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“Le Famiglie dell’Amarone d’Arte caute nel dare valutazioni negative sui risultati che un’estate inconsueta può avere per la qualità dell’Amarone di quest’anno”: così Marilisa Allegrini, dopo la decisione di Bertani di non produrre Amarone Classico

Italia
Marilisa Allegrini

“Le undici Famiglie dell’Amarone d’Arte sono caute nel dare valutazioni negative sui risultati che un’estate inconsueta può avere per la qualità del vino Amarone di quest’anno”. Così una nota dell’associazione che raggruppa cantine del calibro di Allegrini, Begali, Brigaldara, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Venturini e Zenato (per una produzione di 2,5 milioni di bottiglie di Amarone ed un fatturato di 160 milioni di euro all’anno, destinando all’export oltre l’80% della produzione), guidata da Marilisa Allegrini, dopo la notizia della decisione di Bertani, altro nome storico della Valpolicella (oggi di Bertani Domains) di non produrre il suo Amarone Classico a causa delle cattive condizioni meteorologiche e delle difficoltà della vendemmia 2014.
“Inutile negare che l’annata 2014 sia stata anomala - ha detto Marilisia Allegrini - l’estate piovosa si sta rivelando decisamente non positiva e compromettente per le nostre uve. Ma questo non vuol dire che debba essere esclusa a priori una produzione 2014. Chi guarda alla qualità del prodotto sarà sufficientemente sensibilizzato a non mettere in bottiglia il suo vino se risulterà non idoneo”.
Poi ha esortato “a guardare all’esempio di altre zone vinicole, come il Bordeaux, dove la differenza fra una grande annata ed una meno favorevole (da consumarsi, quindi, più velocemente) da sempre determina una diversa quotazione di mercato. Anche alcune denominazioni italiane, come il Barolo, si sono già adeguate a queste dinamiche e ad un meccanismo dettato pure dall’andamento di stagione, favorendo informazione e non disinformazione”.
Ed è soprattutto per creare “consapevolezza nel consumatore”, ha aggiunto la portavoce delle Famiglie dell’Amarone d’Arte, “che dobbiamo spiegare e raccontare i motivi e le conseguenze delle grandi annate come pure di quelle meno fortunate, affinché ci possa essere una predisposizione, anche psicologica, a pagare prezzi differenziati per annate diverse. Ad ogni modo la scelta di una “non produzione” in caso di annata scadente deve essere valutata in modo più ampio”.
Di certo, ha proseguito Marilisa Allegrini, “quello che vogliamo ribadire è che il metodo di appassimento, qualsiasi sia il “percorso” scelto dalla singola azienda, è sempre fatto in modo naturale: solo uve perfettamente sane possono entrare nei fruttai e di certo il controllo dell’umidità in autunni particolarmente piovosi non può essere catalogato come forzatura tecnologica”.
“Fra quindici o venti giorni - aggiunto Allegrini - potremo realmente valutare le condizioni delle nostre uve e avremo indicazioni più precise sulla vendemmia. Quindi, ritengo che un giudizio obiettivo possa essere espresso solo in quel momento”.
Allegrini che ha ribadito anche “l’importanza del luogo dove le viti crescono: in collina, ove la ventilazione è un fenomeno naturale ed è presente un drenaggio spontaneo grazie ai terreni calcarei, sarà più facile avere una minima garanzia di buon stato sanitario; sicuramente non nel fondovalle, caratterizzato da terreni argillosi e pesanti e da ristagni d’umidità. S’impone allora, oggi più che mai, un’urgente necessità che noi delle Famiglie dell’Amarone d’Arte andiamo ribadendo da tempo: la zonazione, ovvero la catalogazione scientifica dei terreni con la delimitazione dei vigneti vocati e di quelli meno vocati. Questo dovrebbe costituire il principio fondativo ed ispiratore dei Disciplinari di Produzione per salvaguardare il nome e la qualità dell’Amarone”.
Info: www.amaronefamilies.it

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