02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

NIENTE CHAMPAGNE, SIAMO MUSULMANI: GORDON RAMSEY FERMATO ALL’AEROPORTO DI DOHA, IN QATAR, CON UNA BOTTIGLIA DI DOM PÉRIGNON, PRONTAMENTE CONFISCATA. MA LE COSE, IN VISTA DEI MONDIALI DI CALCIO DEL 2022 POTREBBERO CAMBIARE

Niente Champagne, siamo musulmani. È quanto si è sentito dire lo chef più celebrato del piccolo schermo, Gordon Ramsey, dai funzionari dell’aeroporto di Doha, in Qatar, Paese dall’enorme potenziale e in rapida e costante crescita economica, ma anche dalle leggi rigidissime in tema di consumo di alcolici, strettamente monitorato nell’emirato di Tamim bin Hamad Al Thani. Così, la bottiglia di Dom Pérignon che Ramsey aveva portato con sé dall’America, è rimasta alla dogana, per il dispiacere dello chef che, in una conferenza stampa, ha ribadito la sua fiducia nelle possibilità del Qatar e di Doha, specie in vista dei Mondiali di Calcio del 2022. Del resto, lo chef a Doha è di casa: gestisce due ristoranti dentro il lussuosissimo St. Regis hotel, anche se nel 2012 fu costretto a chiudere l’unico Maze del Medio Oriente dopo il divieto assoluto di vendere alcolici sull’isola artificiale The Pearl. Le cose, per ora, non sembrano andare meglio, vista l’estensione del divieto anche nelle aree intorno alle piscine private e sul lungomare, ma la speranza è che si vada verso una certa apertura da qui al 2022, perché, come chiosa Ramsey, “ce lo vedreste voi un tifoso inglese a festeggiare una vittoria con una bottiglia di Perrier?”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli