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MARCHE: L’ENOLOGIA IN CIFRE

Nelle Marche, la vitivinicoltura ha assunto negli ultimi venti anni, un ruolo fondamentale nell’economia agricola. La produzione è di 2,5 milioni d’ettolitri di vino su un patrimonio vitato di 30.000 ettari (11.000 iscritti agli albi delle Doc), quasi interamente in collina (95%), di proprietà dei 43.000 produttori (fra cui una ventina di cantine sociali, che lavorano il 50% del vino marchigiano). Le 11 doc delle Marche - di cui 3, il Rosso Conero (concessa il 21 luglio 1967), il Verdicchio di Matelica (21 luglio 1967), il Verdicchio dei Castelli di Jesi (11 agosto 1968), vini-bandiera della regione, sono fra le più vecchie d'Italia - sono il Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Lacrima di Morro d'Alba, Falerio dei Colli Ascolani, Rosso Conero, Rosso Piceno, Esino, Vernaccia di Serrapetrona, Verdicchio di Matelica, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Colli Pesaresi. L’incidenza dei vini doc sulla produzione totale delle Marche è del 13% e, seppur lievemente, è superiore alla media nazionale. Di recente creazione anche l’Igt “Marche” attraverso la quale sarà possibile qualificare i vini provenienti dai vitigni internazionali ma soprattutto dai 13 vitigni tradizionali (tra cui il Bianchello del Metauro, Lacrima di Morro d'Alba, Verdicchio, Maceratino, Vernaccia di Serrapetrona, Montepulciano, Pecorino, Passerina), sui quali sono da tempo in corso ricerche e sperimentazioni. Il peso della vitivinicoltura nel comparto agricolo delle Marche è del 13% per un valore di 140 miliardi. I mercati più importanti dell’export (complessivamente di circa 45 miliardi) sono la Germania, la Svezia, la Gran Bretagna, ed in forte crescita, il Giappone. Questi risultati commerciali sono la conferma della politica qualitativa delle aziende marchigiane e del sostegno promozionale della Regione, che è passata da una semplice valorizzazione di prodotti ad una più complessiva “di territorio”, cioè un’immagine integrata che unisce turismo, cultura, agricoltura.

Le Marche, soprattutto in questi ultimi anni, seguono con determinazione alcuni obiettivi: il riequilibrio del rapporto fra i vini-bianchi-rossi (da attuarsi con il rinnovo dei vigneti di età avanzata e con le nuove superfici vitate approvate dall'Unione Europea); la valorizzazione dei vitigni autoctoni, una grande ricchezza per una nuova qualità del vino delle Marche; la modifica dei disciplinari dei vini, soprattutto con il restringimento delle rese per ettaro; il mantenimento della viticoltura collinare, con particolare riferimento alle aree sensibili dal punto di vista ambientale e di difesa del territorio; la creazione di sinergie turismo-enologia (come è avvenuto per la strada del vino del Rosso Conero).

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