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LA SALUTE DI UN SETTORE

Tenuta San Guido, Antinori e Planeta: i campioni del vino italiano per redditività

L’analisi della giornalista economica Anna Di Martino sui bilanci 2021 di 115 aziende (che valgono il 55% del giro d’affari del vino)

Cantine Riunite & Civ al vertice per fatturato con 635,2 milioni di euro nel 2021, davanti a Italian Wine Brands con 423,6 e Botter-Mondodelvino con 419,6; Tenuta San Guido, culla del Sassicaia, leader assoluta per redditività, con un rapporto tra Ebitda e fatturato del 62,6%, davanti alla Marchesi Antinori (che è anche prima impresa a guida familiare per fatturato, con 259 milioni di euro), con il 45,6%, e la cantina siciliana Planeta, che scala la classifica e si piazza terza, con un rapporto del 37,95%; Marchesi Antinori, ancora al top per ettari vitati di proprietà tra le aziende private, con 3.000, davanti a Zonin con 1.800 e Frescobaldi con 1.480: sono gli atout che emergono dall’ultima edizione della storica e autorevole analisi sul vino italiano realizzata dalla giornalista Anna di Martino, e pubblicata oggi sul “Corriere Economia”, il settimanale economico del “Corriere della Sera”, realizzata sui bilanci 2021 delle più grandi ed importanti realtà del vino italiano. 115 le aziende analizzate, con un fatturato superiore ai 10 milioni di euro, di cui 73 realtà private e 42 cooperative, capaci di mettere insieme 8 miliardi di euro di fatturato, di cui 4,6 all’export, per una produzione complessiva di oltre 2,3 miliardi di bottiglie, 167.700 ettari di proprietà (e 11.023 in affitto), capaci di dare lavoro a 13.651 dipendenti.
Un campione rappresentativo della grande ricchezza diffusa del vino italiano (che pesa per il 55,6% del giro d’affari totale del settore calcolato dall’Osservatorio Unione Italiana Vini - Uiv, il 65,36% delle esportazioni e il 46,2% delle vendite domestiche), e che testimonia una volta di più la forza di un settore che, nel 2021, ha messo a segno una crescita dei fatturati del 18,3% sul 2021 +15% in Italia e +20,8% all’export). E che è capace di far prosperare modelli diversi di impresa,
dalla grande cooperazione ai privati, che siano grandi aziende strutturate, realtà a conduzione familiare, con o senza management esterno, di proprietà di imprenditori o di gruppi finanziari o di investimento.
A livello di fatturato, 24 sono le cantine che superano i 100 milioni di euro nel 2021. Ovvero Cantine Riunite & Civ con 635,2 (di cui 431 imputabili al Gruppo Italiano Vini), Italian Wine Brands con 423,6, il Polo Botter-Mondodelvino con 419,6, il gruppo Caviro con 390, Cavit con 271, Antinori con 259, Gruppo Santa Margherita a 220,6, Fratelli Martini a 219,4, Zonin a 198,5, Mezzacorona a 195,5, in “Top 10”, e poi via via La Marca (179), Terre Cevico (136,6), Gruppo Lunelli (134), Cantina di Soave (133), Frescobaldi (131,8), Schenk Italian Wineries (129,8), Ruffino (125,1), Villa Sandi (121,3), Collis Veneto Wine Group (116), Vi.Vo. Cantine (115,9), Mionetto (104,5), Tenute Piccini (102), Gruppo Ermes (101,6) e Contri Spumanti (100,5). Come detto, sul fronte delle redditività, parametro fondamentale per la prosperità di qualsiasi azienda al top assoluto si conferma la griffe di Bolgheri Tenuta San Guido della famiglia Incisa della Rocchetta, culla del Sassicaia, con un rapporto tra ebitda e fatturato del 62,65%, davanti alla Marchesi Antinori con un 45,56% (ed una dimensione 6 volte più grande della stessa Tenuta San Guido, davanti a Planeta, tra i protagonisti del rinascimento del vino di Sicilia, con un importante 37,95%. A seguire altri top brand del vino italiano come Frescobaldi (36,42%), Santa Margherita (35,89%), la toscana Castellani di Piergiorgio Castellani (33,04%), l’icona di Sardegna Argiolas, new entry di questa peculiare graduatoria con un indice del 32,63%, triplicato sul 2020, e ancora, la siciliana Donnafugata della famiglia Rallo, a 27,5%, la Famiglia Cotarella, tra Lazio ed Umbria, con il 25,71%%, e ancora, dalla Sicilia, la griffe Cusumano con il 25%. Ma ottimi risultati, sopra il 20% di rapporto tra fatturato ed ebitda, anche per realtà di assoluto prestigio come Umani Ronchi (23,3%), Mastroberardino (22,12%), Carpineto (22,12%), Marchesi Mazzei (21,97%), Gruppo Lunelli (21,64%), Terra Moretti ( 20,55%), Fantini group (20,40%) e Feudi di San Gregorio (20,34%). L’area privata, sottolinea l’analisi di Anna di Martino, è quella che ha marciato più forte: la graduatoria dei maggiori incrementi del fatturato totale è dominata come lo scorso anno dall’Italia Wine Brands, con un +107,33% legato principalmente all’acquisto di Enoitalia, davanti al gruppo Prosit, a +105,54% ecco Prosit, e alle Tenute del Leone Alato di Genagricola, con il +103,58% (grazie all’ingresso nel fatturato delle due aziende di distribuzione controllate in Usa e Cina). Ma ottime performance le hanno messe a segno anche Latentia Winery (+58,45%), il Gruppo Lunelli, che festeggia i 120 anni di Ferrari Trento con una crescita del +55,8%, davanti alla siciliana Donnafugata a +52,12%, quindi le Tenute Piccini (+50%), Bottega (+48,7%), Terra Moretti (+47,5%) e Marchesi Mazzei (+46,54%). Ed incrementi superiori al 40% li hanno messi a segno anche realtà come Serena Wines, Cantina di Rauscedo, Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari e Montelvini.
Tanti i grandi gruppi con una fortissima propensione all’export, che, in alcuni casi, rappresenta quasi la totalità del fatturato. Come le Cantine Sgarzi Luigi, che all’estero sviluppano il 99,2% del loro business, o Fantini Vini con il 96,88%, ed il gruppo Ruffino, con il 94,5%. Sopra il 90% anche Botter-Mondodelvino, Carpineto e Castellani, mentre oscillano tra l’88% e l’86% realtà come Pasqua Vigneti e Cantine, Umberto Cesari, Pizzolato, La Marca e Tommasi Family Estates. Ma guardando a chi è cresciuto di più all’export nel 2021 sul 2022, al vertice assoluto ci sono le Tenute del Leone Alato (+202,94%), davanti ad Italian Wine Brands (+111,48%) e Prosit (+108), ma sono cresciute in maniera importante anche realtà come Latentia Winery (+75,16%), Piccini (+58,31%), Villa Sandi (+54,47), Bottega (+50,83), Serena Wines (+45%), Marchesi Mazzei (+44,84) e Agricola San Felice (+43,51%), ma corrono tra gli altri, anche la veneta Zenato (+40%), la friulana Fantinel (+42%), la pugliese Varvaglione (+41%), e le Tenute del Cerro del Gruppo UnipolSai (+38%), mentre sul mercato interno spicano le performance di cantine come Barone Ricasoli (+106%) o Fratelli Martini (+56%). Guardando ai volumi imbottigliati, invece, al top assoluto c’è il polo Botter-Mondodelvino, del fondo Sgr Clessidra, con 170,2 milioni di bottiglie, davanti ad Italian Wine Brands con 170, ed a Contri Spumanti, a distanza, con 74,9 milioni di bottiglie. Appena ai piedi del podio c’è Zonin, con 58,5 milioni di bottiglie, davanti a Schenk Italian Wineries con 55,8, Cielo e Terra con 37,3, e poi ancora la pugliese Latentia Winery con 35,1 milioni di bottiglie, poi la lombarda Losito e Guarini con 34,6, e ancora Ruffino con 30,8 milioni di bottiglie, e Villa Sandi di Giancarlo Moretti Polegato, con 29,5.
Un quadro articolato ma sintetico, quello che emerge dall’analisi dei bilanci 2021, che racconta, ancora una volta, di un comparto enoico che, almeno nelle sue aziende di punta, ha fondamentali economici più che solidi, che consentono all’industria enoica di guardare al futuro con fiducia, nonostante le difficoltà dei nostri tempi che, in questi mesi, si chiamano soprattutto inflazione e aumento dei costi di produzione.

Focus - La top 10 per redditività (rapporto ebitda-fatturato)
Tenuta San Guido - 62,65%
Marchesi Antinori - 45,56%
Azienda Planeta - 37,95%
Marchesi Frescobaldi - 36,42%
Gruppo Santa Margherita - 35,89%
Castellani - 33,04%
Argiolas - 32,63%
Donnafugata - 27,05%
Famiglia Cotarella - 25,71%
Cusumano - 25,00%

Focus - Le prime 10 cantine private (fatturato 2021 in milioni di euro)
Italian Wine Brands - 423,6
Polo Botter - Mondodelvino 419,6
Palazzo Antinori - 259,0
Gruppo Santa Margherita - 220,6
Fratelli Martini - 219,4
Casa Vinicola Zonin - 198,5
Gruppo Lunelli - 134,0
Marchesi Frescobaldi - 131,8
Schenk Italian Wineries - 129,8
Ruffino Gruppo - 125,1

Focus - Le prime 10 cantine cooperative (fatturato 2021 in milioni di euro)
Cantine Riunite & Civ - 635,2
Gruppo Caviro - 390,0
Cavit - 271,0
Gruppo Mezzacorona - 196,5
La Marca Vini e Spumanti - 179,0
Terre Cevico - 136,6
Cantina di Soave - 133,0
Collis Veneto Wine Group - 116,0
Gruppo Vi.V.O. Cantine - 115,9
Gruppo Ermes - 101,6

Focus - La top 10 per incremento di fatturato
Italian Wine Brands - 107,33%
Prosit - 105,54%
Le Tenute del Leone Alato - 103,58%
Latentia Winery - 58,45%
Gruppo Lunelli - 55,81%
Donnafugata - 52,12%
Tenute Piccini - 50,00%
Bottega - 48,76%
Terra Moretti - 47,56%
Marchesi Mazzei - 46,54%

Focus - Le 10 aziende private con più di ettari vitati di proprietà
Antinori - 3.000 ettari
Casa Vinicola Zonin - 1.800
Marchesi Frescobaldi - 1.480
Banfi - 1.046
Le Tenute del Leone Alato - 900
Terra Moretti - 896
Tommasi Family Estates - 714
Gruppo Santa Margherita - 552
Cusumano - 525
Feudi di San Gregorio - 490

Focus - La top 10 per numero di bottiglie
Polo Botter - Mondodelvino -170,2 milioni di bottiglie
Italian Wine Brands - 170,0 milioni di bottiglie
Contri Spumanti - 74,9 milioni di bottiglie
Casa Vinicola Zonin - 58,5 milioni di bottiglie
Schenk Italian Wineries - 55,8 milioni di bottiglie
Cielo e Terra - 37,3 milioni di bottiglie
Latentia Winery - 35,1 milioni di bottiglie
Losito e Guarini - 34,6 milioni di bottiglie
Ruffino Gruppo - 30,8 milioni di bottiglie
Villa Sandi - 29,5 milioni di bottiglie

Focus - La top 10 per propensione all’export (percentuale sul totale del fatturato)
Cantine Sgarzi Luigi - 99,20%
Fantini Group Vini - 96,88%
Ruffino Gruppo - 94,54%
Polo Botter - Mondodelvino 92,44%
Carpineto - 92,17%
Castellani - 92,00%
Pasqua Vigneti e Cantine - 88,43%
Umberto Cesari - 87,17%
La Cantina Pizzolato - 86,69%
La Marca Vini e Spumanti - 86,59%
Tommasi Family Estates - 86,00%

Focus - La top 10 per crescita all’export
Le Tenute del Leone Alato - 202,94%
Italian Wine Brands - 111,48%
Prosit - 108,00%
Latentia Winery - 75,16%
Tenute Piccini - 58,31%
Villa Sandi - 54,47%
Bottega - 50,83%
Serena Wines - 45,00%
Marchesi Mazzei - 44,84%
Agricola San Felice - 43,51%

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