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Ottime premesse per un’annata di qualità e quantità in leggero calo anno su anno (a 49 milioni di ettolitri, massimo -5% sul 2015) - ma solo se il meteo “tiene” fino a fine settembre: ecco le stime Assoenologi sulla vendemmia 2016

Italia
Il presidente Assoenologi Riccardo Cotarella

L’associazione di categoria degli enologi e degli enotecnici italiani ha rilasciato le sue stime sul millesimo 2016, con il 10% dell’uva del “vigneto Italia” in cantina, e se la traiettoria tracciata finora dai dati di fatto venisse confermata, l’annata 2016 sarebbe davvero notevole, particolarmente per le varietà a bacca rossa.
L’associazione presieduta da Riccardo Cotarella, comunque, non ritiene ad oggi di poter dare dei numeri assoluti, ma stima un quantitativo che, al massimo, calerà del 5% rispetto alla scorsa vendemmia: quest’anno si dovrebbero produrre meno di 49 milioni di ettolitri di vino e mosto, a fronte della media quinquennale (2011/2015) di 44,6 milioni di ettolitri (un incremento di più del 10%) e di quella decennale (2006/2015) di 45,4 milioni di ettolitri (-1%). L’Emilia Romagna, l’Abruzzo e la Puglia fanno registrare un incremento della produzione del 10%, segue con +5% il Friuli Venezia Giulia. Per contro la Sicilia e la Campania produrranno ben il 20% in meno rispetto al 2015, quindi il Trentino Alto Adige, il Veneto, la Toscana, le Marche e il Lazio/Umbria con -5%. Solo in Piemonte e in Sardegna si stima una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. E un quantitativo che si pone al terzo posto nella classifica degli ultimi dieci anni, superato solo nel 2006 (49,6) e nel 2015 (49,4). Il Veneto, con ben 9,3 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva seguita dalla Puglia (8,7) e dall’Emilia Romagna (8,1): queste tre regioni insieme nel 2016 produrranno oltre 26 milioni di ettolitri, ossia il 53% di tutto il vino italiano.
Le prime tre regioni a tagliare i grappoli, ricorda Assoenologi, sono state la Puglia a fine luglio e Sicilia e Sardegna nei primi giorni di agosto. Per contro in Piemonte, Alto Adige, Toscana, Marche, Lazio, Emilia, Campania e Sardegna la vendemmia non è ancora iniziata, e in buona parte del Veneto, in Lombardia, in Romagna, in Toscana, in Friuli Venezia Giulia e in Abruzzo ha preso il via da qualche giorno solo per le varietà precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon). In tutto il Nord e Centro dell’Italia si viaggia in leggero ritardo (5/10 giorni rispetto allo scorso anno), ma in linea con un’annata normale. Il pieno della raccolta in tutt’Italia avverrà nella terza decade di settembre, per concludersi tra la fine ottobre e l’inizio di novembre con i conferimenti degli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.
A un inverno mite e con scarse precipitazioni hanno fatto seguito una primavera e un inizio estate caratterizzati da piogge abbastanza abbondanti che hanno ripristinato le riserve idriche. La vera estate è iniziata il 21 giugno, in perfetta sintonia con il solstizio estivo, ed è stata caratterizzata da giornate calde ma generalmente non torride con escursioni termiche giornaliere importanti e determinanti sulla qualità della vendemmia 2016, condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l’accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche. Di conseguenza, il millesimo 2016 è stimato da Assoenologi essere qualitativamente ottimo con alcune punte di eccellenza, in particolar modo per i vini ottenuti da uve a bacca rossa, che saranno vendemmiate a fine settembre. Il 2016 potrebbe essere quindi incorniciato come un millesimo da ricordare, ma per dirlo con certezza, sarà necessario che l’uva sia in cantina. Sarà l’andamento climatico e meteorico del mese di settembre e di quello di ottobre, per alcune varietà tardive, a decidere il livello qualitativo della produzione; se le prossime settimane decorreranno nel modo più opportuno, ossia con giornate ricche di sole e giuste precipitazioni, le possibilità di mantenere l’ottima qualità sinora registrata, con la produzione di vini bianchi profumati, con un giusto equilibrio di acidità, alcolicità, finezza, e vini rossi armonici, ricchi di struttura, dai profumi complessi e da lungo invecchiamento, ci sono tutte.
Infine, secondo Assoenologi il mercato viene considerato come attualmente stabile a livello di quotazioni, in linea con lo scorso anno, e in leggera crescita solo per alcune tipologie di vini richiesti dal mercato - in particolar modo per quelli a denominazione - e i consumi interni sfonderanno la quota negativa dei 36 litri pro capite, contro i 45 del 2007.

Focus - La vendemmia 2016, in dettaglio regione per regione
PIEMONTE
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015
L’andamento climatico di quest’anno è stato inconsueto con una siccità prolungata da metà ottobre a fine febbraio e con temperature mai troppo rigide, anzi miti. In primavera il termometro ha fatto invece segnare valori spesso sotto la media e si sono verificati fenomeni di gelate tardive e tempo decisamente umido. Da fine giugno di nuovo il ritorno della siccità, soprattutto nell’astigiano e nell’alessandrino, interrotta da pochi temporali, spesso devastanti per la grandine, che hanno compromesso alcune zone del Nizza e influenzato gli aspetti quantitativi e qualitativi. Il mese di agosto è risultato invece molto caldo con accentuate escursioni termiche tra ilgiorno e la notte. Se il germogliamento è decorso regolarmente, la fioritura è avvenuta leggermente in ritardo, ma senza problemi e con pochi aborti fiorali. La fertilità della vite è stata complessivamente buona; tanto che il numero dei grappoli è risultato più elevato rispetto al 2015, ma spesso con acini piccoli a causa della mancanza di acqua a discapito della resa e del peso complessivo. La difesa fitosanitaria è stata impegnativa: in particolare l’oidio che, sebbene nella prima parte della stagione non si sia sviluppato grazie al numero elevato di trattamenti antiperonosporici, all’inizio luglio ha richiesto interventi urgenti e mirati. L’epoca di vendemmia risulta in ritardo di 7/10 giorni rispetto al 2015. La raccolta delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante Alta Langa, perfettamente sane, è iniziata intorno al 22 agosto e si è conclusa alla fine dello stesso mese. Nella prima decade di settembre saranno raccolte le uve Brachetto e Moscato, quindi sarà la volta delle uve Dolcetto, Freisa e Cortese. Nell’ultima settimana dello stesso mese i conferimenti coinvolgeranno le Barbere e a seguire i Nebbioli dei grandi rossi da invecchiamento il cui risultato qualitativo dipenderà dalle condizioni climatiche dell’ultimo mese prima della raccolta. Quantitativamente si prevede una produzione simile alla passata campagna con una qualità ottima. I prezzi delle uve risultano stabili.

LOMBARDIA
Quantità: -10% rispetto vendemmia 2015
In generale l’annata in tutta la Lombardia ha dato delle differenze molto importanti da zona a zona e all’interno delle stesse aree, sia dal punto di vista quantitativo che sanitario. In Franciacorta il germogliamento è avvenuto con buona omogeneità e la fioritura ha portato un’abbondante presenza di grappoli. L’allegagione è però stata condizionata dalle piogge copiose che hanno causato un’importante percentuale di aborti fiorali e di conseguenza una perdita dell’esubero di produzione. Il protrarsi delle precipitazioni a carattere temporalesco e grandinigeno, in alcune zone, ha fortemente ridotto le produzioni favorendo inoltre un notevole sviluppo di peronospora che, soprattutto nelle gestioni biologiche dei vigneti, ha prodotto danni anche ingenti. Di contro, in Oltrepò e in Valtellina sia l’allegagione che le successive fasi fenologiche sono state solo in parte condizionate dalle piogge peraltro abbastanza limitate. Alcuni vitigni più sensibili (Pinot bianco, Chardonnay, Merlot) hanno risentito in modo più marcato degli attacchi sia di peronospora che di oidio (Merlot in particolare), ma in generale la buona escursione termica tra giorno e notte (praticamente assente nell’estate 2015) ha dato degli ottimi riscontri qualitativi con una maturazione lenta, ma costante. In generale, considerata l’annata meno calda rispetto alla norma, le vendemmie risultano posticipate di circa 7/12 giorni rispetto al 2015. In Franciacorta i primi grappoli sono stati staccati a partire dal 20 agosto, mentre in Oltrepò il pieno dei conferimenti è previsto nella seconda metà di settembre. In Oltrepò si stima una produzione inferiore rispetto al 2015 di un 10-15%. In Franciacorta e nel Garda si registra un calo nei vigneti biologici nell’ordine del 5-10%, mentre nel Valcalepio del 15-20%. In Valtellina la produzione è simile alla scorsa annata. In generale la qualità si prevede assai interessante. Complessivamente per la campagna in corso in Lombardia si stima un quantitativo inferiore del 10% rispetto a quello dello scorso anno, pari a circa 1.270.000 ettolitri di vino.

TRENTINO ALTO ADIGE
Quantità: - 5% rispetto vendemmia 2015
In Trentino Alto Adige, a causa di temperature estive leggermente al di sotto della media, si è registrato un ritardo della vendemmia di circa 10/12 giorni, tanto che la raccolta delle uve per la produzione del Trento Doc, è iniziata alla fine del mese di agosto per proseguire a settembre con quella dello Chardonnay e del Pinot nero nelle zone oltre 500 metri s.l.m. In Trentino il peso medio dei grappoli di Chardonnay e delle principali varietà da vinificare in bianco (Pinot grigio, Traminer aromatico, Sauvignon blanc, ecc.) è inferiore rispetto allo scorso anno. L’inizio della vendemmia delle varietà per vini bianchi fermi è previsto a partire dalla seconda settimana di settembre, poi seguiranno i rossi autoctoni e le varietà a bacca rossa internazionali più tardive (Merlot e Cabernet). Nella provincia di Trento la produzione è prevista in diminuzione di circa il 10% rispetto allo scorso anno a causa di un peso medio dei grappoli inferiore alla media, per la presenza di acinellatura e in alcuni casi per la selezione degli acini attaccati da peronospora. Le previsioni qualitative tendono all’ottimo per le varietà a bacca bianca, in particolare Chardonnay e Pinot grigio, e per le varietà aromatiche nelle zone pedecollinari e di montagna, che si presentano con una carica produttiva contenuta. Anche per Pinot nero, Cabernet, Merlot, Teroldego, Marzemino, Lagrein, Enantio si potranno raggiungere risultati qualitativi assai interessanti se le condizioni climatiche prima della loro raccolta permarranno stabili. Anche in Alto Adige la qualità dell’uva per tutte le varietà è ottima. Il frutto è sano e non presenta anomalie. Le previsioni quantitative fanno presumere una produzione di 355.000 ettolitri di vino, leggermente superiore a quella dello scorso anno. La raccolta inizierà verso la metà di settembre con le varietà precoci del fondovalle a bacca bianca (Pinot grigio, Chardonnay, Pinot bianco) per continuare poi nelle fasce collinari (Sauvignon, Müller Thurgau e Pinot nero). La maggior parte delle uve sarà raccolta tra il 25 settembre e il 15 ottobre con i bianchi collinari, Pinot nero Schiava, Lagrein e Merlot. Chiuderanno la vendemmia i Cabernet verso i primi giorni di novembre. La qualità del futuro vino si presume ottima. Quantitativamente in Trentino Alto Adige si prevede un decremento quantitativo di circa il 5% rispetto al 2015 pari a 1.170.000 ettolitri di vino.

VENETO
Quantità: - 5% rispetto vendemmia 2015
In Veneto l’inizio del ciclo vegetativo è avvenuto con 10/15 giorni di ritardo rispetto al periodo abituale. Basse temperature e precipitazioni abbondanti hanno causato una fioritura nonm ottimale con conseguente acinellatura soprattutto nelle varietà più sensibili. Le temperature hanno fatto registrare picchi al di sopra delle medie stagionali tra fine giugno e la prima metà di luglio, poi si sono stabilizzate su valori pressoché normali. In tale periodo si sono susseguite parecchie perturbazioni che hanno portatoad eventi atmosferici (grandinate e trombe d’aria) anche di forte intensità, colpendo parti del territorio del Veneto Centro Orientale, zona in cui si segnala qualche problema fitosanitario con lo sviluppo di malattie, del resto ben controllate con adeguati e mirati trattamenti. Nel Veneto Occidentale si stima una buona produzione per le varietà dei Colli Euganei, cosi come per le Doc Vicentine. Per Garganega e Corvina (uve a forte uso per l’appassimento) la previsione è ottima con diverse punte di eccellente grazie a grappoli di dimensioni adeguate, spargoli e perfettamente sani. Nel Veneto Centro Orientale la vendemmia è iniziata alla fine di agosto/primi giorni di settembre per le uve precoci (Pinot, Chardonnay), a seguire, tra la prima e la seconda settimana di settembre, sarà la volta delle uve Glera coltivate in pianura, mentre le settimane successive per quelle di collina, seguite poi dalle varietà a bacca rossa (Merlot e Cabernet in particolare). In Veneto le operazioni di raccolta si chiuderanno, nel veronese, con i conferimenti di Garganega, Corvina e Durella nella seconda decade di ottobre e con le uve Raboso, nel trevigiano, negli ultimi giorni dello stesso mese. I presupposti qualitativi del futuro vino si possono definire buoni con diverse punte di ottimo, soprattutto se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi. In tutto il Veneto la previsione quantitativa per il 2016 indicativamente si stima inferiore del 5% rispetto allo scorso anno, pari a circa 9.250.000 ettolitri di vino. La resa di uva/vino è leggermente inferiore alle vendemmie precedenti, a causa dei grappoli mediamente più spargoli rispetto alle annate precedenti. Il mercato in tutto il Veneto è attualmente stabile.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Quantità: +5% rispetto vendemmia 2015
In Friuli Venezia Giulia l’anomala situazione metereologica registrata in primavera con repentini cambi metereologici, sprazzi di sereno alternati ad abbondanti precipitazioni, hanno influito negativamente sia sulla percentuale di fiori allegati che sull’uniformità della fioritura, oltre ad aver provocato la presenza di grappoli disformi con evidenti fenomeni di acinellatura, ha creato delle difficoltà sul controllo dei patogeni (peronospora e oidio), con conseguente perdita di prodotto, soprattutto su colture a conduzione biologica. Ma l’ottimale andamento climatico registrato durante il periodo estivo ha permesso di ottenere un’uva perfettamente sana e anche gli attacchi degli insetti più comuni, quali tignola, cicalina e ragno rosso, non hanno dato origine a problematiche particolari. La vendemmia, per le uve destinate alla produzione delle basi spumanti, è iniziata nell’ultima settimana di agosto, mentre per alcune varietà precoci (Pinot nero, Traminer Aromatico, Pinot grigio e Sauvignon), ha preso il via nella prima settimana di settembre. La produzione di uva risulta superiore del 5% rispetto allo scorso anno, con un’ottima resa, grazie anche alle precipitazioni verificatesi nel mese di agosto. Quest’aumento produttivo si osserva soprattutto nelle varietà di Pinot grigio, Tocai friulano e Chardonnay, mentre la Glera (base per la Doc Prosecco) e la Ribolla gialla, fanno registrare un incremento grazie soprattutto ai nuovi vigneti entrati in piena produzione. I primi dati analitici rilevano delle apprezzabili gradazioni zuccherine, con un buon corredo acido e un’interessante complessità aromatica. Solo dopo il 25 di settembre dovrebbero iniziare i primi conferimenti di uve a bacca rossa (Merlot e Cabernet Franc), per terminare poi con la raccolta delle varietà tardive (Verduzzo, Refosco e Picolit). Le contrattazioni riferite alle uve evidenziano un certo interesse per alcune varietà a bacca bianca tipo Glera, Ribolla gialla, mentre per il Pinot grigio si attendono gli sviluppi della nuova Doc interregionale. Per le uve rosse, purtroppo ridotte ad un solo 20% dell’intera produzione viticola friulana, un certo interesse è rivolto al Refosco, al Merlot e al Cabernet Sauvignon.

EMILIA ROMAGNA
Quantità: +10% rispetto vendemmia 2015
L’inverno 2015-2016 è stato decisamente mite con scarse precipitazioni sia piovose, sia nevose soprattutto nel periodo novembre/gennaio. La primavera e l’inizio dell’estate sono stati invece caratterizzati da piogge abbastanza abbondanti (261 mm tra inizio marzo e inizio luglio) ma soprattutto da una alternanza di periodi con temperature calde e fredde e con escursioni termiche giornaliere non trascurabili. La vendemmia risulta ritardata rispetto alla media degli ultimi anni a causa di un’estate mite, che ha generato notti fresche e giornate con temperature massime di 33 35°C. Nell’ultima settimana di agosto la raccolta è iniziata con le uve precoci base spumante (Pinot bianco e Chardonnay) che hanno manifestato uno stato sanitario eccellente, gradazioni nella norma e acidità totali decisamente maggiori rispetto allo scorso anno. Relativamente alle varietà storiche della regione, per le uve di Lambrusco Salamino e Ancellotta le produzioni sono abbondanti (nelle province di Modena e Reggio Emilia si stima un incremento del 15%), mentre per il Lambrusco Grasparossa le quantità risultano normali. Per il Lambrusco di Sorbara si prevede una produzione simile allo scorso anno o leggermente superiore. Ottima la situazione anche in Romagna: il Trebbiano manifesta un ritardo di maturazione di 5/6 giorni rispetto alla scorsa annata con uno stato sanitario delle uve eccellente. Per il Sangiovese i grappoli risultano spargoli e di medie dimensioni con ottime prospettive per quanto concerne la qualità. Molto bene anche le produzioni di Grechetto gentile (Pignoletto), per il quale si stima una produzione superiore del 5%. Ottime sono le aspettative pure per le Albane, che presentano livelli aromatici eccellenti. Bene anche la situazione nel Nord della regione; le buone escursioni termiche risultano favorevoli per le varietà tipiche del Piacentino (Malvasia e Bonarda). Quantitativamente, mentre per l’Emilia, a causa dell’aumento delle superfici viticole, si prevede un aumento di produzione del 15%, per la Romagna si stima una produzione maggiore rispetto allo scorso anno del 5%, il che significa che in tutta la regione si produrranno circa 8.120.000 ettolitri di vino. Attualmente il mercato per i vini bianchi genera scambi nella norma con prezzi stabili, mentre in merito ai Lambruschi le quotazioni soffrono per una produzione eccessiva del 2015.

TOSCANA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015
L’andamento climatico 2016 è stato caratterizzato da un inverno piovoso con temperature al di sopra delle medie stagionali. Durante la primavera sono continuate le precipitazioni con rovesci temporaleschi e fenomeni grandinigeni in alcuni areali. Durante il germogliamento diversi sbalzi termici hanno determinato fioriture ed allegagioni scalari con conseguenti fenomeni di colatura e acinellatura. La stagione è stata condizionata in alcune fasi da attacchi di oidio e peronospora tempestivamente affrontate dai viticoltori toscani. I continui monitoraggi hanno evidenziato presenza di fillossera in alcune zone internedella regione. Da fine luglio ad oggi la quasi assenza di precipitazioni e le calde correnti hanno creato alcune condizioni di stress fisiologico, anche se le riserve idriche accumulate nel corso della stagione hanno garantito un buon apparato fogliare. L’invaiatura è iniziata con una settimana di ritardo rispetto allo scorso anno. I cambiamenti climatici hanno creato evidenti disomogeneità all’interno di piccoli distretti e molte volte anche nello stesso vigneto, ma ad oggi la qualità prevista per l’annata 2016 è molto interessante; determinante sarà l’andamento metereologico che accompagnerà tutta la vendemmia. I conferimenti delle uve bianche precoci sono iniziati il 20 agosto e continueranno per tutta la prima settimana di settembre; a seguire sarà la volta delle uve Merlot e di quelle a bacca bianca per la produzione della Vernaccia di San Gimignano che verranno conferite a partire dal 15/20 settembre, mentre nello stesso periodo inizierà la raccolta delle uve rosse delle zone del Bolgheri e del Morellino di Scansano. Per la vendemmia delle uve per la produzione dei Docg: Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino si dovrà attendere la terza decade di settembre a causa di un netto ritardo della maturazione delle uve Sangiovese. Da registrare un calo di produzione del 5% rispetto alla vendemmia 2015, pari a 2.680.000 ettolitri di vino. Le quotazioni al momento fanno registrare una lieve flessione per tutte le tipologie di vino rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

MARCHE
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015
Nelle Marche il mese di aprile è stato caratterizzato da fresche temperature e da una frequente piovosità che hanno causato un rallentamento dell’inizio del ciclo vegetativo della vite. Il germogliamento è comunque risultato anticipato di una settimana, mentre la fioritura è stata in alcune zone ostacolata a causa delle diverse precipitazioni temporalesche. L’invaiatura per i vitigni a bacca rossa (Montepulciano e Sangiovese) è iniziata con un leggero ritardo rispetto alla norma. Le altalenanti condizioni climatiche della prima metà del periodo vegetativo hanno messo in difficoltà in particolare i viticoltori nell’area Centro-Sud della regione, e riguardato soprattutto i vigneti di Montepulciano e Passerina che hanno subito attacchi di peronospora sul grappolo e sulle foglie in entità variabile per le diverse zone. Le condizioni di basse temperature notturne e copertura nuvolosa hanno causato un ritardo medio della maturazione di almeno 7/10 giorni rispetto allo scorso anno. Nell’ultima decade di agosto è iniziata la raccolta delle varietà precoci base spumante (Pinot nero) mentre a seguire è stata la volta delle uve Incrocio Bruni e Chardonnay. La vendemmia è posticipata rispetto allo scorso anno di 7/10 giorni per le varietà a bacca bianca (Trebbiano, Passerina, Pecorino, Verdicchio) le cui operazioni di raccolta inizieranno il 10/15 di settembre, e di almeno dieci giorni per il Sangiovese e Montepulciano, i cui conferimenti incominceranno nell’ultima settimana di settembre. Se durante la vendemmia perdureranno le condizioni climatiche registrate a fine agosto si potranno ottenere prodotti con riflessi più che positivi sulla dotazione acidica, aromatica e polifenolica, pertanto di ottima qualità con diverse punte di eccellenza. Si prevedono vini molto equilibrati, ricchi in aromi primari (tioli su Verdicchio e Pecorino) e dotati di notevole freschezza. Anche per quanto concerne i vini rossi si può sperare in prodotti con un buon accumulo di antociani, espressivi negli aromi ed equilibrati al palato. Quantitativamente parlando in alcune realtà territoriali la produzione 2016 subirà una diminuzione anche del 10-15%, mentre a livello regionale si stima una contrazione complessiva di circa il 5% rispetto al 2015.

LAZIO UMBRIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015
Nel Lazio e nell’Umbria l’inverno è stato caratterizzato da temperature particolarmente miti, determinando già verso la metà di marzo un precoce germogliamento (5-10 giorni rispetto alla norma). Subito dopo però alcune grandinate, specie in Umbria, accompagnate da un abbassamento delle temperature e successive gelate, hanno causato un calo nel potenziale produttivo. Durante la fioritura numerosi e violenti temporali hanno accentuato alcuni fenomeni di colatura dei fiori.Anche la piovosità nel mese di giugno si è dimostrata superiore alla media e le temperature inferiori alla norma, specie nei valori massimi. Ciò ha causato un rallentamento del ciclo fisiologico della pianta e, in alcune aree, una elevata pressione infettiva fungina. A partire dalla fine di giugno è arrivata un’estate calda, torrida in alcune aree, caratterizzata però, dopo la seconda decade di agosto, da un’escursione termica importante e determinante sulla qualità della vendemmia 2016. In Umbria si registra una diminuzione della produzione compresa, a seconda delle zone, tra il 5 e il 15%. Nell’orvietano l’annata si presenta apparentemente simile alla precedente, ma con problemi dovuti ad un andamento climatico stagionale non ottimale. Nel perugino si registra una settimana di ritardo delle epoche di maturazione almeno per le varietà precoci rispetto al 2015. A Montefalco si rileva un eccellente stato sanitario delle uve e si prevede un’ottima annata con rese inferiori alla media. Nel Lazio, specie nelle zone costiere, la vendemmia è ormai inoltrata, si sono già vinificate le uve bianche internazionali e precoci e ovviamente le basi spumante. Qui le produzioni sono superiori alla media di circa il 5% e si stima comunque un’ottima qualità con diverse punte di eccellente. Nei Castelli Romani si prevede per le varietà autoctone un’ottima annata con vini molto profumati edm equilibrati sotto il profilo gustativo. Per la vendemmia dei rossi ed i bianchi autoctoni si dovrà attendere la prima decade di settembre. Dal punto di vista del bilancio produttivo le due regioni risultano in controtendenza l’una sull’altra, complessivamente si stima una quantità inferiore del 5% rispetto al 2015, pari a circa 2.330.000 ettolitri di vino.

ABRUZZO
Quantità: +10% rispetto vendemmia 2015
Anche in Abruzzo, dopo un inverno mite con temperature sempre al di sopra della media che hanno favorito un anticipo del germogliamento di 10- 15 giorni, è seguita una primavera caratterizzata da piogge a cadenza settimanale e temperature al di sotto della media stagionale. Il 25 aprile si è verificato un brusco abbassamento della temperatura causando danni importanti da gelate nei terreni a quote più basse e soprattutto nella provincia di L’Aquila. Il ciclo vegetativo, quindi, ha registrato un rallentamento piuttosto importante, recuperato in parte solo nei mesi di giugno e luglio. Tale andamento climatico e un ottimo germogliamento hanno avuto come conseguenza un’abbondante vegetazione sulla pianta che, unitamente alla temperatura e all’umidità, ha creato non pochi problemi di contenimento delle fitopatie, quali peronospora e oidio, soprattutto in quei vigneti dove è stato ritardato qualche trattamento nel periodo di maggiore infezione. La raccolta delle uve precoci (Chardonnay e Pinot grigio) è iniziata intorno al 20 di agosto nei vigneti più vicini alla costa e per quelli più giovani, per proseguire, successivamente, verso l’interno. Nell’ultima settimana di agosto si sono registrate temperature nella norma del periodo con la presenza di vento che ha asciugato le abbondanti precipitazioni dei giorni precedenti. Con il perdurare di tale situazione si prevede, per le varietà mediotardive (Pecorino, Trebbiano, Cococciola, Falanghina, Sangiovese e Montepulciano), l’inizio dei conferimenti a partire da metà settembre e per tutto ottobre, recuperando probabilmente anche qualche giorno di ritardo. Se le favorevoli condizioni meteorologiche perdureranno, per il Montepulciano d’Abruzzo potrebbe essere un’annata da incorniciare sia in termini di quantità che di qualità. In tutta la regione si stima una produzione intorno ai 3 milioni di ettolitri, superiore quindi del 10% rispetto al 2015. Per quanto riguarda ilm mercato si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, un ottimo interessamento sia sulla tipologia dei vini a Igt autoctoni che a Doc. Discorso diverso per i vini generici che risentono della forte concorrenza, con prezzi al ribasso, dei vini di altri Paesi comunitari ed extra comunitari.

CAMPANIA
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2015
Anche in Campania lo scorso inverno è risultato molto mite e asciutto, con temperature superiori alla media stagionale. Solo nella seconda metà di febbraio si sono registrati abbassamenti delle temperature e l’inizio delle piogge, quest’ultime molto copiose nel mese di marzo. La prima parte della primavera è stata mite, determinando un anticipo del germogliamento di circa 10 giorni. Sono quindi seguiti periodi discontinui, caratterizzati da abbassamenti di temperatura anche repentini e frequenti piogge, che hanno permesso un recupero sull’anticipo vegetativo. Diversi vigneti dell’Irpinia e del Sannio sono stati poi danneggiati dalla gelata avvenuta nella notte tra il 25 e 26 di aprile. Dalla seconda decade di maggio e per tutto giugno, il manifestarsi di piogge abbondanti ha determinato un aumento della pressione della peronospora, che ha reso più difficile e impegnativa la gestione dei vigneti. La fioritura è avvenuta tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, in linea con gli altri anni, ma ha avuto un decorso abbastanza irregolare, con una allegagione più prolungata che ha prodotto grappoli più spargoli. Dalla terza decade di giugno le temperature medie sono notevolmente aumentate e, fino alla fine di agosto, l’estate è trascorsa con una buona ventilazione, con temperature comunque non eccessive, intervallate da qualche temporale estivo, e con importanti escursioni termiche tra giorno e notte. I tempi di raccolta si prevedono nella media dei periodi classici delle varie zone; si inizierà con le uve per le basi spumante e i vitigni a bacca bianca nel Cilento nella prima decade di settembre. Nella terza decade di settembre sarà la volta nell’Agroaversano delle uve di Asprinio e del Fiano nel Cilento. Successivamente nel Beneventano si proseguirà con la Falanghina, per continuare nell’Avellinese, verso la metà di ottobre, con ilFiano di Avellino e il Greco di Tufo. Nei Campi Flegrei la raccolta del Piedirosso è prevista negli ultimi giorni di ottobre. L’ultima varietà ad essere vendemmiata sarà quella di Aglianico per la produzione della Docg Taurasi, nell’Avellinese, nella prima decade di novembre. Si stima al momento una produzione di circa il 20% inferiore rispetto allo scorso anno, con una buona resa uva/vino e un’ottima qualità.

PUGLIA
Quantità: +10% rispetto vendemmia 2015
In tutta la regione l’andamento climatico è stato caratterizzato da piogge regolari sia invernali che primaverili. I mesi di giugno e luglio sono decorsi all’insegna del caldo, interrotto da alcuni periodi più freschi che hanno favorito un’accelerazione della maturazione, in particolare delle varietà precoci e soprattutto nel Salento. Rari i focolai di peronospora e di infezione da oidio, che sono stati facilmente antagonizzati con opportuni e tempestivi interventi. Nel mese di agosto si è registrato un caldo eccessivo intervallato da brevi ma abbondanti piogge, che hanno interessato la zona del Tavoliere (Nord Puglia) provocando in parte una riduzione del prodotto finale. Le operazioni di raccolta sono iniziate a fine luglio con la vendemmia delle uve precoci base spumante e sono quindi proseguite con i conferimenti di Chardonnay, di Pinot e di Sauvignon. Per le uve autoctone bianche come il Bombino bianco (Tavoliere), la Verdeca e il Bianco d’Alessano (Valle d’Itria) si prevede di staccare i primi grappoli nella prima decade di settembre, per poi proseguire con quelli di altre varietà come il Trebbiano e la Malvasia. Per i vitigni autoctoni a bacca rossa come il Primitivo (Salento e Valle d’Itria) la vendemmia è iniziata nella seconda metà di agosto, mentre per il Negroamaro (Salento) bisognerà aspettare la seconda decade di settembre. Alla fine di settembre si vendemmierà invece il Bombino Nero (Tavoliere), quindi si proseguirà con il Montepulciano e il Susumaniello (Alto Salento), mentre si terminerà nei primi giorni di ottobre con il Nero di Troia (Tavoliere). In termini di qualità le attese sono elevate, soprattutto grazie al fatto che la bacca risulta sana, senza particolari stress, con un buon grado zuccherino e con valori di acidità ottimali e stabili. Si stima che la produzione 2016 sia superiore del 10% rispetto allo scorso anno e di oltre il 40% rispetto alla media quinquennale. Pertanto si presume che la Puglia possa produrre oltre 8,7 milioni di ettolitri di vino di ottima qualità. Attualmente il mercato registra quotazioni pressoché uguali a quelle dello stesso periodo del 2015 per le uve di qualità.

SICILIA
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2015
L’annata vitivinicola 2015/2016 è stata caratterizzata da un autunno e da un inverno mediamente piovosi e da una primavera moderatamente umida. Nel mese di maggio e giugno si sono verificati attacchi di peronospora sia sui grappoli che sulle foglie. In luglio, su alcune varietà e in alcuni areali, è apparso anche l’oidio che è stato però prontamente bloccato. La vendemmia, per le varietà bianche precoci, è iniziata nella prima settimana di agosto con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e lo Chardonnay, con un ritardo di qualche giorno rispetto allo scorso anno. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier, il Muller Thurgau e il Moscato bianco, mentre nella terza settimana dello stesso mese è stata la volta delle basi spumante (Catarratto e Grillo). La vendemmia delle uve rosse, in particolare Merlot, è incominciata nella terza decade di agosto, seguita da tutte le altre varietà (Syrah, Nero d’Avola, Frappato), per terminare con il Cabernet sauvignon nella prima settimana di settembre. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca Grillo e Zibibbo i conferimenti hanno avuto inizio nella terza decade di agosto, mentre per il Catarratto e l’Insolia si è dovuto attendere la prima decade di settembre. Nella zona dell’Etna la vendemmia inizierà presumibilmente intorno alla fine di settembre con il Carricante e a seguire con il Nerello Mascalese. Nella zona del Moscato di Noto e di Siracusa e nell’area di produzione della Docg Cerasuolo di Vittoria si evidenzia un calo di produzione del 10%. Nell’isola di Pantelleria, a causa delle scarsissime precipitazioni, si registra una situazione piuttosto grave, tanto che si presume un decremento di ben il 50% della produzione dello Zibibbo. In generale la sanità e la qualità delle uve risultano buone, così come la resa uva/vino. Pertanto si prevede per il futuro vino una qualità ottima con diverse punte di eccellente. Complessivamente in tutta la Sicilia si stima un decremento quantitativo del 20% rispetto al 2015, pari ad una produzione di circa 4,1 milioni di ettolitri di vini e mosti contro i 5,1 della scorsa campagna. Le contrattazioni delle uve fanno registrare un aumento dei prezzi rispetto allo scorso anno.

SARDEGNA
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015
Oramai da tre anni Giove Pluvio ha quasi dimenticato l’insula Sardinia e per questo ne subisce le drastiche conseguenze. I bacini imbriferi sono pressoché vuoti, con notevoli disagi per l’agricoltura e non solo. L’autunno e l’inverno non hanno portato pioggia e neve, ma clima mite e asciutto. La primavera, invece, ha fatto registrare piogge copiose, che però non hanno reintegrato le riserve idriche, sebbene abbiano consentito alla vite un germogliamento uniforme e precoce. Hanno fatto seguito i mesi di maggio e giugno dominati da Eolo con venti freddi dai quadranti di Nord-Ovest. Pertanto le temperature sono scese sotto la media stagionale, accompagnate da totale assenza di precipitazioni, rallentando così il ciclo della vite e riportandolo nella media degli ultimi anni. Questa anomala ventosità ha fatto sì che la vegetazione della vitis vinifera rimanesse asciutta, mantenendola indenne dalla temuta plasmopara viticola. Condizioni invece ideali per l’altra crittogama della vite, il mal bianco, che ha colpito i vitigni più sensibili al fungo, peraltro ben controllato dai viticoltori. Nella terza decade di luglio gran parte dell’isola, soprattutto quella del Nord, ha potuto beneficiare di salutari acquazzoni, in concomitanza con l’invaiatura di gran parte dei vitigni, con precipitazioni tra i 20 e i 30 mm. In Sardegna la vendemmia è iniziata nella prima decade di agosto con le basi spumanti di vitigni internazionali (Chardonnay e Pinot) ed è continuata con quelle del Vermentino, partendo dai vigneti del litorale sino all’alta collina. Si è proseguito quindi nei primi giorni di settembre con le uve bianche autoctone coltivate a livello del mare, in primis Vermentino e Torbato, per poi passare a Nuragus e Vernaccia e con le varietà a bacca rossa. Nel mese di ottobre sarà la volta di Cannonau e Carignano, per concludere con i vini da dessert di Malvasia e Nasco. La sanità delle uve si presenta ottima. Quantitativamente si stima una produzione uguale alla passata stagione pari a 790.000 ettolitri di vino di ottima qualità. Ad oggi il mercato sia delle uve sia dei vini non presenta particolari variazioni rispetto all’ultima vendemmia.

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