La Regione Veneto insieme al Friuli Venezia Giulia, su richiesta del Consorzio di tutela “Prosecco”, ha decretato lo stoccaggio fino al 31 luglio 2014 di parte del prodotto che sarà ottenuto dalla vendemmia 2013 atto ad essere designato con la Doc “Prosecco”, con esclusione dei quantitativi di prodotto certificato biologico.
“Come Regioni interessate a questa produzione - ha spiegato l’Assessore veneto all’Agricoltura, Franco Manzato - abbiamo deciso di sposare la specifica proposta del Consorzio di tutela Prosecco, perché ci permette di tener sotto controllo la gestione dei volumi di vino a denominazione messi in commercio, mantenendo un livello dei prezzi accettabile e stabilizzando il funzionamento del mercato rispetto ad un prodotto che continua ad incontrare successo nei mercati italiano e internazionali”. “Sebbene il trend della certificazione sia positivo per il quarto mese consecutivo, e quindi i volumi di imbottigliamento siano in significativa crescita - fa presente Manzato - si deve tenere conto anche dell’incremento della produzione conseguenza dell’entrata in produzione dei vigneti piantati negli anni più recenti. In proposito la filiera, attraverso il proprio Consorzio, si sta adoperando sulla base degli strumenti previsti dalla normativa comunitaria e nazionale nel gestire l’offerta in modo anche da garantire al consumatore la migliore qualità del prodotto”.
La misura dello stoccaggio è stata stabilita per i vigneti al secondo ciclo vegetativo (con resa pari al 60% della quantità stabilita dal disciplinare): i quantitativi di prodotto atto ad essere designato con la Doc “Prosecco” eccedenti le 8,7 tonnellate/ettaro; per i vigneti a partire dal terzo ciclo vegetativo: i quantitativi di prodotto atto ad essere designato con la Doc “Prosecco” eccedenti le 14,5 tonnellate/ettaro.
“Abbiamo in sostanza riproposto una misura richiesta anche per la vendemmia 2012 - ha spiegato l’assessore - che non discrimina alcuno in quanto ogni ditta produttrice dell’uva o azienda di prima vinificazione verrà coinvolta da una riduzione della vendita del Prosecco Doc ricavato, stoccato nella fase di trasformazione”.
Il quantitativo di prodotto che non può essere immesso al consumo fino alla data stabilita può, in particolari situazioni di perdurante crisi di mercato, essere totalmente o parzialmente riclassificato e destinato alla produzione di vini Igp, previa comunicazione motivata da parte del Consorzio alle competenti strutture regionali. D’altra parte il prodotto stoccato può uscire in qualsiasi momento dalla misura, con provvedimento dello stesso Consorzio.
Nel frattempo, si parla di Prosecco anche tra le istituzioni europee: “i servizi della Commissione sono impegnati in discussioni per assicurare che ci sia chiarezza tra il prosecco italiano e il croato Prosek”. È quanto assicura il neo commissario croato alla protezione dei consumatori Neven Mimica, ricordando che “ci sono regole molto chiare per quanto riguarda i vini”. “Come consumatore - aggiunge - so che i due vini sono due prodotti molto diversi e li apprezzo entrambi”. La querelle è entrata nel vivo dopo l’ingresso della Croazia nell’Unione Europea, il 1 luglio 2013.
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