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L’Asia, motore del commercio enoico mondiale grazie alla locomotiva cinese. E, dopo il boom tricolore delle spedizioni nel primo semestre 2017, le 16 aziende di Italia del Vino - Consorzio fanno rotta su Shangai e Pechino

Italia
Italia del Vino Consorzio in missione per conquistare la Cina

L’Asia si conferma il motore della crescita del commercio enoico mondiale, con una locomotiva che si chiama Cina, dove nei primi 6 mesi 2017 le importazioni dell’imbottigliato hanno toccato i 2,5 milioni di ettolitri (+14%), per un controvalore, che torna a crescere, di 1,14 miliardi di dollari. Un trend cavalcato anche dall’Italia, che nel periodo cresce del 17% in volume, a 15 milioni di litri (seconda solo all’Australia), e del 18,2% in valore, a 67 milioni di dollari, avvicinando, tra i principali supplier di Pechino, il quarto posto della Spagna. Ancora marginale il settore degli spumanti, che vale, nel primo semestre 2017, appena 34 milioni di dollari, con le bollicine tricolori che sono di gran lunga le più importante (3,3 milioni di litri), per un giro d’affari di 10,3 milioni dollari, dietro alla sola Francia.
Ma c’è ancora tanto da fare, come sa bene Italia del Vino - Consorzio, che raggruppa 16 prestigiose realtà del Belpaese, con un fatturato complessivo di un miliardo di euro ed una quota export dell’8% sul totale Italia (Castello Banfi, Cantina Mesa, Cantine Lunae, Sartori, Di Majo Norante, Drei Donà, Ferrari, Gruppo Italiano Vini, Librandi, Marchesi di Barolo, Medici Ermete, Ronchi di Manzano, Santa Margherita, Terre de La Custodia, Terredora e Zonin1821), che a fine settembre, a Shangai e a Pechino, presenterà le proprie etichette in due momenti ben distinti, guidati dai migliori professionisti cinesi del mondo del vino: il primo sarà rivolto al mondo del trade, il secondo, un grand tasting, sarà riservato a giornalisti ed influencers, in una formula innovativa, pensata insieme a Sopexa China, che unisce al vino altri simboli di successo del made in Italy d’eccellenza dalla moda alla cucina, passando per automobili sportive.
L’obiettivo è quello di far emergere i punti di forza del vino italiano in terra di Cina, dal rapporto qualità/prezzo al grande protagonismo nei vini rossi, dalle possibilità per le bollicine alla grande attrazione esercitata dall’Italia come meta turistica, luogo di fascino e leadership nella ristorazione europea nell’ex Celeste Impero, cercando di sciogliere il nodo più difficile, che riguarda la grande complessità e varietà della produzione vitivinicola del Belpaese, che continua ad essere ancora difficile da “leggere” per il consumatore medio. Di certo, la Cina è ormai una meta imprescindibile, ed il vino, in fin dei conti non deve fare altro che ripercorrere le impronte degli altri settori simbolo dell’Italian lifestyle, come la moda e la ristorazione.
Info: www.consorzioitaliadelvino.it

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