Meglio un vino imperfetto piuttosto che un vino omologato: lo afferma Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, in un’intervista a www.winenews.tv, la web-tv di www.winenews.it, che lo ha incontrato alla vigilia del Salone del Gusto 20006 (a Torino dal 26 al 30 ottobre). Petrini rimarca con forza i tre concetti-base della filosofia Slow Food: buono, pulito e giusto. Caratteristiche che si riferiscono sì al cibo, ma anche al vino. “La qualità alimentare – spiega Petrini – si deve misurare con tutti e tre gli aggettivi, se ne manca uno rischia di essere difettosa. Meglio allora un vino imperfetto piuttosto che omologato - aggiunge - avere carattere significa non possedere quella perfezione esasperata che spesso stufa. Certi elementi possono apparentemente sembrare difetti, ma in realtà non lo sono perché contrassegnano il territorio e il tipo di uva, e arricchiscono la biodiversità in campo enologico”. Petrini non dimentica infatti di sottolineare l’importanza dei vitigni autoctoni: “Ogni grande vino parla il linguaggio del territorio, gli autoctoni sono alla base della grande tradizione enologica italiana”.
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