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FONDAZIONE BANFI

“Summer School Sanguis Jovis”: il digitale cambierà il futuro del vino coniugando terra e tecnologia

Alberto Mattiacci: anche la nuova realtà del Sangiovese è “phygital”. Attilio Scienza: un vino non può essere naturale, perché non esiste senza l’uomo

“Natura è una parola di cui se ne fa un uso molto spesso non corretto. Intanto un vino non si può chiamare naturale, e la Ue ha impedito che si possa scrivere sulle bottiglie. E, in effetti, non c’è un vino naturale perché nel momento in cui l’uomo, millenni fa, ha addomesticato le piante e gli animali, questi non possono più vivere da soli, ma per forza insieme a noi. L’uomo li deve protendere, aiutare, difendere. Naturale può essere la vite selvatica, e una fragola o un tartufo nel bosco, mentre tutto quello che l’uomo ha coltivato, non è più naturale. Per questo l’abbiamo scelta per indagare il suo vero significato, e per enfatizzarla, la confronteremo con la parola “naturalità”. Che vuol dire produrre un vino utilizzando le risorse che ci danno la natura, risparmiandole, e la conoscenza, riducendo l’impatto sull’ambiente, con la zonazione, l’uso dei portainnesti che sopportano la siccità e l’impiego delle varietà resistenti alle malattie, con un’enologia di valorizzazione e non di intervento. Che va saputa anche comunicare, e che deve essere alla base dell’immagine di marketing”. Riflettere sulle parole, a WineNews, di Attilio Scienza, tra i massimi esperti di viticoltura, è l’obiettivo dell’edizione n. 6 della “Summer School” di “Sanguis Jovis”, l’Alta Scuola sul Sangiovese della Fondazione Banfi, primo Centro Studi permanente sul vitigno più coltivato in Italia per accrescerne e diffonderne la cultura in Italia e nel mondo, della quale è presidente, e che torna a Montalcino (10-14 luglio, Ocra-Officine Creative dell’Abitare), attorno al tema “Sangiovese phygital: l’impatto della tecnologia dalla vigna al Metaverso”, con lezioni frontali, casi di studio, visite e confronti diretti con i protagonisti del corso - tra cui WineNews, nella “faculty” di questa edizione - per esplorare le diverse vie attraverso le quali la digitalizzazione cambierà il futuro del Sangiovese, coniugando terra e tecnologia.
“Phygital” è un neologismo “che nasce dalla crasi delle parole fisico e digitale, molto in voga negli ambienti che hanno a che fare con la tecnologia, e che significa una nuova realtà dove è ormai impossibile scindere dove finisce il mondo fisico e dove inizia quello digitale, e viceversa. L’abbiamo scelta come parola-simbolo di quel “territorio” dove la tecnologia converge sul vino in ogni fase della sua produzione, dalla terra allo spazio, dal bicchiere alle esperienze legate al suo mondo - spiega, a WineNews, Alberto Mattiacci, professore di Economia e Gestione delle Imprese alla Sapienza Università di Roma e direttore “Sanguis Jovis” - nella Scuola sarà declinata in tutti gli aspetti che ci interessano, come la produzione, l’agricoltura di precisione o il commercio, grazie a docenti ospiti che a vario titolo e nelle loro diverse professioni si occupano di tutto questo, dalla realtà virtuale alla gestione dei Big Data, dall’Intelligenza Artificiale all’agricoltura di precisione, dalla genomica alla comunicazione. Vogliamo far vedere come la tecnologia è un po’ come la corrente elettrica: è dappertutto”.
Promuovere una nuova cultura della produzione e del mercato del vino, mettendo assieme scienza e pratica, discipline scientifiche eterogenee, docenti e allievi di varia estrazione, formando i “professionisti del Sangiovese” del secondo Millennio, solidi nella preparazione, aperti al nuovo e ricchi nelle culture di riferimento, è la mission dell’Alta Scuola “Sanguis Jovis”. “In questi giorni abbiamo concluso le selezioni dei 12 students, neo laureati, dottorandi e all’interno della carriera universitaria, e dei 10 professionals, che provengono dal mondo della professioni ma non necessariamente del vino, cui si aggiungono i 2 vincitori dei Premi di Laurea in Viticoltura ed Enologia dedicati ai nostri colleghi “Rudy Buratti”, con la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige, e “Alberto Lazzarino”, con l’Università di Torino, per la “Summer School” tra oltre 80 domande altamente qualificate, un altissimo numero di adesioni. Sarà un’aula molto eterogenea, che testimonia la crescita e l’attrattività del progetto, con studenti da tutta Italia, dalla Cina e dalla Grecia - sottolinea, a WineNews, Rodolfo Maralli, presidente Fondazione Banfi - ma anche del riconoscimento di un ruolo “super partes” della Fondazione, come punto di vista autonomo ed indipendente nella ricerca, di alta qualità e professionalità. E avremo un parterre di docenti, accademici, ricercatori e manager d’azienda, interdisciplinare di altissimo livello, tra lezioni teoriche ed esperienze sul campo”.

Focus - La “Summer School Sanguis Jovis” n. 6: “Sangiovese phygital: l’impatto della tecnologia dalla vigna al Metaverso”
Fisico e digitale sono due dimensioni compresenti nell’agire umano e tendono ormai quasi a fondersi. Ciò crea esperienze totalmente nuove, ma più spesso genera il rinnovamento di pratiche preesistenti, cui la digitalizzazione offre opportunità sorprendenti. Essa, infatti, ridisegna i processi primari, dall’agricoltura di precisione all’irrigazione intelligente, dalla block chain alla coltivazione verticale; migliora la trasformazione della materia prima, dall’uso di sensori alla robotica applicata, passando al cloud e alla realtà virtuale; potenzia la capacità di gestire le relazioni di mercato, dalla personalizzazione della comunicazione alla filiera logistica, fino all’invenzione di esperienze di consumo “immersive”. E tutto ciò mentre lo spirito dei tempi rivaluta la dimensione “naturale” del vivere e il vino è spesso testimone di questo recupero. Riflettere su questo è l’obiettivo della nuova edizione della “Summer School Sanguis Jovis” , che coniuga terra e tecnologia, per realizzare una viticoltura ed un’enologia basate su risorse naturali e genetiche, “semplificando” la complessità intrinseca del vino. E per scoprire che “naturalità” e “naturale” non sono affatto sinonimi, anzi, potrebbero risultare ossimori: la conciliazione può trovarsi nella vocazionalità del luogo in grado di valorizzare il vitigno Sangiovese, con l’innovazione digitale e la genetica come strumenti per scoprire la verità che è in un vino.
Il 9 luglio la “Summer School Sanguis Jovis” sarà preceduta dalla presentazione del “V Quaderno Sanguis Jovis”, con Rodolfo Maralli, Attilio Scienza, Alberto Mattiacci ed Elizabeth Koenig, direttore hospitality di Castello Banfi Wine Resort. Il 10 luglio la “Summer School” inizierà dall’analisi de “Il Quadrato Aureo: Scienza, Terra, Tecnologia, Mercato”, con l’introduzione su “Naturale Vs Artificiale. Le due culture, il dialogo tra scienza e società” del professor Scienza, e con l’intervento su “Il senso del Marketing per il Sangiovese: virtù e necessità” del professor Mattiacci, accanto a “Vino naturale e vino artificiale. Il vino naturale è una fake news” di cui parlerà Daniele Tirelli, tra i principali esperti nell’analisi dei comportamenti dei consumatori in Italia. Quindi si guarderà “Dietro le quinte del digitale: il dato” con Flavio Venturini, co-fondatore e direttore scientifico del master in Big Data Analytics alla Luiss Business School, e si analizzeranno come “Comunicare la “naturalità” di un vino: appassionare il consumatore con la scienza e la tecnica si può” con Costanza Fregoni, docente di Enologia nel Master in Comunicazione per il Settore Enologico e il Territorio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e “Dalla vite selvatica ai vitigni coltivati: per una antropologia del vino” con Osvaldo Failla, presidente del Corso di Laurea in Viticoltura ed Enologia dell’Università di Milano. A seguire, ci sarà la cerimonia di premiazione dell’edizione n. 5 del Premio di Laurea in Viticoltura ed Enologia “Rudy Buratti” 2023, in memoria del direttore enologo di Castello Banfi. L’11 luglio si parlerà di “La Scienza e la Terra: clima, zonazione di precisione, viticoltura digitale” con l’introduzione dell’agronomo Roberto Miravalle, accademico dell’Accademia italiana della Vite e del Vino, e gli interventi su “Naturalità e digitale. Il vigneto in una stanza” di Luca Toninato e sulla “Naturalità e adattamento varietale. Il ruolo delle zonazioni di precisione” di Miravalle, mentre Gabriele Gorelli, primo Master of Wine italiano, racconterà l’“Essere Master of Wine; storia di un percorso”. Seguiranno gli interventi su “Cosa è la naturalità di un vigneto?” di Stefano Poni, docente di Viticoltura dell’Università Cattolica Sacro Cuore, su “La naturalità in cantina: enologia varietale o interpretazione del territorio” di Vincenzo Gerbi, accademico dell’Accademia dei Georgofili e dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, e su “Il Digital Twin: Sinfo One” di Paola Pomi, ad Sinfo One. E ci saranno anche la testimonianza video dell’archeologo Jacopo Tabolli sugli incredibili bronzi di San Casciano dei Bagni, dei quali Banfi è tra gli sponsor del restauro, e un “Taste & Talk” sui temi della giornata degustando un Sangiovese, insieme al produttore di Brunello di Montalcino, Roberto Cipresso.
Il 12 luglio si affronterà il tema “La Tecnologia e la Terra: l’epigenetica, la genetica Rna”, introdotto da Roberto Miravalle, e parlando de “Il miglioramento genetico della vite tra resilienza e resistenza” con l’agronomo Raffaele Testolin, “La vite ideale, il sogno che si avvera. Antiche e nuove paure” con il professor Fulvio Mattivi della Fondazione Mach San di Michele all’Adige, “I Grant di ricerca Sanguis Jovis: Il turismo luxury nei territori del Sangiovese” con Chiara Bartoli, ricercatrice dell’Università Luiss Guido Carli di Roma, “Il futuro è del Rna. Epigenetica, tolleranza alle malattie, nuova variabilità” con Gabriella De Lorenzis, professoressa del Dipartimento di Scienze Agrarie ed Ambientali dell’Università di Milano, “Le grandi risorse genetiche della vite nei confronti degli stress ambientali e biotici” con Davide Bianchi, ricercatore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano, e di come “Il Sangiovese diventa grande anche sapendolo raccontare” con il direttore WineNews Alessandro Regoli, e con il “Taste & Talk” sui temi della giornata con degustazione di Sangiovese. Il 13 luglio, si analizzeranno “La Terra e il Mercato: enologia e valorizzazione varietale” con l’introduzione di Roberto Miravalle, mentre Attilio Scienza illustrerà “La zonazione Banfi”, Gianni Savelli, agronomo Banfi, e Claudio D’Onofrio, professore di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree dell’Università di Pisa, parleranno de “L’alberello Banfi: l’irrigazione dei vigneti” e Paolo Storchi dei primi risultati del campo sperimentale dei vitigni miglioratori e dei nuovi portinnesti. Gli studenti del corso visiteranno quindi la cantina Banfi - dopo le esperienze sul campo in importanti realtà toscane come Cecchi e Podere Forte, tra le altre - con Gabriele Pazzaglia, winemaker Banfi, che racconterà “La vinificazione Banfi: l’invecchiamento in legno, i controlli qualità” e con Gabriele Gorelli guideranno la “Master of Wine Experience: la degustazione Brunello di Montalcino dei Cru Banfi”, alla quale seguirà il “Taste & Talk” sui temi della giornata con degustazione di Sangiovese. Il 14 luglio, infine, si parlerà di “Il Mercato e la Tecnologia: empowerment e sostenibilità” con l’introduzione di Roberto Miravalle, e gli interventi su “La linea d’ombra: il consumatore potenziato” con Alberto Mattiacci, su “La digital transformation vista da dentri: Alkemy” con Duccio Vitali, Founder e Ceo Alkemy, “Impariamo dagli altri: Amorim” con Carlos Santos, ad Amorin Cork Italia, e su “La differenza conta: come si crea?” con Lorenzo Cabras, Founding Partner & Chief Strategy Officer in Different. Nella sessione “Impariamo dagli altri: EY” introdotta da Donato Ferri, Managing Partner Ey Consulting, ci saranno Justwatch con Andrea Cuneo e Publifarm con Nicola Pavesi, mentre al professor Mattiacci sono affidate le conclusioni dell’edizione n. 6 della “Summer School Sanguis Jovis”, con la consegna dei diplomi agli studenti del corso in una cena di gala a Castello Banfi.
La ricerca scientifica costituisce il cuore pulsante di “Sanguis Jovis”, e si basa su progetti originali, concepiti e interamente realizzati con il supporto di studiosi italiani e stranieri: merito, robustezza e rilevanza sono le tre parole d’ordine dei progetti. Con le “Summer” e le “Winter School”, l’Alta Scuola vuole diffondere la nuova conoscenza che produce all’intera comunità del Sangiovese, attraverso i tradizionali canali della comunicazione scientifica potenziandoli con gli strumenti della divulgazione generalista.

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