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INTERNAZIONALIZZAZIONE

La frenata della Germania e la luce di Kylie Minogue: aspettando la ProWein 2023

A Düsseldorf, dal 19 al 21 marzo, la fiera internazionale con al centro i mercati strategici per il vino italiano, sostenibilità e grandi degustazioni

La Germania, primo mercato europeo per le importazioni di vino, ha chiuso il 2022 con calo del 2% a valore (a 2,7 miliardi di euro) e del 6,8% a volume (a 13,3 milioni di ettolitri), con il prezzo medio che ha superato, per la prima volta, i 2 euro al litro (2,03, per la precisione). Il declino delle spedizioni di vino verso la Germania riguarda principalmente i rossi, che hanno chiuso con il -12% a volume ed il -9% a valore, ed un prezzo medio arrivato a 2,20 euro al litro. Dall’altra parte, i bianchi si posizionano ancora su un prezzo medio molto basso (1,20 euro al litro), e nel 2022, pur crescendo a valore dell’1,2%, hanno perso l’8,9% dei volumi. Inoltre, il 63% delle importazioni ha riguardato vino sfuso, una quota stabile rispetto all’anno precedente. Sono i numeri elaborati dalla Deutscher Weinbauverband e.V - l’associazione dei produttori tedeschi - sui dati dell’Ufficio di Statistica Federale, che avvicinano tutto il mondo del vino all’appuntamento con ProWein 2023, di scena a Düsseldorf dal 19 al 21 marzo.

Quella che è unanimemente considerata come la più importante fiera internazionale del vino, però, è anche la porta d’accesso privilegiata a tutti i mercati europei, da quelli dei Paesi Alpini a quelli dei Paesi Scandinavi, passando per l’Europa Centrale e l’Europa dell’Est. Paesi in cui il vino italiano vanta fatturati importanti ed in costante crescita: il Belgio, ad esempio, ha chiuso il 2022 a quota 238 milioni di euro (+8,9%), la Svizzera ha importato ben 426,3 milioni di euro di vino italiano (+2,7%), la Svezia è arrivata a quota 209,1 milioni di euro (+7,8%), mentre i Paesi Bassi valgono un giro d’affari di 239 milioni di euro, per non parlare della Gran Bretagna, terzo mercato di riferimento per il vino italiano con 811,5 milioni di euro di fatturato. L’Europa a 28, nel suo complesso, vale esattamente la metà di tutto l’export di vino italiano: 3,9 miliardi di euro, e molti dei grandi buyer di questi Paesi saranno alla ProWein 2023.

Dove l’Italia, come sempre, avrà un posto d’onore: primo Paese esportatore sul mercato tedesco, capace di invertire la tendenza generale e crescere anche nel 2022, arrivando a 1,18 miliardi di euro (+4,9%), che vuol dire una quota di mercato del 37,7% a valore, il Belpaese del vino è primo anche per numero di presenze, con 1.750 espositori, divisi in tre padiglioni diversi. Dalla Valtellina all’Etna, dall’Abruzzo a Bolgheri, passando per le Langhe, il Chianti Classico, la Doc delle Venezie, la Maremma Toscana: da Nord a Sud, da Est a Ovest, il vino italiano sarà presente con tutti i suoi territori principali, le sue aziende di riferimento e le griffe più prestigiose (qui l’elenco dei partecipanti dall’Italia)

In tutto, la ProWein 2023 accoglierà ben 6.000 espositori da 60 Paesi e 400 territori diversi, ma anche migliaia di buyer e professionisti del settore, da cui passa buona parte del commercio globale di vino in Germania e sui mercati di Nord ed Est Europa. Riflettori puntati sul business, certo, ma anche su un’ospite d’onore che non passerà di certo inosservata: Kylie Minogue, cantante ed attrice australiana che, dopo aver venduto più di 90 milioni di dischi in carriera, ha pensato bene di fare altrettanto con il vino. Il 20 marzo Kylie Minogue salirà su un palco diverso, quello della ProWein 2023, per presentare i suoi vini - griffati “Kylie Minogue Wines”, tra cui spicca il Prosecco Rosé prodotto insieme a Zonin e diventato il più venduto sul mercato Uk - e conversare con la stampa (ci sarà anche WineNews).

La ProWein avrà, però, un suo prologo, il 18 marzo, con due appuntamenti da segnalare: il primo è quello con la tappa tedesca del “Tre Bicchieri Worldtour” del Gambero Rosso, con 160 produttori del Belpaese in un walk around tasting nella storica Rheinterrasse in Düsseldorf; il secondo è quello con la Meininger’s International Wine Conference, che torna, per la prima volta dal 2019, mettendo al centro della sua analisi il grande tema della sostenibilità a “From Production to Selling: Sustainability redefined”, con esperti e player internazionali del mondo del vino, di scena all’Hotel Kö59 (stessa location, poi, per i Meininger Awards, i premi internazionali assegnati dal magazine tedesco a sei diverse categorie di professionisti del vino: National/International Wine Entrepreneur, Lifetime Achievement, Wine Family of the Year, Spirits Company of the Year e Jury’s Honorary Award).

Tornando idealmente dentro la fiera, ampio spazio sarà dedicato alle tendenze più attuali, presentati sotto forma di trend show, spettacoli speciali e forum: farà il suo debutto “World of Zero”, spazio dedicato all’attuale e dominante tema degli “analcolici”, ed ancora focus anche su “Bottiglie leggere & Co.” e sul “mondo dei vini biologici”, l’area del biologico che ospita “Organic World”, e poi la mostra speciale “Packaging & Design”. Il trend show “Same but Different” si conferma come una vera e propria attrazione per il mondo delle bevande alcoliche artigianali, dalla birra al sidro. Sarà ancora parte del programma la “Urban Gastronomy Lounge” by #asktoni & ProWein, e da segnalare ci sono anche le masterclass di Toni Askitis, gastronomo, sommelier ed influencer, e gli approfondimenti su “Marketing & Kommunikation”, “Food Pairing” e “Welt der Gläser - Il mondo dei bicchieri”. Ed ancora la “Champagne Lounge”, con 120 maison, e i due “Forum ProWein”, dove le cantine presenteranno le loro ultime novità ai mercati.

Tra gli appuntamenti da segnalare, gli approfondimenti sul mercato Usa. Il 19 marzo, alle 12, il seminario “Intro to supply chain management for the U.S. Market”, firmato Usa Wine West, sulle basi del funzionamento della supply chain nel mercato Usa, dall’approvvigionamento al packaging. La Usa Wine West, quindi, curerà anche “U.S. Wine and Spirits Trends”, un seminario sulle tendenze di consumo dei consumatori americani. Infine, il magazine Usa “Wine Enthusiast” dirige “U.S. Importer Panel: Forecasts & Trends for the American Palate”, il 21 marzo alle 14, un panel su come i buyer dei grandi importatori di Oltreoceano selezionano i vini per i propri portafogli, seguendo sempre le tendenze di consumo. A dialogare con tre importatori Usa, la nuova tasting director di “Wine Enthusiast”, Anna Christina Cabrales.

Argomento sempre più centrale, ma anche complesso, è il rapporto tra vino e salute, al centro del dibattito Ue e della ProWein 2023, che farà da cornice, il 19 marzo alle 11, della presentazione del nuovo programma educativo internazionale di “Wine in Moderation”rivolto a tutti i professionisti della filiera del vino. A seguire, ci sarà quindi il talk “Low and no alcohol wines - new products, new customers” della Weincampus Neustadt (la prima università di Enologia e Viticoltura di Germania, fondata nel 2009), in cui verrà approfondita la tendenza dei vini analcolici e a ridotto contenuto alcolico, raccontando come le tecniche di vinificazione tradizionali possono migliorare la qualità dei prodotti.

Un’altra nicchia produttiva da tenere d’occhio, che ormai tanto nicchia non è più, è quella dei vini naturali, sotto la lente della Weincampus Neustadt il 20 marzo alle 14, nel talk “Natural Wines - Is less more?”, in cui si racconterà come naturalezza, pazienza nella produzione e dedizione al prodotto possano coniugarsi meravigliosamente negli aromi e nei sapori di un vino. Naturalità che vuol dire anche sostenibilità, al centro di “Pioneer Wines for a sustainable future”, il 21 marzo alle 10, di nuovo a cura della Weincampus Neustadt, con un focus su come ridurre l’uso dei fungicidi coltivando vitigni resistenti ai funghi, quelli dei cosiddetti “Pioneer Wines”.

Tra le curiosità da segnalare, il 19 marzo (ore 14), “Music in a Glass”, di scena alla Urban Gastronomie Lounge, dove Toni Askitis, sommelier molto popolare in Germania, più hip-hop che pop, capace di coinvolgere, nelle sue degustazioni, giovani e appassionati di musica, abbinerà tre canzoni a tre vini di un vignaiolo, creando una sorta di musical enoico. Il 20 marzo (ore 10), gli ultimi sviluppi dell’intelligenza artificiale e i traguardi dei “nasi digitali”, che saranno presto in grado di rilevare i difetti subliminali del vino, riconoscere i terroir e raggruppare i vini in base alla loro origine, in “Digital Nose - Challenge your sensory skills”. Infine, in un’agenda ricchissima e tutta da sfogliare e scoprire, la presentazione del progetto “Wine Travel Awards”, il 21 marzo (ore 16). Tantissime, come è facile immaginare, anche le degustazioni, su cui svetta, come accade da qualche anno, quella dedicata all’annata 2020 di Bordeaux, l’ultima in commercio, organizzata dall’Union des Grands Crus de Bordeaux, di scena il 20 marzo, vero fiore all’occhiello di ProWein 2023.

Nutrita, come è facile immaginare, la presenza dei produttori da ogni angolo del mondo, a partire dai francesi, che dovrebbero superare quota 1.000, di cui oltre 500 riuniti nel “French Pavilion” dalle collettive regionali di Alsazia, Borgogna, Bordeaux, Loira, Valle del Rodano e tante altre. Fortemente simbolico il ritorno alla ProWein 2023 di 12 produttori dall’Ucraina, che testimoniano come, nonostante la guerra, la vita continui ad andare avanti, e l’uva a crescere, essere raccolta e trasformata in vino, da bere e da commercializzare. Curiosa, inoltre, la presenza sempre più massiccia dei produttori britannici, la cui crescita è guidata da quel riscaldamento globale che, per molte produzioni del bacino del Mediterraneo, si sta rivelando a dir poco deleteria. Sette produttori, riuniti sotto il brand “Wines of Great Britain”, per provare a dare ancora più stabilità alle vendite e alle esportazioni degli spumanti inglesi e gallesi, che ad oggi rappresentano il 4% di tutto il vino consumato in Gran Bretagna, e hanno raggiunto 30 mercati diversi nel mondo, con ritmi di crescita interessanti soprattutto in Norvegia, Giappone e Stati Uniti.

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