Lo Chardonnay è ancora il vino top, anche se i rossi fruttano al mercato più dei bianchi, con la classica bottiglia da 0,75 litri che primeggia a mani basse, e con la fascia di prezzo tra i 3 e i 5,99 dollari che è la più gettonata. Ecco gli atout delle vendite di vino nei supermercati americani nell’ultimo anno (tra maggio 2012 e maggio 2013) secondo i dati di Nielsen Company, diffusi dall’Italian Wine & Food Institute di Lucio Caputo. Con l’Italia che primeggia anche tra i vini importati anche tra gli scaffali Usa, unico Paese straniero a superare la quota del miliardo di dollari in valore, seguita da Australia e Argentina. Nel mercato n. 1 al mondo per consumi di vino, il solo business nella grande distribuzione (esclusi ristornati e wine bar, dunque), nell’ultimo anno, è stato di 11,8 miliardi di dollari, in crescita del 5,4%.
Per la stragrande maggioranza, in bottiglie da 0,75 litri (8,1 miliardi), seguite a distanza da quelle da 1,5 litri (2,3 miliardi), con gli altri formati (3 e 5 litri, e le “monodosi” da 187 ml) a dividersi il resto.
Tra “i colori” del vino, invece, i rossi hanno fruttato 5,9 miliardi di dollari (+5,8%), sui 5,1 miliardi dei bianchi (+4,9%), e i 729 milioni dollari dei rosati, comunque in crescita del 5,4%. Il campione assoluto come tipologia, però, rimane lo Chardonnay, che con 2,3 miliardi di valore (+2,8%), guida il podio delle varietà miliardarie, completato da Cabernet Sauvignon (1,7 miliardi, +6,4%) e Pinot Grigio (1,02 miliardi di dollari, +10,5%). A seguire, tra le varietà, il Merlot, il Pinot Noir, il Moscato, il Sauvignon Blanc, lo Zinfandel e il Sirah. Ma leggendo i dati, emerge con chiarezza il boom dei gusti dolci, con il Moscato cresciuto del 22,8%, e degli “sweet red”, che pur rimanendo ancora una nicchia, hanno visto una crescita del 39,8%.
Tra le fasce di prezzo, quella che “fattura” di più, è ancora quella tra i 3 e i 5,99 dollari, che vale 3,9 miliardi di dollari (+3,5% sul 2012). Ma quella che cresce di più è la fascia che va dai 9 agli 11,99 dollari, che vale 2,6 miliardi, a +12,8%. Unico “price point” che scende, invece è quello tra i 6 e gli 8,99 dollari, giù del 2,8%, per un valore di 1,7 miliardi di dollari, mentre registra una crescita interessante, nell’ordine del 9,4%, il segmento tra i 12 e i 14,99 dollari, che ha fruttato 1,2 miliardi di dollari.
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