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Porto, Tokaji, Champagne, Bordeaux, Madeira, Borgogna e Montepulciano: dalle pagine degli appunti scritti tra 1791 e 1803, digitalizzati dalla New York Public Library, i vini preferiti da Jefferson, terzo presidente e padre della viticoltura Usa

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Da appunti scritti tra 1791 e 1803, digitalizzati dalla New York Public Library, i vini preferiti dal presidente Jefferson

Nella storia d’America, sono tanti i Presidenti ad aver amato il vino, ma forse nessuno come il terzo, Thomas Jefferson, fine conoscitore e bevitore curioso, padre nobile della viticoltura americana con la sua tenuta della Virginia, Monticello. E dov’è la novità, vi starete chiedendo. Che adesso si sa esattamente cosa amasse bere, quanto vino acquistasse e persino quanto lo pagava, grazie al lavoro della New York Public Library, che ha digitalizzato tutti i documenti appartenuti al presidente americano, compreso il quaderno degli appunti in cui Jefferson teneva nota di tutti i suoi acquisti, che va dal 1791 al 1803. Da cui emerge che buona parte delle bottiglie che arrivavano in Virginia erano di Porto, Tokaji, Champagne, Bordeaux, Madeira, Borgogna e Montepulciano.
Come racconta il “Wall Street Journal” (www.wsj.com), i documenti sono particolarmente precisi: tra il 4 marzo 1802 ed il 4 marzo 1803, ad esempio, Jefferson spese 1.296,63 dollari in vino. Una bella cifra per l’epoca, che comprende sia il vino per uso personale che quello con cui accoglieva i propri ospiti alla Casa Bianca.
Tra gli acquisti, spiccano 100 bottiglie di Champagne, per 172,50 dollari, 4 “pipe” (letteralmente, “tubi”, ndr) di Madeira, 360 bottiglie di “Sauterne”, Sherry, Bordeaux, Chambertin e, sorprendentemente, 138 bottiglie di vino italiano “da Firenze”, incluse 123 bottiglie di Montepulciano, quindi di Nobile. Il fatto interessante è che all’epoca il vino italiano non godeva di alcuna considerazione tra l’alta società britannica ed americana, che prediligeva francesi e portoghesi, e difficilmente valicava i confini nazionali.
Tra i dettagli più interessanti, un ordine di 400 bottiglie di Champagne da Aÿ, di cui 153 arrivate in frantumi. Alcuni vini riportano il nome di produttori ancora esistenti, come le 36 bottiglie di Château Margaux ’98 (ovviamente, 1798), acquistate nel 1804, o le 72 bottiglie di “Rozan Margaux” ’98, con tutta probabilità l’odierno Rauzan-Ségla, o, ancora, le 72 bottiglie di “Saluce Sauternes”, antenato di Château d’Yquem, tutte spedite a Monticello.

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