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13 nuovi membri, da otto Paesi (ancora niente Italia) e quattro continenti, per l’Institute of Masters of Wine: l’organizzazione privata britannica di studiosi del vino più famosa a livello globale sale così a 353 membri di 28 nazionalità diverse

Non c’è, semplicemente, altra organizzazione dedicata alla formazione di esperti del mondo del vino altrettanto blasonata dell’Institute of Masters of Wine, la non-profit britannica che, dal 1955, forma quelli che, unanimemente, sono riconosciuti come i più blasonati studiosi del nettare di Bacco al mondo.
Passarne l’esame, allo scopo di potersi fregiare delle lettere Mw dopo il proprio nome, non è cosa da poco, visto che per farlo occorre impegnare parecchio del proprio tempo e della propria costanza per non meno di tre anni, per poi concludere con una vera e propria tesi “di laurea” che può spaziare da argomenti storici ad analisi di mercato, ma sempre e comunque con il vino come stella polare.
Quest’anno (ancora in attesa del primo italiano) ce l’hanno fatta in tredici, di cui quattro inglesi (Richard Ballantyne, Matthew Forster, Jeremy Lithgow e Ana-Emilia Sapungiu), due irlandesi (Barbara Boyle e Mick O’Connell), due statunitensi (Matt Deller e Mary Margaret McCamic) e un nuovo Mw a testa per Australia (Bree Boskow), India (Sonal Holland), Iain Mundson (Francia), Mark Pygott (Taiwan) e Fongyee Walker (Cina).
on quest’ultima tornata di esami, il numero dei Master of Wine presenti nel mondo è salito a 353 membri, di 28 nazionalità diverse.

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