Felice Spitaleri di Muglia, il più giovane Senatore del Regno d’Italia, occupa un posto importante in quello che, a cavallo dell’unificazione, può essere considerato l’inizio della viticoltura moderna in Italia: al pari del piemontese Camillo Benso Conte di Cavour e dei toscani Bettino Ricasoli e Vittorio degli Albizzi, il nobile siciliano fu un precursore. La famiglia Spitaleri era arrivata in Sicilia nel XIII secolo, e i baroni Spitaleri già al tempo commercializzavano il vino che producevano dell’Etna. A trasformare il feudo in una moderna azienda agricola fu Felice Spitaleri, che, già nel 1855, impiantò Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc e Merlot, e, nel 1858, il Pinot Nero. A base di Pinot Nero e Nerello fu anche il primo vino imbottigliato come Etna, di cui nel 1866 codificò la formula. Il successo dei suoi vini lo spinse a costruire il Castello Solicchiata, un maniero dalle forme eleganti, ma progettato come una moderna cantina, a servizio dei 150 ettari di vigneto che lo circondavano. A riportare agli antichi splendori il Castello Solicchiata, dopo la tragedia della filossera e le due grandi guerre, è stato l’attuale proprietario, il Barone Arnaldo Spitaleri, che ha ripreso in mano l’azienda e la produzione.
La distribuzione e l’affiancamento nella fase produttiva fornendo la propria expertise in viticoltura ed enologia (ed è questa la news che Winenews è in grado di anticipare), invece, è affidata a Planeta: “a partire da settembre 2022 i vini del Castello Solicchiata saranno commercializzati in esclusiva da Planeta - conferma Alessio Planeta - che, oltre a prendere interamente in carico la distribuzione commerciale (in Italia e all’estero), si occuperà delle strategie di valorizzazione del catalogo e dell’affiancamento nella fase produttiva fornendo la propria expertise in viticoltura ed enologia”. “Per noi collaborare con la famiglia Spitaleri significa raccogliere il sogno enoico che i loro antenati hanno concepito ormai due secoli fa e traghettarlo nel presente. Un presente nel quale la Sicilia ha non solo un posto d’onore nel panorama enologico italiano e mondiale ma, con i vini Castello Solicchiata, esprime la determinazione con cui una famiglia di uomini eccezionali ha disegnato, costruito e, infine, sviluppato la sua idea di vino eleggendo l’Etna a luogo ideale”, commenta Alessio Planeta, ad Planeta.
“Il progetto Castello Solicchiata è motivato da un profondo amore per la nostra meravigliosa isola e, come per Serra Ferdinandea - dove, insieme alla famiglia francese degli Oddo, abbiamo concepito la visione di un’azienda agricola “perfetta” dove l’agricoltura diventa espressione di un’armonia superiore che trova nella natura la sua massima realizzazione - Planeta si fa attento selezionatore di eccellenze nascoste o potenziali; di persone che, con il loro carattere straordinario, alimentano l’immagine gloriosa della Sicilia come culla storica e culturale dell’Italia e del mondo occidentale in generale. Tutto questo per noi si chiama “Ab Insula”, un progetto che raccoglie - e raccoglierà - le eccellenze più distintive della Sicilia da noi selezionate, valorizzate e promosse per essere portate a conoscenza di tutti”.
Focus - la storia ed i numeri del Castello Solicchiata
La tenuta, quasi inaccessibile ai visitatori, in rispetto della straordinarietà dei luoghi e della riservatezza della famiglia Spitaleri di Muglia, è parte di 60 ettari vitati, su una superficie agraria complessiva di oltre 300 ettari terrazzati. Solicchiata è il più grande vigneto al mondo ad alberello greco scolpito nella pietra, impiantato per il 70% a Cabernet Franc, 10% Merlot, 10% Cabernet Sauvignon e il restante a varietà Bordolesi minori. Parte dello straordinario patrimonio del Castello è il Feudo Boschetto, coltivato interamente a Pinot Nero con alcune piante che risalgono all’originario progetto. La produzione complessiva oscilla tra le 25.000 e le 50.000 bottiglie, solo da varietà francesi, così come era la volontà del fondatore, Felice Spitaleri di Muglia, già da metà Ottocento.
Castello Solicchiata è un progetto unico nel suo genere, ideato a metà dell’Ottocento dagli Spitaleri di Muglia, famiglia di nobile e antichissimo lignaggio: il nome deriva infatti da ‘Ospedalieri’, cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme e poi di Malta, baroni crociati arrivati sull’Etna per commercializzare vino alla fine del XIII secolo, sulla via del ritorno dal viaggio a Gerusalemme. Illuminati agricoltori, vantano il primato di aver portato per primi la coltivazione della vite sull’Etna e di aver perpetrato l’attività agricola seguendo l’avvicendarsi di diverse dominazioni e culture, dal fiorente commercio alto medioevale alla sospensione della dominazione moresca, fino alla ripresa del XVI secolo (qui un approfondimento sulla storia della famiglia Spitaleri di Muglia e del progetto Castello Solicchiata).
Nel 1855, il barone Felice Spitaleri concepisce una visione tanto ardita quanto fascinosa: costruire sull’Etna uno Château alla francese, con centinaia di terrazzamenti scavati nella roccia lavica e un modello di produzione all’avanguardia. La sperimentazione delle varietà alloctone francesi è affidata al più famoso gep-botanico e ampelografo dell’epoca: Padre Francesco Tornabene, della famosa scuola catanese e fondatore dell’orto botanico di Catania. La progettazione architettonica viene guidata da Andrea Scala, l’architetto del teatro Bellini di Catania, che si ispira ai palchi dei teatri all’italiana per disegnare gli oltre 300 ettari di terrazzamenti vitati.
Solicchiata (qui una panoramica del Castello Solicchiata) diventa così il luogo eletto dove coltivare famose varietà alloctone e produrre grandi bottiglie, eleganti e uniche, in grado di dialogare con il mondo del vino internazionale guadagnando i palcoscenici dei maggiori concorsi enologici dell’epoca. Il vino di Solicchiata vince il primo premio all’Esposizione di Londra nel 1888, il Grande Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro a Palermo nel 1889, Vienna 1890, Berlino 1892, Bruxelles 1893, Milano 1894 e fu la prima fornitura ufficiale della Real Casa d’Italia, rimanendo il vino italiano più premiato ai concorsi internazionali e universali del XIX secolo.
Focus - L’ultimo assaggio di WineNews di Castello Solicchiata
WineNews ha, di recente, provato il Pinot Nero Boschetto Rosso Mille Metri 2014 ancora freschissimo al naso nei raffinati toni di frutti rossi e neri, tabacco, erbe di montagna balsamiche e spezie dolci, morbido e vellutato il sorso, spinto bene dall’acidità e dotato di una elegante trama tannica, lungo e accattivante il finale.
Focus - Il ritratto di Planeta e la collaborazione con Castello Solicchiata
“Con l’obiettivo di salvaguardare, valorizzare e promuovere le eccellenze siciliane di ambito vitivinicolo, Planeta entra nel mondo della distribuzione rilevando il 100% della produzione dell’azienda Feudi Spitaleri, situata nella meravigliosa tenuta del Castello Solicchiata ad Adrano, sull’Etna”. Così Planeta, un’azienda agricola con una storia di diciassette generazioni e tra le più importanti in Sicilia, protagonista del Rinascimento enoico dell’isola con il patriarca Diego Planeta, scomparso un anno fa, che guidato l’azienda nella modernità, sia in vigna, avvalendosi di prestigiose consulenze, a partire da quella di Giacomo Tachis, sia a livello commerciale, portando i vini siciliani in tutto il mondo. Oggi, Planeta ha 394 ettari di vigneto e sette cantine dislocate in cinque territori (Menfi, Sambuca di Sicilia, Vittoria, Noto, Etna e Capo Milazzo); 151 ettari di oliveto con un frantoio posto proprio al centro della proprietà; altre coltivazioni quali mandorlo e grano duro, tutte in regime biologico. Con l’obiettivo di valorizzare singolarmente ogni territorio attraverso un grande lavoro di ricerca, spaziando dall’adattabilità delle varietà internazionali ai vitigni autoctoni fino alle cosiddette “varietà reliquia” - quasi scomparse dal patrimonio ampelografico dell’isola - Planeta è tra le prime realtà in Sicilia e in Italia a essersi dedicata all’enoturismo di eccellenza: visite e degustazioni di vini, insieme a esperienze naturalistiche e culturali ritagliate sul territorio di ciascuna cantina, sono l’espressione della ricchezza culturale e della convivialità che il vino offre.
La filosofia di conduzione dell’azienda agricola è orientata alla massima sostenibilità: dalla conversione integrale di tutte le tenute in regime biologico, alla creazione della Fondazione SOSTAIN, promotrice dell’omonimo protocollo di produzione certificato a livello nazionale dal Mipaaf, alle attività raccolte sotto il concept Planeta Terra - insieme di progetti volti alla tutela dell’ambiente e alla promozione di un concetto olistico di agricoltura - per Planeta l’attività agricola è un veicolo per la tutela ambientale e motore di benessere per l’uomo e per il pianeta.
La volontà di valorizzare le eccellenze siciliane ha dato vita al concept Ab Insula: una selezione di progetti dall’identità forte e autenticamente siciliana e dall’eccezionale valore storico-culturale, di cui Planeta si fa promotore: sono nati così Serra Ferdinandea - progetto di vitivinicoltura e agricoltura biodinamica in un luogo mitico dell’isola, e Castello Solicchiata - progetto di acquisizione della storica tenuta dei Feudi Spitaleri, sogno e fulcro della vitivinicoltura etnea.
Oltre alla produzione agricola, Planeta è attiva nell’ospitalità con una proposta variegata che abbraccia tutte le tenute dell’azienda, tra offerta residenziale e wine tour. La Foresteria Planeta di Menfi, con le sue 14 camere circondate da un incantevole giardino mediterraneo e il ristorante, da poco insignito del prestigioso riconoscimento dei “tre cappelli” dalla Guida “I ristoranti e i vini d’Italia” de L’’Espresso, che propone le antiche ricette della tradizione famigliare rivisitate in chiave contemporanea ed esprime la più genuina essenza e lo stile unico dell’ospitalità Planeta. Palazzo Planeta, nel centro di Palermo, si compone di sette confortevoli appartamenti, interamente ristrutturati e allestiti per ricreare una raffinata atmosfera casalinga che racconta lo spirito del buon vivere siciliano. Completa il quadro una dimora d’artista a Sambuca di Sicilia, “Casa Panitteri”, all’interno dell’omonimo museo archeologico.
Ed ancora, le attività culturali del progetto “Cultura per il territorio”: un ricchissimo palinsesto che spazia dalla musica al teatro, all’arte contemporanea, alla letteratura. La più nota è “Viaggio in Sicilia”, un progetto di residenza nomade d’artista che vede ogni anno impegnati talenti italiani e stranieri in un viaggio nell’isola alla ricerca di luoghi, storie e atmosfere sconosciute al grande pubblico e perfino ai siciliani stessi, cui segue una mostra che raccoglie le opere frutto delle suggestioni del viaggio.
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