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REPORT SULLA VENDEMMIA 2008 - ECCO I COMMENTI DI TECNICI PIÙ QUALIFICATI DEL PANORAMA ITALIANO, LA VOCE DI AZIENDE IMPORTANTI DEL BEL PAESE E UN REPORT SPECIALE DAL VIGNETO BIODINAMICO DI COSIMO MARIA MASINI

Italia
Una delle scene classiche della vendemmia

Una vendemmia, che in sostanza è da considerarsi positiva e in alcuni casi eccellente, dai ritmi più “normali” senza gli anticipi del 2007, che ha portato nelle cantine italiane uve capaci di produrre vini tendenzialmente più freschi e dalle gradazioni alcoliche un po’ meno importanti di quelli del 2007: è questo, in estrema sintesi, il bilancio della raccolta 2008, che ha avuto come filo rosso le condizioni climatiche estreme.
L’andamento meteorologico 2008, infatti, almeno per i mesi decisivi per la vendemmia, evidenzia come l’estate sia stata decisamente poco mite e le piogge di metà giugno abbiano risparmiato circa i due terzi del Paese, causando in alcuni casi fenomeni non marginali di siccità, mentre al nord, le piogge hanno raggiunto in alcuni casi intensità davvero estreme. L’estate 2008 appare dunque tendenzialmente paradigmatica rispetto alla nuova fisionomia che questa stagione ha assunto a partire, grosso modo, dal 2000, caratterizzandosi per il verificarsi contemporaneo di precipitazioni estreme e lunghi periodi siccitosi. E se consideriamo il freddo dell’inverno e le prolungate piogge primaverili (che hanno favorito la diffusione delle malattie fungine della vite), il vigneto Italia non è stato certo capace nel 2008 di esprimere completamente il proprio potenziale quantitativo.
L’Italia enoica, infatti, si presenta divisa in due: con il Sud che mostra recuperi significativi, mentre al Nord troviamo sostanzialmente riconfermati i livelli del 2007, con un ulteriore calo in alcune zone.

Il commento - Regione per regione …
Dal Trentino arriva il commento positivo di Fausto Peratoner, direttore generale della Cantina La Vis, una delle realtà cooperative più efficienti d’Italia: “dal punto di vista quantitativo abbiamo registrato un piccolo calo, 3-4%, che comunque si inserisce su un piano di stabilità produttiva ormai confermato da qualche vendemmia a questa parte. Spostando l’attenzione sulla qualità, la vendemmia 2008 è andata generalmente molto bene per i bianchi, con punte anche di eccellenza, soprattutto per quanto riguarda le basi-spumante e il Pinot grigio, forse in una delle sue migliori annate. I rossi, che rappresentano il 20% della nostra produzione complessiva, sono generalmente di buon livello, specialmente i vitigni precoci, mentre per i tardivi, non possiamo proprio parlare di annata memorabile”.
Dal Veneto, Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, si dichiara ottimista: “un andamento stagionale favorevole ci ha permesso di portare in cantina uve di buonissima qualità. Abbiamo ottime aspettative: i vini sembrano possedere caratteristiche interessanti sia per corredo aromatico che per colorazione”.
In Lombardia, la situazione è fotografata da Mattia Vezzola, enologo della maison Bellavista: “a parte qualche problema con la grandine di mezza agosto, che ha un po’ ridotto il nostro potenziale quantitativo, la vendemmia 2008 è da considerarsi molto buona. I vini appena fermentati possiedono un bel corredo aromatico e sono dotati di notevole freschezza. Mi aspetto anche una buona longevità anche se è ancora presto per giudizi definitivi. Sono comunque molto soddisfatto”.
Gianni Venica, a capo della fmaosa azienda friulana, spiega che “l’annata 2008 era partita con non poche preoccupazioni, dovute ad un andamento climatico difficile. Per fortuna, le cose sono poi notevolmente migliorate e la vendemmia è andata molto bene, anche per i vitigni a bacca rossa che erano quelli più problematici. Le uve hanno raggiunto maturazioni ideali e i vini, anche se è ancora molto presto per esprimere una valutazione definitiva, evidenziano buoni profumi, acidità molto più stabili sul 2007 e tratti minerali, che fanno pensare a vini di ottima longevità. Sono pertanto molto fiducioso”.
In Piemonte, vendemmia da poco terminata con risultati decisamente positivi, come spiega Ernesto Abbona della storica azienda Marchesi di Barolo: “una vendemmia ideale specialmente per i vitigni tardivi, Barbera e Nebbiolo. Anche se i vini devono ancora fare la fermentazione malolattica, evidenziano già caratteristiche interessanti: gradi alcolici elevati, tannini abbondanti ma non duri, con più di un analogia con quelli del 2004. Insomma, ci sembra un’annata promettente e i vini dovrebbero possedere anche su una grande longevità”. Sempre da Barolo, il commento positivo è di Paolo Damilano della Cantina Damilano, che dichiara: “una vendemmia importante quella che si è da poco conclusa. Gli ottimi risultati ottenuti derivano da un clima che da agosto a ottobre è cambiato in positivo e ha determinato un eccezionale livello qualitativo delle uve, stiamo parlando di uve Nebbiolo da Barolo. Le temperature di giorno sostenute e più fresche la sera hanno contribuito a determinare l’escursione termica ideale per una vendemmia regolare. I primi dati analitici ci mostrano un Barolo caratterizzato da un perfetto equilibrio, ben strutturato, con una bella concentrazione e una buona acidità”.
Spostandosi in Toscana, ecco le impressioni di Renzo Cotarella, direttore generale della Marchesi Antinori: “siamo decisamente soddisfatti. L’annata 2008 è andata complessivamente molto bene, e in alcuni casi abbiamo raggiunto punte di eccellenza assoluta. In Piemonte e in Lombardia, l’andamento climatico primaverile ci aveva preoccupato non poco, ma poi c’è stato un ottimo recupero e i risultati qualitativi sono da considerarsi ottimi. In Toscana, la vendemmia è stata in generale di grande livello, con la zona di Bolgheri ad emergere particolarmente, grazie ad un’annata davvero eccezionale, che, credo, sarà da ricordare. Stesso giudizio d’eccellenza per la Puglia, dove possiamo tranquillamente parlare di grandissima annata”. Da Montepulciano, Miriam Caporali della Tenuta Valdipiatta spiega: “il bilancio della vendemmia 2008 è certamente positivo. Una raccolta direi tradizionale, con gradazioni dei vini sui 13-13,5 gradi alcolici, belle acidità e buon apporto aromatico. Non sarà una annata eccezionale, ma per il Sangiovese sarà speciale, con molte analogie con la 2004”. Molto prudente Patrizio Cencioni, presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino: “una vendemmia che ci sembra positiva, ma una valutazione più precisa non è ancora possibile”. “Una vendemmia che si è chiusa molto bene - spiega Marco Pallanti, presidente del Consorzio del Chianti Classico ed enologo del Castello di Ama - con un unico neo rappresentato da un calo produttivo, peraltro non sorprendente viste le difficoltà primaverili di allegagione, dovute all’abbondanza delle piogge. I vini appena svinati fanno pensare ad una buona annata, sono alcolici, colorati e dal tenore polifenolico importante, il che fa supporre anche ad una loro propensione alla tenuta nel tempo. Non mi sembra azzardata l’analogia con l’annata 2004 dal punto di vista qualitativo”.
Dall’Umbria, dove Marco Caprai, a capo dell’azienda di famiglia che ha lanciato il Sagrantino nel gotha dell’enologia mondiale, commenta che “è stata una vendemmia buona, meno per chi produce soltanto le uve, perché è c’è stato un sensibile calo quantitativo. Per quanto riguarda i nostri vini, anche se è ancora presto per esprimere giudizi definitivi, sembrano connotarsi per una estrema eleganza”.
Dall’Abruzzo, il report dell’agronomo Luciana Biondo, che gestisce i vigneti dell’azienda Valle Reale: “abbiamo appena terminato le operazioni di raccolta, svolte con condizioni climatiche favorevoli e con l’assenza quasi totale di pioggia. Le uve hanno raggiunto maturità eccellenti e ci aspettiamo una buona annata. Le fermentazioni procedono regolarmente e i primi riscontri all’assaggio sono molto interessanti specie dal punto di vista aromatico, sia per il Trebbiano che per il Montepulciano”. Romeo Taraborrelli, enologo dell’azienda Masciarelli, la vendemmia 2008 è, senz’altro, da ricordare “per le caratteristiche assolutamente particolari dei suoi risultati, che storicamente hanno forti analogie con la raccolta del 1989. Un’annata eccezionale, ma allo stesso tempo di difficile interpretazione, in particolare per quanto riguarda il Montepulciano. Chi ha saputo aspettare i ritmi di una maturazione rallentata, come nel caso dell’azienda Masciarelli, ha portato in cantina uve straordinarie che stanno dando vini dalla struttura poderosa e dalle acidità inusuali per i prodotti di questa regione. Sul Trebbiano, invece, la maturazione è stata nettamente più regolare e i vini, pur offrendo caratteristiche importanti, sono un po’ meno affascinanti dei rossi”.
In Campania arrivano parole positive di Piero Mastroberardino, a capo dell’azienda di famiglia, con sede ad Atripalda: “mi sembra davvero una annata eccellente. Abbiamo quasi terminato la vendemmia, che è stata davvero bella. Le uve sono arrivate in cantina con gradazioni ottimali e i primi risultati dopo la fermentazione promettono prodotti molto interessanti. I bianchi sono caratterizzati da grandi profumi, decisamente in guadagno rispetto all’anno scorso, per i rossi è ancora presto per esprimere una valutazione definitiva, ma fanno intravedere notevoli potenzialità”. “Un andamento stagionale un po’ anomalo per l’Irpinia quello dell’annata 2008 - spiega Marco Gallone, amministratore delegato della Feudi di San Gregorio - che comunque non ha compromesso la vendemmia, che abbiamo portato a termine in questi giorni all’insegna del bel tempo. Le uve sono arrivate in cantina con gradi di maturazione ottimali e possiamo dire che si è trattata di una raccolta decisamente positiva. I vini bianchi, già a fine fermentazione, promettono grandi intensità aromatiche e connotazioni varietali di grande nitidezza. Per i rossi è ancora presto per dare giudizi, perché sono ancora in corso le fermentazioni, ma ci aspettiamo risultati eccellenti. Quantitativi in linea con il 2007, quindi tendenzialmente al di sotto della media”.
Dalla Sicilia un commento decisamente soddisfatto è quello di Alessio Planeta, alla guida insieme a Santi ed a Francesca dell’azienda di famiglia, con base a Menfi: “la vendemmia è andata molto bene, è stata molto regolare, senza nessun problema sia sui vitigni a bacca bianca che su quelli a bacca rossa. Fra quest’ultimi si segnala un Nero d’Avola davvero straordinario. Quantità in crescita rispetto allo scarsa vendemmia 2007. Ora è il momento degli assaggi dei vini in evoluzione. Dai primi riscontri posso dire che abbiamo grandi aspettative e siamo molto soddisfatti”. Buone sensazioni anche nelle parole di Luigi Pavesi, responsabile marketing di Tasca d’Almerita, che commenta: “una buona vendemmia quella del 2008, che dal punti di vista qualitativo collocherei ad un livello medio-alto, soprattutto per i vitigni a bacca bianca, che stanno producendo vini profumati e di bella freschezza; per quanto riguarda i rossi, le prime indicazioni sono confortanti: i vini sono molto equilibrati e dovrebbero garantire anche una buona longevità”.

Il commento degli enologi: Ferrini, Cotarella, Pagli, Valenti, Landi
Veniamo ai commenti dei tecnici … “A parte qualche piccolo problema di siccità in alcune zone - spiega l’enologo Carlo Ferrini - consulente non solo per tante aziende toscane, da Castello di Fonterutoli e Barone Ricasoli a La Brancaia, da Casanova di Neri a Castello di Romitorio, da Poliziano a Fattoria di Petrolo, ma anche dalla trentina San Leonardo fino alla siciliana Donnafugata e Tasca d’Almerita - la vendemmia 2008 mi sembra che sia più che positiva. Dal Trentino alla Sicilia, passando per Toscana, Marche, Abruzzo e Puglia, abbiamo ottenuto buoni risultati. I vini, a fermentazione malolattica ancora da completare, evidenziano profumi interessanti, giusto grado alcolico e bellissime acidità, migliori di quelle espresse nel 2007. Sono molto fiducioso - conclude l’enologo fiorentino”.
“Ormai la situazione del Vigneto Italia è talmente diversificata - commenta Riccardo Cotarella - enologo di fama mondiale e consulente di tante aziende da Di Majo Norante, Terre della Custodia a Montevetrano, Galardi e San Patrignano, da Castello della Cigognola al Castello di Volpaia, dalla fattoria IGreco a Villa Medoro, da Leone De Castris a Poggio Le Volpi, da Abbazia Santa Anastasia alla Falesco - addirittura fino ai micro territori delle stesse aziende, che è impossibile fare un commento omogeneo. A questo va poi aggiunto il comportamento climatico degli ultimi anni decisamente estremo, che costringe per forza a parlare di vendemmia “a macchi di leopardo”. Detto questo, i vitigni a maturazione media sono andati molto bene, mentre i precoci e i tardivi hanno sofferto. I precoci il caldo, i tardivi, invece, nelle zone dove la pioggia è stata abbondante, producono vini contraddistinti da una certa tendenza alla diluizione. Possiamo parlare di grande annata per la Puglia e l’Etna - continua Cotarella - e per quanto riguarda i vitigni sono andati molto bene i Montepulciano, gli Aglianico, ma quelli del Beneventano, i Nero d’Avola agrigentini e i Merlot coltivati in zone fresche. Certo, come sta già capitando da alcuni anni, mi sembra che i vitigni bianchi siano quelli che hanno raggiunto i risultati più importanti: dal Verdicchio al Vermentino, dalla Falanghina al Greco, dal Fiano al Grillo”.
“Sono sostanzialmente soddisfatto - afferma Attilio Pagli, enologo consulente a capo del gruppo Matura, la società di servizi per aziende vitivinicole con sede ad Empoli - tanto per cominciare la vendemmia 2008 ha prodotto meno uva rispetto alla media, e questa è già una nota positiva, poi, chi ha saputo aspettare, almeno fino alla fine di settembre, ha portato in cantina una materia prima di grande spessore. I vini, anche se è ancora presto per dare un giudizio definitivo, hanno fruttati rigogliosi, tannini docili, bella freschezza acida e colori un po’ meno intensi che nel 2007, ma questo non è necessariamente un male. Certo non possiamo parlare di un millesimo come il 1999 o il 2006, ma è comunque una buonissima annata. Le cose migliori - continua Pagli - mi sembra che siano state ottenute in Sicilia, nelle Marche e in alcune parti della Toscana un po’ più sconosciute. Ci aspettiamo in generale vini dotati di grande equilibrio e in alcuni casi di qualità straordinaria”.
Per l’agronomo Leonardo Valenti, professore di viticoltura dell’Università di Milano e consulente di aziende del calibro della franciacortina Berlucchi e dell’umbra Caprai, “le favorevoli condizioni di inizio autunno hanno permesso alle uve di raggiungere una buona maturazione, almeno nei casi dove i vigneti non sono stati colpiti da stress idrico. La 2008 dovrebbe essere un’annata interessante, decisamente “a macchi di leopardo”, come si dice in questi casi, con le uve bianche un po’ più problematiche per una certa carenza di azoto, che ha originato qualche blocco di fermentazione e conseguente residuo zuccherino. Un’annata - continua Valenti - che è stata senza dubbio impegnativa in campo, ma che poi ha potuto essere ben controllata in cantina. Vedo risultati molto convincenti sui vitigni a bacca rossa come, per esempio, gli Aglianico, della Basilicata soprattutto, ma anche Campani, sui Montepulciano e sui Nero d’Avola più precoci. Vedo molto bene zone come Umbria, Piemonte e Oltrepo Pavese, dove la peronospora ha decisamente fatto selezione, ma i frutti rimasti sono davvero molto belli”.
Per Lorenzo Landi - direttore delle produzione del gruppo Saiagricola (Fattoria del Cerro, La Poderina, Colpetrone) ma anche enologo consulente di cantine come Lungarotti e Cottanera - “la vendemmia 2008 è complessivamente da considerarsi buona, senza però essere straordinaria. I vini, a fermentazione malolattica da completare e quindi in una fase ancora poco decifrabile, evidenziano buone freschezze acide e tannini morbidi, ma mancano però di un po’ di concentrazione anche aromatica. Una vendemmia influenzata molto dagli sbalzi climatici, anche estremi, che sembra aver favorito alcune zone in particolare come la Puglia, specialmente nella zona di Castel del Monte coltivata in prevalenza ad Uva di Troia, l’Etna, dove è davvero possibile parlare di annata ottima, le Marche e la Sardegna. Senza però essere ultimativi nei giudizi - conclude Landi - perché, come è ovvio, non esiste un’annata, e tanto meno una come la 2008, tutta positiva o tutta negativa”.

L’“altra” vendemmia: report sulla raccolta 2008 nei vigneti biodinamici dell’azienda toscana Cosimo Maria Masini
Proprio di un’“altra” vendemmia bisogna parlare quando ci accostiamo ai vigneti coltivati in regime biodinamico. Non solo per la profonda differenza degli interventi in fase di allevamento della vite, ma anche per i risultati e l’approccio complessivo. “la 2008 è stata un’annata difficile - spiega Cosimo Maria Masini, a capo dell’azienda di San Miniato (Pisa) - che ha messo a dura prova la conduzione biodinamica del vigneto. Pioggia alternata ad afa, principalmente, sono state condizioni estreme che hanno scatenato una sorta di “guerra” tra il viticoltore e la natura. A questo va aggiunto il fatto che in un vigneto biodinamico i trattamenti antiparassitari si limitano, come per il biologico, al rame e allo zolfo”. “Per quanto ci riguarda questa serie di problemi ci ha dimezzato la produzione. Una vendemmia - prosegue Masini - che ci ha fatto capire molte cose sulle caratteristiche più profonde del nostro vigneto e come la biodinamica inviti ad operare con attenzione, tempestività e precisione superiori rispetto ad una conduzione convenzionale. Per fortuna, dal punto di vista qualitativo, siamo riusciti ad ottenere delle uve molto interessanti, specialmente dai vigneti più vecchi e soprattutto dal Sangiovese. I vini, sia i rossi che i bianchi, fermentati in vasche aperte senza l’aggiunta di lieviti selezionati, evidenziano bellissime acidità, finezza ed eleganza, dimostrando potenzialità superiori alla scorsa annata”.

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