Il messaggio è chiaro ed era implicito anche nella finalità del convegno “Sustainable viticulture & wine production: Steps ahead toward a global & local cross-fertilization”: occorre un tavolo di definizione di un protocollo comune con pratiche e misure da adottare trasversalmente in tutto il mondo. È questo il senso complessivo del confronto internazionale, a Simei 2013, fortemente voluto da Unione Italiana Vini come momento di definizione dello stato attuale della sostenibilità nel settore vitivinicolo.
“Il tema è molto attuale e importante perché coinvolge un settore di grandissimo impatto per l’economia - ha spiegato Domenico Zonin, presidente Uiv, l’ente organizzatore di Simei - e proprio per questo necessita urgentemente di essere normata a livello internazionale”.
La sostenibilità resta saldamente al centro del dibattito intorno alla filiera vitivinicola e le sue implicazioni, economico e sociali, lasciano spazio ad un importante sviluppo della sua applicazione aziendale e non solo: “è decisamente la parola chiave della Politica Agricola Comunitaria - ha sottolineato Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale nel Parlamento Europeo - che ha come prioritario obiettivo quello di conservare e mantenere le risorse naturali”.
Ma, nel dibattito, si sono alternate anche altre questioni legate al tema della sostenibilità in generale, puntando su criticità e opportunità del comparto. Per esempio sulla valutazione del livello di sostenibilità che ogni azienda ritiene di avere raggiunto e alla messa in pratica dei programmi di sostenibilità, Federico Castellucci, dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin, Alison Hodder della Fao (Food and Agriculture Organization) e Aurora Abad del Comité Européen des Entreprises Vins hanno evidenziato come in molti Paesi ci siano interessanti iniziative “sostenibili” come la case history illustrata da Steve Smit di Constellation Wines, importante azienda vinicola californiana e promotore del concetto “Save and Grow”, che vede nel risparmio e nella conservazione la chiave della crescita e dello sviluppo.
Ma non solo. Si è presa in considerazione anche l’attendibilità degli indicatori di misurazione della sostenibilità e le opportunità di aumentare la sostenibilità. Per Joël Rochard, presidente Institut de la Vigne et du Vin France, “l’era attuale in profonda crisi di reperimento delle materie prime, rende necessario il controllo e il monitoraggio di utilizzo dell’acqua”. E Julien Blanc di “Carbone4 France” ha introdotto uno strumento di misurazione che permette di calcolare l’impronta di Co2 e fornire così la necessaria e doverosa conoscenza ai consumatori consentendo di adottare misure di miglioramento con l’obiettivo di renderli consapevoli e informati.
Sakkie Pretorius della Macquirie University Australia ha affrontato, invece, il problema climatico, insistendo sul necessario contenimento dei costi di energia (solo il 70% è utilizzata nella refrigerazione) e di un generale cambiamento per la salvaguardia del capitale ambientale. Chris Savage (International Federation Wine Spirits) ha sottolineato l’importanza di armonizzazione gli indicatori di sostenibilità intercettando come business case una collaborazione tra i tre elementi quali ambiente-società-economia; per Jeremy Dyson della Crop Protection Industry Eu, invece, le aziende vitivinicole devono affrontare “una serie di sfide per ridurre il consumo dell’acqua ed energia nella gestione delle loro imprese e dell’utilizzo di pesticidi ed erbicidi per contribuire ad abbattere l’inquinamento e a vantaggio della biodiversità. Il risultato da raggiungere è la comunicazione bidirezionale tra gli operatori del settore e della politica ambientale”. Daniele Tirelli (Iulm di Milano) ha tratteggiato lo scenario americano, dove in alcune catene della gdo come BEvmo, Jungle Jim e Wholefood, sono “venduti vini sostenibili cioè prodotti con processi di sostenibilità ambientale e ha invitato i produttori europei, e in particolare, quelli italiani, a distribuire i propri prodotti su questo mercato”.
“Ritrovarsi al convegno è stata un’esperienza unica ed è il solo modo - ha sottolineato Allison Jordan dell’americano Wine Institute - per far progredire il concetto di sostenibilità. Dobbiamo costantemente confrontarci e rendere la comunicazione verso le imprese molto semplice e diretta, le imprese lo chiedono, più informazione, più accessibile. Il modello “sostenibilità” è fattibile, grazie anche a Simei che ha reso possibile questo appuntamento unico”. Gli ha fatto eco Chris Savage dell’International Federation of Wine & Spirits (Fivs): “l’esperienza unica di questa iniziativa ci fa capire che parlare di sostenibilità non è più solo una sfida. Siamo pronti per comunicare alle imprese dati molto importanti, una visione che cambierà l’approccio alla sostenibilità nel mondo vinicolo”.
“Un evento che riproporremo in Expo 2015 - ha sottolineato Ettore Capri, presidente dello Steering Commettee, direttore Opera, Centro di Ricerca sulla Sostenibilità in Agricoltura - un’iniziativa unica nel suo genere che ha accolto la domanda proveniente proprio dalle nostre imprese. Da queste giornate uscirà un documento importante, la traccia futura della sostenibilità internazionale. Il nostro grazie va a Unione Italiana Vini che ha reso possibile l’incontro tra i più importanti attori della sostenibilità mondiale”.
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