Il dato, diciamolo subito, non deve allarmare, perché tutto rientra comunque nelle soglie di tolleranza previste dalla legge. Ma, dalle analisi su 300 vini francesi da Bordeaux, Cote du Rhone, Aquitania e altre regioni, realizzato dal laboratorio “Excell” del professor Pascal Chatonnet, solo il 10% dei campioni è risultato libero da residui di pesticidi utilizzati in vigna. Nel 90% dei casi, dunque, sono stati trovati anche fino a 9 molecole diverse. In Italia, invece, la situazione sembra assai migliore: secondo il rapporto “Pesticidi nel Piatto” 2012 di Legambiente, tracce di multi residue (ancora una volta nei limiti di legge) si trovano nel 60% dei vini. “Frutto anche di diverse condizioni climatiche, in generale, tra Francia e Italia”, spiega a WineNews il professor Attilio Scienza dell’Università di Milano. “Oltralpe ci sono più problemi dal punto di vista sanitario della vite, diciamo che se noi in media facciamo 5-6 trattamenti all’anno, loro nel fanno 10-12. Ma i prodotti sono molto meno dannosi che in passato, e le soglie di residuo sono comunque molto molto basse, anche perché molti di questi composti, in vinificazione, decadono in grandissima parte nelle fecce”. Un aspetto da tenere d’occhio, dunque, ma senza particolari timori per gli appassionati di vino.
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