Quando si parla di modelli di ricerca, nel mondo del vino, si prendono sempre ad esempio luoghi importanti per la produzione, come la Francia, la California, l’Australia, l’Italia, dove istituti eccellenti, ovviamente, non mancano. Ma il mondo del vino è sempre capace di stupire, ed ecco che arriva anche il “modello svizzero”, in un Paese non certo celebre per la produzione enoica. “Eppure ho trovato un approccio scientifico davvero notevole”, spiega a WineNews Marco Simonit, dei “Preparatori d’Uve Simonit e Sirch”, e unico relatore italiano ad “Agrovina” (www.agrovina.ch), kermesse di scena in Svizzera. “Per fare un esempio, abbiamo degustato 10 annate di vini prodotti da vigneti su terreni lavorati o inerbiti, con davanti dati analitici di ogni genere, e con il conforto, caso per caso, della degustazione del vino. Un approccio che raramente ho trovato nel mondo, quello messo in campo dall’Agroscope di Changins (www.agroscope.admin.ch), come raro è la sinergia che c’è qui tra ricerca e impresa”.
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