
Un pezzo di storia del vino diventa ufficialmente “Patrimonio Immateriale dell’Umanità”: è da pochi giorni iscritta nella lista Unesco l’antica tecnica di vinificazione nelle anfore di terracotta della Georgia, chiamate “Qvevri”, praticata “in villaggi e comunità dove sono coltivate varietà uniche di uva”, si legge nella descrizione. “La conoscenza e l’esperienza della manifattura della Qvevri e della vinificazione è tramandata da famiglia, vicini, amici e parenti, oguni dei quali partecipa alle attività di vendemmia e vinificazione. I bambini imparano come coltivare la vigna, pigiare l’uva, fa fermentare il vino, lavorare la terracotta e cuocere le Qvevri osservando i più grandi”. Una pratica, quella della vinificazione nella terracotta, che si sta ricavando uno spazio crescente nella viticoltura italiana di oggi, da Josko Gravner in Friuli alla cantina Santadi in Sardegna, dalla Vinicola Savese in Puglia all’azienda agricola Cos in Sicilia, da Elisabetta Foradori in Trentino, a Rubbia al Colle di Arcipelago Muratori in Toscana, per fare solo qualche esempio più conosciuto.
Ma nelle iscrizioni alla lista del 2013 ci sono anche altri patrimoni culturali legati al cibo e al bere, come “la cultura del caffè in Turchia”, o i “metodi tradizionali della cucina giapponese Washoku”.
Info: http://www.unesco.org/culture/ich/
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