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4,9 miliardi di euro a tavola spesi dagli italiani per le vacanze estive 2014, più che per gli alloggi. Ma si mangia più a casa che al ristorante, grazie anche alle 4.813 “bandiere del gusto”. A dirlo una ricerca Coldiretti/Ixe’

Per la prima volta, nell’estate 2014, gli italiani spenderanno più per mangiare (4,9 miliardi di euro) che per gli alloggi, nonostante si punti sempre di più sul fai da te e meno sui ristoranti, anche se il cibo resta fattore fondamentale di una vacanza ben riuscita, tanto che rimane il souvenir preferito da 1 persona su 4, che scelgono tra le 4.813 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2014 (115 in più del 2013, con la Toscana al top con 463) sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale. A dirlo Coldiretti, sulla base di ricerche condotte da Ixe’ e su dati Isnart (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche). I 24 milioni di italiani in vacanza, secondo Coldiretti, spenderanno 4,9 miliardi per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare cibo e prodotti enogastronomici. “Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di quasi un terzo (31,1%) del budget complessivo destinato alle vacanze mentre l’alloggio assorbe poco meno del 25% del totale”. Un sorpasso frutto del calo, dal 2007, della spesa per i soggiorni (-22%) e della crescita, di pari passo, di quella per il wine & food (+30%). Anche se, sottolinea Coldiretti, il 51% per risparmiare, anche in vacanza, mangia soprattutto in casa di proprietà, affitto o di parenti e amici mentre solo il 42% si reca in ristoranti, trattorie, osterie e agriturismi. In fondo, il Belpaese è il posto nel mondo dove è più facile trovare prodotti tipici e di qualità: sono 4.813, infatti, le “bandiere del gusto” (prodotti ottenuti con regole tradizionali protratte nel tempo da almeno 25 anni) selezionate da Coldiretti. Tra le Regioni, al top la Toscana (463), seguita da Campania (429) e dal Lazio (386), e poi, sopra quota 300, da Veneto (371), Emilia-Romagna (356) e Piemonte (341).
A prevalere tra le specialità regionali, i 1.468 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.334 verdure fresche e lavorate, 781 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 487 formaggi, 192 prodotti di gastronomia, 158 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 158 prodotti di origine animale (miele e così via) e 146 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Ecco perché, con questa grande varietà di scelta in ogni dove, a cui si aggiungono i 262 prodotti a denominazione di origine e i 523 vini da Dop e Igp del Belpaese, quello enogastronomico si conferma il souvenir più gettonato, scelto dal 22% degli italiani.

Focus - Coldiretti/Ixe’, storico sorpasso della spessa spesa per il cibo sull’alloggio. Nell’estate 2014 destinati alla tavola 4,9 miliardi, quasi 1/3 del budget degli italiani

La crisi ha cambiato gli stili di vita e le priorità, con il mangiare che è diventato la principale voce della spesa turistica davanti all’alloggio, mettendo a segno per la prima volta un sorpasso storico. Emerge, all’Assemblea della Coldiretti, dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sulle vacanze made in Italy nel piatto, dalla quale si evidenzia che nell’estate 2014 i 24 milioni di italiani in vacanza destinano alla tavola la cifra record di 4,9 miliardi per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per acquistare cibo e prodotti enogastronomici. “Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di quasi un terzo (31,1%) del budget complessivo destinato alle vacanze mentre l’alloggio assorbe poco meno del 25% del totale, seguito dalle spese per acquisti abbigliamento, calzature e oggetti vari e da quelle per attività ricreative, culturali e di intrattenimento nonché per i trasporti. Lo storico sorpasso è dovuto al fatto che dall’inizio della crisi nel 2007 la spesa turistica per l’alloggio in Italia è diminuita del 22% per la tendenza ad accettare qualche stella in meno, a passare dall’albergo alla pensione o a forme alternative come il bed and breakfast e l’agriturismo, ma soprattutto agli appartamenti anche per il calo del costo degli affitti. Nello stesso arco di tempo, in controtendenza, per l’alimentazione - aggiunge Coldiretti - si registra complessivamente una crescita del 30% per effetto di un forte aumento dell’acquisto di prodotti agroalimentari a fronte di una diminuzione delle spesa in ristoranti, pizzeria e bar, sulla base di elaborazioni Coldiretti su dati Isnart. Il cibo è diventato il vero valore aggiunto della vacanza Made in Italy nel tempo della crisi che ha tuttavia cambiato profondamente anche le abitudini a tavola. Oltre la metà degli italiani (51% ) in vacanza nell’estate 2014 mangia soprattutto in casa di proprietà, affitto o di parenti e amici mentre solo il 36% si reca in ristoranti, trattorie, osterie e il 6% negli agriturismi che coniugano buon cibo con l’ospitalità, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Il sedersi a tavola – aggiunge l’organizzazione - è diventato un momento qualificante della vacanza che offre l’occasione di conoscere il patrimonio enogastronomico del territorio che si sta visitando in termini di cucina e di prodotti locali. Non è un caso che il 69% degli italiani in vacanza, anche quando va a mangiare fuori, cerchi la cucina casalinga che è disposto anche a pagare di piu’, mentre si moltiplicano nelle località turistiche le sagre e i mercati degli agricoltori di Campagna Amica dove è possibile acquistare prodotti genuini e freschi direttamente dal produttore. La scelta accurata degli ingredienti e la preparazioni di piatti tipici del posto per parenti e amici nelle case è diventata una esperienza gratificante durante le vacanze”.
“L’Italia è l’unico Paese al mondo che puo’ contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che peraltro ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che il buon cibo insieme al turismo e alla cultura rappresentano le leve strategiche determinanti per tornare a crescere e il semestre di presidenza italiana dell’Unione e l’appuntamento dell’Expo sono importanti occasioni per far conoscere, le specificità di un modello produttivo unico che è cresciuto ed ha vinto puntando sui valori dell’identità, della biodiversità e del legame territoriale”. L’Italia puo’ contare sulla leadership europea nei prodotti riconosciuti a livello comunitario con ben 262 denominazioni di origine mentre sono 4.813 i prodotti alimentari tradizionali regionali, 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 a denominazione di origine controllata e garantita (Docg) e 118 a indicazione geografica tipica (Igt).

Focus - 4.813 “bandiere del gusto”, la mappa regionale 2014. Sul podio delle assegnazioni a livello regionale salgono Toscana, Campania e Lazio
Salgono al numero record di 4813 le “bandiere del gusto” a tavola assegnate all’Italia nel 2014 sulla base delle specialità alimentari tradizionali presenti sul territorio nazionale. A dirlo la Coldiretti che ha tracciato la mappa regionale della speciale classifica del patrimonio enogastronomico che i turisti italiani e stranieri potranno gustare nell’estate 2014. “Sono ben 115 i prodotti che - sottolinea la Coldiretti - si sono aggiunti rispetto allo scorso anno e che sono andati ad incrementare sul territorio nazionale il patrimonio di specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni secondo la quattordicesima revisione del censimento dei prodotti agroalimentari tradizionali delle regioni”.
“E’ questo il risultato del lavoro di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che “si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di patrimonio anche culturale sul quale l’Italia puo’ contare per ripartire”.

Sul podio delle bandiere del gusto assegnate a livello regionale salgono - precisa la Coldiretti - la Toscana (463), la Campania (429) e dal Lazio (386). A seguire si posizionano il Veneto (371), l’Emilia-Romagna con 356 prodotti davanti al Piemonte con 341 specialità e alla Liguria che può contare su 295 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Lombardia con 246, la Sicilia con 235, la Puglia con 233, la Sardegna con 184, il Molise con 159, il Friuli-Venezia Giulia con 156, le Marche con 152, l’Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 107, quella di Bolzano con 92, la Basilicata con 90, l’Umbria con 70 e la Val d’Aosta con 32.

“A prevalere tra le specialità regionali sono - riferisce la Coldiretti - i 1468 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1334 verdure fresche e lavorate, 781 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 487 formaggi, 192 piatti composti o prodotti della gastronomia, 158 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 158 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 146 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Nell’elenco 2014 troviamo numerose new entry tra cui, in Campania la ricotta di fuscella di Sant’Anastasia (tipico prodotto dell’Area vesuviana ad Est di Napoli) e il fagiolo di cera, dal seme color avorio con buccia sottilissima, coltivato nella fascia pedemontana del massiccio del Matese, dal comune di Alife (Caserta) fino a Pontelandolfo (Benevento), in Basilicata i “viscuttini di Lauria (una specie di tarallo ricoperto da glassa di zucchero che viene donato agli ospiti durante i matrimoni), nelle Marche le paccucce di Colmurano (Macerata), spicchi di mela, preferibilmente rosa, messi ad essiccare al sole o al forno e conservati per l’inverno immersi nella sapa, per essere utilizzate in vario modo, in particolare nella preparazione di dolci e crostate, in Sardegna la sindria call’e boi, una pregiata anguria coltivata a Gonnosfanadiga, nel Medio Campidano, ritenuta tra le migliori dell’isola sino agli anni Sessanta ed ora a rischio d’estinzione e gli “ndremappi di Jenne, tipico piatto della transumanza nell’Alta valle dell’Aniene a base di pasta povera ottenuta da farina integrale, acqua e sale, condita con un sugo fatto con olio, aglio, peperoncino, pomodoro e alici. Ma le novità - sottolinea la Coldiretti - stanno anche nel nuovo capitolo dedicato alle birre. Le prime ad essere censite - conclude la Coldiretti - sono la birra di Savignone (Liguria), la birra della Valganna (Lombardia) e la birra di Fiemme (Trentino), tre preparazioni che vantano le loro caratteristiche artigianali che si fondano, rispettivamente, sulla leggerezza e il contenuto di vitamine, sulla qualità dell’acqua e sulla storia (nelle grotte della Valganna nel 1977 nacque la prima birra di Angelo Poretti) e sui pregi del lupino e dei luppoli selvatici lavorati usando tecniche e metodi di una volta, riscoperti dopo lunghe ricerche sul territorio valligiano trentino”.

Focus - Wine & food è souvenir di 1 italiano su 4
Quasi un italiano su quattro (22%) torna dalle vacanze con prodotti tipici come souvenir che si classificano come i preferiti nell’estate 2014. Emerge all’Assemblea della Coldiretti e dall’indagine Coldiretti/Ixe’, dalla quale si evidenzia, però, che quest’anno il 39% di italiani torna a mani vuote dalle ferie. Le difficoltà economiche costringono molti a risparmiare in vacanza e spingono anche verso spese utili, con i prodotti tipici come vino, formaggio, olio di oliva, salumi o conserve che vincono su tutte le altre scelte nell’estate 2014. Al secondo posto si classificano gli oggetti tipici di artigianato, acquistati dal 20% degli italiani mentre il 18% acquista gadget, portachiavi, magliette e il 16% cartoline e immagini del luogo che perdono terreno nella sfida con gli smartphone.

“La tendenza a fare spese utili ha dunque favorito - sottolinea la Coldiretti - l’acquisto come ricordo nei luoghi di vacanza dei prodotti alimentari tipici da consumare al ritorno a casa con parenti e amici. Dalla mozzarella di bufala in Campania al formaggio Asiago in Veneto, dal pecorino della Sardegna al prosciutto San Daniele nelle montagne del Friuli, dal vino Barolo del Piemonte alla Fontina in Valle d’Aosta, dal limoncello campano al Caciocavallo del Molise sono alcuni dei souvenir più richiesti dai turisti per portare un ricordo “appetitoso” dei luoghi di vacanza. Specialità nostrane che - precisa la Coldiretti - possono essere acquistate nella grande varieta’ dei percorsi turistici legati all’enogastronomia presenti nelle città, ma anche nei centri minori delle campagne che si stanno rivitalizzando grazie a queste nuove opportunità. L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza in rapido sviluppo favorita dal moltiplicarsi delle occasioni di valorizzazione dei prodotti locali che si è verifica nei principali luoghi di villeggiatura, con percorsi enogastronomici, città del gusto, mercati degli agricoltori di Campagna Amica, feste e sagre di ogni tipo”.
“Una tendenza emergente - aggiunge Coldiretti - è quella dell’acquisto diretto delle specialità nostrane dai produttori direttamente in frantoi, cantine, malghe, cascine e azienda o nei mercati, agriturismi e botteghe di Campagna Amica (www.campagnamica.it). Una opportunità per i vacanzieri italiani e stranieri che possono così garantirsi souvenir esclusivi e di qualità al giusto prezzo , ma anche una occasione per le imprese agricole che - continua la Coldiretti - possono vendere senza intermediazioni e far conoscere direttamente le caratteristiche e il lavoro necessario per realizzare specialità territoriali uniche ed inimitabili”.
“I nostri mercati degli agricoltori stanno creando nuove economie e nuova occupazione rappresentando nel contempo un formidabile strumento di coesione e animazione sociale ed educazione alimentare, perché ricreano un legame profondo tra consumatore e produttore, tra il luogo di consumo e quello di produzione, tra città e campagna”, afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Oltre all’ottimo rapporto prezzo/qualità, l’acquisto dal produttore è spinto spesso anche - sottolinea Moncalvo - dalla sincera volontà di un numero crescente di cittadini di aiutare con i propri atti di acquisto i territori che visitano durante le vacanze”.

Focus - Il 48% degli italiani pranza al sacco in spiaggia. Salgono macedonie e insalata di riso e scendono parmigiana e lasagne
Pranzo al sacco in vacanza per quasi la metà degli italiani (48%) con il mangiare portato da casa che torna prepotentemente nelle abitudini degli italiani, per risparmiare, ma anche per garantirsi cibo genuino e di qualità. In testa alle preferenze per l’ora di pranzo sotto l’ombrellone, secondo Coldiretti/Ixe’ c’è la classica macedonia che è scelta da quasi un italiano su tre (29%) seguita dall’insalata di riso che piace al 26%, ma sul podio sale anche la caprese che è un must per il 20% dei vacanzieri. “Tutti piatti ricchi di frutta e verdura fresca che - precisa la Coldiretti - sono alimenti particolarmente importanti per combattere il caldo estivo e rimanere in salute poiché soddisfano molteplici esigenze del corpo: nutrono, dissetano, reintegrano i sali minerali persi con il sudore, riforniscono di vitamine, mantengono in efficienza l’apparato intestinale con il loro apporto di fibre e si oppongono all’azione dei radicali liberi prodotti nell’organismo dall’esposizione al sole, nel modo più naturale ed appetitoso possibile. Ma tra i piatti preferiti si classificano anche le ricette piu’ radicate della tradizione popolare come la frittata di verdure o pasta che è il sogno di ben il 17% dei vacanzieri sopra i 65 anni mentre resiste, nonostante la crescente attenzione alla linea, l’ipercalorica parmigiana che resta ambita dal 5%. Si dice addio, invece, alle lasagne che riscuotono appena l’1% dei consensi. L’alternativa piu’ gettonata per chi non cucina - riferisce la Coldiretti - sono i panini, scelti per il pranzo al sacco dal 61% dei vacanzieri. La svolta salutistica in riva al mare è favorita da numerose iniziative tese ad incentivare il consumo di prodotti locali e di qualità. In Salento è addirittura nato il primo "agri-beach" italiano con un vero e proprio orto in riva al mare dove gli ortaggi appena raccolti vengono utilizzati per gli agriaperitivi ma anche per piatti a km 0 per iniziativa di Ambra Mongiò una giovane imprenditrice agricola della Coldiretti di Pescoluse a Lecce. “Chi fa le vacanze in Italia ha la fortuna di poter contare sulle ricchezze di un paese che ha la leadership europea di prodotti importanti per la salute e pratici da consumare durante l’estate, dall’ortofrutta al riso” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel ricordare peraltro che “la produzione nazionale garantisce livelli di sicurezza da record con un numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite di appena lo 0,2% che sono inferiori di nove volte a quelli della media europea (1,6% di irregolarità) e addirittura di 32 volte a quelli extracomunitari (7,9% di irregolarità), sulla base delle elaborazioni Coldiretti sulle analisi condotte dall’Efsa”.

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