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SERVIZIO SPECIALE - DA OGGI (AL 10 FEBBRAIO) IL MONDO DELL’AGRICOLTURA A VERONA PER “FIERAGRICOLA”, IL FOCUS SULL’AGRICOLTURA DEL PRESENTE E DEL FUTURO ...

L’agricoltura italiana ed europea si interroga sul proprio futuro a Fieragricola, evento importante per tutto il comparto, in programma da oggi al 10 febbraio a Verona (www.fieragricola.com). La rassegna ospita quest’anno 1.230 espositori (+5,6% sul 2006), di cui 210 esteri da 24 Paesi, su una superficie di 80.000 metri quadrati netti (+18,6% sul 2006), 750 capi di bestiame, oltre 100 tra convegni e workshop, 44 delegazioni di buyer da tutto il mondo e ben 20.000 metri quadrati di aree per eventi dinamici e per prove “sul campo”. Ad inaugurare ufficialmente Fieragricola sarà il Ministro per le Politiche Agricole e Alimentari Paolo De Castro.
La fiera sarà suddivisa in tre saloni tematici, nei quali si potranno ammirare le novità del mondo agricolo: Agrimeccanica, lo spazio dedicato alle innovazioni tecnologiche e di processo nel settore della meccanica, delle macchine e delle attrezzature agricole; Agriservice, riservato ai servizi innovativi per lo sviluppo dell’agricoltura (con l’Agripiazza, l’area interattiva multimediale sull’utilizzo dei mezzi tecnici in agricoltura), Zoosystem, vetrina delle tecnologie ed attrezzature per l’allevamento da reddito, i prodotti per la nutrizione e la salute animale, i centri di fecondazione e società per la commercializzazione del seme, strumenti ed apparecchi veterinari.
Debuttano anche i Saloni della multifunzionalità e dell’Agricoltura di precisione, realizzati per approfondire le nuove frontiere del comparto, alla ricerca di opportunità di reddito attraverso impieghi alternativi in agricoltura e l’utilizzo delle più avanzate tecnologie per le colture e l’allevamento, ed il Salone delle Bioenergie, che presenta, in maniera completa, la filiera delle energie rinnovabili in agricoltura: biomasse, biogas, pannelli solari e fotovoltaici.

L’intervista - A colloquio con il Ministro De Castro su argomenti agricoli
Verso la “health check” della Pac. Con quali scenari si prepara l’agricoltura italiana ad affrontare il controllo?
L’agricoltura italiana affronterà questo importante appuntamento con estrema serenità e con la convinzione che la Pac vada sostenuta, difesa e legittimata agli occhi dei 450 milioni di cittadini europei, perché resta un ottimo strumento di gestione delle crisi e delle politiche dei prezzi, oltre ad avere un ruolo fondamentale nella gestione dell'ambiente e delle emergenze climatiche. Questo va spiegato tanto ai cittadini quanto alla Banca Centrale Europea, ingiustamente critica nei confronti della Politica agricola comune. In molte situazioni di emergenza la Pac è servita da ago della bilancia. Si pensi alla sospensione momentanea dei dazi e alla misura sul set - aside, le cui positive ricadute sui prezzi sono riconosciute e riscontrabili. O, ancora, alla proposta di aumento delle quote latte che accoglierebbe le giuste richieste degli allevatori ma anche quelle dei consumatori, che potrebbero così riscontrare una riduzione dei costi al consumo del latte.
Dal 1 aprile prossimo l’Unione europea aumenterà in misura lineare del 2% le quote latte. Quali riflessi sul comparto lattiero caseario? Quanto è concreta l’ipotesi dell’abolizione del sistema delle quote latte a partire dal 2015?
Il primo importante riflesso è che gli allevatori italiani potranno contare sulla possibilità di produrre dalla prossima campagna fino a 10,74 milioni di tonnellate di latte e il prezzo di questo prodotto nella Ue dovrebbe diminuire del 4%. Per l'Europa si tratta del primo passo nel processo di revisione e di aumento del meccanismo delle quote latte, un passo che avrà l’effetto di una profonda boccata d'ossigeno sia per i produttori che per i consumatori. Basti pensare che gli allevatori italiani dovranno versare alle casse europee per le eccedenze di latte prodotte nel periodo 2006-2007, multe per oltre 176 milioni di euro. Da parte nostra non possiamo che essere soddisfatti, visto che l’incremento delle quote, nel rispetto delle regole, è quanto auspicavamo da tempo.
Le prospettive del mercato lattiero appaiono quindi veramente molto favorevoli. Nei prossimi anni l’Europa potrebbe aver bisogno di otto milioni di tonnellate supplementari di latte per soddisfare la crescita della domanda interna, cioè 1,75 milioni di tonnellate per fronteggiare il consumo di prodotti lattieri freschi e altri 6,2 milioni per assicurare l'aumento dei consumi di formaggi. E il settore lattiero europeo si deve preparare ai grandi cambiamenti in atto, anche in vista della fine del sistema delle quote latte, comunque fissata, secondo gli auspici di Bruxelles, per il 31 marzo 2015.
Il sistema delle produzioni Dop/Igp e dei marchi europei di qualità è una strada ancora efficace per valorizzare il prodotto agricolo italiano? Con quali risultati di mercato in Italia e all’estero?
I risultati sono sotto gli occhi di tutti e da tutti riconosciuti. 24 miliardi di euro di export agroalimentare ci inorgogliscono e sono la conferma della validità del sistema italiano, che premia la qualità e la trasparenza e cerca il confronto con l’estero proprio su questo terreno. L’Italia vanta un primato, in termini di Dop e Igp. Un primato che non è solo tradizione e storia dell’enogastronomia italiana, ma anche potenzialità economica, vista l’attenzione e la domanda di Made in Italy proveniente dall’estero. Forti dei risultati ottenuti finora, dobbiamo proporre e difendere il nostro sistema fuori dai confini nazionali.
I «farmer markets»: opportunità concreta o presunta per gli imprenditori agricoli italiani?
La vendita diretta da parte degli agricoltori è una forma di commercializzazione in rapida diffusione in tutte le economie avanzate. Costituisce un’integrazione del reddito per le imprese coinvolte ed è anche un veicolo di qualificazione del rapporto fra agricoltori e cittadini - consumatori. Già con la Finanziaria 2007 il Governo Prodi ha voluto imprimere un’accelerazione allo sviluppo della vendita diretta in Italia. Ha così innalzato i limiti economici per la stessa vendita (160 mila euro per le persone fisiche e 4 milioni di euro per le società) e ha stabilito la necessità di promuovere, con uno specifico decreto attuativo, i mercati a vendita diretta degli imprenditori agricoli. I risultati che si possono ottenere testimoniano che si tratta, per gli agricoltori, di una opportunità concreta, e non presunta: entro il 2008, si stima apriranno fino a 100 nuovi mercati, coinvolgendo fino a 2000 imprese agricole. A regime, nel 2010, i mercati attivi potrebbero essere anche 500 con 6000-8000 imprese coinvolte.
In che misura le bioenergie troveranno spazio all’interno dell’azienda agricola? Quale sarà il futuro delle energie rinnovabili e quali potrebbero essere le più indicate nello scenario agricolo e zootecnico italiano?
Credo che non si possa puntare tutto su un’unica forma di energia rinnovabile, ma occorra programmare lo sviluppo energetico ed infrastrutturale in base alle caratteristiche del territorio di riferimento. Detto questo, le bioenergie sono certamente una fra le fonti di energia rinnovabile cui l’agricoltura può attingere. E in questo senso la Finanziaria 2008 ha fatto grandi passi avanti. Penso senz’altro ai certificati verdi. E’ stata definita la revisione dei certificati derivanti da biomasse agricole, in particolare, la produzione di energia elettrica da biomassa di origine agricola in filiera corta (entro 70 km) o da intese di filiera. Quest’ultima viene incentivata con l’introduzione di un coefficiente di maggiorazione (1,8) dei certificati attribuiti e durata del diritto estesa a 15 anni. Per i biocarburanti invece, è prima di tutto previsto l’incremento dell’obbligo di immissione in consumo al 3% dal 2009. Inoltre, la procedura per l’incremento dell’obbligo per raggiungere gli obiettivi comunitari è stata semplificata e potrà avvenire per decreto senza ricorrere ad una norma primaria. Altro aspetto importante è la possibilità di assegnare, dietro presentazione di cauzione, anche le quote di biodiesel di filiera previste dalla Finanziaria 2007. In altre parole questa norma permette di sbloccare l’immissione in consumo delle oltre 40.000 tonnellate di biodiesel ottenuto dalla filiera agricola nazionale nel 2007. Infine, ma non meno importante, il bioetanolo. E’ stata infatti approvata la norma che consente di non perdere le risorse 2007 del programma di defiscalizzazione. Un fatto molto importante perchè consentirà di rendere operativa l’approvazione ottenuta in extremis ad ottobre dello scorso anno per il programma “bioetanolo”. Vi è poi il capitolo della generazione diffusa. Su questo fronte, sono due le novità importanti. La prima è l’introduzione del “conto energia” (tariffa omnicomprensiva 0,3 €/kwh) per gli impianti a biomassa agricola di piccola taglia (1 mw). In pratica il “piccolo produttore”, all’atto della richiesta al Grtn, potrà optare per l’emissione dei certificati verdi oppure per la tariffa. Tale tariffa sarà applicata su tutta l’energia ceduta alla rete. In caso di autoconsumo, viceversa, il produttore potrà ottenere i certificati sull’energia prodotta e beneficiare del risparmio del mancato acquisto di energia dalla rete. Sempre nel capitolo “generazione diffusa”, per promuovere l’impiego degli oli puri come carburanti nelle imprese agricole, viene introdotta una deroga alla norma del deposito fiscale per autoconsumo di oli vegetali puri nelle imprese agricole, fino al volume di 5 tonnellate. Gli interventi descritti delineano un quadro complessivo che dovrà necessariamente aprirsi a miglioramenti futuri, sia per assicurare il raggiungimento degli obiettivi comunitari sia per migliorare la correlazione con le effettive ricadute ambientali di tali politiche. In ogni caso ora si può finalmente affermare che anche in Italia si dispone di un quadro chiaro di politiche e strumenti per lo sviluppo del settore agroenergetico.

Levento - Verona polo europeo delle fiere agricole
Veronafiere ospita un importante evento internazionale nel mondo delle fiere del comparto agricolo: l’assemblea generale di Eurasco, la federazione europea delle manifestazioni agricole e degli organizzatori di eventi (l’acronimo Eurasco significa: European Federation of Agricultural Exhibition and Show Organizers).
L’appuntamento è l’8 febbraio: si tratta di un incontro fondamentale per l’Eurasco ed in programma c’è la disamina di un innovativo piano di intervento che permette proprio all’associazione internazionale - confermatasi quale piattaforma unica nel contesto agricolo ed agroalimentare europeo - di espandere ulteriormente il ruolo di interlocutore privilegiato delle istituzioni comunitarie e dell’intero settore di riferimento.
Fieragricola sotto i riflettori europei, dunque, e ospite del nuovo corso di Eurasco che, nell’ultimo appuntamento ad Hannover (Germania), nel 15 novembre 2007, ha ampliato la propria rappresentanza associativa, aprendo le porte all’International Agricultural and Food Fair (Gornja Radgona, Slovenia), Agrotica (Helexpo, Thessaloniki, Grecia), Techagro (Trade Fairs Brno, Repubblica Ceca) e Indagra ( Romexpo Bucarest, Romania).
Così attualmente le rassegne dell’agricoltura e dell’agroalimentare europee sono salite a quota 30, coinvolgendo 22 nazioni di tutta Europa. Nel corso dell’assemblea generale, è previsto un intervento sul rapporto tra media del settore agricolo ed agroalimentare e manifestazioni fieristiche: modalità di comunicazione, gestione delle notizie e degli eventi.
I rappresentanti della Eurasco, oltre a Fieragricola, hanno in programma una visita alla Città di Verona e alle tenute vitivinicole Masi Agricola, Tenuta Serego Alighieri, a Gargagnago di Valpolicella.

La tecnologia - L’agricoltura di precisione “seduce” gli operatori la meccanizzazione guarda a computer e satellitari
L’aumento dei costi di produzione, le esigenze sempre più incombenti di rispettare i vincoli ambientali, di ecocondizionalità, le nuove tecnologie che permettono di impostare una nuova forma di agricoltura, più mirata, attenta, moderna, innovativa. Un’agricoltura, insomma, di precisione. Tagliata su misura per le aziende agricole che guardano al futuro, che vogliono gestire il patrimonio ambientale, senza trascurare il reddito. Veronafiere dedica appunto a chi pensa che l’agricoltura sia un’economia in movimento, agganciata alla tradizione, ma allo stesso tempo proiettata nel futuro, il primo salone dedicato al “Precision Farming”, l’agricoltura di precisione; un’iniziativa che caratterizza questa Fieragricola. Ad organizzare l’evento, in collaborazione con Veronafiere, le riviste specializzate “Informatore Agrario” e “Mad” (Macchine Agricole Domani), che hanno al proprio attivo tre edizioni della “Giornata dimostrativa dell’agricoltura di precisione”.
Che cosa significa, concretamente, agricoltura di precisione? Quali ultime scoperte tecnologiche si potranno trovare? Parlando di agricoltura del futuro, ovviamente, il palcoscenico è occupato da tutti quegli strumenti innovativi che consentono di ottimizzare le rese produttive, diminuendo al massimo gli sforzi (e soprattutto i costi), ma allo stesso tempo fornendo strumenti in grado di dare informazioni utili agli imprenditori agricoli, ai contoterzisti, agli appassionati. Riflettori puntati, dunque, su computer palmari, sistemi di rilevamento satellitare, di navigazione con barra di guida, guida assistita e guida semi-automatica, strumenti di agevolazione delle manovre sulle voltate. Spazio anche alle tecnologie per la raccolta dei dati, dalla mappatura delle produzioni e della loro qualità applicate sulle mietitrebbie e sulle trinciacaricatrici, al campionamento automatico delle proprietà del suolo e delle acque, passando per la raccolta dati climatici, lo scouting sulla coltura, i sistemi di telerilevamento.
Agricoltura di precisione significa anche analisi dei dati: sono presenti i più moderni software e i più avanzati sistemi per l’individuazione delle zone omogenee, i sistemi di supporto alle decisioni e di interpretazione dei dati. Focus anche sulla “sensoristica” e i sistemi di regolazione delle dosi applicati alle attrezzature per la lavorazione del terreno, ma soprattutto grande attenzione alla tracciabilità, con software e display (su trattore e su pc) per l’acquisizione dei dati funzionali di campo e la loro elaborazione per una gestione informatizzata delle macchine e dell’azienda anche zootecnica.
Il primo salone dedicato alla “Precision farming” è ha una veste assolutamente dinamica: per questo, oltre all’esposizione delle macchine e delle attrezzature tecnologiche è stato previsto uno spazio di oltre 20.000 metri quadrati, attrezzato per provare le macchine e conoscere le nuove tecnologie. Le aziende che animano il Salone dell’Agricoltura di precisione sono: John Deere, Arag, Geotop, Isagri, Pessl, Spekktra Agri, Campana Fabio, Technofarming, Veneto Agricoltura.
Sul fronte dell’agricoltura di precisione, le prospettive per il futuro sono assolutamente incoraggianti: “si prevede un interesse sempre maggiore per l’agricoltura di precisione - garantisce Matteo Bertocco, agronomo e uno degli organizzatori delle Giornate dimostrative dell’agricoltura di precisione - sia per i sistemi di geo-posizionamento in campo che della guida semi-automatica (che già si sta imponendo sulla guida assistita), della mappatura delle produzioni, le apparecchiature per il dosaggio variabile, i sistemi di acquisizione ed elaborazione dei dati”.

Il futuro - Le nuove frontiere dell’agricoltura
È fra le novità più attese dal mondo agricolo: il primo salone della multifunzionalità in agricoltura, che apre concretamente le porte alle opportunità che la legge di orientamento agricolo offre agli agricoltori e agli operatori del settore primario in tema di attività connesse alla cura del verde. Un panorama inedito per Fieragricola, dunque, interamente dedicato alla multifunzionalità. Tutta l’area è interattiva e mostra agli imprenditori agricoli le rese produttive e le possibilità concrete nei diversi settori della pluriattività, con spazi dedicati all’approfondimento della legislazione afferente alle nuove opportunità e per i test pratici da parte delle imprese agricole.
Il salone è organizzato per aree tematiche e vede l’esposizione di macchine per la meccanizzazione agricola nel giardinaggio, la cura del verde pubblico, i campi da calcio e da golf, le lavorazioni del terreno e l’irrigazione, il florovivaismo, la tutela del paesaggio agricolo e dell’arredo verde urbano.
Non mancano incontri e workshop. In particolare, vengono illustrati, nel corso di un convegno, gli aspetti legati alla fiscalità, alla normativa, alla diversificazione dalle attività cosiddette «tradizionali». E già c’è chi ha ipotizzato la nascita di un albo professionale per le imprese agricole multifunzionali. Altri convegni mettono in luce casi aziendali all’avanguardia, ponendo sotto i riflettori chi ha già compiuto una chiara scelta di campo, sposando in anticipo un’agricoltura ugualmente legata al territorio, come è quella della manutenzione del verde, ma con macchine e mezzi completamente diversi da quanti si occupano di cereali o altre colture. Evidenziando anche un comparto del tutto particolare: quello del biologico inserito nella manutenzione del verde.
Il legame col territorio e col paesaggio sono alcuni degli aspetti sui quali l’Unione europea punta maggiormente in ambito agricolo e la multifunzionalità si inserisce pienamente nelle esigenze di un’agricoltura moderna e al passo coi tempi. Innovazione e pluriattività, dunque.
Oltre ai convegni, sono in programma al Salone della Multifunzionalità anche workshop per imprenditori e aziende, focalizzati alla realizzazione e alla manutenzione di giardini pensili - espressione sempre più ricercata di uno stile di vita “verde”, pure in città - e all’irrigazione del verde residenziale, sportivo e agricolo, soprattutto in un momento in cui l’attenzione all’acqua, vero e proprio “oro blu” del terzo millennio, si sta facendo sempre più vivace.
Persino il verde pensile diventa una scommessa su cui gli agricoltori possono giocare il proprio futuro. Una fonte di reddito lontana dai campi, ma assolutamente affine alle pratiche agricole.
Sono sei, invece, i seminari di formazione che si tengono nel Salone della Multifunzionalità: lezioni dedicate all’agro-ecologia, sulle modalità di gestione delle reti ecologiche in ambito agricolo-territoriale, la valorizzazione delle cultivar delle piante da frutto e la sostenibilità delle attività agricole; e poi le biomasse e le diverse essenze legnose per la produzione di energia pulita, il paesaggio agrario fra valore economico ed aspetto estetico, con un approfondimento sul tema della riforestazione. Ma si parla anche di coltivazione e semina dei tappeti erbosi, dei tappeti ibridi (semiartificiali) e delle erbe Ogm, attualmente vietate in Italia (ma non da altre parti del mondo); di come si progetta un territorio agricolo e un paesaggio armonioso e inserito nell’ambiente e nell’ecosistema.
Un seminario è interamene dedicato ai benefici del verde nell’ambiente urbano, a partire dal risparmio energetico, ma anche degli aspetti che legano le piante al disinquinamento atmosferico. Fari puntati dunque sulla fitorimediazione, ovvero l'uso delle piante per la bonifica dei suoli inquinati, sulle piante alofite (capaci cioè di vivere in ambiente salino) e sulla fitodepurazione delle acque reflue.
Grande attenzione viene dedicata alla presentazione del progetto “Biohabitat”, certificazione ambientale volontaria europea nel campo biologico. E c’è anche il debutto di “Best in garden - Lawn and garden tractor of the year”, premio che Veronafiere, in collaborazione con la rivista “Trattori Garden”, assegnerà alla macchina per il giardinaggio più innovativa e all’avanguardia del 2007.
“La multifunzionalità è un settore in costante crescita - dichiara Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere - e solamente nel 2006, secondo i dati Ismea elaborati da Veronafiere, le attività dei servizi connessi rappresentano il 10,9 per cento del Pil agricolo nazionale, pari a 4.810 milioni di euro”.
La conferma di questo nuovo modo di interpretare il ruolo dell’impresa agricola arriva anche dai numeri forniti da Unacoma, che nel mercato delle macchine agricole per l’hobbistica, il giardinaggio, la gestione del verde e del territorio rileva una crescita di oltre il 10%, a fronte di una sostanziale stabilità (1/3%) nelle vendite di trattori e macchine per l’agricoltura tradizionale.

L’analisi - Verso il controllo dello stato di salute della Pac. Riflessioni e risposte di economia agraria. L’autore è il professor Andrea Segré, preside della Facoltà di Agraria - Università di Bologna
Quale sarà il ruolo, nel futuro, dell’agricoltura italiana? Quali saranno le dinamiche per i prossimi anni a livello agricolo? Il libero mercato potrebbe colonizzare anche uno degli ultimi baluardi di sostegno al reddito delle aziende agricole. Dunque, che fare? La domanda è più che legittima, la risposta va ricercata studiando le dinamiche del comparto non soltanto a livello nazionale, ma con uno sguardo in primis all’Unione europea e contemporaneamente senza perdere di vista gli scenari di Paesi in grado, da soli, di incidere sul futuro delle produzioni, dei prezzi e dei consumi agroalimentari: gli Stati Uniti e il Canada, il Brasile, l’India e la Cina.
A fotografare il settore, ad indicare punti deboli e chiavi di volta per affrontare preparati la sfida del futuro, ci pensa Andrea Segré, ordinario di Politica economica agraria e preside della Facoltà di Agraria all’Università di Bologna. Innanzitutto, secondo il professor Segré, “alla luce di quanto recentemente comunicato dalla Commissione Agricoltura dell’Unione europea, che nel 2008 affronterà il cosiddetto controllo dello stato di salute della politica agricola comune (Pac), l’agricoltura italiana (ed europea) dovrà rinnovarsi per poter adeguarsi ad un futuro all’insegna della competitività”.
Una missione intrecciata anche con altre variabili indipendenti, secondo l’economista, dal momento che “lo scenario europeo è reso ancor più incerto da una serie di appuntamenti che avverranno nei prossimi anni: revisione intermedia del Bilancio Ue, ricambio della Commissione e del Parlamento Ue, entrata in vigore del Trattato di Lisbona”.
Il mirino della Commissione europea è comunque già indirizzato verso orientamenti prestabiliti. “Quel che ci si attende - preannuncia Segré - è un’inevitabile riduzione delle risorse finanziarie a disposizione della spesa agricola europea e quindi un prosieguo nel cammino iniziato con la prima riforma, datata 1992 (Mac Sharry) e continuata con Agenda 2000 e Fischler. Con la Comunicazione del 20 novembre 2007 sul controllo dello stato di salute della Pac, la Commissione fa sapere che intende regionalizzare, ossia rendere omogeneo e meno iniquo, il pagamento unico aziendale ed eliminare gli strumenti di mercato (intervento, set aside, quote latte e altro), che hanno caratterizzato la vecchia politica dei mercati.
“Il sostegno - assicura il professore - ci sarà ancora, ma sarà inferiore e soprattutto selettivo, vale a dire destinato a quelle aziende che offrono beni e servizi pubblici nell’ottica dell’impresa multifunzionale”.
La parola d’ordine - puntualizza Segré - per le imprese agricole e zootecniche è una soltanto: competitività. “In un mondo globalizzato che richiede mercati sempre più aperti, la Pac del futuro dovrà essere meno distorsiva. Ciò significa che non tutte le aziende oggi presenti in Europa e in Italia potranno resistere a un simile cambiamento, in particolare quelle che fanno dell’aiuto europeo una fetta cospicua del reddito. Le imprese, che saranno meno protette dall’ombrello europeo, dovranno correre più rischi e per risultare vincenti saranno costrette ad adeguarsi alle esigenze del mercato comune e mondiale, sempre più aperti”.
La situazione italiana, forse, mostra qualche vulnerabilità in più rispetto ai competitors europei, a causa della polverizzazione delle aziende agricole, in termini di superficie. “Questo è un aspetto negativo e preoccupante del nostro settore primario - dichiara Segré - rappresentato dalle modeste dimensioni aziendali: le aziende, per ridurre i costi e continuare ad operare anche senza l’aiuto comunitario, saranno chiamate ad un adeguamento strutturale”.
A conferma dell’analisi del professor Segré, i dati divulgati proprio nei giorni scorsi dall’Istat (studio realizzato in collaborazione con l’Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, e riferito all’anno 2005) sulle “micro-imprese” agricole italiane: non raggiunge i 3.000 euro di fatturato il 67,5% delle imprese, solo il 39% svolge l’attività agricola per raggiungere il mercato, mentre il 10,5% opera per l’autoconsumo. Solamente lo 0,5% delle imprese, poi, ha un fatturato annuo medio di 1,15 milioni di euro e rappresenta ben il 25% della produzione totale. Le società agricole, invece, rappresentano come forma giuridica appena il 3% della realtà produttiva in agricoltura, ma da sole realizzano il 28,4% della produzione e del fatturato.
“Diversamente dal passato, quando la quantità era l’obiettivo principale ed i miglioramenti tecnici e meccanici conseguiti permettevano esclusivamente l’incremento delle rese, oggi (e ancor più nel futuro) si necessitano altre forme di innovazione, che vanno dalla produzione (eco-compatibile) al prodotto (valorizzandolo agli occhi del consumatore)”, osserva Segré.
“Dal momento che la generosa cascata di denaro concessa dalla Comunità europea non ci sarà più - continua - gli attori della filiera saranno chiamati ad un comportamento più razionale ed “economico”. E ciò fa prevedere anche una razionalizzazione della stessa filiera agricola che, a volte, in passato ha peccato di inefficienza”.
Altro nodo da risolvere è quello delle agroenergie. “E’ un aspetto nuovo ed ancora poco conosciuto, ma potenzialmente vantaggioso per le nostre aziende agricole è rappresentato dalle agroenergie, in virtù anche del fatto che nel marzo 2007 la Commissione ha reso noti gli obiettivi - ambiziosi - dell’Ue: entro il 2020 le fonti rinnovabili dovranno costituire almeno il 20% del consumo energetico totale ed i biofuels dovranno rappresentare il 10% dei carburanti utilizzati per il trasporto. Inoltre, il 23 Gennaio 2008, l’Unione europea ha approvato un pacchetto di misure finalizzate al raggiungimento dei predetti obiettivi. Misure che riguardano pure il settore agricolo come uno sui quali puntare per ottenere i risultati sperati in campo energetico”.
Naturalmente la produzione di Biofuels non è esente da rischi, vista la possibile competizione che potrebbe instaurarsi con quella alimentare. “A tal fine, la piattaforma biofuels Italia, potrà offrire ricerche e studi approfonditi al riguardo per svelare i dubbi ed indicare la giusta strada da seguire”.
Si calcola, ad esempio, che puntare sulle alternative al petrolio potrebbe offrire in Europa circa 300.000 nuovi posti di lavoro, potenziando appunto la filiera dell’energia verde, attraverso le coltivazioni per i biocarburanti, l’utilizzo dei residui agricoli, forestali e dell’allevamento, l’installazione dei pannelli solari.
Resta aperto anche il dilemma ogm, vietati in Italia, non in alcuni Stati europei, così come in Usa, Brasile, Argentina, India. Nella sola Unione europea, il mais transgenico nel 2007 è stato coltivato su quasi 110.000 ettari (75.000 ha in Spagna, 25.000 ha in Francia, 4.500 ha in Portogallo, 3mila nella Repubblica Ceca, per citare i primi 4 Stati individuati nella recente elaborazione di Nomisma).
Anche perché bisognerà chiedersi se in futuro - con l’aumento dei consumi alimentari di Paesi come India e Cina - saranno sufficienti i 610 milioni di tonnellate di frumento prodotte nel mondo nel 2007 (dati Usda, United States Department of Agriculture).

La Fieragricola (Verona, 7/10 febbraio 2008) - Gli appuntamenti
Tanti gli appuntamenti in programma, WineNews seleziona: l’assemblea generale dei contoterzisti europei (Ceettar); la prestigiosa assemblea generale di Eurasco, la Federazione europea delle manifestazioni agricole e degli organizzatori di eventi (l’acronimo Eurasco significa: European Federation of Agricultural Exhibition and Show Organizers), con in programma l’analisi di un innovativo piano di intervento che permetta proprio all’associazione internazionale - confermatasi quale piattaforma unica nel contesto agricolo ed agroalimentare europeo - di espandere ulteriormente il ruolo di interlocutore privilegiato delle istituzioni comunitarie e dell’intero settore di riferimento; il 7 “European Open Holstein Show”, con la sfilata delle migliori vacche di razza Holstein d’Europa e la mostra internazionale della Razza Bruna (l’Associazione della Bruna celebra i 50 anni della sua costituzione); il primo congresso europeo dei veterinari da reddito, organizzato da Sivar (Società italiana veterinari animali da reddito) dedicato alle tematiche della salute, del benessere animale e delle produzioni di qualità; il convegno “L’occupazione nell’impresa agricola. Lavori in corso”, l’occasione per affrontare le problematiche del lavoro in agricoltura, dalla previdenza, al mercato, con particolare riferimento al protocollo sul welfare: le cose fatte e quello che resta ancora da fare (parteciperanno il presidente della Confagricoltura Federico Vecchioni, i rappresentanti dei sindacati dei lavoratori, il Ministro del Lavoro Cesare Damiano); Confagricoltura e Nomisma presenteranno i primi risultati dell’XI “Rapporto Agricoltura”, dedicato quest’anno al tema della competitività, come fattore di sviluppo per il futuro del settore; tema che viene esaminato attraverso analisi economiche e comparazioni con significativi casi internazionali e un’indagine diretta su un campione di 500 aziende agricole; la presentazione di due articolati progetti di internazionalizzazione del sistema agricolo italiano realizzati da Confagricoltura insieme all’Istituto nazionale per il Commercio con l’Estero, in Serbia e in Romania, nell’accordo di settore sottoscritto con il Ministero del Commercio Internazionale; il convegno “Agricoltura multifunzionale e nuovi paesaggi”, organizzato da Istvap: la consapevolezza del valore del bene paesaggio è sempre più presente nella coscienza e nella cultura degli imprenditori agricoli; l’agricoltura si sta diversificando, sono sempre più diffuse le imprese multifunzionali che affiancano alla produzione, la trasformazione dei prodotti, la fornitura di servizi, la fruibilità dei beni immateriali dell’azienda agricola; il paesaggio è uno di questi beni, il più prezioso, quello capace di rendere riconoscibile l’agricoltura, l’ambito rurale e distinguerlo dalla città; un bene che evoca sentimenti di calma e di tranquillità, di un ambiente a misura d’uomo. L’agricoltura multifunzionale tutela e valorizza il paesaggio; l’attività di conduzione agricola garantisce la manutenzione del 40% del territorio nazionale e la sopravvivenza di alcuni dei contesti ambientali più rappresentativi del Paese; il convegno, attraverso le relazioni di esperti e gli interventi di imprenditori agricoli di aziende multifunzionali, vuole dimostrare la coesistenza e la complementarietà dell’agricoltura multifunzionale e del paesaggio.

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