02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

Rosati, mercato in crescita. L’Italia, secondo produttore, dopo Francia, è solo quinto consumatore. Studio francese: “il rosato, cool tra gentil sesso, subisce forte stagionalità: in primavera/estate si consuma 70%”. Focus: i migliori rosè d’Italia

Italia
In Italia, tra primavera ed estate, si consuma il 70% dei vini rosati

I rosati costituiscono un mercato in crescita. I consumatori hanno, infatti, iniziato a prediligere vini più facili da bere, più leggeri, equilibrati ed eleganti. E c’è da sottolineare che questa tendenza, legata forse anche ad aspetti salutistici, ha radici lontane; leggendo attentamente gli autori antichi già si percepisce una certa predilezione per questi vini. Secondo uno studio francese, il rosato subisce una forte stagionalità: tra primavera ed estate si consuma quasi il 70% del rosato; sempre in Francia, il consumo di rosato, in 10 anni, tra il gentil sesso è passato dal 22% al 31%. E’ la fotografia che esce oggi, ad Otranto (Lecce), dal convegno internazionale “I mercati del Rosato: identità, gradimento e prospettive”, promosso dalla Regione Puglia, in partenariato con Assoenologi, Accademia Italiana della Vite e del Vino e Unioncamere Puglia e Ministero delle Politiche Agricole.
Federico Castellucci, ex direttore generale Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (Oiv), ha poi esaminato, con uno sguardo internazionale, il mercato dei vini rosati, decisamente in crescita, nel quale l’Italia sta affermando sempre più la sua quota di export grazie a una qualità e a un rapporto qualità/prezzo ormai riconosciuti in tutto il mondo. “I rosati - ha specificato Castellucci - rappresentano più del 9% della produzione mondiale di vino. Il principale paese produttore è la Francia, seguita da Italia, Stati Uniti, Spagna e Germania. La Francia è anche il principale paese consumatore (34% della produzione mondiale), seguita da Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna e Italia, solo quinta (5%), nonostante sia il secondo paese produttore. L’Italia, in 10 anni, ha aumentato la sua quota di export passando dal 26% al 40%. Secondo uno studio francese, il rosato subisce una forte stagionalità: tra primavera ed estate, si consuma quasi il 70% del rosato; sempre in Francia, il consumo di Rosato tra il gentil sesso è passato dal 22% al 31%”.
Nelle relazioni di esperti internazionali, come Gilles Masson, dg Centro di Ricerca e Sperimentazione sul rosè dell’Istituto Francese della Vigna e del Vino, che ha raccontato evoluzioni passate, presenti e future del mondo dei Rosati. Masson ha sottolineato che “rare sono le fonti di informazione sui vini rosati; solo dal 2004 è stato possibile dar vita ad un osservatorio, grazie ad una collezione di oltre 100 campioni di rosati - provenienti da 30 Paesi, di cui la Francia è la nazione più rappresentata - messe a disposizione del Centro di ricerca dall’Unione degli enologi di Francia; questa banca dati conferma che il mondo del rosato è molto vasto e copre un ventaglio di possibilità in termini di gusto, equilibrio e quindi di adattamento al mercato molto importante”. Secondo Rudolf Nickening, segretario generale Associazione Viticoltori Tedeschi, “i rosati non devono rappresentare un compromesso per chi non sa scegliere un vino bianco o rosso; i consumatori dovrebbero imparare ad ampliare la loro richiesta: bianco, rosso o rosato? Personalmente ritengo che il rosato non sia un compromesso, ma una prima scelta, un vino capace di accompagnare un buon pasto, che si sposa perfettamente con numerosi piatti di carne o di pesce. La sua popolarità sul mercato è cresciuta, negli ultimi 10 anni, offrendo oggi numerose opportunità nella produzione e nel marketing; in Germania, non possiamo parlare di boom dei Rosati, tuttavia il suo potenziale non sembra essersi esaurito”.
“Il quinto posto italiano nella classifica dei consumi - ha commentato il senatore Dario Stefàno, ideatore dell’evento/concorso “Rosati d’Italia” - ci conferma che quello del rosato è un mercato in espansione, tutto da occupare per i nostri produttori. Tanto più che la qualità, l’autoctonia e il legame con i luoghi di produzione sono i tratti identitari con cui competiamo sullo scenario globale ed un mix formidabile in grado di regalarci etichette uniche al mondo. Siamo sul podio per la produzione di rosati, ma non ci fermiamo: abbiamo avviato orgogliosamente un nuovo processo di riscoperta delle nostre radici produttive, qual è appunto il vino rosato, che sono certo ci farà fare ulteriori passi da gigante nel panorama enologico internazionale”.
Ma per capire l’evoluzione che in Italia ha avuto il rosè italiano, importante è stata la comunicazione, molto documentata, di Sandro Sartor, ad Ruffino, che ha ripercorso i 50 anni del Rosatello Ruffino, il rosato italiano in auge negli anni Sessanta, e rilanciato nel 2013: “erano gli anni Sessanta - ha raccontato Sartor - quando Ruffino introdusse fra le sue referenze il Rosatello, prodotto da uve pugliesi, associando ad esso una bottiglia speciale; un legame indissolubile fra contenitore e contenuto che ha dato vita a un vino in grado di segnare la storia dei vini Rosati. Il principale mercato del Rosatello è senza dubbio l’Italia, ma è anche esportato in alcuni paesi come Germania e Nord Europa. In Italia il mercato dei rosati ha segnato il passo negli anni Ottanta e Novanta, ma negli ultimi 5 anni si è iniziato a registrare un interesse crescente da parte dei consumatori”.
“La quota dell’export di questa qualità di vino - ha spiegato l’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni - dice che nei rosati ci sono margini di crescita e di sviluppo ampi e concreti e, in questo senso, sia questo concorso/evento che, ancor di più, le politiche di sostegno al marketing, alla promozione, all’ammodernamento e alla internazionalizzazione delle cantine pugliesi messe in atto, provano a dare forza ad un indirizzo di mercato che può essere di grande successo per i produttori di rosato. L’appeal di questi vini cresce e con esso la propensione delle cantine italiane a fare meglio e bene”.

Focus - I rosati: uno sguardo internazionale by Federico Castellucci (ex dg Oiv)
- Ormai i rosé rappresentano più del 9% della produzione mondiale di vino
- La maggioranza sono secchi: <4g/l; più di 20g/l essenzialmente negli Usa
- Paesi produttori: 1 Francia, 2 Italia, 3 Usa, 4 Spagna, 5 Germania: rappresentano insieme l’88% della produzione mondiale
- Sale il Nuovo Mondo
- In Francia dal 2002 al 2011: aumento produzione del 29%
- Un mercato dominato dalla marca, anche se in Italia siamo 50-50
- Italia, Spagna, Usa e Germania: indicazione di un vitigno; Argentina: senza indicazione
- Paesi consumatori di rosé: 1 Francia, 2 Usa, 3 Germania, 4 Uk, Italia solo quinta, pur essendo il secondo produttore e in crescita di produzione e, soprattutto, di export
- La Francia consuma, da sola, il 34% del rosé mondiale, gli Usa il 13 %, l’Italia solo il 5%
- In Francia, nel 2011, il 25% del vino consumato è stato rosé: in Italia solo il 5%
- Il vino rosé viaggia abbastanza: più del 30% viene esportato in media; in dieci anni le importazioni si sono quasi raddoppiate
- L’Italia ha aumentato la sua quota di export in dieci anni dal 26% al 40% (in un mercato in crescita)
- La Francia ha mantenuto le posizioni, la Spagna è calata
- I più forti esportatori sono: Italia 35.210 ettolitri, Spagna, 21.7.00 ettolitri, Usa 6.710 ettolitri: la Francia è importatore per 22.020 ettolitri e il Regno Unito per 13.690 ettolitri
- Stagionalità: in Francia tra estate (42,6%) e primavera (25%) si consuma quasi il 70% del rosé
- In dieci anni il consumo femminile di rosé è passato dal 22% al 31% (dati Francia)
- Un mercato in crescita, nel quale l’Italia si sta affermando sempre più all’export con qualità e rapporto qualità/prezzo riconosciuti da tutti; ora bisogna convincere anche gli italiani che il rosè è un ottimo prodotto e che consumarlo è “cool”.

Focus - Le opportunità di mercato per i Rosati in Germania by Rudolf Nickenig (Associazione Viticoltori Tedeschi)
Agli occhi degli enofili e/o dei winelovers tedeschi i rosati - sebbene siano necessari dei chiarimenti su questa tipologia di vini - hanno sia una tradizione che un futuro oggetto di pregiudizi. Dal mio punto di vista sono piuttosto bizzarre le affermazioni di chi dice che i rosati o si amano o si odiano. E’ proprio per questo motivo che ritengo che solo delle spiegazioni adeguate sulla natura di questo vino passano aiutare a superare i pregiudizi dei consumatori.
I rosati non devono rappresentare solamente un compromesso per chi non sa se scegliere un vino bianco o un vino rosso. I consumatori dovrebbero imparare ad ampliare la loro richiesta: rosso, bianco o rosato? La maggior parte dei viticoltori propone il rosato come un vino ideale per l’estate; io seguo sempre volentieri questa indicazione e mi godo il sapore fresco ed intenso dei miei rosati preferiti. Tuttavia, sarebbe un grande errore ridurre il consumo dei rosati ad occasioni come quella di “una sera d’estate in terrazza”.
Personalmente ritengo che il rosato sia molto indicato per accompagnare un buon pasto. Mi piace scegliere un rosato anche come aperitivo perché apre i miei sensi a tutti i tipi di sapori. Per accompagnare i pasti, il vino rosato non è affatto un compromesso, ma è senza dubbio una prima scelta: si sposa perfettamente con numerosi piatti di carne o di pesce, ad esempio con le capesante, i gamberi e i gamberetti o con il carpaccio di manzo, il vitello tonnato e, non da ultimo, è perfetto per accompagnare il dessert. La popolarità dei rosati sul mercato è cresciuta negli ultimi 10 anni. Le potenzialità dei rosati sono state riscoperte dai produttori di vino tedeschi e nell’ideale comune i rosati spagnoli e italiani si sono affiancati alla classica gamma dei vini rosati della Provenza. Non possiamo parlare di un boom dei rosati in Germania, tuttavia il potenziale di questo mercato non sembra essersi esaurito. I rosati offrono, dunque, la singolare opportunità di aprire nuove strade nella produzione e nel marketing.

Focus - Il Veneto e la Puglia trionfano nei Rosati d’Italia
L’Italia “en rosé” ha i 18 vini campioni del Concorso enologico nazionale dei Rosati (scelti tra 400 etichette di 250 cantine di tutte le 20 regioni d’Italia), promosso dalla Regione Puglia, autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e realizzato in partenariato con Assoenologi, Accademia Italiana della Vite e del Vino e Unioncamere Puglia.
“Intravedo nel rosato - ha spiegato Palma d’Onofrio, sommelier e maestra di cucina - un veicolo privilegiato per fare avvicinare al mondo del vino i consumatori del nord e dell’est Europa ancora poco educati ed avvezzi al vino di qualità. E’ un vino fresco, beverino, profumato, un vero jolly sulla tavola di tutti i giorni, soprattutto in estate quando il pomodoro troneggia sulle nostre tavole”.
“Rosati d’Italia - ha dichiarato il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - non è solo una vetrina prestigiosa, ma è il compimento di un percorso che riconosce alla Puglia l’impegno messo in campo per affermare le peculiarità di questo prodotto, il rosè, che non è un vino di mescolanza, come invece voleva ingiustamente validare la Comunità Europea. Abbiamo vinto una scommessa: quella di innestare sui nostri vitigni la ricerca e l’innovazione perché l’enologia torni a parlare di futuro, di crescita e di prospettive occupazionali per le nuove generazioni”.
Nella categoria “Tranquilli Doc-Dop” quest’anno vi è stata la affermazione dei vini lombardi, oltre alla conferma del solito Abruzzo. La medaglia d’oro è andata al Valtenesi Dop Chiaretto Ca’ Maiol 2013 dell’Agricola Provenza di Desenzano del Garda (Brescia); l’argento al Cerasuolo d’Abruzzo Dop Unico 2013 della tenuta Ulisse di Crecchio (Chieti) ed il bronzo al Valtenesi Doc Chiaretto Vino Biologico Selene 2013 dell’azienda Civielle Sac di Moniga del Garda (Brescia).
Molta Puglia, invece, nel medagliere dei “Tranquilli Igt-Igp”. Il Puglia Igt Susumaniello Rosato Tre Tomoli Rosa 2013 dell’azienda Vigna Flora di Saponari Filomena di Castellana Grotte (Bari) si è aggiudicato la medaglia d’oro, con una performance davvero notevole per un vino, prodotto con coltivazione biologica in 2000 bottiglie da un vigneto di appena tre tomoli. La medaglia d’argento è stata conquistata dal Terre di Chieti Igt Rosato Maylea 2013 della cantina abruzzese Orsogna di O.V. Orsogna Sca di Orsogna (Chieti) mentre quella di bronzo è andata al Puglia Igt Rosato 2013 della Polvanera di Gioia del Colle (Bari).
Podio tutto emiliano per la categoria “Frizzanti Doc-Dop”: le cantine Lombardini di Novellara (Reggio Emilia) si sono aggiudicate l’oro con il Reggiano Doc Lambrusco Rosato vino frizzante secco Il Campanone 2013, mentre l’Emilia Wine Cooperativa di Arceto di Scandiano (Reggio Emilia) la medaglia d’argento con il Colli di Scandiano e di Canossa Dop Lambrusco Rosato vino frizzante secco Rosaspino 2012. Sul gradino più basso il Lambrusco di Sorbara Dop Rosato frizzante secco Rosa 2013 dell’Azienda Agricola Garuti Elio ed eredi Garuti Romeo di Sorbara di Bomporto (Modena).
Veneto e Puglia fanno man bassa nella categoria “Frizzanti Igt - Igp”. Si è aggiudicato la medaglia d’oro la Marca Trevigiana Igt Rosè vino frizzante Aura Letitiae 2013 dell’azienda agricola Manera Luigi di Castelfranco Veneto (Treviso); medaglia d’argento alla Puglia con il Valle d’Itria Igp Rosè vino frizzante Prosit 2013 della Cardone Vini Classici di Locorotondo (Bari) e bronzo al Veneto Igp Raboso Rosato vino frizzante 2013 dell’azienda agricola La Pracurte di Fauro Francesco di Annone Veneto (Venezia).
Ancora insieme le due Regioni sul podio nella categoria “Spumanti Doc - Dop”. I premiati sono i vini di due cantine venete che hanno conquistato il primo e secondo posto, rispettivamente l’azienda agricola Benazzoli Fulvio di Pastrengo (Verona) con il Bardolino Doc Chiaretto vino spumante brut Ruffiano 2013 e l’azienda agricola Righetti Enzo di Cavaion Veronese (Verona) con il Bardolino Doc Chiaretto spumante brut 2013. La medaglia di bronzo, invece, è andata al Salice salentino Docvino spumante brut Rosè Five Roses 2010 dell’antica azienda agricola vitivinicola Leone De Castris di Salice Salentino (Lecce).
Nella categoria “Spumanti Igt e Vsq” la medaglia d’oro al Veneto, con il Manzoni Moscato Rosato vino spumante di qualità dolce 2013 dell’azienda agricola Ca’Salina di Valdobbiadene (Treviso); medaglia d’argento e di bronzo, rispettivamente a Puglia e Lombardia, con il Negroamaro vino spumante di qualità extra-dry Rosè Melarosa 2011 delle Cantine Due Palme di Cellino San Marco (Brindisi) e il Pinot Nero vino spumante di qualità extra-dry Rosato Cuvee Eleonora Giorgi della cantina Fratelli Giorgi di Canneto Pavese (Pavia).
Info: www.concorsorosatiditalia.it

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025