Che sia in tempo di vendemmia, tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, o in qualsiasi altro periodo dell’anno, è sempre il momento buono per visitare territori del vino e cantine, che si intrecciano con la bellezza del paesaggio, la ricchezza della storia e i sapori tipici. E a stilare la sua lista dei “50 Best Wine Trips”, è stata la celebre rivista inglese “Decanter”. E visto lo storico amore degli inglesi per il “Chianti Shire” e non solo, non stupisce che in testa ai suggerimenti ci sia la Toscana, con i suoi tanti territori che vanno dalla collina al mare, dal Chianti Classico a Montepulciano, da Bolgheri a Montalcino, da San Gimignano con la sua Vernaccia a Carmignano, dal grande Chianti al piccolo Montecucco, che apre la porta della Maremma. E ovviamente, tra le tante realtà di primo piano del vino della Toscana, c’è anche una selezione delle 10 cantine da non perdere, tra quelle che organizzano visite al pubblico. E così, si va dallo storico Castello di Nipozzano del gruppo Frescobaldi, perla del Chianti Rufina, alla Tenuta di Capezzana, storia del Carmignano, per arrivare nel Chianti Classico, con la bellezza architettonica della cantina di Antinori nel Chianti Classico a Bargino, e quella storica e arricchita da una grande collezione di arte contemporanea a Castello di Ama di Marco Pallanti e Lorenza Sebasti. A Bolgheri, tappa fissa a Le Macchiole di Cinza Merli, poi la giovane Tenuta Prima Pietra a Riparbella, nel Pisano, e poi la splendida Castiglion del Bosco, a Montalcino, dove è segnalata anche un’altra realtà storica di primo piano, come Col d’Orcia di Francesco Marone Cinzano. In terra di Nobile di Montepulciano, invece, la cantina portabandiera selezionata da “Decanter” è Salcheto di Michele Manelli, che è anche un inno alla sostenibilità (è stata la prima cantina “off grid” d’Europa, e “culla” del protocollo Equalitas), con la selezione che si conclude con Monteverro, a Capalbio. Proseguendo nella “top 10” delle destinazioni mondiali, dopo realtà come la Champagne, con maison come Ruinart, GH Mumm, Pierre Gimonnet & Fils, Moussé Fils, Drappier, Ayala e Gosset, Napa e Sonoma in California, luoghi dove è nato l’enoturismo, con cantine come Corison, Ridge, Schramsberg, Spottswoode, Opus One, Stag’s Leap (di proprietà di Antinori, ndr), Robert Mondavi Winery, Tank Garage Winery, Matthiasson, Unti, Idlewild Wines, Lola, Far Niente, Mayacamas e Chateau Montelena, ed ovviamente Bordeaux, con tante cantine che vanno anche al di là dei “mostri sacri” come Margaux, Latour, Haut-Brion, Mouton Rothschild e Lafite-Rothschild, in posizione n. 5 c’è ancora l’Italia, con una meta meno nota per il vino, ma già fortissima per il turismo, come il Lago di Garda. Un territorio ampio, che, come ricorda “Decanter”, è toccato da diverse denominazioni, da Bardolino al Chiaretto, dal Lugana al Custoza, dalla Valtenesi alla Doc Garda, che ha scommesso forte sugli spumanti, e dove, tra le cantine segnalate, ci sono chicche come Perla del Gardadella famiglia Prandini, Costaripa dell’enologo Mattia Vezzola, ed ancora Cavalchina, Ricchi e Pratello. Poi ancora un salto in California, con un itinerario di 3 giorni definito “perfetto”, al n. 6, prima di tornare ancora in Toscana, a Montalcino, al n. 7, dove, tra le altre cose, come cantine in cui fare degustazioni, ci sono ancora Col d’Orcia, ma anche realtà come Banfi, cantina della famiglia Mariani, che ha segnato il successo del territorio, ed ancora Castelgiocondo di Frescobaldi, Campogiovanni del gruppo San Felice, Il Palazzone, Siro Pacenti, Camigliano e le tenute Altesino e Caparzo di Elisabetta Gnudi Angelini, oltre a tante cantine segnalate che offrono anche ospitalità a diversi livelli, come Casanova di Neri, Mastrojanni, Villa Le Prata, Argiano, Capanni di Cencioni, Canalicchio di Sopra e Le Ragnaie, tra le altre.
Posizione n. 8 per il Sud Italia, scrigno enologico che si fa sempre più notare nel mondo. Con cantine e resort come Sergio Mottura nel Lazio, Feudi di San Gregorio, gruppo guidato da Antonio Capaldo - con cantine anche in in Friuli Venezia Giulia (Sirch), a Bolgheri (Campo alle Comete), sull’Etna (Federico Graziani), in Basilicata (Basilisco), in Puglia (Ognissole) e nel Cilento (Tempa di Zoè) - ed i Cacciagalli in Campania, il Palazzotto in Basilicata, Vinilia; in Puglia, Capofaro Locanda & Malvasia di Tasca d’Almerita e La Foresteria di Planeta in Sicilia, e ancora Argiolas, in Sardegna. Mentre a chiudere la “Top 10” ci sono la Spagna, con Mallorca, e ancora la Champagne, con un focus sugli hotel più belli fuori dalle rotte più battute del territorio. Ma scorrendo la lista dei 50 viaggi enoici da fare, secondo Decanter, c’è ancora tanta Italia: dalla Puglia ai “winey hotel” nei dintorni di Firenze, da un focus sul Rosewood Castiglion del Bosco, borgo e hotel di charme a Montalcino, di proprietà di un “family office” intercontinentale che lo ha rilevato, nel 2022, da Massimo e Chiara Ferragamo (e già premiato, sempre nel 2022, con il n. 1 dei “The 100 Best Hotels in the World” per la rivista “Travel + Leisure”), e poi ancora i territori di Montepulciano, perla del Rinascimento e patria del “vino Nobile”, la Franciacorta, uno dei territori di riferimento del grande spumante metodo classico italiano, passando per un focus specifico sul Garda Doc, e ancora per la Valle d’Aosta, con la sua viticoltura eroica, senza dimenticare, ovviamente, il Piemonte di Langhe, Monferrato, Alta Langa, Asti e Gavi, tra gli altri, ed un tour tra cibo e vino tra l’Emilia Romagna del Sangiovese e del Lambrusco che bagnato tutta la “food Valley”, e la Lombardia dell’Oltrepò Pavese. A testimonianza ulteriore di un’Italia enoica che offre tanto da scoprire agli appassionati di tutto il mondo.
Copyright © 2000/2024
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024