Centotre cantine da tutte le regioni italiane, griffe storiche, famose, blasonate, “portavoce” di interi territori, tutte emblema di un settore che si è affermato nel mondo come uno dei simboli per eccellenza dell’Italia, dove oggi rappresenta non solo una lunga tradizione portata avanti da piccoli e grandi vigneron, ma una voce importante dell’intera economia: il mondo del vino, che Vinitaly, la rassegna internazionale di riferimento del settore a Veronafiere a Verona (25-28 marzo; www.vinitaly.com ), ha scelto di omaggiare nell’edizione 2012 insieme a “Wine Spectator”, una delle testate internazionali più influenti sul mercato, che ha selezionato i “Best 100 Italian Wine Producers” che saranno protagonisti, con i loro vini (103 in tutto), il 24 marzo al Palazzo della Ragione a Verona, di “OperaWine” (www.operawine.it), la prima degustazione in Europa della rivista americana, che di “Vinitaly” sarà appunto la prestigiosa anteprima.
“Questa discesa in campo di “Wine Spectator” - ha detto Ettore Riello, presidente Veronafiere - darà un importante valore aggiunto, in campo mondiale, a Vinitaly”. Con un evento che, per Giovanni Mantovani, dg Veronafiere, “vuol promuovere l’immagine del vino italiano come espressione di territori esclusivi, dal punto di vista paesaggistico, storico e culturale”. E, allora, in un’Italia del vino dalla A alla Z, ci saranno cantine come Abbazia di Novacella e Aldo Conterno, Allegrini e Altesino, Antinori e Argentiera, Argiolas e Arnaldo Caprai, Avignonesi, Barone Ricasoli, Bellavista, Bertani, Biondi Santi e Bisol, insieme a Braida di Giacomo Bologna, Bruno Giacosa, Ca’ del Bosco, Cantina Terlano e Carpenè Malvolti, Carpineto e Casa Vinicola Zonin, Casale del Giglio e Casanova di Neri, Castellare di Castellina e Castello Banfi. “Per la prima volta 100 produttori italiani, personaggi creativi ma “individualisti” per indole, saranno tutti insieme nella stessa sala”, spiega Stevie Kim, general coordinator Vinitaly in the World.
Individualisti sì, ma che, tutti assieme, hanno fatto la storia del vino italiano, nel presente e nel passato, entro e fuori confine. Cantine come Castello di Ama e Castello di Volpaia, Castelluccio e Ceretto, Ciccio Zaccagnini e Col d’Orcia, Cusumano, Damilano, Di Majo Norante, Donnafugata, Drei Donà, Duca di Salaparuta, Ercole Velenosi e Falesco, Fattoria del Cerro, Fattoria di Felsina, Fattoria Le Pupille e Fattoria Zerbina, Ferrari-Fratelli Lunelli, Feudi di San Gregorio, Fonterutoli e Fontodi, Gaja, Galardi e Gancia.
E secondo una selezione che, ha detto Bruce Sanderson, tasting director “Wine Spectator”, “ha voluto dare visibilità a tutte le regioni italiane, con aziende selezionate anche in base al significato storico che hanno per i loro territori, oltre che per il loro valore come produttori”. Del resto, aggiunge Sanderson, “abbiamo da sempre una grande considerazione per l’Italia del vino. E questa degustazione vuol far conoscere ancora di più l’alto livello di qualità e le innumerevoli diversità delle produzioni vinicole italiane”, alla base prima di tutto e non a caso, della “storia d’amore” che gli Stati Uniti, primo mercato enoico al mondo, e il vino italiano, simbolo di un lifestyle ben preciso, vivono da sempre. E con marchi come Giuseppe Mascarello & Figlio, Hofstätter, Leonildo Pieropan e Les Crétes, Librandi e Livio Felluga, Luciano Sandrone e Lunae Bosoni, passando per Lungarotti e Marchesi de’ Frescobaldi, Marco Felluga e Masciarelli, Masi e Mastroberardino, Mastrojanni e Mezzacorona, Michele Chiarlo e Mionetto, Mirafiore, Montevetrano, Nino Negri, Nozzole-Folonari, Paolo Scavino, Pecchenino e Petrolo, proprio il vino come icona del lifestyle made in Italy sarà celebrato ad “OperaWine” anche da Santo Versace, patron della celebre griffe della moda e presidente di Altagamma.
Due saranno le sessioni, una esclusiva, su invito, l’altra riservata a 500 wine lovers (bastano un click e una webcam per lasciare un video messaggio su www.operawine.it e vincere due ingressi, con un’unica regola: spiegare “che cosa vi ha fatto innamorare del vino italiano” ...), che potranno così assaggiare, tutti assieme, i vini più famosi di cantine come Pio Cesare e Planeta, Prunotto e Renato Ratti, Roberto Anselmi e Rocca delle Macìe, San Felice e Santa Margherita, Silvio Nardi, Siro Pacenti, Suavia, Tasca d’Almerita, Tedeschi, Tenuta dell’Ornellaia e Tenuta di Biserno, Tenuta San Guido e Tenuta San Leonardo, Tenuta Sette Ponti e Tenute Sella & Mosca, Terre Bianche, Terredora di Paolo, Testamatta-Bibi Graetz, Tommasi e Tormaresca, Umani Ronchi e Valdicava, Vietti e Zenato. Il tutto in un evento che, ha detto l’executive editor di “Wine Spectator” Thomas Matthews, “ci auguriamo, possa servire a mostrare al mondo la grandezza e la qualità della produzione vinicola italiana di oggi”, e che è solo il primo passo di un percorso per calamitare sempre di più l’attenzione della stampa e del pubblico internazionale, valorizzando quella varietà dei nettari del Belpaese che seduce il mondo.
Focus - L’appeal dell’Italia del vino? Lo “misurano” aste e Liv-ex
L’appeal dell’Italia del vino? Lo “misurano” le grandi aste. Nel 2011 la conferma è arrivata dalla prima asta 100% made in Italy ad Hong Kong di Gelardini & Romani: oltre 300.000 euro per “miti” come Giacomo Conterno, Barolo Monfortino, Tenuta dell’Ornellaia, Masseto (dopo i 9.597 euro record per un’Imperiale 2006 a Roma), Gaja, Barbaresco e Sperss, Biondi Santi, Brunello di Montalcino, Tua Rita, Redigaffi, Tenuta San Guido, Sassicaia, Antinori, Solaia e Tignanello. Stesso posto, ma asta di Christie’s, Ornellaia, Masseto, Tignanello e Amarone Allegrini hanno battuto anche i francesi. Il 2012 iniziato con l’asta di Sotheby’s a New York con 49.000 dollari per una Nabucodonosor di Masseto 2007, ne fa un caso esemplare: +322% di valore medio delle bottiglie in 10 anni. Risultato? Nella Liv-ex Power 100 dei più potenti brand del mercato mondiale dei vini, domina la Francia ma cresce l’Italia, grazie a Sassicaia (n. 27), Ornellaia (35), Tignanello (50), Masseto (51), Solaia (62), Gaja (63), Sandrone (92).
Focus - Vinitaly 2012: business, degustazioni & mercati
Pubblico, business, degustazioni, mercati e uno sguardo sempre più internazionale: ecco Vinitaly 2012, di scena a Veronafiere a Verona dal 25 al 28 marzo, nella nuova formula dalla domenica al mercoledì (www.vinitaly.com). Con tante degustazioni d’autore: “Tasting ex...press” con i vini di tutto il mondo, “Le grandi biografie del vino-Frescobaldi, Gaja, Tenuta dell’Ornellaia e Florio” di Vinitaly e Ais-Bibenda, “’80, ’90 e 2000: Trent’anni di Amarone d’Arte” con le Famiglie dell’Amarone d’Arte, “Di padre in figlio-Il Passaggio generazionale nelle grandi famiglie del vino” (Argiolas, Chiarlo, Donnafugata, Zonin, Ferrari) della rivista Civiltà del Bere e “I 3 Bicchieri 2012 al Vinitaly”. E se “ViViT-Vigne, Vignaioli, Terroir”, il salone dedicato ai vini “bio”, è la novità 2012, spazio anche ad analisi e ricerche sui consumi di vino in gdo con Symphony Iri, sui comportamenti d’acquisto al supermercato con la sociologa Marilena Colussi e il Cra-Customized Research & Analysis, e sui consumi fuori casa con Confcommercio-Unicab. E poi i trend di oggi e di domani, con gli esperti. “Abbiamo investito sull’incoming di operatori esteri e italiani per marcare l’importanza commerciale della fiera”, spiega la brand manager di Vinitaly, Elena Amadini. Una fiera che sempre più vuole accompagnare il vino italiano nel mondo, “settore che, al contrario dell’economia, è in salute, e ha superato i 10 miliardi di fatturato” ha detto Giovanni Mantovani, dg Veronafiere.
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