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CLIMA: ARRIVA LA PRIMAVERA, MA NATURA È GIÀ SVEGLIA DA UN PEZZO. E L’ABBATTERSI IMPROVVISO DEL MALTEMPO RISCHIA DI MANDARLA DEFINITIVAMENTE IN TILT

Le prime rondini sono già state avvistate in Liguria e Sicilia quindici giorni fa, gli alberi di pesco, susino, albicocco e ciliegio sono in fiore da settimane, le api regine hanno da tempo ricominciato a deporre le uova, le margherite sono sbocciate in anticipo nei prati e sui banchi del mercato è possibile acquistare piselli e fave italiane che tradizionalmente accompagnano le scampagnate del primo maggio. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che l’arrivo della primavera astronomica del 21 marzo ha trovato la natura già sveglia da un pezzo per effetto dell’inverno più caldo degli ultimi due secoli e per la ridotta piovosità. E il maltempo degli ultimi giorni - sottolinea la Coldiretti - rischia di mandare definitivamente in tilt piante e animali che si trovano impreparati all’arrivo improvviso del maltempo e all’abbassamento drastico delle temperature. La primavera chiude infatti un inverno 2007 che per l'Italia - precisa la Coldiretti - passerà alla storia come il più caldo dal 1800, con un'anomalia di +2.27° C rispetto alla media del periodo tra il 1961 e il 1990 secondo il Cnr, mentre nel 2006 sono piovuti in media in Italia solo 620,8 mm di acqua pari circa a quanto registrato nel 2003 (mm 619,6), un anno drammatico per la carenza idrica nei campi, sulla base di dati forniti dall'Ucea.
Si tratta - precisa la Coldiretti - di una situazione climatica che ha sconvolto i normali cicli della natura con piante e animali che hanno cambiato comportamenti a causa dell’impazzimento delle stagioni, come dimostra anche la ripresa in anticipo degli amori per molti animali come i maiali selvatici, ma anche cani e gatti. Nei prati sono sbocciate da tempo le margherite e il monitoraggio sui cambiamenti climatici e biodiversità effettuato con la “mappa della primavera” da Coldiretti, Legambiente e Federparchi ha confermato scientificamente che nel Parco regionale dei Nebrodi, ad esempio, la fioritura dell' erica arborea si è verificata con un anticipo di 10 giorni , così come nella Riserva naturale di Monte Mario dove la ginestra è fiorita 10 giorni prima dello scorso anno. E il caldo ha causato anche un maggiore sviluppo degli insetti e delle malattie fungine per colpa dell’habitat favorevole che ha richiesto un surplus di lavoro per agricoltori, giardinieri e vivaisti per difendere le piante. Ma l’arrivo del freddo in primavera sta avendo un impatto anche sugli esseri umani con gli sbalzi di temperatura che hanno allarmato gli esperti per il rischio di influenza tardiva, contro la quale consigliano la massima attenzione anche con un’alimentazione in cui sia mantenuto costante l’apporto di frutta e verdura. Per effetto del clima la primavera inizia con una concentrazione di primizie e una varietà di offerta made in Italy come mai nel passato.
Si è verificato nelle campagne un anticipo di maturazione variabile tra i 20 giorni e i due mesi, a seconda delle coltivazioni, e - sottolinea la Coldiretti - se la raccolta del carciofo romanesco che è arrivata 40 giorni prima del solito sta per terminare, le fragole in anticipo di 20 giorni si trovano già in piena produzione mentre un mese prima del normale calendario di raccolta arriveranno, probabilmente già ad aprile, le ciliegie dal Mezzogiorno e, a seguire, albicocche e pesche. Si tratta - continua la Coldiretti - di una opportunità unica per i consumatori che possono scegliere di acquistare produzioni nazionali “fuori stagione” e a prezzi che dovrebbero essere convenienti, considerato che in campagna agli agricoltori vengono pagati pochi centesimi al chilo, con un crollo delle quotazioni rispetto al passato che mette a rischio il futuro di molte aziende. Acquistare facendo attenzione nell’etichetta alla provenienza significa, dunque, aiutare il made in Italy, risparmiare e proteggere la propria salute. L’arrivo del freddo con il nucleo di aria proveniente dalla Scandinavia se provocherà gelate rischia di far cadere gemme e fiori riducendo le produzioni delle piante da frutto, mentre, se la colonnina di mercurio rimarrà sotto lo zero per alcuni giorni, a rischio sono anche - continua la Coldiretti - verdure e ortaggi che sono maturati con settimane di anticipo e contemporaneamente: dai carciofi a tutte le insalate a pieno campo, lattughe, scarole e indivie, ma anche cavolfiori, peperoni, broccoli, finocchi e pomodori.
A preoccupare - afferma la Coldiretti - è anche il vento forte per i danni che può provocare alle strutture aziendali agricole come le serre e soprattutto l’eventuale arrivo della grandine che provoca danni irreparabili. A differenza, se non avranno carattere temporalesco, sono certamente positive le piogge e la neve che - continua la Coldiretti - consentono di ripristinare la “scorta” di acqua necessaria a scongiurare la siccità estiva. Continua pagina seguente Sul piano strutturale, l'aumento delle temperature sta provocando - precisa la Coldiretti - la migrazione dei prodotti tipici dalle tavole italiane, mentre l'innalzamento del livello del mare porta alla scomparsa di intere spiagge con conseguenze incalcolabili per il turismo. Si tratta di un processo che è in realtà in fase avanzata in Italia dove - prosegue la Coldiretti - si sta verificando un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l'olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi, le prime arachidi che sono state raccolte nella Pianura Padana dove si coltivano già adesso grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta.
Gli effetti del cambiamento climatico - continua la Coldiretti - si fanno sentire nelle campagne con la riduzione della riserva idrica, l'aumento dell'erosione in zone collinari e alluvioni in pianura, anticipo di germogliamento per le piante coltivate, maggiore rischio per gelate tardive, aumento dell'incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti, stress idrico delle piante. Si tratta di processi - afferma la Coldiretti - che rappresentano una nuova sfida per l'impresa agricola che deve interpretare il cambiamento e i suoi effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Servono - conclude la Coldiretti - interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali del piano irriguo nazionale previsto dalla Finanziaria, campagne di informazione ed educazione sull'uso corretto dell'acqua, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni a basso fabbisogno idrico e per sistemi di irrigazione a risparmio.

Le caratteristiche di una stagione anomala
Temperature - L’inverno 2006-2007 è stato il più caldo degli ultimi due secoli in Italia, così come in Europa. Le previsioni dei meteorologi fanno presagire che il caldo proseguirà in primavera e in estate. La temperatura media per i tre mesi primaverili (marzo, aprile, maggio) sarà superiore al normale ma non è da escludere una o due ondate di gelo
Acqua e risorse idriche - Nel 2006 sono piovuti in media in Italia solo 620,8 mm di acqua pari circa a quanto registrato nel 2003, anno drammatico per la carenza idrica nei campi. Il record negativo delle precipitazioni dall’inizio del terzo millennio si è avuto nel Centro Nord dove le piogge si sono ridotte di un terzo (-29 per cento) nella Pianura padana e della metà (-46 per cento) nell’area della Capitale. L'anomalia climatica dei mesi autunno-invernali non ha favorito la necessaria e naturale ricarica idrica dei terreni e dei principali corpi idrici utilizzati a fini irrigui. Anche come conseguenza delle scarse nevicate in alta quota, il livello dei laghi alpini è decisamente basso.
Anticipo cicli piante - L’attività vegetativa delle piante è avvenuta con un consistente anticipo. Per le verdure e gli ortaggi si è riscontrata un allungamento dei cicli produttivi a seguito della presenza di molte varietà circa 30 giorni prima del previsto. In particolare, piselli e fave hanno fatto registrare un anticipo della maturazione di circa 45 giorni e il carciofo romanesco, prodotto della tradizione laziale, non sarà presente, come di consueto, sulle tavole pasquali. La raccolta delle fragole di campo è iniziata con tre settimane di anticipo, mentre per la frutta estiva va segnalato che ciliegi, peschi e albicocchi sono già fioriti. Anche per melo e pero la fioritura è imminente.
Spostamento areali piante - La crescita media delle temperature e gli inverni meno rigidi sono responsabili di una variazione nella distribuzione di alcune specie. Ad esempio, l’areale del faggio si va contraendo nel nostro Paese, mentre quello del leccio si sta ampliando. L’olivo sopravvive a latitudini sempre più elevate (a ridosso delle Alpi), le arachidi possono essere coltivate nella Pianura Padana, crescono le superfici dedicate alla produzione di pomodoro di grano duro, mentre con il fenomeno della desertificazione, aumentano nel Mezzogiorno i terreni inadatti alle colture.
Effetti sull’uomo e sugli animali - La temperatura invernale, mediamente assai mite, ha limitato l’insorgenza di mali di stagione e l’arrivo della tradizionale influenza si è spostato in primavera. Effetti si sono avuti anche sugli animali, soprattutto quelli che vanno in letargo o migrano. In Spagna gli orsi non sono andati in letargo, mentre quelli svedesi e russi hanno deciso di ritirarsi in grotta solo con due mesi di ritardo. Gli ungulati del Parco Nazionale del Gran Paradiso si sono spinti fino a 2.500 metri di quota mentre in genere si fermano a 2.000. Per quanto riguarda i volatili, le gru non hanno lasciato il territorio della Germania, mentre in Italia i merli hanno cominciato a nidificare in città già da febbraio, cosa che in teoria fanno a marzo come anche i piccoli passeriformi. Le api regine hanno iniziato la deposizione delle uova con un anticipo di circa tre settimane.
 Fonte: elaborazione Coldiretti

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