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Una vendemmia di qualità, da buono ad ottimo, con punte di eccellenza, e produzione stimata sui 47 milioni di ettolitri, +12% su 2014 con l’Italia verso la riconquista della leadership mondiale. Le previsioni Uiv, Ismea, Ministero Politiche Agricole

Italia
Domenico Zonin alla guida di Unione Italiana Vini

“Una produzione di vino a livello nazionale stimata attorno a 47 milioni di ettolitri, il 12% in più sui 42 milioni diffusi dall’Istat per il 2014 (lo scorso anno si è avuta una produzione particolarmente scarsa). La cautela è sempre d’obbligo quando si parla di previsioni, tanto più se si considera che il clima del mese di settembre sarà decisivo nel determinare una buona o un’ottima vendemmia soprattutto per la qualità dei grandi rossi. Se questi dati fossero confermati, l’Italia riguadagnerebbe la leadership mondiale tra i Paesi produttori, visto che la Francia prevede 46,5 milioni di ettolitri (-1% su base annua) e la Spagna 43 milioni (-3%)”. Parole di Domenico Zonin, presidente Uiv-Unione Italiana Vini, sui risultati della ricognizione operata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre sul territorio nazionale da Uiv e Ismea con la collaborazione del Ministero delle Politiche Agricole, presentati oggi in Franciacorta alla cantina Cà del Bosco, uno dei marchi più prestigiosi dell’enologia italiana. A livello territoriale, dalla ricognizione, si è assistito ad incrementi generalizzati in quasi tutte le Regioni. Fanno eccezione Lombardia (-3%) e Toscana (0%), che anche nel 2014 sono risultate in controtendenza sul resto d’Italia. Fuori dal coro anche la Calabria (-10%). Elemento che emerge con chiarezza è il ritorno a gradazioni considerate nella norma, dopo il calo del 2014, ed un livello delle qualità che va dal buono all’ottimo, con punte di eccellenza in tutta la Penisola.

“Anche quest’anno - spiega Zonin - Uiv e Ismea consolidano il proprio impegno al servizio del mondo vitivinicolo proponendo queste elaborazioni come momento di sintesi e confronto istituzionale in collaborazione con il Ministero, con l’obiettivo di aiutare gli imprenditori nelle scelte aziendali cui sono chiamati con dati puntuali e interpretazioni oggettive. In sintesi possiamo dire che l’annata metereologica ci consegna un’uva sana e abbondante, almeno rispetto alla media degli ultimi anni, e di qualità tra il buono e l’eccellente - prosegue Zonin - pur con tutte le cautele del caso perché siamo al 30% circa della raccolta e al termine della vendemmia manca ancora un mese, e consapevoli della variabilità tra zona e zona, la previsione di crescita del 12% sul 2014 ed una ottima qualità media, motivano un nostro moderato ottimismo”.
“Il dato complessivo quali-quantitativo - aggiunge il presidente Uiv - è certamente molto soddisfacente: l’aumento in quantità delle uve e la divaricazione crescente tra i prezzi dei vini da tavola e quelli a Denominazione di Origine conferma la strategia produttiva del Paese orientata con decisione verso la territorialità, le denominazioni, cioè produzioni ed elevato valore aggiunto. Un segnale di conferma che fonda una giustificata fiducia verso la crescita complessiva del valore della produzione vitivinicola italiana con riflessi auspicabili sull’export del 2016 dove a questo punto, sfuggendo alla morsa ribassista imposta quest’anno dai vini spagnoli, è lecito attendersi incrementi di fatturato più consistenti rispetto a quelli del 2015”.
“La buona annata - conclude Zonin - potrà avere ripercussioni positive anche sul mercato interno che soffre, ormai, da diversi anni. Siamo convinti che una rinnovata qualità dei vini sostenuta da politiche di prezzo adeguate, in un contesto economico che sta offrendo segnali ripetuti di lieve ripresa, contribuirà a riavvicinare il consumatore italiano ad un consumo più costante del nostro prodotto. Per raggiungere questi risultati è però necessario che la filiera condivida strategie sui prezzi capaci di garantire stabilità e prospettiva di medio-lungo periodo a chi opera sul mercato. Sono fiducioso sulla maturità raggiunta dalle filiere di territorio e sulla consapevolezza conquistata da un settore produttivo che sta mietendo da anni successi sui mercati internazionali”.
“Le stime formulate da Ismea e Uiv - spiega Ezio Castiglione, presidente Ismea - sono frutto di un’accurata attività di ricognizione svolta nella prima decade di settembre attraverso una rete di rilevazione distribuita su tutto il territorio nazionale. Con gran parte delle uve precoci e delle basi spumante già in cantina e le indicazioni continuative su rese e raccolti, riteniamo di poter fornire un affidabile quadro predittivo sugli sviluppi quantitativi e qualitativi della campagna in corso. Se da un punto di vista strettamente produttivo le premesse per un’annata positiva ci sono tutte - aggiunge Castiglione - l’osservazione delle dinamiche del mercato invita alla prudenza. Il risultato vendemmiale di quest’anno si inserisce in una situazione piuttosto complessa, specie nel circuito dei vini comuni, soggetto alle forti pressioni della concorrenza spagnola. Lo scenario che si delinea è di un mercato a due velocità, con il segmento dei vini a denominazione capace di mantenere una buona remunerazione e di crescere sui mercati esteri e la fascia dei vini comuni in una condizione più critica, già penalizzata da importanti flessioni dei prezzi”.

Focus - La vendemmia 2015 & le stime Uiv, Ismea e Ministero delle Politiche Agricole: “da un’ipotesi minima di 46 milioni di ettolitri alla più ottimistica di 48 milioni. Molti i distinguo, ma si va verso il ritardo sul normale calendario vendemmiale”
Puntuale anche quest’anno l’ormai tradizionale appuntamento che vede la collaborazione tra Ismea e Uiv per la stima della produzione di vino in Italia. Il risultato della ricognizione, effettuata tra la fine di agosto e la prima decade di settembre, riporta una produzione di 47 milioni di ettolitri (+12% sui 42 milioni diffusi dall’Istat per il 2014). È opportuno, comunque, ricordare che nel 2014 la quantità di vino prodotta in Italia risultò particolarmente scarsa. Il dato stimato per il 2015 è di fatto una media tra un’ipotesi minima che porterebbe la vendemmia di quest’anno a 46 milioni di ettolitri (+9% sul 2014) e una più ottimistica che la spingerebbe, invece, a 48 milioni di ettolitri (+14%). Da sottolineare che la previsione è stata effettuata con una percentuale di uve raccolte del 20-30% in media a seconda delle aree. Rispetto ad un normale calendario vendemmiale quest’anno si è in presenza di una situazione piuttosto variegata che potrebbe far pendere la bilancia verso un ritardo, ma con molti distinguo.
Pur usando tutti i condizionali del caso, tuttavia, una certezza viene dal fatto che quella del 2015 è stata sicuramente un’annata meno problematica dal punto di vista climatico e fitosanitario rispetto a quella che l’ha preceduta. L’incidenza delle malattie è stata pressoché irrilevante grazie ad un clima particolarmente favorevole durante tutto l’arco stagionale. Unico neo le temperature elevate di luglio, tra i più caldi degli ultimi anni, e la mancanza di precipitazioni che hanno provocato casi di scottatura o disidratazioni dei grappoli e, soprattutto, hanno richiesto irrigazioni di soccorso. Rispetto allo scorso anno, quindi, i costi per i produttori si sono spostati dalla lotta alle fitopatie alle pratiche irrigue, altrettanto onerose.
L’abbondante produzione italiana di quest’anno si inserisce, comunque, in una situazione di mercato piuttosto complessa e articolata. I vini comuni hanno chiuso la campagna 2014/2015 con listini in flessione del 22% su base annua e sempre più condizionati dalle sorti dell’omologo prodotto iberico, i cui prezzi sono in caduta libera ormai da mesi. Salendo nella piramide qualitativa si registra il meno 8% delle Igt, che provano con sempre maggiore incisività a discostarsi dalle dinamiche commerciali dei comuni. Il fenomeno riguarda ancor più da vicino il segmento delle Doc-Docg, che durante la scorsa campagna, nonostante le difficoltà generali, hanno maturato un più 3% nei prezzi alla produzione. La campagna 2015/2016, limitatamente quindi al mese di agosto, non ha portato alcuna novità. Il mercato dei vini comuni italiani resta ingessato, con contrattazioni e listini tuttora al palo, mentre dalla Spagna giungono ancora notizie di ulteriori ribassi dei prezzi.

Focus - Produzione italiana di vino e mosti (migliaia di ettolitri)
(2014, 2015*, Variazione%)
Piemonte: 2.402, 2.642, 10%
Valle d’Aosta: 15, 15: 7%
Lombardia: 1.424, 1.388, -3%

Trentino Alto Adige: 1.029, 1.162, 13%

Veneto: 8.281, 9.317, 13%

Friuli Venezia Giulia: 1.367, 1.552, 14%

Liguria: 63, 69, 10%

Emilia Romagna: 6.958, 7.618, 9%

Toscana: 2.778, 2.778, 0%
Umbria: 670, 787, 17%

Marche: 915, 993, 9%

Lazio: 1.302, 1.432, 10%

Abruzzo: 2.273, 2.323, 2%

Molise: 297, 356, 20%
Campania: 1.183, 1.386, 17%

Puglia: 5.430, 6.480, 19%

Basilicata: 102, 123, 20%

Calabria: 314, 282, -10%

Sicilia: 4.539, 5.444, 20%

Sardegna: 746, 802, 8%

Italia: 42.088, 46.950, 12%
Previsione Ismea/Uiv al 9 settembre 2015, la variazione è calcolata come media di una forbice che prevede un max e un minimo; 2014: dato Istat

Focus - La vendemmia 2015 in Italia, Regione per Regione
Piemonte (+10%)
. In recupero sullo scorso anno, la produzione enologica piemontese, anche se i primi dati sulle rese ridimensionano le più ottimistiche aspettative di agosto, allineando il dato alla media degli ultimi cinque anni. Il germogliamento è iniziato in leggero ritardo, mentre fioritura e allegagione hanno recuperato il ritardo iniziale grazie al clima favorevole e alle riserve di acqua nel terreno, ricostituite con le abbondanti piogge di marzo e aprile. Inizialmente, la fioritura è stata scalare, ma grazie al caldo di metà giugno l’allegagione è avvenuta in fretta e in modo uniforme. L’invaiatura di metà luglio è risultata abbastanza precoce, mentre il cambio climatico di fine agosto ha un po’ attenuato questo anticipo. La buona escursione termica tra giorno e notte ha, comunque, favorito l’ottima maturazione delle varietà precoci. Le uve da spumante sono state raccolte nella seconda metà di agosto, mentre per le altre uve precoci, sia bianche che rosse, quali Brachetto e i Dolcetti, gli stacchi sono iniziati tra la fine di agosto e l’inizio di settembre. Le malattie del vigneto sono state scarse, circoscritte e ben controllate. La peronospora si è presentata precocemente in primavera non creando però danni significativi ed anche oidio e botrite non hanno provocato danni degni di nota. In tema di avversità climatiche si segnalano alcune grandinate prima nel Doglianese, nel Pinerolese e nell’area del Barolo, mentre nell’ultimo periodo si sono avuti alcuni problemi nella zona del Moscato, in quella della Barbera d’Asti e di nuovo sulle colline delle Langhe. La siccità non ha provocato danni sostanziali, prima di tutto per le abbondanti risorse idriche già presenti nel suolo e per le piogge provvidenziali di fine agosto seguite a un luglio torrido. Le rese uva/vino sono buone, ma inferiori a quanto ci si attendesse proprio a causa del caldo prolungato. Il grado zuccherino, ad ora, risulta ottimale e in quanto alla qualità ci sono tutte le premesse per realizzare una grande annata, soprattutto sui rossi, anche se sarà fondamentale l’andamento meteo di settembre. Con tutta probabilità, quella del 2015 sarà una vendemmia non solo precoce, ma anche “corta”, nel senso che non ci saranno tra una varietà e l’altra quegli intervalli temporali che permettono una più graduale scansione delle attività accessorie. Un fatto di questo tipo potrebbe creare qualche problema logistico-organizzativo soprattutto nelle aziende che vinificano diverse varietà di uve.
Valle d’Aosta (+7%)
. Si prevede un’annata poco al di sopra di quella trascorsa per le cantine valdostane quale esito di uno sviluppo vegetativo nella norma. Si attende una buona quantità di uve, ma più leggere e pertanto con rese un po’ più basse rispetto allo scorso anno.
Lombardia (-3%)
. La Lombardia appare in controtendenza rispetto alla media nazionale. Si prevede infatti un lieve calo rispetto ad un 2014 che nel dato Istat era risultato piuttosto abbondante. La stagione vegetativa della vite in Lombardia ha avuto un decorso regolare, con un anticipo della cacciata primaverile rispetto alla media stagionale. A una buona fioritura è seguita una altrettanto favorevole allegagione, anche se in alcune zone dell’Oltrepò il bilancio è un po’meno lusinghiero. Regolare l’invaiatura, fase che ha condotto a un processo di maturazione da considerarsi nella norma. Il clima è stato favorevole con un’estate calda e asciutta che ha preservato la vite da importanti attacchi fungini un po’ in tutto il territorio regionale. Da sottolineare anche che, nonostante la presenza quasi costante di temperature sopra la media, solo sporadicamente si sono verificati fenomeni di stress idrico della vite, grazie alla buona riserva idrica nei terreni. La vendemmia è iniziata per le varietà precoci e per quelle base spumante di Franciacorta ed Oltrepò Pavese nei primi giorni di agosto, proseguendo senza intoppi. Le rosse stanno mostrando un buon processo di maturazione. L’estata calda e asciutta ha portato ad una gestione “semplice” del vigneto con scarsi attacchi di agenti patogeni. Il calo della produzione è legato non tanto alla minore quantità di uva quanto al minor peso dei grappoli. Non mancano però le eccezioni, come ad esempio la Valtellina, dove ci si attendono volumi superiori a quelli (scarsi) del 2014. Le aspettative sono comunque orientate a un un’ottima qualità. Le uve si presentano, infatti, con elevata gradazione zuccherina e un perfetto equilibrio delle componenti organolettiche della bacca.
Trentino Alto Adige (+13%)
. Nel complesso la vendemmia 2015 in Trentino Alto Adige sarà migliore in termini qualitativi e quantitativi rispetto a quella dello scorso anno. In Trentino dove si prevede un incremento del +15% le alte temperature di luglio e dei primi giorni di agosto hanno avvantaggiato i rossi che quest’anno presentano un’adeguata maturazione e un buon accumulo di zuccheri. Meno positiva la situazione dei bianchi - sebbene migliore rispetto a quella 2014 - che hanno sofferto invece le condizioni favorevoli ai rossi. Le alte temperature, le scarse precipitazioni e la bassa escursione termica hanno portato l’uva a consumare molto acido malico. Uva matura, quindi, ma con una minore freschezza e aromaticità di quanto ci si poteva attendere. La vendemmia delle uve base spumante (Chardonnay e Pinot nero) è iniziata nell’ultima decade di agosto con circa una settimana di anticipo sullo scorso anno. La sofferenza diurna nelle zone di bassa collina stava infatti rallentando la maturazione e favorendo un celere abbassamento dell’acidità totale. Con i primi di settembre è stata la volta delle uve per vini fermi, partendo dallo Chardonnay, dal Pinot grigio e dal Muller Thurgau. Poi sarà il turno delle uve nere fino alle più tardive (ad esempio le Cabernet). Si distingue per anticipo di maturazione il Teroldego della Piana Rotaliana che si discosta di poco come grado di maturazione dalle uve bianche coltivate nella stessa zona. L’evento climatico che ha caratterizzato questa vendemmia è senza dubbio il dato pluviometrico registrato a livello provinciale: solo 350 mm di pioggia da inizio anno. Alla carenza idrica hanno supplito gli interventi di irrigazione di soccorso nelle zone dotate di impianti prevalentemente a goccia. La grandine quest’anno è stata poco presente e ha colpito in due epoche diverse solo zone viticole abbastanza ridotte. Ottimo in tutti i vigneti lo stato fitosanitario. La scarsità di piogge ha ridotto la pressione dei patogeni a partire dalla peronospora.

Ottima annata anche quella dell’Alto Adige (+8%) dove si attende un aumento sullo scorso anno, ma meno accentuato rispetto a quello del Trentino ed una produzione che, dopo il calo del 2014, potrebbe tronare su livelli medi. Il caldo estivo ha influito in maniera differenziata sul grado di maturazione nelle diverse zone. In Vallagarina, ad esempio, il Muller Thurgau è stato raccolto con un certo anticipo perché l’eccessivo caldo avrebbe potuto influire sull’acidità. Al contrario in Valle di Isarco dove gli stacchi, dello stesso vitigno posto alla medesima altitudine, sono partiti più tardi.

Veneto (+13%)
. In Veneto ci sono tutte le premesse per una vendemmia ottima sul fronte dei volumi e, soprattutto, su quello della qualità. Le condizioni atmosferiche anche in questa regione hanno ribaltato il quadro negativo dello scorso anno, nonostante le alte temperature e le scarse piogge. Come è noto, luglio è stato uno dei più caldi degli ultimi anni e in alcune aree del Veneto si sono toccati anche i 40°. Questa situazione ha messo duramente alla prova i vigneti soprattutto nelle zone meno irrigue, provocando alcuni fenomeni di scottature dei grappoli. Nel complesso, comunque, il vigneto regionale sembra aver reagito bene grazie anche al fatto che non si sono verificate malattie. Dal punto di vista del calendario si può sottolineare che l’iniziale anticipo registrato in alcune aree della regione è stato compensato dal rallentamento vegetativo dovuto all’eccessivo caldo estivo, per cui la vendemmia risulta sostanzialmente nella norma.
Lo sviluppo vegetativo è in linea con il calendario e mediamente buono rispetto alle diverse fasi. Si segnala qualche problema di allegagione nel Trevigiano, ma non tanto da inficiare un aumento piuttosto cospicuo delle quantità, imputabile anche all’entrata in piena produzione di impianti giovani. In un contesto di buono stato delle uve piuttosto generalizzato fanno eccezione sporadici attacchi di peronospora su alcuni impianti di uve rosse, ma anche in questo caso il fenomeno appare controllato e limitato. Situazione analoga nel Veronese dove, al netto dei problemi di stress idrico comune a tutta la regione, lo stato vegetativo dei vigneti è regolare ed uniforme e le uve si presentano sotto raccolta in ottimo stato. Quantità in aumento sono previste anche nel Vicentino e nelle province di Venezia e Belluno, mentre Padova si potrebbe allineare ai volumi dell’anno scorso. Qualche flessione si potrebbe invece riscontrare nel comprensorio di Rovigo.
Friuli Venezia Giulia (+14%)
. Si attende un risultato al di sopra della media degli ultimi cinque anni in Friuli Venezia Giulia, grazie ad uno sviluppo vegetativo ottimale in tutte le sue fasi. L’invaiatura è iniziata con quasi sette giorni di anticipo nella terza settimana di luglio, ma le alte temperature hanno permesso il recupero dei ritardi soprattutto per le varietà di uve rosse.

Le condizioni atmosferiche sono state ottimali. Solo in alcune aree limitate della regione (soprattutto nelle province di Pordenone e Gorizia), nei mesi di giugno e luglio, si è assistito a sporadiche grandinate, mentre in poche zone non coperte da irrigazione si sono verificati problemi da siccità come la scottatura dei grappoli. Poco da segnalare anche in termini di attacchi di agenti patogeni. Si sono registrati rari casi di oidio a carico degli acini, riscontrati a partire dalla seconda metà di giugno in alcuni vigneti. Annata favorevole, invece, alla tignola che è riuscita a compiere tre generazioni, senza tuttavia arrecare danni di rilievo. L’alto grado zuccherino, inoltre, ed un ottimale livello di acidità alzano molto l’asticella delle aspettative in termini di qualità. La maggior produzione 2015 è da imputare, oltre a un buon peso medio degli acini e a uno stato sanitario decisamente migliore rispetto allo scorso anno, anche all’entrata in piena produzione di alcune centinaia di ettari di nuovi impianti (specialmente Glera e Pinot Grigio).
Liguria (+10%)
. Buone le aspettative per la vendemmia ligure che si dovrebbe presentare ottima in termini di qualità e superiore a quella dello scorso anno in volume. Le diverse fasi vegetative si sono susseguite in modo molto regolare, forse con qualche giorno di anticipo sulla media di calendario. La bassa incidenza delle malattie del vigneto ha inciso positivamente sulla qualità.

Emilia Romagna (+9%)
. In discreta crescita anche la produzione dell’Emilia Romagna, peraltro con incrementi abbastanza omogenei tra le due anime viticole regionali quella Romagnola e quella Emiliana. Fondamentali saranno comunque i primi quindici o venti giorni di settembre per misurare il grado di maturazione delle uve; eventuali piogge potrebbero infatti determinare un miglior risultato in termini di resa. Le prime uve portate in cantina, infatti, mostravano qualche segnale di disidratazione per il forte caldo estivo, sebbene le provvidenziali precipitazioni dei primi di agosto hanno scongiurato perdite di prodotto. I problemi più importanti dovuti al clima si sono avuti soprattutto in collina. Le condizioni climatiche particolarmente favorevoli verificatesi nelle prime fasi fenologiche hanno anticipato di 8-10 giorni la ripresa vegetativa della vite, cui è seguita un’ottima cacciata con una buona fioritura. Le frequenti piogge hanno un po’ condizionato l’allegagione, che però si può considerare mediamente favorevole, salvo in alcune zone dove si sono verificati fenomeni di colatura che hanno portato all’acinellatura.
L’invaiatura è stata ottima in vigneti irrigati e in collina con terreni argillosi che hanno trattenuto molte risorse idriche, mantenendo così la settimana di anticipo. Sulla situazione fitopatologica della vite non si segnalano infestazioni particolari di peronospora e oidio, grazie anche agli interventi mirati preventivi effettuati dai viticoltori. La gradazione delle uve, salvo alcune eccezioni in aree collinari e per alcuni vitigni, si attesta su valori nomali ma in crescita rispetto alla vendemmia 2014. Ottime le attese sulla qualità.
Toscana (=)
. Come lo scorso anno la Toscana si distingue rispetto alla media nazionale. La vendemmia 2015, infatti, sembra presentarsi sostanzialmente in linea con quella 2014 che, al contrario del resto della Penisola, era stata comunque abbondante. Tale stabilità della produzione regionale, per la verità, è un risultato di compromesso tra una sommatoria di situazioni molto diversificate tra loro anche all’interno delle stesse province. Da considerare, inoltre, che la viticoltura toscana è prevalentemente ancora molto incentrata sul Sangiovese, vitigno tardivo, la cui raccolta inizierà nella seconda metà settembre. Sarà quindi determinante l’andamento climatico delle prossime due settimane, periodo che può fare da spartiacque tra un’ottima annata ed una mediocre dal punto di vista quantitativo e qualitativo. Al momento, comunque, le condizioni sembrano confermare le attese di una ottimale maturazione e di una conseguente qualità al top. L’andamento stagionale è stato praticamente opposto a quello del 2014, con un’insolazione assolutamente superiore e un’incidenza molto minore di piogge. A dimostrazione di quanto sia differenziato, in termini di microclimi, il quadro della viticoltura toscana si può descrivere il calendario vegetativo. Si sono registrati, ad esempio, anticipi di vegetazione sia lungo la zona costiera che in quelle interne come il Chianti Classico, mentre nella zona di Montalcino l’apertura delle gemme si è verificata con una settimana di ritardo, poi recuperato nelle fasi successive. In termini di quantità di uve, e quindi di vino, si prospettano produzioni superiori a quelle dello scorso anno in alcune aree del Livornese, come l’Elba, nella zona del Chianti Classico e del Brunello, mentre sul Chianti non si esclude una flessione dei volumi. Le condizioni del vigneto toscano restano al momento molto favorevoli anche dal punto di vista sanitario. La siccità del mese di luglio ha determinato problemi di stress idrico solo in isolate situazioni. Rimangono tuttavia alcune situazioni problematiche dovute sia alla carenza di acqua sia alle precipitazioni violente e temporalesche che hanno influito sullo stato fitosanitario o di maturazione delle uve.
Umbria (+17%)
. Di tutto rispetto la vendemmia che si sta prospettando in Umbria. Al recupero quantitativo si accompagnano anche le buone aspettative sulla qualità. Anche in questo caso a fare la differenza sarà il clima dei primi quindici giorni di settembre perché il pieno della vendemmia, iniziata per le precoci nella terza settimana di agosto, dovrebbe essere intorno al 20 del mese. Attesa per la seconda metà di settembre la raccolta delle uve Sagrantino, che ad ora mostrano un deciso recupero quantitativo. A differenza di altre regioni il vigneto umbro ha avuto un “risveglio” un po’ tardivo rispetto alla media, recuperato nelle successive fasi fenologiche che si sono susseguite senza mostrare particolari criticità. Il gran caldo di luglio, per la verità, aveva fatto scattare i campanelli di allarme per le uve precoci (rischi di appassimento), ma il pericolo è stato prontamente fugato dalle piogge di agosto. Anche sul Grechetto le precipitazioni sono state provvidenziali ricostituendo le riserve idriche dei terreni vicine all’esaurimento. Attualmente le uve si presentano in un perfetto stato di salute, visto il clima che non ha favorito lo sviluppo delle tradizionali malattie del vigneto. L’escursione termica tra il giorno e la notte sta favorendo il profilo aromatico dei vini.

Marche (+9%)
. Nelle Marche l’aumento atteso per la vendemmia in corso potrebbe spingere la produzione di vino al limite del milione di ettolitri, leggermente al di sopra della media dell’ultimo quinquennio. La ripresa vegetativa della vite è avvenuta nell’ambito della media stagionale, con una cacciata e una fioritura da considerare buone, anche se si registrano situazioni di difformità tra i territori costieri e l’entroterra regionale. L’invaiatura è rientrata nella normalità stagionale, mentre per quanto riguarda la fase finale della maturazione e di quella vendemmiale si registra un anticipo per alcune varietà precoci (Chardonnay, Pinot bianco). Violente grandinate estive hanno causato danni, comunque circoscritti, sia alla quantità che alla qualità delle uve per l’insorgere di focolai di peronospora. Alla siccità prolungata, invece, i viticoltori hanno posto rimedio con l’irrigazione di soccorso, sebbene non si sia potuto annullare il fenomeno della disidratazione che limita la resa in vino. Qualche problema in più si è registrato per i vigneti posti in terreni sabbiosi e per alcuni impianti giovani. In aumento, rispetto al 2014, anche la gradazione delle uve che si presentano di ottima qualità.
Lazio (+10%)
. Il ciclo vegetativo è partito con lieve anticipo date le miti temperature dell’inverno che anticipatamente ha lasciato il posto al clima primaverile. La cacciata è stata buona, la fioritura e l’allegagione si sono svolte ottimamente. Bassa l’incidenza delle malattie nel vigneto. Luglio è stato caldo e siccitoso, ma ben sopportato dalle viti, con scarsi o nulli effetti di peronospora e oidio. L’invaiatura è stata ottima per tutte le uve e qualche pioggia d’agosto ha garantito un perfetto rapporto zuccheri/mosto nelle uve. L’aumento del gradiente termico giorno/notte registrato nel mese di agosto e inizio settembre, inoltre, fa ben sperare per lo sviluppo dei profumi di uve e vini. I vitigni internazionali sono già nella fase vendemmiale, e quelli autoctoni, generalmente più tardivi, stanno terminando la maturazione senza problemi. Il corredo zuccherino è superiore a quello dello scorso anno (piovoso) e sopra la media degli ultimi cinque. Si preannuncia una vendemmia abbondante e di eccellente qualità.
Abruzzo (+2%)
. La vegetazione della vite, favorita dalle condizioni climatiche, è avvenuta con 10-12 giorni di anticipo: buona la cacciata, ottima la fioritura. Nonostante le ripetute piogge, l’allegagione e l’invaiatura hanno avuto un decorso normale. Le elevate temperature registrate nei mesi estivi hanno ritardato la fase di maturazione a causa del rallentamento, e in molti casi del blocco, dell’attività fotosintetica della pianta, in special modo nei terreni di struttura sabbiosa. Situazione di ritardo che si sta verificando anche nella fase vendemmiale, in misura maggiore nei vitigni di varietà tardive. Lo stato fitosanitario, rispetto alla campagna 2014, è da ritenere più che buono: i rari focolai di peronospora, verificatisi nel mese di maggio, sono stati contenuti ed eliminati con interventi finalizzati e con risultati che non hanno inciso negativamente sulla produzione. La gradazione delle prime uve portate in cantina rientra nella normalità, dopo le note difficoltà della scorsa campagna.
Molise (+20%)
. La vendemmia 2015 in Molise riporterà la produzione su livelli considerati normali, dopo le vicissitudini dello scorso anno. Lo sviluppo vegetativo è avvenuto con un leggero anticipo, in particolare nella fascia litoranea. Tutte le fasi si sono susseguite in maniera ottimale. Non si registrano particolari fitopatie ed anche l’andamento climatico è risultato buono. Si segnala in agosto solo qualche grandinata che ha interessato le aree interne. L’evoluzione complessiva sembra garantire un ottima qualità delle uve con una gradazione più elevata della norma in particolare nelle zone costiere.
Campania (+17%)
. Nonostante l’ottimo recupero produttivo previsto rispetto ad un 2014 particolarmente scarso, la produzione potrebbe restare leggermente al di sotto della media degli ultimi cinque anni. Mediamente lo sviluppo vegetativo mantiene l’iniziale ritardo di circa una settimana a causa del caldo torrido dell’estate che, come in altre aree del Paese, ha bloccato la maturazione delle uve. Il giudizio sulle diverse fasi fenologiche si posiziona tra il buono e l’ottimo. Qualche problema dovuto alla siccità si è riscontrato soprattutto sui vigneti giovani e senza sistemi di irrigazione di soccorso. Le grandinate, seppur violente come quelle degli inizi di settembre, sono risultate molto localizzate. Positive le aspettative sulla qualità soprattutto per quanto riguarda le uve rosse tardive, e quindi i relativi vini.
Puglia (+19%)
. In deciso recupero anche produzione pugliese dopo la pesante flessione del 2014. Volendo fare una distinzione geografica sembra che la ripresa sia più accentuata nel Salento rispetto ai territori settentrionali. Nel Nord della regione tutte le fasi vegetative hanno avuto un decorso positivo fino alla maturazione, che ha invece un po’ deluso le attese a causa della prolungata siccità di luglio. Buono lo stato sanitario: rari i casi di fitopatie, con una gradazione tornata nella norma e superiore allo scorso anno. Scendendo nel Salento si registra un ritardo della vegetazione di 7-10 giorni ed un susseguirsi delle prime fasi vegetative molto regolari. Ottima l’allegagione, soprattutto per il Negramaro che in genere non ha subito stress termici. Le temperature elevate di luglio e le piogge improvvise a cavallo di Ferragosto hanno creato invece qualche problema, tuttavia l’invaiatura è considerata in generale “buona”. Le piogge hanno determinato qualche danno sui grappoli, provocandone un ingrossamento rapido e, in determinati casi, la conseguente rottura degli acini. Tali eventi hanno ridimensionato anche le aspettative, peraltro particolarmente elevate, sulle quantità di uva destinate alle cantine. La presenza di peronospora non si è mai manifestata in forma virulenta e le infezioni sui grappoli, nella forma larvata, sono comparse solo in modo sporadico; l’incidenza delle altre malattie è stata nella media stagionale, con presenza soprattutto di tignoletta e marciumi. Nel complesso, rispetto alla passata annata, la situazione fitosanitaria è decisamente migliore. Da un punto di vista qualitativo, si prevede ad oggi un risultato vendemmiale molto buono, con qualche punta di eccellenza.
Basilicata (+20%)
. Analoga situazione per la Basilicata che, comunque, nonostante il forte incremento sulla scarsa produzione 2014, potrebbe avere una vendemmia sotto la media degli ultimi cinque anni. Lo sviluppo vegetativo è stato buono e le condizioni del vigneto altrettanto; tutto lascia pensare anche ad una qualità che non deluderà le aspettative.
Calabria (-10%)
. Decisamente in controtendenza le attese per la vendemmia calabrese. Dopo un inizio di stagione che aveva tutte le premesse per far sperare in un’ottima annata, le grandinate nella zona più densamente vinicola della regione hanno invertito il segno della previsione.

Sicilia (+20%)
. Si prevede in decisa ripresa la produzione di vino in Sicilia (dopo uno scarso 2014), in linea, comunque, con la media degli ultimi cinque anni. Con un ritardo della vegetazione variabile tra i 5 e i 10 giorni rispetto alla media stagionale, si può indicare come ottimo lo standard delle diverse fasi fenologiche a partire dalla cacciata fino all’invaiatura. L’incidenza molto bassa di tutte le fitopatie (si sono registrati solo rarissimi attacchi di oidio) dipingono un quadro a tinte luminose per la viticoltura isolana. La stagione è stata caratterizzata da un inverno piovoso e con eventi anche temporaleschi, concentrati tra gennaio e febbraio, ma già con la primavera le temperature hanno raggiunto livelli superiori alla media stagionale. L’estate calda e siccitosa ha rallentato la maturazione, contribuendo così al ritardo sul calendario vendemmiale.
Sulle uve precoci, già in cantina, la qualità è ottima e tutto lascia prevedere che sarà così anche per quelle tuttora in fase di raccolta.
Sardegna (+8%)
. La vendemmia sarda 2015 è all’insegna di quantità e qualità. Un inverno particolarmente freddo, una primavera con piogge abbondanti, ma senza eccessivi sbalzi di temperatura, seguita da un’estate secca, con escursioni termiche e notti fresche e ventilate, hanno concorso a determinare una vendemmia da ricordare. Buone la cacciata e la fioritura; il luglio rovente ha limitato la crescita degli acini senza però comprometterne la qualità; il sole costante ha tenuto lontane le malattie e determinato una buona maturazione. Gli eccessi di calore hanno inoltre consentito l’accumulo di sostanze aromatiche e coloranti, che fanno sperare nell’ottenimento di vini dal profumo intenso e persistente. La vendemmia è cominciata, conquistando anche il primato di precocità: le temperature torride hanno infatti costretto i produttori ad anticipare i tempi della raccolta per il timore della disidratazione eccessiva. I primi grappoli di uve destinate alla spumantizzazione, in primis Chardonnay, sono stati tagliati, infatti, a inizio agosto. Le cantine del nord Sardegna hanno iniziato le lavorazioni nella seconda decade di agosto, con qualche giorno di ritardo rispetto a quelle del Sulcis e del Campitano. Per la vendemmia delle rosse bisognerà attendere qualche settimana. Si prevedono qualità al top per tutte le produzioni a denominazione dell’Isola.

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