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Vino e tecnologia portano il proprio rapporto ad un nuovo livello: Ibm scende letteralmente in campo, al fianco di E.&J. Gallo Winery, il più grande produttore Usa, con un sistema di irrigazione ad hoc per abbattere i consumi idrici tra i filari

Vino e tecnologia portano il proprio rapporto ad un nuovo livello, con l’azienda più conosciuta del settore informatico, Ibm, che scende letteralmente in campo, al fianco di E. & J. Gallo Winery, il più grande produttore Usa, con un sistema di irrigazione ad hoc per abbattere i consumi in vigna, basato sulla tecnologia Jeopardy e sul super computer Watson, pronto a diventare un vero e proprio wine maker. La sperimentazione è partita dai vigneti della famiglia Gallo di Modesto, in California, dove la siccità è uno dei problemi maggiori da affrontare in vigna, ma l’obiettivo è quello di arrivare ad un modello di efficientamento che possa aiutare i vignaioli di tutto il mondo, come racconta il potale Usa “Fortune” (www.fortune.com).
Una gestione ottimale delle risorse idriche, del resto, vuol dire non solo un minore impatto sull’ambiente, ma anche un enorme risparmio per le aziende, senza dimenticare, come ha ricordato Nick Dokoozlian, vice presidente, chimico ed enologo di Gallo, che “per noi la conservazione dell’acqua è un punto fondamentale, sul quale lavoriamo da anni”. Anche prima di collaborare con Ibm, infatti, Gallo si era affidata a tecnologie all’avanguardia per ridurre gli sprechi nella gestione del vigneto, utilizzando ed analizzando regolarmente immagini satellitari per monitorare la salute di ben 8.100 ettari vitati, limitandosi però ad irrigare parcelle grandi almeno 4 ettari. Un limite risolto da Ibm, grazie ad un hardware pensato apposta per Gallo, che combina l’analisi dei dati del vigneto con il sistema di irrigazione, creando un sistema su misura capace di innaffiare al meglio ogni singola porzione di vigneto.
Si tratta ancora di una tecnologia sperimentale, che Dokoozlian e Hendrik Hamann, direttore della ricerca del dipartimento di scienze fisiche di Ibm stanno testando su 4 ettari di Cabernet Sauvignon, ma i risultati sono incoraggianti. Ogni sezione, di 15 metri per 15, contiene tra le 40 e le 50 piante, irrigate da una valvola controllata, attraverso un collegamento cellulare, da un network di computer che fa capo al team scientifico di Gallo, così da sapere esattamente quanta acqua serve per ogni singola parcella, con un risparmio, secondo i primi dati, del 25% di acqua, ed una resa cresciuta, nel 2014, del 26%. Un bel risultato, per una tecnologia che, dal vigneto, è pronta a conquistare nuove colture, dalle mandorle agli agrumi.

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