Nel mondo del vino, sempre più aperto alla sperimentazione e alla contaminazione, una categoria storica sta vivendo una sorprendente rinascita: i vini aromatizzati. Da prodotto di nicchia a protagonista delle nuove abitudini di consumo, questi vini si impongono come simbolo di leggerezza, versatilità e creatività sensoriale, soprattutto tra i giovani adulti e gli appassionati di mixology. Complici la crescente attenzione alla moderazione alcolica, il desiderio di esperienze gustative non convenzionali e la ricerca di formati pratici e sostenibili, i vini aromatizzati - dagli storici classici Vermouth di Torino o Barolo Chinato, alle proposte più audaci come il Pumpkin Spice Chardonnay - stanno conquistando spazio nei cocktail bar, nei brunch urbani e persino nei festival estivi. Ma il fermento non si limita all’Europa. Anche in mercati lontani come la Cina, dove il vino è ancora in fase di consolidamento culturale, le tendenze evolvono rapidamente. E proprio nella patria di una delle più antiche tradizioni legate al tè, sta prendendo piede una tendenza alquanto eclettica e curiosa: il connubio tra vino e tè. In un contesto in cui la cultura del tè sta vivendo, infatti, una sorta di rinascita moderna, tra bubble tea, infusioni fredde e bevande creative, anche il mondo del vino strizza l’occhio ad una nuova categoria di prodotti pensati per attrarre i giovani consumatori: i vini aromatizzati al tè.
Come racconta Vino Joy News, piattaforma indipendente di informazione sul vino in Asia, produttori, distributori e giganti del retail stanno investendo in questa direzione. Tra i pionieri c’è Dynasty Fine Wines Group, storica azienda cinese quotata a Hong Kong, che ha lanciato la linea “Hi-Tea Wines”: quattro spumanti aromatizzati con tè freddo di gelsomino, pu’er (tè fermentato originario dello Yunnan, dal gusto terroso e complesso), oolong (tè parzialmente ossidato, a metà tra verde e nero) e maojian (tè verde cinese dalle foglie sottili e appuntite). Tutti i prodotti sono realizzati su una base di vino bianco, per esaltare sia le sue note fruttate che gli aromi delicati del tè. Anche Changyu Pioneer Wine Co., uno dei colossi del vino cinese, con sede a Yantai, nella provincia di Shandong, sulla costa orientale della Cina, sta sperimentando vini dolci aromatizzati al tè. E il fenomeno non si ferma ai produttori: Freshippo (Hema), la divisione di vendita al dettaglio istantanea di Alibaba, ha introdotto il marchio Tianfang, con un bianco semi-dolce al gelsomino venduto ad un prezzo accessibile, come, recentemente, ha raccontato la Federvini.
Nella regione vinicola emergente di Helan Mountain East, in Ningxia, nel Nord-Ovest della Cina, alcune cantine artigianali come Leirenshou Winery, Lingering Clouds e Heyu Winery stanno percorrendo la stessa strada. In particolare, Lux Regis, marchio prodotto dalla Leirenshou Winery, ha intrapreso un percorso originale: unire miele e foglie di tè nella linea “Honey Tea Wine”. “Il vino nasce dal frutto, il tè dalle foglie: entrambi sono ricchi di tannini, quindi si sposano perfettamente - spiega Feng Qing, fondatore dell’azienda - dopo i test di mercato, l’accoglienza è stata così positiva da spingerci direttamente alla produzione su larga scala”. Anche Lingering Clouds ha scelto di esplorare l’universo aromatico del tè con la serie “Chádonnay”, un gioco di parole tra “Chá” (tè in cinese) e Chardonnay. La collezione comprende sette varianti aromatizzate con tè come Longjing, oolong, tè nero e gelsomino, creando un ponte tra tradizione cinese e innovazione enologica. Per la Heyu Winery, sempre nel Ningxia, la fase sperimentale è, invece, ancora in corso. Il dg Sun Yuncong sottolinea come l’idea non sia solo legata al gusto, ma anche all’identità culturale: “il tè è una delle bevande più familiari per i consumatori cinesi. Tutti conoscono il gelsomino o il Longjing grazie ai grandi marchi di tè, e questo rende il vino più accessibile”. Secondo Sun, “il vino al tè si integra perfettamente con il modello “vino + turismo”, che unisce narrazione culturale ed esperienza locale, offrendo un modo nuovo e coinvolgente di vivere il vino”.
Ma la tendenza del tè nell’alcol è nata altrove: nella birra. Nel 2024, Kingstar Beer, birrificio dell’Henan, nella Cina Centro-Orientale, ha lanciato una birra artigianale al tè Maojian, un tè verde cinese, vendendo sei tonnellate in un solo giorno grazie ad una diretta streaming. Il successo ha innescato una vera e propria ondata di imitazioni, con birre al tè Longjing e al gelsomino che hanno invaso il mercato. Sui social, il fenomeno è esploso: oltre 30 milioni di visualizzazioni per video dedicati alla birra al tè e più di 30.000 post su Xiaohongshu, una popolare piattaforma social cinese che combina condivisione di contenuti lifestyle con e-commerce, conosciuta anche come Red. “Le barriere tecniche per produrre alcol a base di tè sono basse - dice Guo Fusheng, consulente per il branding di liquori e gestore di un negozio retail istantaneo - il successo di Kingstar ha innescato un’ondata di imitazioni”. E le birre al tè, inoltre, vengono vendute principalmente tramite piattaforme di video brevi e consegna a domicilio, attirando giovani curiosi che non sono abituali consumatori di alcol, spiega Vino Joy News. “Il tè rappresenta eleganza e moderazione: è il simbolo del nuovo “chic cinese” che parla ai giovani”, afferma Sun Yuncong di Heyu Winery.
Quella del vino aromatizzato al tè non è soltanto una tendenza creativa, ma una mossa strategica ben calibrata. In un Paese dove il tè è parte integrante della quotidianità, il suo incontro con il vino appare quasi naturale. Almeno ad Oriente, ma i numeri lo confermano: secondo il Tea Research Institute dell’Accademia Cinese delle Scienze Agrarie, nel 2024 il consumo nazionale di tè ha raggiunto 2,41 milioni di tonnellate, per un valore di 325,8 miliardi di Renminbi (circa 44,8 miliardi di dollari). “Nei supermercati e nei minimarket, le bevande a base di tè occupano interi scaffali, segno di una domanda consolidata e in continua espansione”, spiega Vino Joy News. Tuttavia, non tutti sono convinti del potenziale a lungo termine. Secondo l’esperto di branding Guo Fusheng, “il mercato della birra in Cina supera i 300 miliardi di renminbi, mentre quello del vino è molto più piccolo. Senza il supporto di grandi aziende, il vino al tè rischia di restare una curiosità più che un movimento” ...
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