Il fatto che almeno il 40% degli oltre 30.000 iscritti all'Associazione Italiana Sommelier (Ais) sono giovani, dimostra che cresce tra le nuove generazioni la cultura della degustazione consapevole del vino, da contrapporre al consumo sregolato di alcol, con la diffusione di cocktail, superalcolici e "alcolpops" che contengono vodka e rum, mascherate da innocui analcolici "ready to drink". Lo afferma la Coldiretti nel commentare i dati della quinta indagine Doxa sugli stili di vita e sul consumo di alcool in Italia, promossa dell'Osservatorio Permanente sui Giovani e l'Alcool.
La spinta a una riduzione nelle quantità consumate e a una maggiore attenzione alla qualità è stata favorita dal rinascimento del vino italiano che si è verificato negli ultimi venti anni, dopo lo scandalo del metanolo del 1986, con la produzione nazionale di vino che nel 2005 è stata pari al 48,1 milioni di ettolitri con una riduzione del 37,4% rispetto al 1986, ma è raddoppiata quella di vini a denominazione (15 milioni di ettolitri con un +92%) con oltre 460 vini Docg, Doc e Igt sui 228 di allora (+102 per cento).
Un cambiamento che nonostante il calo nei consumi pro capite degli italiani del 28,2% nel ventennio ha determinato una esplosione nel fatturato del settore che, in venti anni, è aumentato del 260% raggiungendo nel 2005 la cifra record di 9 miliardi di euro. E nel 2005 le esportazioni di vino Made in Italy nel mondo hanno sfiorato i 3 miliardi di euro con un aumento del 363 per cento rispetto al 1986 che dimostra come la crescita sul mercato estero abbia superato quella sul mercato nazionale con l'Italia che è divenuta il primo esportatore mondiale di vino in valore, con il 25% del fatturato globale.
Il vino nella società moderna è diventato un prodotto espressione di equilibrio e riflessione sul quale far leva per combattere gli abusi, anche perché è culturalmente capace di attirare le nuove generazioni e di distoglierle dagli eccessi. L’arte mediterranea di assaporare il vino che ha conquistato il mondo è oggi l'espressione di uno stile di vita "lento" attento all'equilibrio psico-fisico che aiuta a "stare bene con se stessi" e si contrappone totalmente ai comportamenti “a rischio” che sono alla base degli ''happy hour'', l'ora dell'aperitivo in tutta fretta a base di bevande alcoliche e stuzzichini, dei ''binge drinking'', il bere fino a ubriacarsi o degli ''alcolpops'', promossi con un’immagine di divertimento e socializzazione, che quasi obbliga a continuare a bere.
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