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OBIETTIVO SOSTENIBILITÁ IN CANTINA: MICHELE BERNETTI DI UMANI RONCHI, UNA DELLE REALTÁ PIÚ IMPORTANTI DELLE MARCHE, SPIEGA IL WORK IN PROGRESS PER PASSARE DALLA TEORIA ALLA PRATICA IN CAMPO AMBIENTALE

Dalla teoria alla pratica: per una cantina l’attenzione alla sostenibilità non significa stravolgere la propria impostazione aziendale, ma porsi obiettivi graduali volti al miglioramento delle proprie prestazioni ambientali. Umani Ronchi, una delle griffe più importanti delle Marche - 230 ettari vitati nel territorio del Rosso Conero e del Verdicchio - è il perfetto esempio di come il rispetto per l’ambiente e il territorio possa trasformarsi in realtà, attraverso un ben pianificato work in progress.
“Sono convinto - afferma Michele Bernetti, che con il padre Massimo guida la cantina Umani Ronchi - che qualunque cantina si possa permettere l’introduzione di pratiche volte al miglioramento ambientale. L’importante è definire mete realizzabili ed impegnarsi fortemente per raggiungerle, coinvolgendo tutta l’azienda: da questo punto di vista è infatti fondamentale la comunicazione interna, allo scopo di sensibilizzare e formare il personale”. Quello di Umani Ronchi è un progetto-ponte che coinvolge trasversalmente da alcuni anni più funzioni aziendali, interessando manager, impiegati ed operai. Nella convinzione che la responsabilità parta dal singolo individuo, a Umani Ronchi ognuno si impegna personalmente, nella propria mansione e nel proprio settore aziendale, per la diminuzione dei consumi di energia ed acqua. Fondamentale la raccolta differenziata ed il riciclaggio dei rifiuti: l’azienda è particolarmente sensibile al corretto smaltimento di vetro, plastica e cartone. Uno degli obiettivi di prossima realizzazione è l’autosufficienza energetica del punto vendita aziendale: a questo scopo è prevista a breve l’installazione di pannelli fotovoltaici - il modo più semplice e meno inquinante per ricavare energia dal sole - finalizzati alla produzione di energia elettrica e di acqua calda.
Per quanto riguarda la produzione, Umani Ronchi è da sempre sensibile ad una produzione eco-compatibile delle proprie uve: “Fin dagli anni Ottanta - spiega Michele Bernetti - abbiamo cominciato ad adottare nelle Marche tecniche di agricoltura a basso impatto ambientale. Un impegno che continua tuttora: abbiamo recentemente acquistato un nuovo macchinario per il trattamento dei vigneti, che grazie a tecnologie innovative riesce a risparmiare ben il 50% dell’acqua rispetto alle macchine tradizionali”.
Nella nuova tenuta di Montipagano, in Abruzzo, 30 ettari e un potenziale di 200.000 bottiglie annue, grazie alle sue eccezionali condizioni climatiche e ambientali, è stata invece subito richiesta la conversione al regime biologico. Una via non facile, legata finora almeno in Italia a piccoli produttori: Umani Ronchi (che nel 2007 ha fatturato 11 milioni di euro e ha prodotto 3,8 milioni di bottiglie, con 18 referenze, mentre l’export, pari al 75% della produzione, ha toccato 50 Paesi nel mondo, in particolare Gran Bretagna, Usa, Canada e Giappone), è stata la prima vera grande azienda vitivinicola italiana che ha scelto di puntare sul biologico certificato, dettando così la strada agli altri big del Belpaese.

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