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LA RETE DI SLOW FOOD

“Terra Madre Salone del Gusto” (Torino, 22-26 settembre): al centro la “Food RegenerAction”

Tanti eventi per dare un messaggio chiaro: “il sistema alimentare deve cambiare, o sarà un disastro ambientale irreversibile”. Parola di Carlo Petrini

Ridisegnare il futuro del mondo attraverso agricoltura e rapporto con il cibo, della comunità globale tanto quanto di quelle locali, in un quadro in cui tutti, dal più umile contadino alle più alte istituzioni, devono farsi carico, con maggiore consapevolezza, che il tempo per contrastare gli effetti nefasti del cambiamento climatico è ormai quasi scaduto, in una corsa resa ancora più complicata dalle guerre che ancora sono disseminate per il Mondo, dalla scarsità crescete di materie prime, anche alimentari, e non solo. Sarà l’obiettivo di “Terra Madre Salone del Gusto”, il più importante evento internazionale dedicato al cibo e promosso da Slow Food, che torna a Torino, con l’edizione n. 14, intorno al claim “#RegenerAction” (Parco Dora, 22-26 settembre). E, come sempre, WineNews ci sarà per raccontarla con articoli, interviste e servizi. Un’edizione di “Terra Madre Salone del Gusto” che, ha detto, nei giorni scorsi, il fondatore Slow Food, Carlin Petrini, “sarà la ripresa di una rete internazionale che coinvolge 150 Paesi, con migliaia di comunità di contadini, allevatori, trasformatori e artigiana che da ogni parte del pianeta si confronteranno sulle tematiche dell’ambiente, della biodiversità e della difesa del patrimonio alimentare. Un appuntamento importante da seguire soprattutto sui temi, e dal quale dovrà arrivare al mondo il messaggio che questo sistema alimentare deve cambiare, perché ci porta verso il disastro ambientale irreversibile”. Tantissimi gli eventi da seguire, tra conferenze, forum, laboratori, incontri con chef, filosofi, teologi, politici, artisti, attivisti, per riflettere sul ruolo del cibo e dell’agricoltura di oggi e di domani, con un approccio multidisciplinare, con tanti occhi e tante diverse sensibilità per capire i problemi e immaginare le soluzione su aspetti fondamentali per la vita dell’uomo, dall’accesso al cibo, ancora non scontato per tutti, alla tutela dell’ambiente, ma anche delle comunità che lo abitano.
A partire dall’inaugurazione, giovedì 22 settembre, alle ore 11:30, con la tavola rotonda su “Crisi e rigenerazione”, tema centrale di questa edizione 2022, con, tra gli altri, il fondatore Slow Food, Carlo Petrini, Dali Nolasco Cruz, referente delle produttrici del Presidio del peperoncino serrano di Tlaola (Messico) e membro del cda Slow Food, Giuseppe Di Martino, produttore di pasta di Gragnano Igp da tre generazioni, Altin Prenga, cuoco, produttore e membro dell’Alleanza Slow Food dei cuochi in Albania, Angela Saba, allevatrice, casara e referente dei produttori del Presidio Slow Food del Pecorino a latte crudo della Maremma, e Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, con le conclusioni affidate allo stesso Petrini, e al Commissario europeo per gli affari economici e monetari, Paolo Gentiloni. Nella stessa giornata, alle ore 12, focus su un Continente che è storia e futuro del mondo come l’Africa, ed in particolare con “Le sfide dei giovani gastronomi africani”, incontro i cui con gli studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo come John Kiwagalo, Livingstone Kiggwe e John Wanyu, si parlerà dell’introduzione degli Ogm in agricoltura, del land grabbing e del suo impatto sulla vita di donne e bambini, e della salvaguardia e la promozione di produzioni locali come le piantagioni di caffè e di banane in Uganda. Alle ore , invece, 14, si palerà anche di “Urban Food Policies per la rigenerazione delle città”, con case history da Torino, Roma, Milano e non solo, mentre alle ore 15, invece, focus su “L’Economia di Francesco”, che prende spunto da una lettera di Papa Francesco rivolta “ai giovani economisti, imprenditori e imprenditrici di tutto il mondo”, con un invito a “fare un patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”. Tema che sarà affrontato anche nel “Global Event” che apre i battenti proprio il 22 settembre ad Assisi, gettando un ponte tra la città di San Francesco e Torino. A parlarne, tra gli altri, ancora Carlo Petrini, che è stato tra i relatori dell’evento “Economy of Francesco”, ha scritto l’introduzione all’ “Enciclica Laudato Sì di Papa Francesco” e il libro “Terrafutura, dialoghi con Papa Francesco sull’economia integrale”, Pier Carlo Padoan, presidente del Consiglio di Amministrazione di UniCredit, già vicesegretario generale dell’Ocse e Ministro dell’economia e delle finanze del Governo italiano, e ancora, in collegamento da Assisi, Luigino Bruni, economista, professore ordinario di Economia politica alla Libera Università Maria Santissima Assunta di Roma, autore di moltissimi saggi dedicati principalmente ai temi dell’economia civile e dell’economia di comunione, e direttore del Comitato scientifico di The Economy of Francesco (in collegamento da Assisi), insieme a Don Stefano Stimamiglio, direttore di “Famiglia Cristiana”. Alle ore 17, invece, torna sotto i riflettori il tema de “La rigenerazione necessaria”, processo già in corso, ma che la pandemia ha accelerato, cambiando per sempre il mondo in cui viviamo, spezzando le relazioni tra le persone, tra le comunità. Insieme a Petrini, ne parleranno il nuovo presidente di Slow Food Edie Mukiibi, Elisa Loncón Antileo linguista mapuche e attivista per i diritti indigeni in Cile, Corinna Hawkes, Direttrice del Center for Food Policy della University of London. Modera, e Dan Saladino, giornalista e broadcaster che cura programmi sul cibo per la BBC. In chiusura di giornata, alle 21, invece, la domanda al centro del dibattito sarà: “Il clima scuote la tua anima?”. A dare le risposte un “dialogo rock” tra settori diversi, che vedrà confrontarsi Telmo Pievani, evoluzionista e saggista, professore ordinario presso il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Padova, e Cristiano Godano, cantautore, chitarrista, scrittore, frontman dei Marlene Kuntz.

Venerdì 23 settembre, invece, tra gli appuntamenti più interessanti da segnalare, alle ore 11:30 c’è il “Tavolo nazionale sulla sicurezza alimentare”, che svolge un ruolo di supporto al Governo per portare nei consessi internazionali, a partire da quelli Nazioni Unite e G20, le posizioni, gli interessi e le capacità d’azione della filiera alimentare italiana. Il tavolo è per la prima volta aperto al pubblico, e vede, tra gli altri, la partecipazione della presidente Slow Food Italia Barbara Nappini, del presidente Slow Food Internazionale Edward Mukiibi, e del vicedirettore generale Fao Maurizio Martina. Alle ore 12, invece, si parla di futuro e di “Generazione terra: valore, cibo e ambiente. Il ruolo dei giovani nella filiera agroalimentare italiana”, guardando al rapporto tra giovani, agricoltura, borghi e aree rurali, con il “Rapporto Ismea-RRN Giovani agroalimentare”, con, tra gli altri, Fabio Del Bravo di Ismea, Roberto Gismondi dell’Istat. Ancora, tra le curiosità, alle ore 16, sarà di scena “Salviamo i prati stabili e i pascoli”, nuovo progetto di Slow Food, sostenuto da Etaly, e che coinvolge le università di Torino e Palermo, l’Institut Agricole Régional della Valle d’Aosta e la Fondazione Mach di San Michele all’Adige. Con in contributi di Giampiero Lombardi (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università degli Studi di Torino), Francesco Sottile (Università di Palermo, Centro Interdipartimentale di Ricerca “Riutilizzo bio-based degli scarti da matrici agroalimentari), Andrea Barmaz (presidente del Consorzio Produttori e Tutela della Dop Fontina e ricercatore-insegnante Iar); Gabriele Iussig (responsabile Unità Risorse Foraggere e Produzioni Zootecniche Fondazione Edmund Mach), Alberto Santini, del ristorante tre stelle Micheli Dal Pescatore (Relais&Châteaux) di Canneto sull’Oglio (Mantova) e Nicola Farinetti, Ceo di Eataly. Mentre alle 17 si approfondirà un trend che unisce vino e birra, nel laboratorio “Un vitigno in comune: le Italian Grape Ale, i vini e i vitigni che le hanno generate”, dove si degusteranno birre che vengono aromatizzate con il mosto delle uve. Ancora, alle ore17:30, il tema centrale sarà il “Voler bene alla terra”, dove si parlerà di come tornare ad una agricoltura che sappia anche restituire benessere alla natura, con Piero Bevilacqua, già professore ordinario di storia contemporanea all’Università di Roma La Sapienza, e tra i fondatori dell’Istituto meridionale di storia e scienze sociali, di cui è presidente, Myrna Cunningham, attivista per i diritti indigeni, Larissa Mies Bombardi, docente ora in esilio in Belgio a causa delle crescenti minacce dovute alla pubblicazione, nel 2017, dell’Atlas Geografía del Uso de Plaguicidas en Brasil y Conexiones con la Unión Europea, e Natasha Foote, giornalista specializzata nei temi dell’agroalimentare e della salute per Euractiv, la rete di media paneuropea specializzata nelle politiche dell’Unione europea. Mentre alle ore 18 le riflessioni saranno intorno al binomio “Cibo e spiritualità”, con personaggi come Tammy Greer, direttore degli studi sugli Indiani d’America presso la University of Southern Mississippi, Marineide Juruna, capa tribale della Juruna di Vitòria do Xingu, nello Stato del Parà, Dana Honn, chef e fondatrice del BioCultural Institute and Origins, in Amazzonia; Kazumi Ohishi, sciamano di Okinawa e riflessologo; Rupa Marya, medico dell’Università della California e promotore della medicina profonda; suor Beatrice Phiri (Zambia) del Popolo Chewa, produttrice di cibo e membro della Rete dei Popoli Indigeni di Slow Food e coordinatrice degli Orti Slow Food in Africa, insieme a Gary Granata, fondatore di Rivers Connect the World e agricoltore presso Granata Woods, Tuscaloosa, Alabama.

Sabato 24 settembre, ancora, si aprirà all’insegna della conferenza sul “Club di Roma, 50 anni dopo”, che partirà dagli spunti contenuti nel report del 1972 “I limiti dello sviluppo”, per riflettere su come agire oggi, in un quadro diverso, per avviare un’autentica rivoluzione culturale capace di garantire un futuro all’umanità. Con Gianfranco Bologna, naturalista e ambientalista, e presidente onorario della Comunità Scientifica del Wwf Italia, Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, economista, statistico e accademico italiano, Carlos Alvarez Pereira, vicepresidente del Club of Rome e consulente della Cattedra Unesco di comprensione globale per la sostenibilità e dell’Istituto internazionale Bateson, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, e Barbara Gallavotti, scrittrice e divulgatrice scientifica, autrice da oltre vent’anni di trasmissioni televisive quali Superquark e Ulisse. Poi, tra le altre cose, spazio al vino, con il laboratorio del gusto sull’“Italia in Bianco”, alle ore 11:30, che approfondirà le diverse espressioni bianchiste del Belpaese, ma anche con la “Viticoltura urbana: quando la vite sfida la città”, alle ore 12, forum in cui si confronteranno tra gli altri, Luca Balbiano, della Urban Vineyard Association (e viticoltore a Torino con Villa della Regina), Giovanna Trisorio, responsabile commerciale azienda vitivinicola Cincinnato, che cura il vigneto urbando della Città di Roma, Martí Monfort, vignaiolo dell’azienda L’Olivera - Can Calopa de Dalt, che, mantiene l’unica vigna urbana di Barcelona, Cristina Varchetta, rappresentante delle Cantine Astroni, nei Campi Flegrei, e Carolyne Steel, architetta ed esperta in relazioni tra cibo e città. Alle ore 13, invece, riflettori puntati su come “Riabitare le terre alte”, ovvero riflessioni sul futuro dei paesi interni delle zone di montagna con, tra gli altri, Vito Teti, antropologo e autore de “La Restanza”, ma non solo. Mentre alle ore 14 saranno in contemporanea due appuntamenti interessanti. Uno sui “ Vini dal mondo, sperimentando nuove tradizioni”, con i delegati della Slow Wine Coalition provenienti da zone “giovani” di produzione, come Maria Jose Garnier, produttrice di vino della Bolivia con Jardín Oculto, Pepe Moquillaza, produttore di vino del Perù con la Pepe Moquillaza Wines, Marcus Bridges, enologo australiano della Tamburlaine Organic Wines Mariam Iosebidze, produttore di vino dalla Georgia con la sua cantina Mariam Iosebidze, e Federico Almondo, produttore di vino del Roero, con la Giovanni Almondo. Uno con un focus su “L’importanza dei media: Come raccontare la propria storia”, con il giornalista investigativo Michael Moss, premio Pulitzer nel 2010 e autore di libri come “Grassi, dolci, salati. Come l’industria alimentare ci ha ingannato e continua a farlo”. Ovviamente, non può mancare uno sguardo all’attualità della guerra, e alle ore 15:30 sarà di scena la conferenza “Insieme per le comunità Slow Food in Ucraina”, con, tra gli altri, Marta Messa, segretario generale Slow Food, Yuliia Pitenko, coordinatrice di Slow Food Ucraina, Marcello Longo, presidente Slow Food Puglia, Katerina Tarasenko, allevatrice di capre, casara di Transcarpazia e Roberto Burdese. Tra le curiosità di giornata, invece, è il “Coop Cooking special edition”, una sessione d’improvvisazione culinaria con focus sull’olio con quattro chef nella galleria San Federico, vicino al ristorante Fiorfood, in via Roma, firmato da Coop Italia, che come ogni accade da tempo, tra le altre, cose, fornirà il cibo per la mensa di Terra Madre, che ogni giorno nutre gli oltre 3.500 delegati provenienti da 150 Paesi.

Domenica 25 settembre, invece, tra i tanti appuntamenti, quelli da non mancare sono alle ore 16, “Alla scoperta del Borough Market”, il più antico mercato di Londra, dove l’ad Jane Swift ed la direttrice delle operazioni Lucy Charles, racconteranno le politiche sul cibo e le attività del mercato, che coinvolgono tutta la comunità locale, e le strategie future, verso il 2030, e alle ore 17:30, con “Diritti al cibo! Per contrastare le ingiustizie sociali e ambientali”, dove si parlerà di ingiustizie e sfruttamento che ancora affliggono una parte del mondo agricolo e alimentare, con una personalità di primissimo piano come Don Luigi Ciotti, sacerdote, giornalista e attivista sociale, e fondatore di Libera, una delle principali esperienze di lotta contro le mafie attraverso l’agricoltura, insieme rapper Willie Peyote, a Selma Dealdina, attivista in movimenti come La Via Campesina, e Victoria Tauli-Corpuz, leader indigena del popolo Kankana-ey Igorot, nelle Filippine, e membro del Comitato consultivo delle organizzazioni della società civile del Programma di sviluppo delle Nazioni Unite. Mentre alle ore 20 si guarderà “Oltre il mito dello sviluppo”, riflettendo su come cambiare un modello basato sulla crescita infinita, che non è possibile, con Marco Aime, antropologo e scrittore, docente di Antropologia culturale presso l’Università di Genova. Lunedì 26 settembre, in chiusura, da segnalare il forum “Un’Alleanza Slow tra cuochi e produttori”, alle ore 14, , quando si parlerà del progetto che vede in campo più di 1.000 cuochi in 26 Paesi del mondo, che hanno stretto un patto con i produttori dei loro territori. A parlarne saranno Shinobu Namae, chef de L’effervescence, ristorante 3 stelle Michelin di Tokyo, attivista di Slow Food e membro di Relais et Chateaux, Nino Mostaccio, ristorante Casa & Putìa (Sicilia). Lucy Njeri Githieyah, cuoca dell’Allenza dei Cuochi Slow Food. Vincent Medina e Louis Trevino, cofondatori di caffè Mak’amham/Ohlone.

Sono solo alcuni, tra i mille momenti di approfondimento e conoscenza, anche sensoriale, attraverso laboratori e degustazioni, che solo un evento come Terra Madre - Salone del Gusto è capace di mettere insieme, per guardare al futuro. “Sono fortemente convinto che la crisi climatica sia a un punto ormai irreversibile e che difficilmente questa corsa potrà essere fermata nel breve periodo, anche perché il sistema politico a livello planetario non è sufficientemente cosciente di questo stato di cose - ha detto Petrini, nei giorni scorsi, nel lancio dell’evento, a Roma - stiamo intraprendendo una fase storica nuova, che durerà parecchi anni, quella della transizione ecologica. La consapevolezza che stava crescendo intorno a questi temi è stata bloccata da due eventi che ci hanno distratti tutti: la pandemia e la guerra in Ucraina. Ma non possiamo più non porre attenzione allo sconquasso che sta avvenendo. Per questo credo che l’unica opportunità che l’umanità ha di mitigare la crisi climatica possa solo venire dal basso, dalla società civile, da tutti noi cittadini che dobbiamo avviare una conversione ecologica, come dice Papa Francesco, a partire dalle nostre scelte quotidiane e il cibo ha un ruolo centrale. Ad esempio impegnandoci a consumare meno carne, a sprecare meno prodotti alimentari, a eliminare l’uso della plastica monouso. Credo che quella di Torino possa essere una grandissima occasione per coinvolgere quante più persone possibile, a partire dai più giovani, in questo cambio di paradigma, in questo percorso verso una rigenerazione che parte dal mondo della produzione alimentare per generare un impatto significativo sull’ambiente, la biodiversità, l’economia, la geopolitica, la giustizia sociale e l’equità di genere. In una parola, impegnarsi a fare politica ogni giorno, con gioia, nella nostra vita quotidiana”.

Focus - A WineNews, 10 motivi e più secondo Slow Food per partecipare al più grande evento dedicato al cibo
Oltre 3.000 contadini e allevatori, popoli indigeni e cuochi, migranti e giovani attivisti da 150 Paesi del mondo, in rappresentanza di genti e popoli di tutti e cinque i Continenti, dall’America (il più rappresentato con Stati Uniti, Canada, Messico, Cuba, Trinidad e Tobago, dal Brasile a Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Perù, Uruguay e Venezuela) all’Africa (con l’Uganda, il Paese del presidente Slow Food Edward Mukiibi, il più presente, Kenya, Tanzania, Somalia, Etiopia e Ruanda, Angola, Madagascar, Malawi, Mozambico, Lesotho, Sudafrica e Zambia), dall’Europa (dalla vicina Francia alla lontana Islanda, passando per Belgio, Germania, Svizzera e Paesi Bassi, Regno Unito, Norvegia, Danimarca, Svezia e Finlandia, Montenegro, Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Grecia, Kosovo, Macedonia del Nord, Romania, Serbia e Turchia, ma anche con l’Ucraina), all’Asia e Oceania (con Giappone, Corea del Sud e Taiwan, India, Sri Lanka, Pakistan, Iran, Bangladesh e Arabia Saudita, accanto all’Australia ma anche all’Afghanistan), sono pronti ad incontrarsi, ancora una volta, in Italia: saranno “cuore e anima” di “Terra Madre Salone del Gusto 2022” che torna a Torino (22-26 settembre), promosso da Slow Food con Regione Piemonte e Città di Torino, con un ricchissimo programma per l’edizione n. 14 intorno al claim “#RegenerAction”, cambiando formula e presentandosi alla città nella nuova veste all’aperto al Parco Dora con ingresso gratuito.
E WineNews, con la guida della Chiocciola, ha selezionato “10 motivi e più” per partecipare al più importante evento internazionale dedicato al cibo buono, pulito e giusto, con ospiti filosofi ed economisti, attivisti, artisti e ricercatori come Elena Granata, Rupa Marya, Michael Moss, Raj Patel, Willie Peyote, Telmo Pievani, Selma Dealdina e Carolyn Steel. Ad animare le architetture ex industriali di Parco Dora a Torino con le sue forme, i colori e profumi, le sue voci sono il “Mercato di Terra Madre” con oltre 700 produttori italiani e internazionali, insieme al ricco programma di eventi e spazi espositivi che mettono in luce come il cibo possa essere una preziosa occasione di rigenerazione. Questo, infatti, il tema di “Terra Madre Salone del Gusto”: una rigenerazione che parte dal cibo affinché questo diventi motore della transizione ecologica necessaria al rinnovamento del pensiero e della società, passando attraverso il rinnovamento delle pratiche agricole, dei sistemi di produzione e distribuzione, delle diete e delle abitudini di consumo, nelle città come nei piccoli borghi.
Ma “Terra Madre Salone del Gusto” è anche incontri e Conferenze, Forum, Food Talks con personaggi internazionali che, attraverso le loro esperienze e i loro racconti, si confrontano sul tema della rigenerazione da diversi punti di vista. Tra questi Elena Granata, professoressa associata di Urbanistica al Politecnico di Milano, autrice del volume “Biodivercity, città aperte, creative e sostenibili che cambiano il mondo” (Slow Food Editore), e Carolyn Steel, architetta e autrice del libro “Sitopia: come il cibo può salvare il mondo”. Insieme si confrontano sulla rigenerazione del sistema alimentare nelle città e sulle modalità di rinascita ambientale e sociale dei centri urbani. Medico dell’Università della California e sostenitrice della deep medicine, Rupa Marya sostiene che la cosiddetta medicina profonda della decolonizzazione può risanare ciò che è stato diviso, ristabilendo le nostre relazioni con la Terra e gli altri esseri umani. Tra gli ospiti anche Michael Moss, reporter del “The New York Times” e vincitore del Premio Pulitzer nel 2010, e Raj Patel, economista e studioso di politiche alimentari, che in passato ha lavorato per la Banca mondiale e per il Wto prima di impegnarsi in campagne internazionali contro queste stesse organizzazioni. E, ancora, l’urbanista Larissa Mies Bombardi e Telmo Pievani, filosofo ed evoluzionista, che ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche nel Dipartimento di Biologia dell’Università di Padova, Selma Dealdina, membro del cda di Amnesty International e promotrice del libro “Mulheres quilombolas: Territórios de existências negras femininas”, e Willie Peyote, rapper e cantautore italiano. Tra gli altri, ci saranno anche Marco Aime, antropologo e scrittore, docente di Antropologia culturale all’Università di Genova, Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Roma Tor Vergata e direttore scientifico della rete Next Nuova Economia Per Tutti, lo storico e saggista Piero Bevilacqua, Corinna Hawkes, direttrice del Centro per le politiche alimentari della City University di Londra, il giornalista e scrittore Stefano Liberti, Otobong Nkanga, una delle più importanti artiste contemporanee internazionali, e Carolyn Christov-Bakargiev, la direttrice del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Francesco Profumo, presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo, Cecilia Strada, e Vito Teti, antropologo e autore de “La restanza”, accanto a Giuseppe Lavazza, vicepresidente di Lavazza Group, Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, e Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Fabio Brescacin, presidente di NaturaSì. E, ancora Carlo Nesler, uno dei massimi esperti italiani di fermentazioni alimentari alternative, l’attivista contadina Dali Nolasco Cruz, Leidy Casimiro Rodriguez, consulente del Governo cubano per la futura legge sull’agroecologia, Melissa Le Court de Billot, che in Sudafrica combatte la diffusione delle colture Ogm lavorando con le comunità locali per recuperare i semi tradizionali, Stephano Msuya, attivista impegnato nella creazione di orti scolastici in Tanzania, lo chef ucraino Yurii Kovryzhenko, ambasciatore dell’Ucraina colpita dalla guerra con la Russia, e Abdullah Faiz, docente di Agraria e rettore dell’Università di Herat in Afghanistan fino all’agosto 2021 quando, per via delle minacce ricevute, è stato costretto a fuggire dal suo Paese in cui i talebani sono tornati al potere. E poi gli chef stellati Cristina Bowerman e Ugo Alciati e la cuoca svizzera Meret Bissegger, esperta di cucina naturale, Simone Finetti, ex concorrente di “MasterChef Italia”, la cuoca selvatica Eleonora Matarrese anima del Pikniq, Shinobu Namae, chef de L’effervescence, ristorante 3 stelle Michelin di Tokyo, attivista di Slow Food e membro di Relais et Châteaux, e Altin Prenga, cuoco dell’Alleanza Slow Food in Albania.
Il nostro viaggio, a “Terra Madre Salone del Gusto”, parte dal Nord Italia, in particolare dal Piemonte e dal Trentino Alto-Adige, in compagnia di Eleonora Matarrese e Oskar Messner, entrambi parte dell’“Alleanza Slow Food dei Cuochi”, che ci conducono alla scoperta del foraging attraverso l’utilizzo in cucina di erbe, bacche, radici e piante spontanee. Imperdibili poi il “Laboratorio del Gusto” dedicato ai balsamici, degustati in purezza e in abbinamento ad altrettante proposte gastronomiche, e quello sui formaggi stagionati per scoprire tutti i segreti della maturazione di questi prodotti. Spazio anche al più tradizionale pane e prosciutto: la celebre merenda, in questa occasione, incontra il Franciacorta e alcuni salumi tipici italiani, come il crudo di suino nero dei Nebrodi o il culatello Oro di Zibello. Se amate il caffè, allora dovete assolutamente partecipare ai laboratori organizzati in collaborazione con Lavazza per scoprirne non solo la storia e la preparazione nel resto del mondo, ma anche il suo utilizzo in cucina in preparazioni sia dolci sia salate. Barbie, l’iconica bambola americana, è la protagonista dell’“Appuntamento a Tavola” promosso da Pastificio Di Martino per promuovere i diritti fondamentali al cibo e al gioco: in questa occasione la chef stellata Cristina Bowerman guida una brigata di cuoche italiane che interpretano in diversi piatti la pasta Di Martino.
Ma “Terra Madre Salone del Gusto” è anche vino: da non dimenticare, ad esempio, l’appuntamento con i vini di frontiera, come il Collio friulano e la Brda slovena. Da aggiungere in agenda anche il “Parco Dora Street Art Tour”, un percorso immersivo nel mondo dell’arte muraria inserita in un contesto post industriale. Cosa succede quando Albania e Marche si incontrano? Ce lo raccontano Altin Prenga, chef albanese con un passato lavorativo in Italia, e Daniele Maurizi Citeroni, che interpreta in chiave moderna i valori della cucina di terra marchigiana, nel corso dell’“Appuntamento a Tavola” di cui sono protagonisti. E poi ancora gli appuntamenti con i personal shopper dell’Università di Scienze Gastronomiche, le mostre, il mercato dei produttori, i piatti italiani e internazionali della “Cucina di Terra Madre” . Al centro i temi su cui da oltre trent’anni Slow Food si batte per garantire un cibo buono, pulito e giusto per tutti. A “Terra Madre Salone del Gusto” si parla, infatti, di biodiversità in tutte le sue forme attraverso un grande spazio espositivo che mette al centro diverse filiere e alcune delle reti tematiche. Tra queste anche Slow Beans, di cui fanno parte produttori, cuochi e attivisti sensibili al tema dei legumi, e Slow Grains, che raccoglie produttori e trasformatori in tutto il mondo che recuperano le varietà locali coltivandole. Altri due pilastri dell’associazione della Chiocciola sono l’educazione con appuntamenti pensati per bambini, ragazzi e famiglie, e l’attivismo, a cui è dedicato uno spazio per raccontare le campagne Slow Food al momento attive. Spazio anche ai migranti, a cui Slow Food ha dedicato un network internazionale, e ai Presìdi, rappresentati a Terra Madre da tutti quei produttori, trasformatori, coltivatori, allevatori che si impegnano ogni giorno per salvare dall’estinzione razze autoctone, varietà di ortaggi e di frutta, pani, formaggi, salumi, dolci tradizionali. Dall’Italia e dal mondo saranno più di 100, con il debutto di 13 nuovi Presìdi italiani, dalla Mosciarella delle casette di Capranica Prenestina del Lazio alla pasta reale di Tortorici della Sicilia. Il tutto accanto agli appuntamenti promossi anche dallo Slow Food Youth Network e dall’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Due, infine, le novità principali di questa edizione: la “Slow Wine Coalition” e la “Coffee Coalition”. La prima è una rete mondiale che riunisce tutti i protagonisti della filiera per mettere in atto una rivoluzione del vino all’insegna di sostenibilità ambientale, tutela del paesaggio e crescita sociale e culturale delle campagne, mentre la seconda unisce tutti i partecipanti coinvolti nella filiera del caffè, dai coltivatori ai consumatori. Da non dimenticare poi il progetto Slow Food Travel che propone un nuovo modello di viaggio, fatto di incontri e scambi con agricoltori, casari, pastori, norcini, fornai, viticoltori, cuochi, offrendo ai territori la possibilità di sviluppare le proprie potenzialità come destinazione gastronomica di qualità. E, allora, anche noi, siamo pronti a mettersi in viaggio per Torino. Ma anche i nuovi laboratori delle Food RegenerActions pensati soprattutto per i giovani, con tante piccole proposte di azione da intraprendere a “Terra Madre” per imparare a cucinare ricette dall’Italia e dal mondo, vedere come si sta muovendo l’educazione alimentare in molte scuole del pianeta e toccare la terra con mano nell’orto, dove i delegati Slow Food danno tanti consigli di orticoltura, dalla rigenerazione del suolo alla gestione del post-raccolto, dalla moltiplicazione delle piantine allo sviluppo di input biologici.

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