Nel 1927, lo studio di due chimici americani, sosteneva che l’uomo è in grado di riconoscere una gamma di 10.000 odori. In realtà, ne riuscirono a classificare “solo” 6.561, che furono poi arrotondati, per comodità, a 10.000, senza un reale motivo. Dopo tanti decenni, è il dottore Leslie Vosshall, che studia i segreti dell’olfatto alla Rockefeller University di New York e all’Howard Hughes Medical Institute, a tornare, con un nuovo studio e nuovi elementi, sull’argomento. “Obiettivamente, tutti quanti avrebbero dovuto rendersi conto del fatto che 10.000 fosse un numero sbagliato”, ha spiegato al magazine Usa “Wine Spectator” (www.winespectator.com).
“Del resto - continua il professore - nessuno ha mai testato le capacità olfattive come è stato fatto con quelle visive o sonore: sappiamo esattamente qual è la gamma di onde sonore percepibili dall’uomo, non perché qualcuno le abbia effettivamente ascoltate tutte, ma perché è stato provato”. E allora, qual è quello giusto? Secondo il gruppo di ricerca di Vosshall, un trilione, ossia mille miliardi di odori diversi riconoscibili dall’olfatto umano.
Un numero impressionante, a cui si è arrivati attraverso un esperimento abbastanza complesso: partendo da 128 molecole aromatiche, che sono state miscelate in gruppi di 10, 20 o 30, è stato chiesto a 26 volontari di riconoscere gli aromi, per un totale di 264 comparazioni. Il trilione finale è semplicemente il risultato di tutte le possibili miscele che si possono fare con le 128 molecole di partenza. Una teoria decisamente interessante, specie per il mondo del vino, visto che il 90% della complessità di ciò che assaggiamo sta proprio nel suo bouquet aromatico.
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