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6,1 MILIONI DI EURO: TANTO GLI ITALIANI HANNO SPESO IN UN ANNO PER ACQUISTARE BIBITE DI OGNI GENERE

Sei milioni e 100mila euro: tanto gli italiani hanno speso in un anno per acquistare bibite di ogni genere, confermandosi così fra i maggiori consumatori al mondo di acque minerali, ma non solo. Secondo i dati raccolti da Confesercenti, vanno fortissimo anche i succhi di frutta, il tè freddo, e la birra, che sta rapidamente guadagnando posizioni nei confronti di una delle più solide tradizioni del "made in Italy" gastronomico, il vino.

Il quadro delineato evidenzia "come gli ultimi 12 mesi abbiano visto un piccolo boom nel consumo di bevande fresche in Italia, e questo forse non è un caso visto che, secondo la società di rilevazione americana Noaa, il 2002 si candida ad essere il più caldo degli ultimi 140 anni. Nel dettaglio, gli acquisti di bibite sono aumentati nell'ultimo anno del 4,8%, con un aggravio di spesa di 297 milioni di euro. Innanzitutto, gli italiani bevono molta acqua minerale, con un consumo che raggiunge i 160 litri pro capite. In un anno, le vendite di questa particolare bevanda sono aumentate del 6,1%, con un incasso totale di 1770 milioni di euro. Gli italiani preferiscono l'acqua non gassata (è consumata il doppio rispetto a quella liscia) e non amano per nulla quella aromatizzata: i vari tentativi di imporla sul mercato sono falliti, e anzi il consumo e' crollato del 24,2% rispetto al gia' basso livello dell'anno scorso. Hanno invece avuto un discreto successo le vendite di te' freddo, +9,1% che e' disponibile in diverse versioni, dalla ciliegia al bergamotto, ma che riscuote favore soprattutto al tradizionale gusto di limone o a quello, un po' piu' dolce, di pesca. Un altro trend in forte ascesa riguarda i succhi di frutta, +6,5%, che per anni sono stati quasi dimenticati e che invece ora vendono molto anche grazie all'invasione di bottigliette ai gusti piu' disparati, dai frutti tropicali al cosiddetto Ace. Molto bene anche le tradizionali bibite gassate, +2,4%, soprattutto le Cole, +5,9%. Per contro, non riscuotono piu' il favore del pubblico la classica limonata, -6,5%, e le aranciate, -0,85%. Una sorpresa arriva infine dalla birra, tradizionalmente in voga nei paesi nordici, che invece ora vive una vera riscoperta anche al sole del mediterraneo.

Il consumo in Italia e' aumentato del 4,2%, e la birra si conferma la prima bevanda alcolica, fra quelle a bassa gradazione, piu' venduta. A tutto svantaggio delle bottiglie di vino: si tratta di una tendenza che prosegue da molti anni. Dal 1975 ad oggi il consumo di vino è piu' che dimezzato, passando da 104 litri annui pro capite ai 50 attuali, così come si sono ridimensionati i superalcolici, passati da 4,5 a 1 litro a testa, mentre la birra si e' piano piano imposta, con un saldo da 13 a 30 litri. Ad essere amata, è soprattutto la "chiara", sono molto apprezzati i marchi sudamericani che hanno in genere una gradazione più bassa rispetto alle classiche doppio o triplo malto mitteleuropee, e analizzando nel particolare in modo in cui la birra viene consumata si possono trarre piccole conclusioni sulle abitudini degli italiani. Un esempio: la bionda è una delle protagoniste dell'intervallo di lavoro. Niente più pranzo con primo secondo e un bel bicchiere di vino, ma uno spuntino veloce accompagnato, appunto, da un bel boccale di birra fresca.

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