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IL VINO TROVA LE SUE STRADE: I CONTENUTI DELLA NUOVA LEGGE

Italia
Un prototipo di cartello stradale indicante le Cantine Aperte

L’enoturismo ha uno status giuridico: è stata approvata il 14 luglio la legge sulle strade del vino, che introduce anche nel nostro Paese i percorsi turistico-gastronomici, destinati a valorizzare le aree vitivinicole sull’esempio di quanto avviene da anni all’estero (ad esempio, in California, nella Napa Valley, o in Francia, nello Champagne.
“Le strade del vino sono dei percorsi - si afferma nella legge - segnalati da cartelli, lungo i quali ci sono cantine aperte al pubblico, con i propri vigneti, centri abitati, musei, edifici storici e d’interesse artistico, attrattive naturalistiche e sportive, ristoranti tipici, alberghi, artigiani che fanno capo ad un ufficio di promozione turistica e vengono valorizzati con depliants, strumenti telematici e multimediali”. La nuova legge - per anni richiesta dal Movimento Turismo del Vino (la prima associazione in Italia ad aver creduto nelle potenzialità dell’enoturismo), dalle organizzazioni di imprese agricole e dagli enti locali - equipara “alle attività agrituristiche quelle di ricezione e d’ospitalità, compresa la degustazione di vini, svolta dalle aziende agricole nell’ambito delle strade del vino” e le cantine industriali e le enoteche, presenti in questi itinerari, “possono effettuare la presentazione, la degustazione e la mescita di prodotti previste per le aziende agricole produttrici”.
Gli standard di qualità, la cartellonistica e la simbologia di promozione delle strade del vino saranno poi stabiliti dal Ministero per le Politiche Agricole (il controllo spetterà invece a Comuni e Province). La legge, che fissa i principi generali (le Regioni dovranno poi emanare ulteriori regolamenti), prevede l’erogazione di contributi e finanziamenti statali per il miglioramento delle strutture necessarie per la realizzazione delle strade del vino (che potranno anche essere promosse all’estero, attraverso interventi dell’ICE e dell’Enit) ed altri finanziamenti potranno arrivare dai fondi strutturali dell’Unione Europea e da contributi regionali (soprattutto per la formazione), oltre logicamente che da aziende e privati. A sostegno della legge, anche 3 miliardi di lire all’anno stanziati dalla Finanziaria 1999-2000-2001 (il riparto sarà compito del Ministero per le Politiche Agricole, d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni). Le Regioni determinano anche i tempi e le modalità per l’adeguamento ed il riconoscimento, in base alla nuova legge, delle strade del vino già istituite. Le norme della legge si applicano per la realizzazione delle strade finalizzate alla valorizzazione, anche congiunta, di altre produzioni di qualità, con particolare riguardo all’olio di oliva ed ai prodotti tipici. Con questa legge, l’Italia può meglio tutelare e valorizzare i suoi territori vitivinicoli, facilitarne la fruizione e la comprensione sotto forma d’offerta turistica, recuperare la tradizione rurale, incrementare l’occupazione e l’educazione ad una corretta alimentazione e consumo del vino.

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