“I maggiori poeti del passato come Orazio, Tacito e Leopardi erano dei buoni bevitori. Un bicchiere di vino è stato spesso fonte d’ispirazione per sonetti e rime, aiutando ad abbattere le barriere della razionalità. E non solo: la prima cosa che ha fatto Noé uscendo dall’arca è stata piantare la vite ed organizzare una festa abbondantemente innaffiata dal vino. Le teorie economiche, le variabili legate a prezzo e reddito mal si adattano a spiegare l’inclinazione che l’uomo ha per il vino. Psicologi, antropologi e sociologi stanno dando il loro contributo per un dibattito che temiamo non avrà sbocco: il consumatore di vino è un soggetto troppo complesso che sfugge alla catalogazione. Se non ci fosse stato il vino non sarebbe nata la poesia”. Tutto questo ha affermato oggi a Palermo, al convegno “Vino & Salute” di “Wine Sicily”, il professore ordinario di marketing agroalimentare alla Facoltà di Economia dell’Università di Urbino, Gervasio Antonelli.
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