
Visitare una cantina è sempre un’esperienza unica, perché cambiano i vini, gli stili produttivi, le tecniche, ed anche, a volte, l’approccio alla divulgazione. Il turismo del vino, infatti, è fondamentale nella costruzione di una cultura enoica, e lo sa bene la cantina tradizionale di San Michele Appiano, che ha voluto mostrare ai suoi visitatori il mondo del vino attraverso un centro di documentazione dei vini altoatesini, il “Wine Time”, un’enoteca da vivere con tutti i sensi: “vedere e capire”, “avvertire e percepire”, ma anche “annusare e gustare”.
Progettata e realizzata dall’architetto Walter Angonese e dagli artisti Manfred Alois Mayr e Petra Paolazzi, tra i 250 metri quadrati dell’area di presentazione dominano linee rette, colori scuri e materiali naturali come il legno di rovere massiccio, ambiente dove la percezione è importante. Svolgono un ruolo fondamentale l’illuminazione, la suddivisione innovativa dello spazio, la temperatura giusta e la messinscena delle varietà di vino.
“Le bottiglie di vino - spiega l’architetto Angonese - sono le protagoniste, producono un effetto atmosferico”. A ridosso della presentazione dei vini c’è il palco dei vini allestito come un percorso aperto. Serve a incuriosire e infine a condurre alla cognizione: al centro si trova un modello raffigurante la posizione delle vigne intorno alla località di San Michele Appiano, su pannelli informativi con testi dove è possibile apprendere le varietà di vite, la viticoltura e la storia della cantina. Un erbario documenta le varie forme delle foglie delle viti, e chi vuole approfondire l’argomento dell’aroma del vino può mettere alla prova la sua capacità di ricordare gli odori all’aromateca, annusando 36 aromi di vino. Nella piccola stube di degustazione, infine, è possibile degustare i vini in una piccola cerchia di persone, nell’atmosfera perfetta per dare libero sfogo a pensieri e sentimenti che scaturiscono, naturalmente, dalla condivisione.
Info: www.stmichael.it
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