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L’EVENTO

Tra G7 Agricoltura e “DiviNazione 2024”, tra show e politica, i messaggi da Siracusa ed Ortigia

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “il made in Italy è un pezzo straordinario della nostra identità. Export arriverà a 70 miliardi di euro”

I lavori ufficiali del G7 Agricoltura di Siracusa inizieranno il 26 settembre, con il focus sull’Africa, per poi proseguire il 27 con le riunioni dei Ministri vere e proprie. Ma, intanto, in questi giorni, ad Ortigia, sono partiti i lavori di “DiviNazione 2024”, l’expo del made in Italy fortemente voluta dal Ministero dell'Agricoltura, che ha chiamato a raccolta (ed a contribuire, in varie forme) tutte le Regioni (assente la Sardegna, ndr), che vede il vino presente in maniera importante, con Vinitaly ma non solo (con la Sicilia sotto i riflettori anche come Regione simbolo della gestione del cambiamento climatico, in vigna, vedere focus, con la presentazione delle prime stime sulla vendemmia italiana, di scena domani 24 settembre con Ismea, Assoenologi ed Unione Italiana Vini - Uiv, e dove, tra gli altri, Piero Antinori, uno dei grandi del vino italiano e presidente onorario della Marchesi Antinori, realtà di riferimento del made in Italy nel mondo, ha ricevuto dal Ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, il premio “Personalità d’Eccellenza Italiane” assegnato da Inda - Istituto Nazionale del Dramma Antico), con, tra gli altri, la visita ed il messaggio del Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Che ha ricordato, ancora una volta, come “l’agroalimentare è un pezzo fondamentale del nostro nome nel mondo. Il made in Italy è un pezzo straordinario della nostra identità: è conosciuto dappertutto e quest’anno, se le cose andranno come noi crediamo, l’esportazione italiana di prodotti agroalimentari varrà fino a 70 miliardi di euro; è il valore della nostra ricchezza che viene prodotta dagli agricoltori. Grazie anche a tante aziende che sono venute qui a raccontare questa storia ai tanti ospiti internazionali che arriveranno: perchè è la nostra forza più grande”.
Un G7 che oltre ad essere, dunque, una ennesima grande vetrina internazionale per l’agricoltura e l’agroalimentare, vuole essere anche “ un evento che parla dei problemi dell’agricoltura ma anche delle tante soluzioni che il Governo Meloni ha messo in campo. Una vetrina sulla qualità, sulle tecnologie, sull’innovazione, sul rispetto millenario per la natura che hanno i nostri agricoltori e i nostri pescatori. Presenti, come detto, le Regioni italiane con i loro spazi espositivi per mostrare le eccellenze territoriali, ha detto il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aprendo DiviNazione Expo”. “Il nostro obiettivo è rilanciare l’agricoltura, ed è quello che stiamo facendo con il governo Meloni. Oggi insieme a tutte le organizzazioni agricole, della pesca e dei sindacati vogliamo pianificare quello che deve essere fatto per lo sviluppo e la tenuta dell’attuale sistema: è necessario sviluppare ulteriori strumenti che possano garantire il reddito agli agricoltori, dobbiamo garantire a coloro che vogliono rivolgersi all’agricoltura e soprattutto ai giovani, che hanno una particolare attenzione alla trasformazione e investono nell’innovazione, un futuro certo e concreto”, ha evidenziato Lollobrigida.
Sul tavolo del confronto, tra gli altri, il tema della sovranità alimentare, insieme alla necessità di tutelare e promuovere con sempre maggiore forza i prodotti italiani di qualità, riconoscendo l’agricoltura non solo come un settore economico ma anche come espressione dell’identità culturale della Nazione. Si è parlato anche di pesca ed acquacoltura, un comparto, per la prima volta al centro della ministeriale G7, di cui è stata rivendicata la rilevanza a livello nazionale ed europeo. “Abbiamo il dovere di ritornare a comprendere ciò che ci unisce e non ciò che ci divide, mettendo davanti alla prospettiva di questa Nazione gli obiettivi comuni che abbiamo come Sistema Italia: crescita economica, valore della difesa del nostro territorio, una sostenibilità ambientale che è una priorità quanto la sostenibilità di reddito che garantisce un equilibrio di carattere sociale”, ha affermato Lollobrigida, rimarcando in particolare “la necessità di difendere la qualità, definita per gli italiani “un elemento imprescindibile”. “La sovranità alimentare, cioè la libertà di produrre e decidere cosa mangiare, che può essere garantita a tutti. Il cibo di qualità che vede l’Italia competitiva sul piano del valore aggiunto. Lo sviluppo congiunto con i Paesi in via di sviluppo di un’agricoltura più redditizia e sostenibile. I semi che oggi rappresentano un patrimonio per avere una produzione custode dell’ambiente, e la formazione”, ha detto ancora il Ministro Lollobrigida, sottolineando i macrotemi al centro dei lavori. Che, come detto, avranno un focus particolare sul continente africano: “con l’Africa bisogna creare uno sviluppo congiunto, perché se l’immigrazione illegale va frenata e quella legale va organizzata in modo che chi ha i requisiti possa venire a lavorare in sicurezza in Italia; dall’altra parte, vanno rimossi i motivi per i quali centinaia di migliaia di persone sono costrette dalla fame a scappare dalle loro terre. Bisogna aiutarli a svilupparsi, aiutando anche le nostre imprese ad aprire nuovi mercati”, ha detto Lollobrigida. Che, oggi, intanto, sarà a Bruxelles, per il Consiglio Agrifish. “Non sono mancato in nessuna riunione, perché è lì che si decide quello che accadrà anche qui”.
Intanto, a Siracusa ed Ortigia, tra i protagonisti ci saranno anche i prodotti Dop e Igp, capaci di rappresentare il meglio della qualità e della tipicità del made in Italy, sotto i riflettori a “Casa Italia”, con gli 82 Consorzi di tutela aderenti a Origin Italia e per le due organizzazioni di settore, Isit (per il comparto dei salumi) e Afidop (per il settore dei formaggi). In particolare, il 26 settembre Origin Italia organizzerà presso il Palazzo Vermexio di Siracusa, un convegno finalizzato a favorire il dialogo tra i rappresentanti delle istituzioni internazionali e nazionali, i Consorzi di tutela italiani e le loro organizzazioni di riferimento. L’obiettivo è sviluppare progetti di cooperazione a sostegno della crescita delle Indicazioni Geografiche nei Paesi in via di sviluppo. Il convegno vedrà la partecipazione di relatori internazionali e si concluderà con gli interventi del dg Fao, Qu Dongyu, il Ministro Lollobrigida e del professore ed ex europarlamentare, Paolo De Castro. Con la presentazione, tra le altre cose, di “Qualivita Atlas”, una pubblicazione enciclopedica in lingua inglese che descrive le produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp, Stg e le bevande spiritose Ig, arricchita dalla prefazione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e del Ministro Francesco Lollobrigida, che sarà consegnata alle delegazioni presenti al G7 Agricoltura e Pesca di Ortigia, per iniziativa del Ministero. “Desidero ringraziare il Ministro Francesco Lollobrigida per aver offerto al nostro sistema produttivo, composto da imprese e Consorzi di Tutela, un’opportunità così rilevante come quella del G7 per promuovere al mondo la qualità che rappresenta il vero Dna del made in Italy. Origin Italia, che riunisce l’intero sistema delle Dop e Igp italiane, lancia un forte segnale di coesione, guidandoci verso le sfide del futuro. Sfide che non si limitano alla crescita economica del nostro settore, ma che abbracciano anche il benessere sociale, la sostenibilità ambientale e la cooperazione internazionale”, ha commentato il presidente Origin Italia, Cesare Baldrighi. “La sfida globale delle Indicazioni Geografiche, e in particolare delle produzioni Dop e Igp italiane, si gioca sulla conoscenza e sull’innovazione. L’educazione alimentare e la ricerca scientifica sono i pilastri su cui si fonda il successo della qualità agroalimentare. Su questi aspetti, la Fondazione Qualivita si distingue da 25 anni: ringraziamo il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro Francesco Lollobrigida per aver valorizzato il nostro lavoro, offrendo a tutti gli ospiti istituzionali del G7 una copia realizzata ad hoc dell’Atlante Qualivita, per raccontare il modello italiano dei prodotti Dop e Igp”, ha aggiunto il presidente Qualivita, Cesare Mazzetti.
Nel quadro di “DiviNazione 2024”, grande spazio lo ha la Confagricoltura, che, con “Confagorà”, ha deciso di legare i contenuti di settore a laboratori, cinema, cultura, arte e musica. “È tempo che l’Europa torni protagonista della geopolitica del cibo. Dobbiamo tornare a un dibattito multilaterale. Se restiamo nella bilateralitá sarà solo un braccio di ferro. L’Europa deve fare l’Europa, ossia una nazione solida, non la somma di singoli interessi. Non ci possiamo più permettere di rimanere schiacciati tra Cina e Usa. Dobbiamo garantire reddito ai nostri agricoltori. Un quarto della nostra Pac viene destinato alla tutela ambientale. Noi siamo giá i primi custodi della natura, ci serve supporto per essere sempre più competitivi sul mercato. Se ad esempio non introduciamo barriere tariffarie sul grano, i nostri produttori, soprattutto del sud, continueranno ad essere svantaggiati”, ha detto il presidente Massimiliano Giansanti, lanciando un programma di eventi dove si parlerà, tra le altre cose, di di dinamiche sociali e demografiche nel settore primario, con i Giovani di Confagricoltura - Anga, Confagricoltura Donna e Anpa (lunedì 23 settembre, ore 19); dell’imprenditoria femminile nel segmento ortofrutticolo (martedì 24 settembre ore 18); di agricoltura biologica con ConfagriBIO (mercoledì 25 settembre ore 16); dell’emergenza climatica e delle soluzioni proposte dall’agricoltura sostenibile, nel convegno Confagricoltura Ragusa (mercoledì 25 settembre ore 18). Ma, come detto, ci sarà spazio anche per l’arte. Come successo ieri, quando Giuseppe La Spada, artista multimediale, ha messo in scena l’installazione “Replanting Human Beings”, a cura di Confagricoltura Donna Sicilia, ed è andata in scena la mostra fotografica “Donne della Terra tra crisi e innovazione”, anch’essa promossa dalla federazione regionale delle imprenditrici agricole, con il patrocinio di Ars-Assemblea Regionale Sicilia, Fai-Fondo Ambiente Italiano e Anpa. Mentre il 27 e il 28 settembre, lo street artist torinese Danilo Pistone, in arte “Neve”, si esibirà in un live painting sull’agricoltura di domani. E tra le curiosità, ci sarà anche Cinema alla Fonte”, una rassegna cinematografica legata all’agricoltura, in collaborazione con Ortigia Film Festival, per stimolare il dibattito sui temi cardine del settore, attraverso le opere di registi italiani e internazionali. Le proiezioni, aperte al pubblico e gratuite, avranno luogo dal 23 al 28, ogni sera alle ore 20.
Ma, in un G7 Agricoltura, ad essere presenti saranno tutte le organizzazioni agricole più importanti, come la Coldiretti. “Abbiamo vissuto, nell’ultimo mandato della Commissione Europea, una politica di carattere demagogico, in cui Timmermans, come figura centrale, ha alimentato un conflitto tra le realtà produttive, in particolare l’agricoltura, e la percezione dei cittadini e dei consumatori. L’agricoltura era diventata la responsabile dei cambiamenti climatici. Tutto sbagliato: senza agricoltura non c’è ambiente e non c’è territorio”, ha detto il presidente Ettore Prandini, che ha sottolineato come l’agricoltura italiana si distingue a livello globale come la più sostenibile. “Questo è necessario farlo sapere ai cittadini, affinché ne abbiano piena consapevolezza e comprendano il ruolo dei nostri agricoltori,” ha aggiunto Prandini che ha sottolineato l’urgenza di “un cambio di passo da parte delle istituzioni europee che devono essere più coraggiose”. Negli Stati Uniti, ricorda Coldiretti, si investono risorse quattro volte superiori a quelle che noi destiniamo alla politica agricola comune. Quando ci battiamo per difendere ciò che è stato stanziato nel prossimo bilancio “significa che siamo fuori dalle dinamiche globali - spiega Prandini - dove il ruolo dell’agricoltura nei prossimi anni sarà centrale”. Infrastrutture e innovazione digitale, le sfide del futuro. Oltre agli investimenti economici, c’è il tema delle infrastrutture. “Se vogliamo parlare di agricoltura di precisione - ha spiegato il presidente Coldiretti - l’utilizzo dei dati, dei droni e di strumenti come i QR code per la tracciabilità della filiera, saranno essenziali”. Nel suo intervento, Prandini ha anche ricordato la necessità di intervenire rapidamente sul tema della gestione delle acque, altro tema cruciale riguarda la gestione dell’acqua. “Essenziali come lo devono essere i bacini di accumulo. Lo abbiamo visto in Sicilia e in altre parti d’Italia. Se non tratteniamo l’acqua piovana, quanto accaduto quest’anno - con danni per 8,5 miliardi di euro ai nostri imprenditori - si ripeterà anche nei prossimi anni”. Prandini ha poi sottolineato l’importanza di riscoprire il ruolo chiave delle famiglie nell’agricoltura. “Abbiamo inseguito il miraggio economico delle multinazionali, distruggendo il nostro tessuto produttivo di piccole e medie imprese, fatto di commercio, artigianato e famiglie che vivevano di agricoltura. Portiamo qui a Ortigia il G7 delle organizzazioni agricole e ci confronteremo con i colleghi del resto del mondo sul ruolo delle aziende agricole familiari”. In Italia, sottolinea Coldiretti, il 90% delle aziende agricole è a conduzione familiare. Grazie all’impegno di Coldiretti, attraverso i mercati di Campagna Amica e la multifunzionalità, 50.000 imprese hanno trovato nuove prospettive di crescita. Un’Europa che difenda l’origine e la distintività. In chiusura, il presidente di Coldiretti ha ribadito l’importanza di difendere l’origine e la biodiversità dei prodotti italiani. “Si parla di Europa, ma anche di difesa della nostra distintività, della biodiversità e dell’obbligo di origine. Questo deve diventare un tema europeo, dove i cittadini possano scegliere cosa acquistare senza essere ingannati. In questo modo, possiamo anche contrastare l’Italian Sounding. Sono convinto che, grazie al lavoro dell’Agenzia Ice e insieme alle istituzioni, stiamo percorrendo la strada giusta per essere più forti sui mercati mondiali. Se tutto verrà confermato, il 2024 sarà un anno record, con il superamento dei 64 miliardi di export dell’agroalimentare”. Nel programma di Coldiretti, il 26 settembre, sarà di scena il “G7 delle organizzazioni agricole”, un tavolo di confronto per sollecitare i governi a collaborare attivamente con il mondo agricolo, promuovendo una vera e propria partnership. Mentre, tra le altre cose, l’innovazione sarà al centro di un’area dedicata, con nuove tecnologie pensate per supportare gli agricoltori di fronte alle sfide poste dai cambiamenti climatici. In piazza Archimede, l’agricoltura sociale sarà protagonista con le Donne e i Giovani di Coldiretti, impegnati in progetti di reintegrazione sociale per giovani con disabilità e difficoltà relazionali. Coldiretti Pesca sarà presente nei pressi del molo Zanagora, dove verranno affrontati i temi della pesca e dell’acquacoltura, elementi centrali nel G7. Il pubblico avrà l’opportunità di scoprire i segreti del mare e le sfide quotidiane che il settore deve affrontare.
Infine, ampio spazio sarà dedicato al florovivaismo italiano, con allestimenti verdi e fioriti in tutta Siracusa per l’Expo: sono esposte piante e fiori interamente Made in Italy, con una particolare attenzione a specie capaci di abbattere le temperature elevate e a piante e arbusti resistenti alla siccità, in risposta ai lunghi periodi di carenza d’acqua. Punta il suo messaggio sul ruolo delle aree interne, invece, la Cia-Agricoltori italiani. Secondo la quale “i borghi e le campagne d’Italia” devono essere “modello di crescita per le zone rurali d’Europa e del mondo. Il G7 Agricoltura Divinazione Expo sancisca l’impegno di istituzioni, enti e organizzazioni del comparto attorno al progetto di una strategia nazionale agricola per le aree interne, davvero capace di guardare lontano partendo dalle piccole comunità, dalle strade di montagna e dai servizi essenziali, dalle aziende familiari e dal ricambio generazionale”, è il messaggio lanciato dal direttore, Maurizio Scaccia. “C’è l’opportunità effettiva, tra disponibilità di fondi a supporto e duri contraccolpi climatici, di fare la differenza di fronte al progressivo abbandono dei territori marginali - sottolineano gli agricoltori Cia - guardando alla questione come sfida globale (riguarda il 43% della popolazione mondiale, non solo il 48,5% dei comuni italiani), ma affrontandola a cominciare dalle loro specifiche priorità. In particolare, da interventi a tutela delle infrastrutture e dei servizi di prossimità, per garantire la viabilità periferica, una gestione adeguata della risorsa acqua, equo accesso a istruzione e sanità, il superamento del digital divide. Serve una programmazione univoca che abbia come punti cardinali politiche in grado di spingere, con una normativa quadro, l’abitabilità di ciascuna zona periferica e di montagna, misure di fiscalità agevolata e norme che favoriscano l’accesso al credito e alla liquidità, in grado di innescare ricambio generazionale. Tasselli chiave di un piano nazionale per l’agricoltura e l’alimentazione, come già detto da Cia, che riconosca la centralità del settore, motore di progresso e sostenibilità soprattutto nelle zone rurali d’Italia, dove vivono ancora 13 milioni di persone, e che contano, complessivamente, più della metà della Sau (Superficie Agricola Utilizzata) del Paese. Serve, per questo, valorizzare la dimensione familiare agricola che includa, in primo luogo, il recupero dei terreni incolti e il riconoscimento economico e sociale delle funzioni ambientali svolte dal comparto”. “Pensiamo in grande, ma lavoriamo in piccolo - è l’invito del presidente degli agrcioltori Cia, Cristiano Fini - ce lo stanno ripetendo i fatti, dalle alluvioni all’emergenza Peste suina e Lingua blu, occorre più efficienza e rapidità sugli interventi di dimensioni più contenute, sui processi autorizzativi e attuativi, per poi avanzare gradualmente verso le grandi opere. Non è solo una questione agricola o ambientale. Investire sulle zone rurali è un’urgenza sociale, oltre che economica, e bisogna evitare la dispersione delle risorse, la ’deperibilità’ delle azioni, affiancando Comuni, associazioni, aziende e cittadini nella messa a terra delle progettualità, vedi tra tutti il Pnrr. Ѐ con questo approccio che dobbiamo interpretare lo spirito del G7 Agricoltura a presidenza italiana, per l’inclusività e la stabilità economica, per la centralità della produttività agricola, custode della storia e della cultura dei popoli, garante della sicurezza alimentare globale”.
Tutto questo è solo un po’ dei tantissimi messaggi tra quelli arrivati, e che arriveranno, da un G7 Agricoltura, che è anche una grande fiera mediatica del settore, ed una parata della politica, andando ben oltre i connotati di una riunione dei rappresentati agricoli dei Paesi che compongono il gruppo, ovvero Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti).

Focus - Innovazione, ricerca, sperimentazione: ecco come la Sicilia del vino governa il cambiamento climatico
“La Sicilia del vino ha raccolto la sfida lanciata dal cambiamento climatico e attraverso la ricerca, la sperimentazione, la sostenibilità e la valorizzazione della biodiversità sta cercando di governare uno dei momenti più difficoltosi per la viticoltura siciliana”. Con queste parole, Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela dei Vini Doc Sicilia, ha aperto il convegno “Resilienza, ricerca, strategia: la Sicilia governa il cambiamento climatico” a Siracusa il 22 settembre, DiviNazione, per il G7 Agricoltura. “Le aziende vitivinicole, l’agricoltura tutta, negli ultimi anni hanno messo in atto varie azioni per limitare i danni di un climate change che colpisce sempre più. Crediamo sia giusto dare voce a questo lavoro e chiedere un intervento deciso da parte delle istituzioni per attuare un piano di grandi opere infrastrutturali ormai urgenti”, ha aggiunto Antonio Rallo. Assovini Sicilia, il Consorzio di tutela dei vini Doc Sicilia, la Fondazione SOStain Sicilia, si sono presentate unite per puntare i riflettori sulle azioni e le strategie messe in atto dal mondo vitivinicolo.
“Il contesto in cui la Sicilia del vino si sta muovendo è sempre più in evoluzione”, ha spiegato Luigi Pasotti, Dirigente dell'Unità Operativa di Catania del Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano (Sias) illustrando nel dettaglio la situazione idrica dell’isola collegata non solo alla riduzione delle piogge ma soprattutto all’aumento delle temperature. La situazione climatica della Sicilia è piuttosto complessa e il cambiamento climatico si è manifestato chiaramente negli ultimi anni attraverso diversi fenomeni - continua Pasotti - e nel 2023 si è registrato un aumento delle precipitazioni durante il periodo primaverile, il che ha favorito la diffusione di malattie fungine, come la peronospora. Nel 2024, si è verificata una condizione opposta: una carenza di piogge a partire da gennaio, insieme all’ aumento delle temperature hanno comportato una vendemmia anticipata. Le elevate temperature hanno determinato una variazione dei livelli di evapotraspirazione del terreno che sono aumentati drasticamente negli ultimi 10 anni, il che può creare dei problemi futuri perché il terreno non riesce a trattenere l’acqua e, di conseguenza, le piante soffrono maggiormente. Nel futuro si dovrà pensare non solo a coprire e tutelare le uve ma anche a trovare dei sistemi che tutelino e proteggano il terreno aumentando anche le riserve idriche per far fronte ad un innalzamento delle temperature”, ha concluso Luigi Pasotti.
“In questo scenario diventa fondamentale l’intervento attivo delle cantine, prime sentinelle di un territorio che ha sempre più bisogno di attenzione e interventi rapidi che spesso vengono delegati ai privati”, ha aggiunto Mariangela Cambria, presidente Assovini Sicilia, che mette l’accento sulle buone pratiche delle aziende di Assovini Sicilia per gestire il cambiamento climatico. Secondo un sondaggio curato dall’Università degli Studi di Messina per Assovini Sicilia, l’80.5% degli associati ha introdotto nuove tecnologie e metodologie nella vinificazione e nella gestione del vigneto, il 22% partecipa a progetti di sperimentazione nei vigneti; il 20,3% ha attivato progetti con enti di ricerca per accedere a tecnologie all’avanguardia applicabili sul campo che riescono a incidere sulla qualità del prodotto. “La Sicilia vitivinicola - ha continuato Mariangela Cambria - dimostra innovazione e competenza nel saper affrontare e governare le sfide future che hanno un impatto nel mondo del vino come il cambiamento climatico. Il lavoro dei produttori siciliani testimonia che la vitivinicoltura siciliana guarda al futuro e continua a garantire qualità nella produzione”. E di futuro sostenibile ha parlato Giuseppe Bursi, vicepresidente della Fondazione SOStain Sicilia, nata nel 2020, su impulso di Assovini Sicilia e del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia.
“Come Fondazione SOStain nasciamo con il chiaro obiettivo di promuovere la sostenibilità del settore vitivinicolo siciliano; questo concetto non riguarda solamente l’attività agricola in sé ma va oltre i confini dei campi che si coltivano, poiché riguarda anche il benessere dei lavoratori e la salute dei consumatori, il coinvolgimento delle comunità locali, la valorizzazione del territorio circostante, la conservazione delle risorse naturali - commenta Bursi - strettamente legato al tema del cambiamento climatico, tra i 10 punti minimi, richiesti nel nostro disciplinare chiediamo l’applicazione del programma Viva. Le aziende sono tenute a calcolare, a livello di organizzazione, l’impatto delle proprie attività su fattori ambientali quali acqua, aria e vigneto e adottare tecniche di risparmio idrico ed energetico. Le aziende stanno imparando sempre più a esser virtuose nella gestione delle risorse e a guardare al futuro con un impegno non solo di business ma anche sociale”, ha concluso Giuseppe Bursi.
“Anche il Consorzio sta lavorando sempre più in modo attivo, promuovendo progetti di ricerca che affrontino il cambiamento climatico tramite l’innovazione - ha continuato Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela dei Vini Doc Sicilia - a fianco alle azioni intraprese delle cantine il Consorzio promuove i progetti di ricerca Bi.Vi.Si, Vista Lucido e Germoplasma Viticolo, realizzati in collaborazione con l’Irvo, l’Università degli Studi di Palermo e di Milano, l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Sicilia, l’Assoenologi”. “Siamo orgogliosi dei tre progetti di ricerca portati avanti in questi anni - aggiunge Giuseppe Figlioli, enologo e consigliere del Consorzio - e le uve del progetto Vista Lucido, provenienti da diversi terroir della Sicilia in cui insiste la varietà Lucido, sono state utilizzate per la futura produzione di fine wine e spumanti con Metodo Charmat. Riguardo, invece, al progetto Bi.Vi.Si, stiamo procedendo con le vinificazioni, nel Centro di Ricerca dell’Università di Enologia di Marsala, utilizzando i vitigni Grillo, Nero D’Avola, Lucido, Vitrarolo e Lucignola, tutte varietà autoctone siciliane. Infine, per il progetto Germoplasma, abbiamo selezionato, raccolto e conservato il materiale di propagazione in apposite celle di mantenimento, ovvero screen house, in modo tale da avere una banca dati fondamentale per la scelta varietale e clonale della Sicilia viticola del futuro”.
“Tutto questo dinamismo da parte del comparto vitivinicolo, però, non può non vedere in prima linea le istituzioni” aggiunge ancora Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela dei Vini Doc Sicilia. “La carenza idrica e l’aumento delle temperature, che negli ultimi anni hanno avuto un impatto diretto su tutta la produzione agricola, richiedono soluzioni ed interventi urgenti. Siamo di fronte a una situazione di crisi idrica che vede la necessità di contingentare l’acqua nella città di Palermo, notizia di ieri, anche se registriamo un ritorno delle piogge ad agosto e settembre. Purtroppo ancora oggi la gran parte dell’acqua che piove sull’isola finisce in mare. Richiediamo quindi un incremento importante degli investimenti pubblici indirizzati alla realizzazione di laghetti collinari, alla ristrutturazione delle dighe esistenti per aumentarne la capacità di invaso, la costruzione di grandi bacini e il miglioramento della rete di distribuzione dell’acqua. Queste misure possono e devono essere promosse dalle istituzioni regionali e nazionali per garantire un futuro sostenibile alle aziende vitivinicole siciliane e agli agricoltori tutti”.

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