Quando si dice una carta dei vini “insolita”: niente etichette, niente nomi del produttore, e niente bottiglie, ma solo “barili di acciaio” numerati, la vendemmia, la varietà di uva da cui è ottenuto il vino, il grado alcolico e la zona di origine. Una “wine list” con solo sfuso, ma lontana anni luce, almeno nelle intenzioni dei promotori, dal vetusto “vinello della casa”. L’idea, riporta il “Los Angeles Time”, è dei gestori del Truxton’s American Bistro, nella città più celebre della California. Dove il vino viene spillato da una serie di 16 fusti di acciaio dietro al bancone, che contengono vini selezionati soprattutto dalla California, ma che in futuro cambieranno, e saranno affiancati anche da nettari dai territori emergenti dell’enologia Usa, come Oregon e Washington, ma anche da Italia, Spagna, Sudamerica, Nuova Zelanda e Australia. Ma chi pensa di bere così vini “low cost” si sbaglia: un bicchiere di Chardonnay 2010 che arriva dalla Tracy Hills Ava (American Viticultural Area, una sorta di Doc europea), per esempio, costa 6,5 dollari al calice, o 34 dollari alla caraffa (l’equivalente di una bottiglia di vino), per arrivare ai 40 dollari per una caraffa di Cabernet 2009 dalla zona di Chalk Hill, nella Sonoma Valley. Un’idea, dicono quelli del Truxton’s American Bistro, per servire vini di qualità a prezzi più bassi che se fossero in bottiglia, perché così si abbattono costi di trasporto, stoccaggio, promozione, smaltimento dei vuoti e così via.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025