Numeri di un fenomeno. Mentre il consumo di vino nel Belpaese negli ultimi anni ha subito un lento ed inesorabile declino (siamo a meno di 40 litri procapite all’anno, ndr), il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, diventato Docg nel 2009, in Italia, dal 2003 al 2011, ha visto crescere i consumi ad una media del 7,7% all’anno, con le bottiglie vendute nella grande distribuzione passate da 6 a 13 milioni (+116,1%). E anche all’estero i numeri sono impressionanti: 80 Paese nel mondo, per il Conegliano Valdobbiadene Docg, con un valore all’origine stimato in 115 milioni di euro per 28 milioni di bottiglie, con l’export che rappresenta oggi il 42% delle vendite. Ecco i dati salienti del “Rapporto di Distretto” 2012 presentati oggi, a di Pieve di Soligo (Treviso), dal Consorzio Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco (www.prosecco.it). Tra i mercati esteri, la Germania mantiene il ruolo di mercato leader a livello mondiale guadagnando, negli ultimi 9 anni, una quota di mercato di oltre 5 milioni di bottiglie, pari a un +156,2% dei volumi, mentre il mercato Nord americano si colloca in seconda posizione, con una significativa crescita dell’export, trainato da un +180,8% degli Usa. Performance positive sono registrate anche dalla Svizzera, che si contraddistingue per la significativa crescita nell’ ultimo anno, segnalando un +29,9%. Le potenzialità di crescita della Denominazione, inoltre, sono confermate dalle performance dell’export verso le altre destinazioni europee (Russia, Scandinavia, Benelux) ed extra europee (Brasile, Oceania, Canada). Non solo: guardando ai valori sui principali mercati di esportazione (Germania, Svizzera, Regno Unito e Usa), il Conegliano Valdobbiadene registra valori superiori del 40% sulla media degli spumanti italiani esportati.
Ma se questi sono alcuni dei numeri che raccontano di come la sfida dei mercati, senza pensare di abbassare la guardia, sia in qualche modo già stata vinta, anche il Conegliano Valdobbiadene, come gran parte dell’enologia italiana e mondiale, si interroga sulle sfide dell’ecosostenibilità e dell’ambiente.
“Sono tanti i progetti con cui il Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore rinnova ed accresce il suo impegno nel promuovere una viticoltura sempre più sostenibile - si legge in una nota - e rispettosa dell’ambiente e della salute dei suoi abitanti. Il primo impegno è ridurre l’utilizzo dei fitofarmaci attraverso l’adozione del Protocollo Viticolo, decalogo rivolto a tutti i viticoltori, che contiene le indicazioni utili per diminuire l’impatto nella difesa della vite dai parassiti. A questo si affiancano nuovi studi. Tra questi vi è il progetto sperimentale Biodivigna, finanziato dalla Regione Veneto, che ha tra i suoi obiettivi quello di arrivare a una conoscenza approfondita dell’ambiente della Docg ed alla conservazione della sua variabilità genetica. Questo lavoro ha portato alla catalogazione delle comunità vegetali presenti in collina ed all’individuazione delle vecchie viti presenti nell’area di Conegliano Valdobbiadene. La ricerca in nome di una viticoltura sostenibile passa anche attraverso la riduzione dell’effetto deriva, per limitare lo spargimento dei prodotti fitosanitari fuori dal vigneto, e l’attenzione alle energie rinnovabili, legate in primis ai residui di potatura e alle vinacce esauste. Lo studio sullo smaltimento dei tralci, ad esempio, è volto ad evitare le bruciature in vigneto ed al riutilizzo dei tralci a scopi energetici. Accanto a questo si stanno valutando i possibili mezzi alternativi all’uso dell’elicottero per effettuare i trattamenti o a mezzo di kit per gli atomizzatori o con sistemi di distribuzione a postazione fissa. Il tutto nella consapevolezza che la tutela del territorio e della salute di chi vi abita sono elementi imprescindibili. Una ricerca consentirà inoltre di calcolare il Carbon Footprint del Prosecco Superiore, indice internazionale divenuto sempre più importante, che consente di definire il bilancio di anidride carbonica prodotta in vigneto e cantina”.
Perché il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene, vuol diventare sempre più buono. Per il mercato e per l’ambiente.
Focus - I numeri del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene
Docg Conegliano Valdobbiadene 2011
Situazione generale:
Nascita della Denominazione di Origine 1969
Riconoscimento della Docg 2009
Comuni compresi nella Docg 15
Superficie dei vigneti che hanno prodotto uve DOCG nel 2011 5.647 ettari
Superficie del “Superiore di Cartizze” 107 ettari
Addetti del settore nell’area Docg:
- n. Viticoltori 3.068
- n. Vinificatori 437
- n. Enologi 250
- n. Addetti settore enologico 1.500
- Case spumantistiche 168
Caratteristiche dell’annata 2011:
Bottiglie totali prodotte 68.686.000
Bottiglie di spumante prodotte 62.648.000
Bottiglie di spumante “Superiore di Cartizze” 1.445.000
Bottiglie di spumante Rive Docg 1.126.109
Percentuale dello spumante sul totale delle bottiglie prodotte 90.0%
Bottiglie totali della tipologia Spumante “Superiore” 61.203.000
Percentuale dello spumante sul totale delle bottiglie prodotte 91.2%
Bottiglie di frizzante prodotte 5.811.000
Bottiglie di tranquillo prodotte 227.000
Bottiglie totali esportate 40.8%
Spumante “Superiore” esportato sul totale delle bottiglie vendute 41.9%
Frizzante esportato sul totale delle bottiglie vendute 38.1%
Superiore di Cartizze esportato sul totale delle bottiglie vendute 3.3%
Rive Docg esportato sul totale delle bottiglie vendute 14.5%
Valore del prodotto al consumo Euro 420.000.000
Focus - I progetti di sostenibilità Studio e protezione della biodiversità delle “Rive” nell’area di produzione del Conegliano e del Valdobbiadene Docg
La ricerca, realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova e con Veneto Agricoltura, ha come oggetto lo studio della biodiversità delle colline di Conegliano Valdobbiadene. Primo obiettivo è conservare la ricchezza di espressione del vitigno Glera e delle varietà minori, attraverso la creazione di una banca genetica della denominazione. Con questa finalità sono stati individuati gli esemplari di viti con più di 50 anni. Su un campione di più di 10.000 ceppi, si sono selezionati 400 ceppi che esprimono caratteri significativi. Al termine del lavoro, con la finalità di mantenere la variabilità di espressione della varietà, e conservarla nel tempo evitando la standardizzazione, verranno creati due vigneti dove sarà custodito questo materiale. Si studieranno anche le interazioni fra la vite e il microclima con l’obiettivo di evidenziare le peculiarità delle singole sottozone della denominazione. Proprio le differenze dei microclimi, infatti, sono alla base della diversa qualità delle uve nelle singole Rive. Con lo scopo di valorizzare questi aspetti, con il disciplinare della Docg, nel 2009, è stata introdotta la tipologia Rive, prodotta con uve provenienti dalle singole sottozone. Infine, lo studio svolgerà un’originale indagine per verificare quanto importanti siano per il consumatore la tutela dell’ambiente nella scelta di un vino, la tracciabilità del prodotto e la storicità del vigneto.
Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore e la conservazione del paesaggio
Lo studio realizzato dal Consorzio di Tutela, in collaborazione con Veneto Agricoltura, porterà anche alla catalogazione delle comunità vegetali presenti in collina, al fine di proteggere la biodiversità di questo angolo del Veneto candidato a divenire patrimonio Unesco. Si tratta di un monitoraggio articolato e distribuito sul territorio. Dopo una selezione basata sulle tecniche colturali impiegate e sulle caratteristiche stazionali (ad esempio la pendenza), sono state selezionate 26 aziende, dove sono stati compiuti complessivamente 260 rilievi nel corso della primavera. Parallelamente, il Dipartimento di Biologia sta allestendo un erbario della Denominazione in cui vengono rappresentati e conservati campioni delle piante rilevate. Questa banca dati, da completare con nuovi sopralluoghi l’anno prossimo, oltre ad aver già evidenziato la presenza di circa 200 specie vegetali differenti all’interno dei vigneti del Prosecco Superiore, permetterà di ottenere dei modelli in cui verrà valutato l’effetto di fattori naturali e di quelli legati all’opera dell’uomo sulla diversità vegetale dei vigneti. Ciò potrà fornire ulteriori elementi utili per capire quali accorgimenti tecnici i viticoltori dovrebbero impiegare per tutelare e salvaguardare ancora di più il paesaggio naturale oggi presente nel territorio collinare.
Produzione di compost dalle vinacce
Obiettivo della ricerca è trasformare un elemento di scarto, le vinacce, in un prodotto utile. Il Consorzio di Tutela ha così avviato una ricerca con il Dipartimento di Microbiologia del Tesaf di Padova, allo scopo di verificare la possibilità di ottenere un compost agricolo dai tralci di potatura e dalle vinacce, attraverso la fermentazione di questi prodotti e la trasformazione in terriccio, che potrà essere usato dalle aziende come ammendante o fertilizzante.
Utilizzo alternativo dei residui di potatura
La posizione collinare dei vigneti, con pendenze talvolta elevate, rende difficoltoso lo smaltimento dei residui di potatura (sarmenti) e per questo in passato venivano eliminati attraverso la combustione. Tale pratica è stata in questi anni vietata ed il progetto del Consorzio mira ad individuare le migliori modalità per lo smaltimento di questi residui, trasformandoli in prodotti utili. In particolare, la ricerca è volta a verificare le possibilità di riutilizzo del legno di potatura per il compostaggio o la produzione di energia termica.
Riduzione dell’effetto deriva
Il lavoro prevede tre azioni tutte volte in modi diversi a contenere la deriva dei trattamenti fitosanitari nei vigneti della Docg, ovvero ridurre la possibilità che le goccioline escano dal vigneto. La prima consiste nello studio di un impianto a terra semifisso per la distribuzione dei prodotti fitosanitari, da utilizzare nelle aree di alta collina, non percorribili dai trattori e per questo trattate con l’elicottero. La seconda azione è finalizzata alla messa a punto di un “kit antideriva” composto da attrezzature ed accessori da applicare sulle irroratrici per impedire lo spargimento della miscela al di fuori del vigneto. In questo modo si potrà limitare lo sconfinamento dei prodotti al di fuori dei vigneti e luoghi pubblici, evitando ai produttori di ricadere in infrazioni previste dal Regolamento di Polizia Rurale. La terza prevede il calcolo della fascia di rispetto (ovvero la distanza tra dove avviene il trattamento e dove il prodotto non deve arrivare) in base al tipo di macchina irroratrice, alla tossicità del prodotto e alla presenza di barriere verticali, così da poter adeguare, secondo le esigenze, la tipologia di attrezzatura specifica. Le prestazioni del prototipo di impianto semifisso e del kit antideriva saranno valutate da un pool di specialisti, mentre la deriva sarà analizzata attraverso cartine idrosensibili che segnalano la precisione durante le distribuzioni.
Biodiversità in cantina e bilancio dell’anidride carbonica
Grazie agli studi del Consorzio di Tutela è possibile incrementare la biodiversità anche attraverso l’uso di lieviti naturali nella vinificazione, adottando degli accorgimenti tecnici a partire dal vigneto. Lo scopo è quello di limitare l’utilizzo di lieviti in pasta e di proprietà di multinazionali premiando il carattere autoctono dei ceppi prescelti e di ridurre il contenuto dei solfiti. Inoltre una ricerca consentirà di calcolare il “Carbon Footprint” del Prosecco Superiore, indice internazionale divenuto sempre più importante, che consente di definire il bilancio di anidride carbonica prodotta in vigneto e cantina.
Mappatura delle colline: una memoria storica per il superiore
Individuare le viti più vecchie e salvaguardare il loro patrimonio genetico come veri monumenti naturali che consentano di tramandare la memoria storica del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. E’ questo un ulteriore passaggio del progetto realizzato dal Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore per recuperare, proteggere e valorizzare il patrimonio naturale collinare dell’area che si estende ai piedi delle Prealpi trevigiane e che è candidata a divenire Patrimonio Unesco. Grazie al progetto denominato Biodivigna, realizzato in collaborazione con Veneto Agricoltura ed il Dipartimento di Biologia, è stato avviato uno studio finalizzato a conservare la memoria storica che i viticoltori della denominazione da secoli custodiscono gelosamente. Accanto allo studio sulla conservazione del paesaggio, che sta portando alla costituzione di un erbario di specie vegetali spontanee presenti nei vigneti, infatti, la ricerca ha anche l’obiettivo di mappare e conservare il patrimonio genetico delle viti Glera, la varietà con cui si produce il Prosecco, e dei vitigni minori Verdiso, Perera e Bianchetta. Lo studio, nella fase di mappatura ed identificazione dei vecchi ceppi, è stato affidato a Paolo Guizzo, diplomato della Scuola Enologica, supportato da Aldo Coletti di Veneto Agricoltura.
La ricerca ha una doppia valenza: da un lato contrastare la standardizzazione del prodotto recuperando il patrimonio genetico di queste vecchie viti che manifestano un comportamento vegetativo e produttivo diverso a seconda dell’area e del biotipo specifico. Tale caratteristica, unita ad una comprovata sinergia con l’ambiente di coltivazione, potrebbe manifestare qualche forma di resistenza alle malattie. La variabilità genetica espressa consentirebbe, inoltre, di ottenere vini diversi fra loro, frutto di un’espressione territoriale peculiare che accrescerebbe, attraverso la sua conservazione, il valore paesaggistico della denominazione. E quindi un ulteriore elemento di pregio vitivinicolo e naturalistico che conferisce ai vigneti sistemati sulle colline più impervie, le Rive, un valore di storicità, tradizione e cultura rurale inimitabili. L’altro risvolto della ricerca ha una ricaduta di tipo sociale, visto che la conservazione del patrimonio genetico delle antiche viti gratifica il lavoro dei vecchi viticoltori che hanno conservato queste piante trasmettendo di generazione in generazione la cultura della viticoltura fatta a mano. La storia e tradizione dei vigneti delle colline di Conegliano Valdobbiadene, infatti, significa esprimere l’anima di un territorio e identificare un prodotto con la sua gente.
I numeri:
Lo studio Biodivigna ha permesso di individuare oltre 10.000 viti con più di 70 anni di età per le quali sono stati selezionati circa 600 esemplari che esprimono caratteri significativi, coinvolgendo in prima battuta 70 aziende viticole. E’ emerso, anzitutto, che molte sono le vecchie piante, a dimostrazione che la viticoltura di alta collina ha saputo salvaguardare la propria identità. Molte di queste superano i 100 anni di età ed arrivano a volte addirittura a 150 anni. La distribuzione dei vecchi ceppi è piuttosto concentrata nelle aree dove le pendenze sono più difficili, con più della metà presente di quelle selezionate fra i comuni di Valdobbiadene e Farra di Soligo.
Le fasi del lavoro: Il lavoro è iniziato con l’individuazione delle vecchie viti presenti nel territorio della denominazione, avvenuta grazie anche alla collaborazione dei produttori. A questa prima fase è seguita la catalogazione e georeferenziazione di dove si trova il ceppo. E’ in corso la verifica dello stato fitosanitario della vite per verificarne la salute e per prelevare il materiale al fine di eseguire gli innesti in campi prova e procedere poi alla moltiplicazione massale. Nella sua fase conclusiva il lavoro porterà alla realizzazione di un vigneto, un museo - didattico all’aperto,dove sarà conservato l’intero patrimoni genetico, per visite guidate rivolte a turisti ed esperti di settore.
Protocollo viticolo: si pensa già al 2013
Bilancio positivo per l’adozione del decalogo di regole nelle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. E si lavora già al prossimo anno perché il livello di formazione ed informazione rivolta ai viticoltori porti in breve tempo ad autoresponsabilizzarsi per una produzione sempre più attenta all’ambiente e alla salute di chi abita il territorio. E’ questo uno degli scopi per cui è stato introdotto il Protocollo Viticolo nelle colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Il documento, voluto dal Consorzio di Tutela e nato con l’obiettivo di ridurre sempre più i fitofarmaci in vigneto e sostituire i più tossici con quelli a minore impatto ambientale, è ora pronto a divenire ancora più restrittivo e completo in vista del prossimo anno. Di recente si è infatti riunita la Commissione di Protocollo composta da esperti professionisti del settore, agronomi, ricercatori, deputati alla stesura dell’edizione 2013. Si sta quindi già lavorando alla versione aggiornata di questo documento che limiterà ulteriormente l’elenco dei prodotti da utilizzare. Con il Protocollo Viticolo, malgrado la piovosità della scorsa primavera, già quest’anno i viticoltori dell’area Docg che lo hanno adottato si sono impegnati a ridurre i trattamenti fitosanitari sostituendo al tempo stesso i prodotti più tossici con quelli di fascia verde, ovvero a inferiore impatto ambientale. Con buoni risultati ed una certa soddisfazione che il Consorzio ora andrà a quantificare. La strada è tracciata e si lavora passo dopo passo per raggiungere il traguardo di una viticoltura sempre più green. Per fare conoscere ai viticoltori questo strumento, il Consorzio di Tutela ha fatto un lavoro capillare di informazione su questo aspetto. Sono state una ventina le riunioni che hanno visto presenti in queste serate informative dai 30 ai 1.000 viticoltori ciascuna. La presentazione del protocollo è avvenuta anche in occasione delle riunione delle associazioni di categoria per renderne la conoscenza ancora più ampia. In totale sono circa 6.000 le copie del protocollo distribuite e il lavoro di formazione continuerà anche in questi mesi.
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