Il vino è ormai, al pari della moda e della cucina, uno dei simboli del "made in Italy" (il vino è la terza voce attiva nella bilancia dei pagamenti); un prodotto che ha fatto grandi passi in avanti in questi anni, conquistando nuovi spazi di mercato in Italia ed all'estero. E così ogni guida autorevole che esce è motivo d’analisi, di riflessione, di commento e di discussione. L’ultima delle italiane ad essere presentata è stata "I vini di Veronelli 2000", a cura di Gigi Brozzoni e Daniel Thomases. Molti i criteri di valutazioni (Sole, Chapeau, Tre Stelle, con quest’ultima come più importante). La cosa migliore, e più semplice, per giudicare i vini, è quella di analizzare il punteggio dei 3000 assaggi: in testa, nelle prime tre posizioni, il "Terra di Lavoro" ‘97 di Galardi (Campania), con 97/100, il Sagrantino di Montefalco "25 anni" ‘96 di Caprai (Umbria), con 96/100 ed il "Masseto" ‘96 della Tenuta dell’Ornellaia (Toscana), con 95 punti. Alle spalle dei tre vini, la guida Veronelli seleziona poi, con 94/100: Barbaresco Sorì San Lorenzo ‘96 di Gaja (Piemonte), Bolgheri Rosso Superiore "Paleo" ‘96 dell’azienda Le Macchiole (Toscana), Recioto Valpolicella Vigneto Monte Lodoletta ‘94 di Romano Dal Forno (Veneto), "Redigaffi" ‘97 di Tua Rita (Toscana), "Serpico" Irpinia Rosso ‘97 di Feudi San Gregorio (Campania), Brunello di Montalcino Riserva "Intistieti" ‘93 di Case Basse (Toscana), "Idem" Irpinia Bianco ‘98 di Feudi San Gregorio (Campania), "Lupicaia" ‘97 della Tenuta del Terriccio (Toscana), "Ornellaia" ‘96 della Tenuta dell’Ornellaia (Toscana), "Palazzi" ‘97 della Trinoro (Toscana), Barbaresco Gallina di Neive ‘96 di Bruno Giacosa (Piemonte), "Sassoforte" ‘97 di Enrico Fossi (Toscana).
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