolina nella zona di Gattinara, comune in provincia di Vercelli. Ha colore granato, profumo tendente alla viola, di bel corpo con un retrogusto piuttosto amaro. E' di produzione limitata e la gradazione minima ammessa è di 12,5 gradi. L'invecchiamento obbligatorio per l'annata è di tre anni, con affinamento di quattro e grado minimo di 13 gradi si può qualificare come Riserva.
GHEMME - Altro figlio del Nebbiolo anche se con aggiunta di Vespolina e uva Rara, ha colore rosso rubino tendente al granato. In bocca è asciutto, al naso ricorda viola, talvolta sottobosco. E' prodotto nel comune di Ghemme e Romagnano Sesia in provincia di Novara. Con un invecchiamento di tre anni (almeno venti mesi in legno) si commercializza l'annata con un grado minimo di 12 gradi. Invecchiato quattro anni (di cui almeno 25 mesi in legno) e 12,5 gradi alcolici può denominarsi come Riserva.
BRACHETTO - E' vino antichissimo prodotto esclusivamente con uve Brachetto in diciotto comuni dell'astigiano e in otto comuni dell'alessandrino, tra i quali Acqui Terme che dà il nome alla denominazione. Il centro di maggiore produzione è Strevi. Ha un colore rubino scarico, molto fruttato. Nella versione tranquilla raggiunge gli 11,5 gradi. Se ne fa una versione spumante, quella commercialmente di gran lunga più fortunata, che raggiunge il grado minimo di 12 gradi.
GAVI (CORTESE DI GAVI) - Molti lo chiamavano Gavi di Gavi, anche se questa dizione non ha mai avuto "corso legale" (indica il comune di produzione e che, per altro, il disciplinare dice di indicare per esteso "Gavi del Comune di Gavi", proprio per evitare che il consumatore la consideri una specifica qualitativa). E' vino bianco prodotto esclusivamente da uva Cortese in undici comuni (per un totale di 1.000 ettari vitati solo a Cortese) dell'alessandrino, tra i quali appunto Gavi. Ha un grado minimo di 10, 5 gradi ed un bianco armonico asciutto, di colore paglierino più o meno scarico. Se ne fa anche tipo frizzante e spumante e adesso c'è chi ha provato la vendemmia tardiva, con buoni risultati.
LOMBARDIA
Un grandissimo spumante e vini di montagna per le due Docg lombarde.
FRANCIACORTA - Non si può dire ma lo diciamo, la Franciacorta è la Champagne d'Italia. Una zona limitata tra le province di Brescia e di Bergamo sulle colline moreniche fanno corona al Lago d'Iseo e con epicentro ad Erbusco viene prodotto questo vino spumante a fermentazione naturale in bottiglia con un metodo denominato "franciacortino". La base di questo spumante è Chardonnay in prevalenza, con aggiunte di pinot nero (vinificato in bianco) e di pinot bianco. Sta mediamente sui lieviti 36 mesi anche se il disciplinare prevede un affinamento minimo di 18 mesi in bottiglia per una gradazione minima ammessa di 11,5 gradi. Da solo chardonnay o pinot bianco si ottiene il Saten, con aggiunta di Pinot Nero vinificato in rosso si fa anche la versione Rosè. Il Millesimato deve contenere almeno l'85 per cento di vino dell'annata di riferimento.
VALTELLINA SUPERIORE - La zona di produzione di questi rossi di gran corpo e di profumo intenso dal colore granato scuro è quella lungo la valle dell'Adda in provincia di Sondrio. L'uva usata è al 90 per cento Chiavennasca (denominazione locale del Nebbiolo) con aggiunta d'altre bacche rosse non aromatiche. Per la Riserva l'invecchiamento è di due anni (almeno uno in legno). Le denominazioni Sassella, Valgella, Inferno e Grumello sono riservate ai vini prodotti nelle sottozone geografiche della denominazione. Esiste anche una propaggine svizzera di questa Docg denominata Stagafassli.
FRIULI VENEZIA GIULIA
Il Friuli Venezia Giulia ha solo una Docg, ma si tratta di un famoso vino ed in grande ascesa.
RAMANDOLO - Con il Ramandolo il Friuli Venezia Giulia conquista la sua prima Docg, collocata in una minuscola area dei Colli Orientali da qualcuno già definita “vigna-giardino”. Il Ramandolo, celebre vino tranquillo da dessert ottenuto da un 100% di uve di Verduzzo friulano, era stato anche il primo “cru” della regione. Giallo oro antico, sapore gradevolmente dolce, con lieve sentore di mandorla e uve appassite, è ideale per la meditazione. I vigneti sono disposti sulle colline della frazione di Ramandolo, in provincia di Udine, e la produzione è attualmente limitata a 150.000 bottiglie annue. La Docg al Ramandolo precede quella del noto “cugino” Picolit, per il quale è stata avviata da tempo la pratica per lo stesso riconoscimento.
VENETO
Pur essendo regione di grandi vini, il Veneto ha solo tre Docg (di cui due recentissime, quella del Bardolino Superiore e del Soave Superiore).
SOAVE SUPERIORE - La zona di produzione di questa recentissima DOCG comprende il territorio collinare di parte dei comuni di Soave, Monteforte d’Alpone, San Martino Buon Albergo, Mezzane di Sotto, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Cazzano di Tramigna, Colognola ai Colli, Caldiero, Illasi e Lavagno in provincia di Verona. Il Soave Superiore si ottiene da uve provenienti dal vitigno Garganega per almeno il 70%, e per il rimanente da uve dei vitigni Trebbiano di Soave (nostrano), Pinot Bianco e Chardonnay. L’uso della specificazione “Classico” è riservato al prodotto ottenuto da uve raccolte nella zona di origine più antica. I vini “Soave Superiore” e “Soave Superiore Classico” devono subire un periodo di affinamento in bottiglia di almeno 3 mesi, e comunque non possono essere messi in commercio prima del 31 marzo successivo alla vendemmia. Il “Soave Superiore” designato con la qualificazione “Riserva” deve essere sottoposto ad un periodo di affinamento obbligatorio di almeno 2 anni, di cui almeno 3 mesi in bottiglia.
RECIOTO DI SOAVE - Tra i tanti Recioti veneti è l'unico che si fregia della Docg. E' ottenuto da uve di Garganega (con aggiunte al massimo fino al 30 per cento di chardonnay, trebbiano di Soave o Pinot Bianco) raccolte in undici comuni della provincia di Verona. Il cuore del territorio è in comune di Soave e i vini li prodotti possono portare la denominazione classica. Le uve devono essere sottoposte ad appassitura, la gradazione minima ammessa è di 14 gradi. Il vino è di colore dorato, ha un intenso fruttato, con un attacco dolce. Se ne fa anche tipo spumante. Il nome Recioto deriva dalle recie (orecchie, in dialetto) le ali del grappolo della Garganega (altrimenti destinata a produrre Soave) che vengono sottoposte a passitura.
BARDOLINO SUPERIORE - Lo scenario del Bardolino è quello del territorio gardesano-veronese. Il grande territorio collinare si suddivide, secondo i dettami legislativi, nella "zona classica" (Bardolino, Lazise, Garda, Affi, Costermano e Cavaion), più antica, e sin quella più recente (dal 1968). Le varietà dei tradizionali vitigni del Bardolino sono quelle delle uve Corvina, Rondinella, Molinara e Negrara. Possono concorrere anche uve provenienti dai vitigni Rossignola (rosetta), Barbera, Sangiovese e Garganega (max 15%). Stagionato per almeno un anno e affinato in botti di rovere, il Bardolino Superiore (ha una gradazione minima di 11,5° ed un anno di invecchiamento obbligatorio) aggiunge ai caratteri tipici del vino rosso di annata particolari tratti di sapidità e corposità che ne esaltano il sapore asciutto, leggermente amarognolo e di moderato tenore tannico. L'equilibrato profilo organolettico lo rende ottimo da accompagnare a secondi piatti e formaggi leggeri.EMILIA ROMAGNA
Questa regione ha ottenuto la prima Docg italiana con il suo vino più diffuso.
ALBANA DI ROMAGNA - La zona di produzione comprende praticamente tutta la Romagna partendo dall'Appennino bolognese. Dell'Albana prodotto con sola uva Albana se ne fa secco, amabile, dolce e passito. Proprio quest'ultimo ha rilanciato questo vino che era entrato in crisi. Il grado minimo oscilla tra gli 11,5 gradi e i 12 gradi. Solo il passito arriva a 15,5 gradi e viene affinato in piccoli legni. L'Albana secco ha colore giallo brillante, è leggermente tannico.
TOSCANA
E' la seconda regione per numero di Docg ed annovera cinque rossi ed un bianco. I rossi sono tutti figli dell'uva Sangiovese.
BRUNELLO DI MONTALCINO - Prodotto esclusivamente da uve sangiovese (denominate localmente Brunello) nel comune di Montalcino nella provincia di Siena. E' uno dei vini italiani di maggiore prestigio internazionale, con una storia ultracentenaria. Ha colore rosso rubino intenso, tendente al granato con gli anni. Sentore caratteristico di viola, lieve speziatura, corpo importante, tannini evidenti ma ben rotondi. Il Brunello di annata viene immesso in commercio il primo gennaio successivo al quinto anno dalla vendemmia (obbligatorio l'affinamento in rovere per almeno due anni e quattro mesi in bottiglia) con un grado minimo di 12,5 gradi. Perché possa dirsi Riserva deve essere commercializzato il primo gennaio successivo al sesto anno dalla vendemmia.
CARMIGNANO - La più antica Docg tra i rossi viene prodotto in una ristretta zona di collina tra Carmignano e Poggio a Caiano. L'uvaggio è composto per almeno il 50 per cento da Sangiovese, dal 20 per cento di Canaiolo nero, Cabernet sauvignon e Cabernet franc 20 per cento, con aggiunta di bacche bianche. La gradazione minima ammessa è di 12,5 gradi e deve affinarsi in botti di rovere o castagno per almeno otto mesi ed essere commercializzato praticamente a due anni dalla vendemmia. Per la Riserva l'invecchiamento in legno richiesto è di almeno un anno. Ha bel colore rubino, intenso profumo di mammola, morbido al palato con tannini però pronunciati.
CHIANTI - E' probabilmente il vino italiano più conosciuto nel mondo. La sua zona di produzione comprende quasi l'intera Toscana con sottozone così identificate: Colli Aretini, Colli Fiorentini, Colli Senesi, Colline Pisane, Montalbano, Montespertoli, Rufina. Il disciplinare ammette oltre al Sangiovese (che può essere usato in purezza) anche Canaiolo nero (10 per cento) e Trebbiano toscano. I chianti Fiorentini Montespertoli e Rufina possono dirsi Superiori con una gradazione di 12 gradi. Gli altri Chianti hanno una gradazione minima di 11,5 gradi. Con un invecchiamento di almeno due anni, tre mesi in bottiglia, e una gradazione di 12 gradi, i Chianti possono dirsi Riserva (esclusi i Superiori). Ha colore rubino vivo, tende al granato con gli anni, sentori di viola di sottobosco, di confettura di more. Morbido se giovane, si evolve con sentori secondari e terziari invecchiando.
CHIANTI CLASSICO - E' il Chianti prodotto nella zona più antica in parte nella provincia di Firenze e in parte in quella di Siena (i comuni interessati sono Radda, Gaiole, Castellina, Castelnuovo Berardenga, parte del territorio di Poggibonsi, Greve, parte del comune di Barberino Val d'Elsa, San Casciano e Tavarnelle Val di Pesa). L'uvaggio è composto da un minimo del 75 per cento ad un massimo del 100 per cento di Sangiovese. Sono ammessi in percentuale fino al 10 per cento altri vitigni a bacca rosa ammessi nella zona, massimo un 10 per cento di Canaiolo nero e massimo un 6 per cento di Trebbiano toscano o Malvasia del Chianti. La gradazione minima ammessa è di 12 gradi. Con un invecchiamento in legno di almeno due anni più tre mesi di affinamento in bottiglia e una gradazione minima di 12,5 gradi può dirsi riserva. Il vino è di un bel colore brillante, tannico, ma tuttavia rotondo; ha sentori spiccati di viola e di mammola. Ricorda confettura di more.
VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO - Vino antichissimo (si produce da almeno sette secoli) nel territorio del comune di Montepulciano in provincia di Siena. E' ottenuto da Prugnolo gentile (il nome locale del Sangiovese) con una percentuale minima del 70 per cento, Canaiolo nero 10 per cento e altri vitigni a bacca rossa. La bacca bianca è ammessa fino al 10 per cento massimo purchè non aromatica, ad esclusione della malvasia del Chianti. Ha un grado minimo di 12,5 gradi ed un invecchiamento obbligatorio di due anni. Con invecchiamento di tre anni (almeno sei mesi in bottiglia) e un grado di almeno 13 gradi può dirsi Riserva. Ha colore rubino carico, sentori di viola e di mora, si percepisce il legno.
VERNACCIA DI SAN GIMIGNANO - Questo vino bianco è d'antichissima origine. E non a caso è stato il primo in assoluto a fregiarsi della Docg. Viene prodotto nel comune di San Gimignano da uva Vernaccia con massima aggiunta fino al 10 per cento di altre bacche bianche. La gradazione minima ammessa è di 11 gradi. Con un invecchiamento di 14 mesi oltre ad un affinamento in bottiglia di 4 mesi può dirsi Riserva. Il colore è giallo paglierino con riflessi dorati: bouquet di fiori gialli. In bocca ricorda frutti gialli ed ha un caratteristico retrogusto amarognolo.
UMBRIA
La piccola Umbria ha due Docg: il Sagrantino di Montefalco ed il Torgiano Rosso Riserva.
SAGRANTINO DI MONTEFALCO - E' il vino che è esploso negli ultimi anni quando lo si è cominciato a vinificare secco. Prima veniva prodotto solo come vino passito (se ne fa ancora). E' prodotto in una ristretta zona dell'Umbria che comprende l'intero territorio del comune di Montefalco e parte dei terreni dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, e Giano dell'Umbria tutti in provincia di Perugia. Il vitigno da cui si ricava è il Sagrantino, d'origine antichissima e incerta. Il tipo secco ha una gradazione minima di 13 gradi ed un invecchiamento obbligatorio di 30 mesi. Ha colore rosso rubino intenso con riflessi tendenti al viola, ricorda la mora selvatica, ben tannico, di gran corpo. Il tipo passito ha un sapore più abboccato e morbido, con una gradazione minima di 14,5 gradi e un invecchiamento obbligatorio di almeno 30 mesi.
TORGIANO ROSSO RISERVA - Nell'uvaggio entrano Sangiovese, Montepulciano d'Abruzzo (massimo 10 per cento) Canaiolo, Ciliegiolo e Trebbiano Toscano. La zona di produzione è il territorio del comune di Torgiano (Perugia). La gradazione minima ammessa è di 12,5 gradi con un invecchiamento obbligatorio di almeno tre anni. Ha colore rubino, limpido, sapore asciutto, di buon corpo, con ricordi di marasca.
CAMPANIA
La Campania ha una sola Docg, ma si tratta di un vino in grande ascesa.
TAURASI - E' prodotto in un territorio abbastanza vasto della provincia di Avellino. Fulcro del comprensorio è il comune di Taurasi, da cui il vino prende il nome. Il vitigno principale è l'Aglianico, al quale è ammessa un'aggiunta di altre bacche rosse per una percentuale non superiore al 15 per cento. Ha un colore rubino intenso (riflessi granati, aranciati con l'invecchiamento), sentore di frutta rossa e di sottobosco, attacco asciutto con retrogusto importante e tannini evidenti, tuttavia molto armonico. L'invecchiamento obbligatorio è di tre anni per una gradazione minima di 12 gradi. Con invecchiamento di quattro anni e un grado minimo di 12,5 gradi, può dirsi Riserva.
SARDEGNA
Pur in un crescendo rossiniano di qualità, l'enologia sarda conosce ancora una sola Docg. E' quella di uno dei migliori bianchi italiani.
VERMENTINO DI GALLURA - La Gallura è la zona nord orientale della Sardegna. La zona di produzione del Vermentino comprende ventuno comuni della provincia di Sassari e quello dei comuni di Budoni e San Teodoro in provincia di Nuoro. Il vino è prodotto con uve Vermentino in purezza (è ammessa una percentuale del 5 per cento di altre bacche bianche locali, purchè non aromatiche). La gradazione minima è di 12 gradi, 13 per il Superiore. Ha un colore paglierino con riflessi oroverde, un bouquet intenso e leggermente agrumato, buona spalla acida; al palato è secco con retrogusto lievemente amaro.
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