Dopo le partecipazioni a due importanti kermesse del mondo del vino italiano come Gusto Cortina e il Merano Wine Festival, il wine communicator Ian D’Agata sbarca sul pianeta Vinitaly International, che presto lancerà la sua Vinitaly International Academy, un’iniziativa educazionale rivolta agli operatori del settore all’estero: l’obiettivo è quello di approfondire la conoscenza del vino italiano ed aiutare così le etichette tricolore a farsi largo sui mercati esteri. Il progetto verrà lanciato a Vinitaly Usa, di scena il 3 febbraio 2014 a New York, e a curarlo sarà proprio Ian D’Agata, scelto per la sua grande conoscenza del vino italiano, certo, ma anche per la capacità e l’esperienza di comunicatore oltreconfine, viste le sue numerose esperienze professionali in Gran Bretagna, Canada, Usa, Francia, Cina, che si sommano alle collaborazioni regolari con riviste di rilievo internazionale come “Decanter” ed International “Wine Cellar”.
Le “lezioni” combineranno degustazioni mirate a lezioni accademiche sulle varietà italiane, e saranno aperte ad un numero limitato di partecipanti, selezionati tra i grandi nomi del mondo internazionale del vino. Data la grande varietà di uve e terroir italiani, l’obiettivo dell’Accademia è quello di semplificare la complessità, spiegando, divulgando e trasmettendo le caratteristiche del vino italiano a tutti i livelli, dal principiante all’esperto, con corsi su misura per ogni singolo mercato internazionale: un corso introduttivo offrirà una prima comprensione delle complessità e l’unicità del vino italiano, mentre i livelli avanzati ed i focus esploreranno le caratteristiche di un singolo vitigno o di una regione. L’Accademy arriverà anche in Cina, ma si parte dagli Usa, con tre corsi di secondo e terzo livello, per soddisfare la domanda di un mercato comunque già strutturato e decisamente maturo: “Barolo di Cannubi: il Grand Cru più antico e famoso d’Italia”, “La risposta italiana allo Champagne: Franciacorta” , “Amarone: tesori da condividere”.
Anche se le stime variano, l’Italia conta oggi il maggior numero di varietà al mondo, circa 378 dei quali (ma sono probabilmente molti di più) sono vitigni autoctoni . “Questa è sia la forza che la debolezza del vino italiano, e certamente ne rappresenta l’unicità”, spiega Ian D’Agata che ha da poco finito di scrivere “Vitigni autoctoni d’Italia” per la University of California Press, un volume di 650 pagine interamente dedicato ai vitigni autoctoni italiani: “il vino italiano offre una pletora di aromi e sapori , ma è anche estremamente complesso, abbiamo bisogno - conclude Ian D’Agata - di rendere la complessità fruibile, aiutando importatori e distributori, così come gli amanti del vino, a capire le caratteristiche delle uve autoctone italiane, in modo che tutti possano partire da un livello superiore, sia da un punto di vista commerciale che di semplice conoscenza”.
Info: www.vinitalyinternational.com
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