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NON SOLO GLI “ATTACCHI PROIBIZIONISTI”: CRESCE LA PREOCCUPAZIONE NELLA FRANCIA DEL VINO. IN BORGOGNA PER LA SCARSITÀ DELL’ANNATA E PER L’AUMENTO DEI PREZZI. A CHATENEUF PER FILOSOFIE PRODUTTIVE CHE, PER QUALCUNO, MINANO LA LONGEVITÀ DEL VINO

In Francia la preoccupazione nel mondo del vino è sempre più diffusa. Non solo per gli attacchi velati di proibizionismo che l’industria enoica francese (che insieme a quella dei superalcolici vale 10 miliardi di euro all’anno solo all’export) sta ricevendo da più parti. Ma anche per quello che sta accadendo nei vigneti. In Borgogna, una delle Regioni più colpite dal maltempo, si teme che il calo produttivo sia più alto del -4,5% sulla media decennale, con alcune cantine della Côte de Beaune che rischiano di non produrre nulla, nell’annata 2013. E il mancato incasso dovuto alla minor disponibilità di vini di Borgogna da vendere (c’è chi teme che non si riescano a soddisfare tutte le richieste di mercato) non potrà essere compensato da un rialzo dei prezzi, che dovrà essere contenuto entro certi limiti. Anche perché, sostengono buyer e produttori, ad eccezione dei Grand Cru, molti vini del mondo a prezzi più vantaggiosi potrebbero sostituire un bicchiere di Borgogna sulle tavole del mondo. A Chateneuf du Pape, territorio famoso per dare vita a vini dalle grandi doti di invecchiamento invece, c’è chi si preoccupa dello stile enologico: per l’enologo di Château de Beaucastel, Marc Perrin, troppe cantine, per questioni commerciali, stanno puntando da anni su vini più “semplici”, a base soprattutto di uve Grenache, con il rischio di perdere la loro capacità di resistere al tempo, data dall’utilizzo delle 13 varietà ammesse nel territorio. Secondo l’enologo, infatti, è per questa ragione che i vini della zona tradizionalmente sono meno adatti da essere consumati giovani, ma in grado di esprimersi al top dopo alcuni anni.

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